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bracereL’Italia è sotto la morsa del gelo. E’ tornata la neve e i fiocchi bianchi hanno coperto le montagne e le colline della Calabria. Anche Roma si è svegliata sotto la neve. E’ uno spettacolo vedere Piazza San Pietro e il Colosseo sotto la bianca coltre di neve. I turisti sembrano felicissimi. A Torino è stata rinviata la partita di calcio Juventus – Atalanta per impraticabilità del campo, causa una copiosa nevicata prima dell’inizio della gara. Anche il nostro Monte Cocuzzo è bello a vedersi. E’ tutto bianco. La neve tanto attesa dagli amanti dello sci è tornata ad imbiancare tutto il territorio silano. La perturbazione è iniziata la scorsa settimana e secondo i meteorologi proseguirà per alcuni giorni. L’ondata di freddo proveniente dalla Siberia ha iniziato già a farsi sentire anche a Cosenza e dintorni. La temperatura si è abbassata notevolmente di diversi gradi. In alcune località della Sila ha raggiunto i -15 gradi. E la colonnina di mercurio tenderà a scendere ancora. Se la neve e la pioggia sono necessarie per l’agricoltura e per l’approviggionamento idrico, il repentino abbassamento della temperatura potrebbe danneggiare gli ortaggi, ma principalmente gli alberi da frutta che in alcune zone sono già con le gemme gonfie. Le gelate notturne potrebbero causare gravi danni come è capitato a gennaio dello scorso anno. Questa ondata di freddo siberiano di notevole portata ha colpito tutto il territorio nazionale e durerà per molti giorni. A Trieste la bora soffia ad oltre 150 Km all’ora. Dicono gli esperti fino ai primi di marzo e le regioni più colpite saranno quelle del Sud. La circolazione sulle nostre strade è regolare. Necessarie le catene a bordo o pneumatici da neve. Ieri sera siamo stati fermati dalla Polizia di Stato allo svincolo di Falerna ed hanno verificato se nella autovettura ci fossero davvero le catene. Una precauzione che servirà ad evitare i gravi disagi causati lo scorso inverno da alcuni automobilisti imprudenti. Qualche disagio viene segnalato nelle strade interne collinari e silane. Io, che sono una persona anziana, soffro il freddo e sono stato costretto a restare chiuso in casa. Non avendo molto da fare ho preso un vecchio libro in mano, “Cuore”, di Edmondo de Amicis, e ho incominciato a leggere alcune pagine. Ecco cosa scriveva il de Amicis sabato 10 dicembre di tantissimi anni fa quando la neve non faceva tanta paura e non arrecava tanti danni:- Addio passeggiate! Ecco la bella amica dei ragazzi. Ecco la prima neve. Fin da ieri sera vien giù a fiocchi fitti e lunghi come fiori di gelsomino. Era un piacere questa mattina alla scuola vederla venire contro le vetrate e ammantarsi sui davanzali; anche il maestro guardava e si fregava le mani e tutti eran contenti pensando a fare alle palle, e al ghiaccio che verrà dopo, e al focolino di casa. Che bellezza, che festa fu all’uscita! Tutti a scavallar per la strada, gridando e sbracciando, e a pigliare manate di neve e a zampettarci dentro come cagnolini nell’acqua. Tutti i nostri zaini in pochi momenti furono bianchi… Tutti parevano fuori di sé dall’allegrezza… Il calabrese che non aveva mai toccato la neve se ne fece una pallottola e si mise a mangiarla come una pesca. Anche le maestre uscivano dalla scuola di corsa ridendo. Centinaia di ragazze passavano strillando e galoppando su quel tappeto candido… E i maestri e i bidelli gridavano:- A casa, a casa! -, ingoiando i fiocchi di neve e imbiancandosi i baffi e la barba. Ma anch’essi ridevano a quella baldoria di scolari che festeggiavano l’inverno -.

Adesso tutto ciò non può accadere, perché le cose sono cambiate e la società di oggi non è più quella ai tempi di De Amicis, perché appena incominciano a cadere i primi fiocchi di neve i sindaci e i dirigenti scolastici fanno chiudere le scuole. Addio risate! Addio baldorie! Addio palle di neve! E le mamme che invitano i propri figli a stare chiusi in casa perché fuori fa freddo e nevica e potrebbero prendere il raffreddore. Attento che cadi! Guarda dove metti i piedi! Hai indossato i dopo sci? E il cappellino di lana? E il cappotto pesante? E i guanti dove li hai messi? Come cambia il mondo e come cambiano gli usi e i costumi. Non ci sono più scuole sepolte dalla neve, nude e tetre come spelonche, dove i ragazzi soffocano dal fumo e battono i denti dal freddo. E non ci sono più scolari che scendono dalle montagne portando nelle mani sanguinanti di geloni un pezzo di legno per riscaldare la scuola. Altri tempi.

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donna bruciataAmici lettori oggi vi voglio raccontare di una storia incredibile, di una sentenza della Corte d’Appello paradossale, davvero scioccante. Un uomo romeno senza fissa dimora che viveva insieme alla sua compagna sotto una tenda un giorno versò su di lei dell’alcool, le diede fuoco e la povera donna trasportata all’ospedale morì. Venne giudicato e condannato alla pena di 14 anni di carcere. In Appello gli viene ridotta la pena perché secondo il Giudice l’alcool che l’uomo ha usato era poco, soltanto mezza bottiglia. I fatti risalgono al settembre del 2014. Ma andiamo con ordine. Un romeno e la sua compagna, come abbiamo visto, vivono sotto una tenda. Scoppia un litigio tra i due e l’uomo versa sulla donna mezza bottiglia di alcool e poi le da fuoco provocandole la morte. Si fa la causa e il Giudice condanna l’uomo a 14 anni di carcere perché ha provocato la morte della compagna. Fu un omicidio volontario. In Appello, però, i Giudici ribaltano la sentenza, non solo riducono la pena inflittagli ma derubricano il reato a omicidio preterintenzionale. Ecco cosa scrive il giornale quotidiano “Il Tempo” di Roma: - La quantità di alcool usata per dar fuoco alla convivente era poca e dunque avvalorava l’ipotesi di una morte preterintenzionale-. Ad ucciderla non è stato il poco alcool versato, mezza bottiglia, ma la tuta acrilica indossata dalla donna. Il figlio della vittima e l’avvocato difensore hanno fatto ricorso in Cassazione. Stiamo diventando, amici, tutti matti e alcuni Magistrati sono semplicemente ridicoli. Non ha usato abbastanza alcool per uccidere, quindi l’imputato ha diritto ad uno sconto di pena. Evidentemente l’altra metà di alcool l’avrà bevuta l’imputato. Se le inventano tutte i nostri Giudici. La colpa non è dell’alcool versato e delle fiamme che hanno avvolto la povera donna, ma della tuta acrilica che indossava al momento dell’avvenuta aggressione. La colpa è tutta sua. Se avesse indossato una tuta di cotone non sarebbe morta bruciata viva. Bel ragionamento che hanno fatto i Giudici in Corte d’Appello. E se una ragazza in minigonna venisse stuprata la colpa sarebbe tutta sua perché non portava le mutandine e non indossava i pantaloni. Siamo all’assurdo. Chissà come avrebbero reagito quei Giudici se la stessa cosa fosse accaduta a un parente stretto.

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prostituzioneAmici miei carissimi oggi sono costretto a raccontarvi una storia non brutta ma bruttissima che non avrei mai voluto raccontarvi. E’ la triste storia di una bambina di appena nove anni, quando tutte le altre bambine del mondo giocano ancora con la bambola, costretta, cosa ancora più grave e orribile, dai propri genitori a prostituirsi, a volte anche alla loro presenza. Una bambina di 9 anni venduta anche al costo di 5 euro. Lo scandalo non è grave, è gravissimo, perché a provocarlo sono stati i genitori di questa bambina innocente, fragile, inesperta e aperta al bene ,che, per natura e per funzione, erano tenuti a proteggerla. Una violenza ignobile consumata tra degrado e miseria che segnerà per sempre questa bambina nata e cresciuta in un piccolo paese del palermitano. Ma questi scandali ormai non fanno più notizia, vengono relegati nelle pagine interne dei giornali. Ogni giorno, purtroppo, siamo costretti a leggere fatti di cronaca raccapriccianti di bambine e fanciulle avviate alla prostituzione, usate per divertire gli adulti, di vite e di innocenze violentate. Dio mio come siamo caduti così in basso. Una volta non era così. C’era fame e c’era miseria,ma nelle famiglie regnava l’amore, la pace e la concordia. E questi scandali no si verificavano. Ricordo la mia infanzia e la mia adolescenza e guai se qualcuno avesse osato minimamente scandalizzarmi e approfittare della mia innocenza. Ora il padre e la madre della bambina sono stati arrestati dai Carabinieri di Partinico in Provincia di Palermo con una accusa gravissima: violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione minorile. Oltre ai genitori sono stati anche arrestati due uomini anziani, amici di famiglia, con i quali la bambina ha avuto rapporti sessuali a pagamento. E’ stato un uomo a denunciare questo scandalo dopo aver visto la piccola appartarsi in aperta campagna con uno degli uomini indagati. Ha subito denunciato il fatto ai Carabinieri e sono così partite le indagini. Dalle indagini è emersa questa brutta storiaccia. E’ emerso anche che quando la piccola si appartava con i due uomini anche il padre e la madre abbiano assistito agli incontri a pagamento che alcune volte avvenivano finanche nella loro abitazione. La bambina ha raccontato tutto agli investigatori. Non mi sento di raccontare a voi, amici miei, quello che la bambina ha raccontato. E’ una storia triste e brutta che mi ha molto scioccato e quindi non voglio minimamente rovinarvi la giornata. Ora la bimba è stata allontanata dalla casa dei genitori e affidata a una casa famiglia. I genitori e i due pedofili hanno avuto gli arresti domiciliari. Arresti domiciliari? Meritano il carcere a vita e la chiave della cella dovrà essere buttata a mare. O come disse Gesù buttarli in mare con una macina di mulino legata al collo. Chi scandalizza uno solo di questi bambini sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina di mulino da asino e fosse gettato negli abissi del mare. Gesù non usa mezze parole, ma toni molto duri per condannare chi osa scandalizzare e approfittare dell’innocenza dei bambini.

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Dopo tantissimi anni finalmente i nostri giornalisti della carta stampata scoprono che l’On. Pierferdinando Casini di Bologna è un compagno comunista.

Non dicono più : Turatevi il naso e votate democrazia cristiana, ma turatevi il naso e votate Pd perché all’ombra di quel simbolo c’è Pierferdinando Casini, ex democristiano, ex Presidente della Camera, ex Pupillo di Bisaglia, ex di Martinazzoli, ex alleato di Berlusconi, ex di tutti e di nessuno. Bella sorpresa direbbe qualcuno.

Sapevamo già tutto di questo personaggio che pur di arrivare ad occupare la comoda poltrona in Parlamento tradirebbe anche sua madre.

Il grande Totò direbbe: - Ma mi faccia il piacere -.

Per me Pierferdi è stato sempre un comunista solo che per tutta la sua lunga vita parlamentare ha saputo bluffare, ha saputo ben nascondere i suoi veri ideali pur restando all’ombra dello scudo crociato.

Fingeva di essere un cattolico, ma poi faceva cosa che i veri cattolici non fanno.

Ora, per le elezioni del prossimo 4 marzo, è candidato nella sua Bologna, non più all’ombra dello scudo crociato e della democrazia cristiana, ma all’ombra del vecchio e glorioso Partito Comunista Italiano.

Lo abbiamo visto l’altro giorno in una storica sezione del PCI all’ombra non più della croce di Cristo ma all’ombra dei leader storici del PCI: Gramsci, Togliatti, Di Vittorio e di Matteotti, il leader socialista fatto assassinare dalle squadracce fasciste di Mussolini nel 1924.

Ora, anno 2018, Pierferdi è tornato definitivamente a casa, infatti così lui ha detto:-Qui mi sento a casa mia -.

E mentre sfoglio i libri di Giovanni Guareschi mi vengono alla mente le lotte che si svolgevano nella Bassa tra Don Camillo e Peppone.

Chissà cosa avrebbe scritto il grande Giovannino nel vedere la faccia sorridente di quel vecchio falso canuto democristiano di una volta in compagnia del segretario del Pd Matteo Renzi nella casa del Popolo Corazza di Bologna, la sede più rossa della rossa Bologna frequentata da vecchi integerrimi compagni comunisti, tra i militanti più rossi d’Italia.

Pierferdi il democristiano non ha provato nessun imbarazzo e vergogna a farsi fotografare in quel luogo sacro. Ha rivendicato con orgoglio:- Mi sento a casa mia -. Dunque per tutta la vita ha mentito, ha preso in giro gli elettori, ha finto di aver voluto difendere gli ideali del Partito della Democrazia Cristiana,la chiesa,la religione cattolica, la famiglia, la Patria, la Nato, l’alleanza con l’America.

In cuor suo aspettava la venuta di Baffone anche in Italia come in Ungheria, la Polonia, la Cecoslovacchia. E noi tutti in coro come pecore belanti:- In Cecoslovacchia comanda Baffone e adesso che pacchia c’è il pane a razione – Questo personaggio per tutta la vita si è servito della Croce di Cristo per avere voti e avere un posto sicuro in Parlamento. Ora finalmente si è scoperto chi veramente è.

Ha buttato giù la maschera.

Ha abbracciato senza vergogna la falce e il martello. Chissà cosa diranno i vecchi amici democristiani e i vecchi compagni comunisti.

Si è avverata la vecchia profezia:- Non moriranno democristiani -.

di Francesco Gagliardi

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bara01Amici miei carissimi di Tirreno News, oggi vi voglio raccontare una storia sconvolgente che arriva da molto lontano, dal Brasile. Una donna di 37 anni dopo due arresti cardiaci viene dichiarata morta e quindi sepolta. Rosangela Almaida dos Santos a fine gennaio viene sepolta nella sua città natale, ma dopo 11 giorni dalla sepoltura i familiari sono stati avvertiti da alcuni senzatetto che evidentemente dormivano nel cimitero che dalla tomba della donna provenivano strani rumori, gemiti e flebili urla. Si sono preoccupati e hanno deciso, d’accordo con le autorità, di aprire la bara della congiunta e, sorpresa delle sorprese, si sono accorti che Rosangela era sì morta ma il suo corpo era ancora caldo e presentava delle ferite sulle mani, ferite che assolutamente non aveva al momento della sepoltura. Segno evidente che la donna era ancora in vita quando è stata sepolta e che la morte, dunque, era stata una morte apparente. La donna aveva lottato con tutte le sue forze che col passare dei giorni sono diventate sempre più deboli e alla fine è morta davvero. Ha cercato di aprire la bara, di strappare i chiodi, ma invano. Secondo le notizie che arrivano dal Brasile la donna avrebbe cercato di uscire dalla bara, ma i chiodi hanno resistito. Il corpo della donna era ancora caldo, segno evidente che fosse davvero morta da poco. La Polizia ha aperto un’inchiesta. Per me è una “fake news”. Come può una persona resistere in una bara regolarmente chiusa e sigillata per più di 10 giorni? Impossibile. Questa storia sconvolgente mi fa ritornare indietro di 60 – 70 anni quando a San Pietro in Amantea nell’immediato dopoguerra si esibiva una compagnia teatrale “Calligaris” venuta da molto lontano. La commedia che attirava più persone e che riscuoteva un notevole successo era, indovinate? : La sepolta viva. Ma quella era una commedia scritta per il teatro per far divertire e commuovere gli spettatori. Questa che vi ho raccontato, invece, sempre se è vera, ma io non ci ho creduto, è una storia sconvolgente che inorridisce e che lascia in ognuno di noi inquietanti interrogativi.

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cenereAmici miei, oggi vi voglio raccontare una singolare storia che solo nella lontana America del Nord si può verificare. Il 14 febbraio, come sapete, si festeggia San Valentino, la festa degli innamorati. Questa festa si dice che sia nata in Italia ma a me risulta che sia stata importata da noi, come del resto le altre feste per fare business, dalla lontana “Merica”. Per molti è stata una occasione per scambiarsi regali, regalini, fiori, cioccolatini, baci,frasi d’amore e tante promesse che poi col tempo non vengono mantenute. Siamo in America nella città di Corpus Christi nel Texas e un uomo che ha perso l’amata mogliettina ha voluto festeggiare lo stesso San Valentino perché evidentemente si è ricordato dei tanti San Valentino festeggiati insieme alla consorte che ora non c’è più. Come, direte voi, quest’uomo ha festeggiato San Valentino se la moglie è morta da tempo? Si è presentato in un ristorante della città e ha prenotato un tavolo per due persone. Si è comodamente seduto su una sedia lasciando l’altra vuota. Di fronte a lui un piatto vuoto, due bicchieri, le posate, una bottiglia di champagne e un biglietto con scritto “You and me” ( Io e te ). E poi un’urna che conteneva le ceneri dell’adorata mogliettina scomparsa e che amava tanto. Ecco come ha voluto celebrare la festa degli innamorati quest’uomo. Evidentemente, malgrado la morte, è ancora pazzamente innamorato di una donna con la quale ha vissuto gli anni più belli della sua vita. E’ stato un modo singolare, strano se volete, ma che ha commosso gli Stati Uniti d’America, ormai abituati a questi strani e singolari casi di festeggiamenti che in Europa fanno soltanto sorridere. La scena è stata ripresa da una cliente del ristorante che pranzava accanto alla tavola di quell’uomo e che poi l’ha postata su Facebook. Si vede, oltre alla tavola apparecchiata, un signore in lacrime, dall’apparente età di circa 60 anni, con i capelli bianchi. Quest’uomo, come abbiamo detto, non solo ha voluto celebrare il giorno più bello per gli innamorati in un modo singolare, ma ha voluto dimostrare che l’amore per la persona amata non finisce mai, va oltre la morte. Messaggio che è stato condiviso da oltre 400 mila persone.

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condatoreSì, amici miei, da domani le bollette della luce saranno più care. Sapete perché? Perché dovremo pagare le bollette dei furbetti che da 5 anni non le pagano pur avendo usufruito dell’energia elettrica. Hanno usufruito dell’energia elettrica malgrado i solleciti e se ne sono fregati. Sanno che in Italia ci sono sempre i fessi che pagano, tanto vale allora approfittarne. Ma chi dovrebbe pagare l’energia consumata? Chi la consuma e chi ha un regolare contratto con l’ENEL o con altre piccole società. Così dovrebbe essere, ma spesso non è così. Infatti da domani le bollette dei furbetti consumatori di elettricità le dobbiamo pagare tutti noi, consumatori onesti, che ogni mese ci rechiamo presso gli uffici postali e attraverso un bollettino prestampato e compilato saldiamo il conto mensile, a volte anche imprecando perché la bolletta sembra un po’ gonfiata. La notizia che vi ho dato, amici miei, è vera, è davvero inquietante e sconvolgente. Le bollette della luce fino ad oggi non pagate dai furbetti le devono pagare la collettività. Ma questo è giusto? Non è giusto. Purtroppo per noi, però, la decisione è stata già presa dall’Autorità per l’energia. Lo Stato vuole recuperare dalle bollette non pagate i cosiddetti oneri di sistema che pesano sulla spesa elettrica di famiglie e imprese. Ma cosa sono gli oneri di sistema? Sono il trasporto, l’Iva e altri iniqui balzelli. Ovviamente questa decisione presa dall’Autorità dell’Energia è stata accolta favorevolmente e ritenuta giusta dall’Associazione dei fornitori di energia. Ma accolta dai consumatori con disprezzo perché ritenuta iniqua e sbagliata. I morosi non hanno pagato le bollette? E’ compito delle varie compagnie farsi pagare le bollette, esse hanno tutti gli strumenti per ottenere il pagamento, in primis tagliare i fili della luce, staccare il contatore. Basta un minuto. Povera Italia come sei ridotta! Non sei più in grado di identificare i portoghesi elettrici figuriamoci se sarai in grado di catturare i ladri di polli, per non parlare degli stupratori, dei mafiosi, dei ladri di appartamenti, degli imbroglioni, degli evasori, degli assassini, dei violenti, dei bulli. Ma nella nostra Costituzione, in quella tanto osannata e che tutti si riempiono la bocca, non c’è scritto che gli onesti debbano pagare i debiti altrui. Ma siamo in Italia, ormai un paese del terzo mondo. Ed allora non ci dobbiamo meravigliare se il 4 marzo la maggioranza degli italiani diserterà le urne o se qualcuno stanco di pagare iniqui balzelli sulla elettricità, sulla telefonia, sul consumo dell’acqua, sul gas, sulla benzina, sulla spazzatura e sull’aria che respiriamo deciderà di emigrare all’estero in posti più sicuri e molto più seri.

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floridaAmici carissimi, quasi ogni mese si spara nelle scuole americane. Questa volta la strage di alunni si è verificata in Florida in una tranquilla cittadina a nord di Miami. Ancora una volta a distanza di pochi mesi ci dobbiamo occupare della violenza nelle scuole americane. Le scuole, ormai, non sono più luoghi sicuri. Questa volta la strage si è verificata in un Liceo (High School) molto affollato di insegnanti e di alunni nella città di Parkland di circa 31 mila abitanti. L’autore della strage è un ex studente di 19 anni espulso dalla scuola lo scorso anno perché molto violento e pericoloso. Aveva una passione per le armi. Evidentemente con questo gesto ha voluto vendicare il suo allontanamento dalla scuola e saldare i suoi conti con i compagni che non l’hanno mai amato e sopportato. Il killer è entrato nella scuola armato di pistola e di un fucile automatico. Ha per prima cosa fatto scattare l’allarme antincendio costringendo gli alunni e gli insegnanti ad abbandonare le proprie classi e uscire allo scoperto e poi ha incominciato a sparare all’impazzata. Poi si è allontanato, mischiandosi agli studenti fatti evacuare e in fuga. Solo un’ora dopo è stato fermato dalla Polizia. Le vittime accertate fino ad ora sono 17. Non è la prima volta che in America succedono tragedie di questo genere. Ci sono troppe armi in circolazione. Negli Stati Uniti d’America non c’è giorno che i media si devono occupare di morti e di feriti nelle scuole e fuori. Ormai è diventata un’abitudine. Vi ricordate, amici, quello che è successo lo scorso ottobre a Las Vegas? Un attempato signore di 64 anni ha sparato sulla folla con un’arma da guerra dall’Hotel Mandalay che assisteva al festival musicale “Route 91 Harvest” uccidendo 58 persone e ferendone almeno 800. E il massacro della Columbine High School non lontano da Denver in Colorado dove due studenti si introdussero nell’edificio armati e aprirono il fuoco su compagni di scuola e insegnanti? Nella sparatoria rimasero uccisi 12 studenti e un insegnante e feriti 24 studenti. Ogni volta che succedono cose del genere l’America si interroga e si divide sempre in due:c’è chi denuncia la presenza di troppe armi in libera circolazione e c’è pure chi le difendono. Quando io mi trovavo in America ero in possesso di una Colt calibro 22 che mi aveva lasciato mio padre. La tenevo liberamente in casa e nessuno mai mi ha detto niente. Non c’era bisogno neppure di permesso e neppure sono stato costretto a denunciare alla Polizia il possesso dell’arma. Quando sono rientrato definitivamente in Italia l’ho regalata a mio zio Antonio Mazzuca che abitava in un paesino minerario della Pennsylvania.Ci sono troppi giri di affari e quindi il problema delle armi resta intoccabile. Questo nuovo massacro di San Valentino ( mi ricorda la strage di Al Capone negli anni trenta a Chicago nel Michigan) riapre con forza le polemiche sulla carenza di leggi per limitare l’accesso alle armi. C’è da segnalare che lo Stato della Florida dove si è verificata la strage è uno degli Stati più permissivi d’America. Se ne parla solo per pochi giorni dopo le stragi e poi tutto ritorna nella normalità. E così noi ogni tanto dobbiamo registrare sparatorie nelle scuole, nelle case, nei villaggi, nei parcheggi, nei supermercati.

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Amici carissimi, quasi ogni mese si spara nelle scuole americane.

Questa volta la strage di alunni si è verificata in Florida in una tranquilla cittadina a nord di Miami.

Ancora una volta a  pochi mesi di distanza  ci dobbiamo occupare della violenza nelle scuole americane.

Le scuole, ormai, non sono più luoghi sicuri.

Questa volta la strage si è verificata in un Liceo (High School) molto affollato di insegnanti e di alunni nella città di Parkland di circa 31 mila abitanti.

L’autore della strage è un ex studente di 19 anni espulso dalla scuola lo scorso anno perché molto violento e pericoloso.

Aveva una passione per le armi.

Evidentemente con questo gesto ha voluto vendicare il suo allontanamento dalla scuola e saldare i suoi conti con i compagni che non l’hanno mai amato e sopportato.

Il killer è entrato nella scuola armato di pistola e di un fucile automatico.

Ha per prima cosa fatto scattare l’allarme antincendio costringendo gli alunni e gli insegnanti ad abbandonare le proprie classi e uscire allo scoperto e poi ha incominciato a sparare all’impazzata.

Poi si è allontanato, mischiandosi agli studenti fatti evacuare e in fuga.

Solo un’ora dopo è stato fermato dalla Polizia.

Le vittime accertate fino ad ora sono 17.

Non è la prima volta che in America succedono tragedie di questo genere.

Ci sono troppe armi in circolazione.

Negli Stati Uniti d’America non c’è giorno che i media si devono occupare di morti e di feriti nelle scuole e fuori.

Ormai è diventata un’abitudine.

Vi ricordate, amici, quello che è successo lo scorso ottobre a Las Vegas?

Un attempato signore di 64 anni ha sparato sulla folla con un’arma da guerra dall’Hotel Mandalay che assisteva al festival musicale “Route 91 Harvest” uccidendo 58 persone e ferendone almeno 800.

E il massacro della Columbine High School non lontano da Denver in Colorado dove due studenti si introdussero nell’edificio armati e aprirono il fuoco su compagni di scuola e insegnanti?

Nella sparatoria rimasero uccisi 12 studenti e un insegnante e feriti 24 studenti.

Ogni volta che succedono cose del genere l’America si interroga e si divide sempre in due:c’è chi denuncia la presenza di troppe armi in libera circolazione e c’è pure chi le difendono.

Quando io mi trovavo in America ero in possesso di una Colt calibro 22 che mi aveva lasciato mio padre.

La tenevo liberamente in casa e nessuno mai mi ha detto niente.

Non c’era bisogno neppure di permesso e neppure sono stato costretto a denunciare alla Polizia il possesso dell’arma.

Quando sono rientrato definitivamente in Italia l’ho regalata a mio zio Antonio Mazzuca che abitava in un paesino minerario della Pennsylvania.

Ci sono troppi giri di affari e quindi il problema delle armi resta intoccabile.

Questo nuovo massacro di San Valentino ( mi ricorda la strage di Al Capone negli anni trenta a Chicago nel Michigan) riapre con forza le polemiche sulla carenza di leggi per limitare l’accesso alle armi..

C’è da segnalare che lo Stato della Florida dove si è verificata la strage è uno degli Stati più permissivi d’America.

Se ne parla solo per pochi giorni dopo le stragi e poi tutto ritorna nella normalità.

E così noi ogni tanto dobbiamo registrare sparatorie nelle scuole, nelle case, nei villaggi, nei parcheggi, nei supermercati.

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Carabinieri-omicidio-Una famiglia molto conosciuta a Rende e a Cosenza è stata distrutta. Il capo famiglia insieme al fratello gestiva un avviato negozio di telefonia in Piazza Auitolinea a Cosenza. Quattro cadaveri sono stati trovati dai Vigili del Fuoco e dai Carabinieri in una villetta in Contrada Cutura in Via Malta, due all’ingresso uno sull’altro, uno nel corridoio e un altro in una stanzetta. Questo è il quadro di un dramma che si è consumato il 12 febbraio, giorno in cui a Cosenza si festeggiava la Madonna del Pilerio, Patrona della Città. Secondo gli inquirenti e i primi accertamenti a sparare sarebbe stato il Capo Famiglia Salvatore Giordano il quale poi dopo la mattanza si sarebbe sparato con un colpo di pistola in bocca. Avrebbe utilizzato due pistole, una 7,65 e una 3,57 rinvenute nella abitazione ed anche un coltello trovato sporco di sangue, utilizzato, evidentemente, per colpire le vittime le quali, dai primi accertamenti hanno riportato ferite in varie parti del corpo. Le pistole rinvenute appartengono al padre di Salvatore, legalmente detenute in quanto erano state regolarmente denunciate e che vive insieme alla moglie nel piano inferiore della villetta. I due figli uccisi una femmina e un maschio avevano rispettivamente 28 e 25 anni. La figlia Cristiana lavorava in un call center di Rende, mentre il figlio maschio Giovanni era uno studente universitario prossimo alla laurea. Quale sarebbe il movente del delitto? Nessuno ancora lo sa. Potremmo avanzare diverse ipotesi. Aspettiamo ulteriori esami, anche perché gli inquirenti tacciono. Gli inquirenti nel tardo pomeriggio di ieri hanno posto sotto sequestro perché vogliono esaminare la contabilità per cercare il movente della strage, perché di strage si tratta. Una famiglia per bene, conosciuta e apprezzata da tutti completamente distrutta. Fino ad ora non si fanno ipotesi, non si escludono altre piste. E se fosse stato un quinto uomo a sparare ? I Carabinieri e la Procura di Cosenza indagano per capire il movente della strage che ha sconvolto Rende e la città di Cosenza perché la famiglia Giordano è molto conosciuta e apprezzata. I vicini di casa, gli amici e i parenti tutti sono sotto shock. Io conoscevo Salvatore, era un mio carissimo amico e spesso mi recavo al negozio per comprare qualche cosa, ma anche per salutarlo. Sempre sorridente, cordiale e gentile con tutti.

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I Racconti

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