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Vi presentiamo una bellissima, fantasiosa ed incredibile istantanea di Amantea.

 

Amantea ha già luoghi e storie così importanti e straordinari da poter essere nota al mondo intero.

Potremmo ricordare che il suo territorio e le sue genti erano ricordate anche da Omero nella sua Odissea ( peccato che Ulisse non abbia scritto le sue memorie perché ne avrebbe lungamente parlato !) e che i suoi porti sono stati i più importanti per millenni sulla costa tirrenica.

Ma oggi, sembra, che Amantea possa essere ricordata per un lavoro, che è insieme una passione vitale , che Gigino Pellegrini, regista della RAI, noto , tra l’altro per aver curato per la RAI tutte le opere teatrali di William Shakespeare, prodotte dalla BBC e per l’edizione italiana di 20 prestigiose opere teatrali europee ed americane, che formano il corpus del programma televisivo Gran Teatro, vuole lasciare ai posteri.

Gigino oltre che tenere deste le coscienze degli amanteani con i suoi appunti, vuole sorprendere , come è , forse, sua abitudine od almeno suo desiderio.

Ed ha scelto un mezzo innovativo e nel contempo simpaticissimo. Forse unico.

Si è messo in strada con la sua macchina fotografica ad immortalare tutto un paese.

Si tratta di migliaia e migliaia di volti. Piccoli e grandi. Uomini e donne.

Persone colte in mezzo alla strada, nel loro agire quotidiano, senza infingimenti, così come si trovano, quasi “all’intrasatta” .

E la gente un po’ per rispetto di Gigino, del suo estro e della sua fantasia , un po’ perché sorpresa della iniziativa , un po’ perché non trova immediatamente una motivazione contraria, lo lascia fare. E poi come dimenticare che siamo nell’evo dell’immagine.

Ed il fantasioso regista scarica, giorno dopo giorno, le foto scattate sul suo pc , le classifica e le prepara per la loro divulgazione.

Un film quotidiano di una intera città.

O se volete una immagine contestuale e plurima di una città

Gigino immortala visi dolcemente o fintamente sorridenti, visi che tentano, e talvolta ci riescono, indifferenza , noia o preoccupazioni

Volti dietro i quali si celano le storie di ognuno, le gioie ed i dolori. Anzi il tempo nella sua infinita indeterminatezza.

Volti che permettono di ricordare persone e relative storie o quella parte conosciuta da pochi o da tutti. O se proprio volete anche famiglie, casati e loro storie

Gli attori della città nel palcoscenico del quotidiano.

Un intenso ed irreversibile caleidoscopio di immagini.

Un grande raccoglitore di foto dove in una unica pagina tutti hanno la medesima attenzione, il medesimo spazio, la medesima dignità. Tutti eguali e diversi nello stesso momento.

Ma forse possiamo leggere in questa scelta la ennesima , finale provocazione di Gigi El tarik.

È come se Gigino avesse da buon pescatore lanciato la sua cianciola alla intera società amanteana ed aspetti di vedere se si gonfia e quanto si gonfia per capire quanti pesci riesce a tirare sulla barca

Troppo intelligente l’amico per non sospettare una vera e propria provocazione culturale e sociale.

Intelligente e sincero come quando afferma il suo dolore per essere dovuto partire , lui come tanti altri animi ed intelligenze di questa città, mancando alla sua città , mancando allo sviluppo della sua amata città, ma soprattutto per aver lasciato che Amantea fosse ghermita da una “ accozzaglia di uomini che hanno voluto a tutti i costi gestire il potere”.

Un dolore che diventa insostenibile quando afferma che la “sua” Amantea è stata distrutta , degradata, deturpata da potenti che la hanno governata “con l’inciviltà, l’incuria e l’ignoranza ricorrendo o colludendo coi furfanti e mascalzoni popolani di turno che, campano come possono, tra truffe, furti e atti delinquenziali che hanno contribuito massicciamente al degrado sociale e morale di questo territorio…”.

Un dolore che diventa rabbia irrefrenabile quando contesta i silenzi omissivi della gran parte degli amanteani, proprio di quelli che lui oggi “immortala”!

Una gran parte di città colpita dalla terribile malattia del disincanto collettivo, patetica nella sua infinita ostinazione di sperare l’insperabile, di attendere una nuova nave che porti cibo e speranza.

Una città traccheggiante, compromessa e perdente, a dispetto di Gigino e della sua disperata battaglia di civiltà e di amore! “Ti porto in me, / come un amore / privo di anelli e di clamore, /pieno di sogni e di parole” . Scrive Gigino.

Un dolore che diventa invocazione quando evoca un “sovvertimento totale per riportare Amantea e i suoi abitanti a quella gentilezza, operosità e onestà che gli erano propri… Un paese, Amantea da plasmare e reinventare. Ma non sarà l’opera di un giorno o del singolo”

Potrà mai il nostro eroe ……..

 

Di seguito il sito dove poter visualizzare le foto 

http://www.beaumontsurmer.it/

Pubblicato in Cronaca

E’ l’ultima lettera aperta al popolo amanteano di Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik .

Fa parte della ormai cospicua collezione di messaggi che Gigino invia ai blog ed alla stampa perche siano letti e stampa e distribuisce in centinaia di copie tra la gente.

Sollecita gli animi degli amanteani acchè si aprano per ascoltare quanto loro segnalato così da trarne riflessioni, emozioni, palpiti.

Un impegno difficile, un lavoro lungo che non si sa se avrà mai fine, ma Gigi èg iovane e può continuare per tantissimo altro tempo in questa sua azione di stimolo

Gigi il tazebao sociale che cammina.

Ecco ultimo suo lavoro:

“Un popolo ignorante e credulone è come un vento brutale che rende deserti i campi. Ci sono voluti anni per capire che delle creature sotto mentite spoglie umane,erano entrate, armate fino ai denti, in un paese che non era il loro. Questi alieni provenienti da un’altra galassia son venuti a governare Amantea. Diciamo tutto questo per capire e forse, far capire, chi governa il nostro amato paese e chi siamo noi che ci facciamo governare. A tale proposito non trovo di meglio che citare, Kazimiera Alberti, una scrittrice polacca che non più tardi di mezzo secolo fa ebbe modo di conoscere la Calabria e le origini di noi calabresi legittimi discendenti di quella Magna Grecia avvezzi a portare abiti eleganti e di nobili tessuti che abitavano in case ricche di marmi e opere d’arte ; donne che portavano gioielli raffinati e che abbellivano le loro case con ceramiche, vasi, statuette, mobili ed affreschi ; calabresi che frequentavano teatri, cibandosi di alimenti scelti e vini deliziosi: “…..questo fu un mondo in cui gli dei non si vergognavano di essere uomini e i filosofi, gli artisti e gli atleti di essere Dei. Un mondo che non solo promise la bellezza ma, secondo le sue povere forze umane, la coltivò e la realizzò. Un mondo privo di utensili e strumenti scientifici fu più vicino alle realizzazioni odierne di quanto lo fosse il Medio Evo e molte volte fu la base senza di cui nulla avremmo potuto creare. Un mondo in cui corpo ed anima ebbero uguale diritto al rispetto e alla felicità”. Questo è ciò che ci appartiene e per sempre ci apparterrà. Questa premessa è stata necessaria per ricordare a tutti noi chi eravamo e chi siamo. Non più tardi di tre mesi fa la Giunta capitanata dalla sindachessa partecipava ad una manifestazione presso il porto turistico di Amantea. Manifestazione organizzata da diportisti e pescatori per contestare una “Ordinanza”, da parte del capo del circondario marittimo e Comandante del porto di Vibo Marina, che disponeva “………, con decorrenza immediata” vietando “l’ingresso/uscita dal porto turistico di Amantea a qualunque tipologia di unità navale”. Davanti alle telecamere del TG Regionale della Rai, la sindachessa prometteva, immediatamente, di mettere “in sicurezza” il porto e dunque di rispondere celermente con i fatti alla risoluzione del problema. Ad oggi la situazione del porto è rimasta immutata sia per i diportisti che per quei pescatori che, vivendo del loro lavoro, si vedono costretti a restare a terra nella disperazione, nella indifferenza della popolazione e nel totale disprezzo e noncuranza da parte dell’Amministrazione tutta . Recandoci sul posto, abbiamo visto un pescatore con le lacrime agli occhi mentre traslocava le reti dalla sua imbarcazione in un furgone che invece di buttarle a mare le avrebbe depositate in un anonimo garage. A fianco a questa imbarcazione ve ne era un’altra con a bordo un pescatore di Amantea di nome Arturo Giambra che ci ha accompagnato presso la bocca del porto per farci vedere e toccare con mano l’inefficienza dell’Amministrazione nel non ottemperare alla messa in sicurezza della struttura portuale. Inutili sono stati i tentativi di far capire allo sprovveduto pescatore che il rimedio non bisognava cercarlo da chi non può e mai vorrà attuarlo, essendo appartenente ad un mondo diverso dal nostro e dunque insensibile e incapace di fornire la soluzione ad un umano problema.

Beaumont sur Mer Dic. 2014”

Amantea.
Ti porto in me,
come un amore
privo di anelli e di clamore,
pieno di sogni e di parole.

Continuano le attenzioni di Gigi El Tarik verso aspetti sociali e culturali della nostra quotidianità e problemi locali o nazionali , attenzioni sempre finalizzate a sollecitare le intelligenze ed il coraggio dei pochi che li hanno e decidono di utilizzarli.

Ecco la sua ultima “fatica”:

“L'articolo 1 della Legge 103 del 1975 recita: " La diffusione circolare di programmi radiofonici via etere o, su scala nazionale, via filo e di programmi televisivi via etere, o, su scala nazionale, via cavo e con qualsiasi altro mezzo costituisce, ai sensi dell'art. 43 della Costituzione, un servizio pubblico essenziale ed a carattere di preminente interesse generale, in quanto volta ad ampliare la partecipazione dei cittadini e concorrere allo sviluppo sociale e culturale del Paese in conformità ai principi sanciti dalla Costituzione. Il servizio è pertanto riservato allo Stato. L'indipendenza, l'obiettività e l'apertura alle diverse tendenze politiche, sociali e culturali, nel rispetto delle libertà garantite dalla Costituzione, sono principi fondamentali della disciplina del servizio pubblico radiotelevisivo. ".

La Rai - Radiotelevisione Italiana S.p.A. nasce, come "Servizio pubblico essenziale…..". Non può vendere spettatori e clienti a distributori di merce, perché così facendo sarebbe un mezzo di produzione e gli utenti, i soggetti sociali, solo merce. Non può rendersi complice del tentativo in atto che ricerca un consenso ampio e trasversale, destinato a coinvolgere anche gli strati medio bassi della popolazione, ai miti del globalismo e del modernismo tecnocratico (strategie e strumenti a vantaggio di pochi) che, riducendo il pluralismo culturale ed educativo, trasforma anche le idee ed i luoghi di formazione ed educazione in strumenti idonei a favorire la "produttività" dei valori di mercato e di consumo. Mercato che viene sistematicamente proposto come se fosse naturale, giusto e immutabile. Va invece sottolineato che le leggi di questo mercato non sono "dogmi", ma strumenti e scelte strategiche appartenenti a ben precise teorie e prassi economiche contingenti.

In Italia si sta procedendo con notevole impegno e accanimento nel confondere le idee per rottamare l’unicità organica del servizio pubblico, smontarne i pezzi e riproporli all’utenza con il solo e prestigioso marchio originario che permetterà alle emittenze private di “svolgere autorevolmente un servizio di pubblica utilità” anche se ingannevole nella sua impossibilità di essere critico e pluralista.

Impegnato a far nascere questi organismi geneticamente modificati (OGM) sembra essere l’intero Parlamento che ha deciso, da un po’ di anni a questa parte, di tenere in non cale i principi costituzionali che regolano il servizio pubblico. A questo punto dobbiamo prendere atto che la privatizzazione si è estesa agli stessi principi democratici per cui ognuno dei parlamentari può ritenerli proprietà privata e disporne a proprio piacimento.

Val la pena ricordare che gli Organismi Geneticamente Modificati , pur resistendo agli agenti patogeni esterni (Mercato), sono condannati alla sterilità: i fornitori privati dei programmi OGM, in questo modo, si sono assicurati una perenne dipendenza da parte dell’intero sistema radiotelevisivo.

Nella popolazione circola il fondato sospetto che questi prodotti siano cancerogeni.

Pertanto, ai cittadini italiani va detto a chiare lettere che il problema non risiede in uno e cento nuovi Consigli di Amministrazione nominati da un Parlamento unanime nell’eludere il mandato costituzionale. La scrittrice Catherine Clement in Francia, qualche anno fa, si augurava di leggere, in un articolo della loro Costituzione, una frase già presente nella nostra “patetica” e “obsoleta” Costituzione: “ L’organizzazione del servizio pubblico audiovisivo è un dovere dello Stato”.

Beaumont sur Mer 8 settembre 2014 Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik

Riceviamo e pubblichiamo la “ardita” proposta di Gigino Adriano Pellegrini che dal suo “Beaumont sur la mer” ha sempre attenzione alla “sua”Amantea, alla Cultura, e lancia la forte provocazione di uscire dal ghetto della sotto cultura per viaggiare verso nuovi cieli.

“Signori Amanteani, a me l’orecchio! Chi di voi osa sbarrar l’udito a ciò che reca il vento di Chiacchiera?
Io, dall’oriente al declinante occaso, faccio del vento il mio caval di posta per far palesi al mondo i fatti altrui come spuntano sul terrestre globo".

DALLA COLTURA ALLA CULTURA

L’osservare la struttura costruita nella zona sud di Amantea, denominata pomposamente “Campus Temesa” ha dato il via ad una idea che si regge su due principi: La casa come nuova forma associativa; la Casa come spazio fisico.

Una nuova forma associativa e spazio fisico dovrebbe rinforzare le capacità progettuali delle singole associazioni creando un punto di aggregazione, un riconoscibile laboratorio di idee: un’associazione e un luogo - quindi – in cui si possa produrre intercultura, intesa come valorizzazione della multi etnicità sia come cultura di appartenenza a valori e tradizioni dei diversi Paesi di origine. Tutto questo sembra un sogno. Ma è un sogno a cui si vorrebbe dare sostanza.

E’ riconosciuto necessario a tal fine un impegno di supporto e sussidiarietà da parte di tutti, coadiuvato da un fondamentale coordinamento contagioso e coinvolgente che riesca a trainare, a superare i personalismi e gli antagonismi.

La sussidiarietà ispira l’idea di uno scambio, tipo Banca del tempo, dove si sperimenta la disponibilità a donare competenze e tempo in forma in gran parte volontaria, non per un mero scambio di servizi utili ma per il bene comune di una convivenza migliore. Un luogo vivo, che susciti voglia di andare, un punto di ritrovo dove poter passare a dare un’occhiata in qualsiasi ora del giorno.

Soprattutto un luogo attraente per le famiglie e per i giovani e offrire spunti culturali e per il tempo libero che motivino alla frequentazione attiva e alla conoscenza di culture diverse, in una dimensione sentita come divertente e arricchente e che abbia come fine la promozione del miglioramento della qualità della vita nella nostra Cittadina. Creando una rete delle associazioni e dei cittadini in grado di sviluppare le risorse culturali locali per la elaborazione dei progetti e delle scelte che si operano nella e sulla città.

Una Casa dedicata all’incontro e alla contaminazione tra la popolazione autoctona e le diverse culture presenti nel territorio di Amantea e nei paesi limitrofi.

La Casa delle Culture deve appartenere ai cittadini del nostro paese e deve essere vissuta, oltre che dalle singole persone, dalle associazioni. La struttura deve essere uno spazio dove sia possibile contaminarsi con stili, culture, proposte, azioni, idee, una rete di enti e associazioni che operano nel territorio sui vari temi socio-culturali.

Alcune iniziative di promozione culturale dovrebbero nel tempo portare alla creazione di una nuova tradizione che inevitabilmente andrà a consolidarsi, stimolando una maggiore partecipazione di pubblico in produzioni di diverso genere: dalle rassegne di musica classica e moderna alla documentazione dei beni architettonici e ambientali, dagli abbonamenti a prezzi agevolati agli spettacoli teatrali. Ma anche iniziative nel campo degli audiovisivi, mostre artistiche e scientifiche. Senza dimenticare quei progetti che andranno a realizzarsi in collaborazione con i Comuni limitrofi e con le minoranze etniche presenti sul territorio.

Così facendo si otterrà, da una parte, la riaffermazione, dell’esistenza di un patrimonio storico-artistico di grande spessore. Dall’altra, emergerebbe l’esigenza di far diventare questo “Contenitore” uno spazio di condivisione, di conoscenza e di sperimentazione. Un luogo quindi che potrà essere al tempo stesso monumento, e quindi esercizio vivo di memoria, e casa, spazio abitato e punto di riferimento per tutti i cittadini.

Gli obiettivi principali che la Casa delle Culture dovrebbe perseguire sono:

1) offrire una valida opportunità di uscire dall’isolamento, abituandosi ad autogestire e a gestire determinati aspetti della vita associativa insieme alle altre realtà oltre a creare un vero dialogo fra persone di culture diverse;

2) promuovere le capacità dell’associazionismo straniero di trasmettere le proprie culture, in particolare, e di farle conoscere anche alla popolazione locale;

3) promuovere il protagonismo delle associazioni e i modelli di inserimento sociale;

4) sostenere le dinamiche di mutuo aiuto, in particolare, fra le famiglie;

STRUTTURA

Uno spazio organizzato in modo da costituire:

  • un punto di riferimento per le associazioni e per i rapporti tra queste e le istituzioni;
  • un punto informativo: internet gratis, giornali e riviste italiani e stranieri, opportunità di consultare vari progetti già sperimentati in Italia sull’intercultura e, se è possibile, una biblioteca da ampliare nel tempo e a seconda delle disponibilità economiche del Centro;
  • Una Pinacoteca dove ospitare…..
  • Un piccolo museo archeologico…..
  • Un Teatro dove poter programmare una vera e propria stagione teatrale con rappresentazioni di produzioni nazionali e lavori di gruppi locali.
  • La creazione di un vero e proprio laboratorio dove poter seguire corsi di Recitazione, Regia, Scenografia, Coreografia, Costumi e Luci.
  • Un piccolo museo musicale dove ospitare la grande tradizione musicale di Amantea e ospitare nuove forme musicali provenienti da altre realtà.
  • Un punto d’incontro: per favorire la socializzazione, attività ludiche e culturali scaturite dalla collaborazione tra associazioni, presenti e documentate, per permetterne la “riproduzione” e la proposizione anche all’esterno;
  • un luogo di formazione: sull’antirazzismo e sull’intercultura, che permetta di conoscere le varie culture presenti e non sul territorio. Elaborazione di nuove strategie di lotta al razzismo per superare gli stereotipi più diffusi;
  • un luogo propulsore di attività culturali ideate per rispondere alle esigenze della realtà amanteana ma capaci di essere adattate alla realtà nazionale ed europea;
  • un luogo di scambio di esperienze elaborate dalle associazioni italiane e straniere.
  • ATTIVITA’

Il successo e lo sviluppo della Casa delle Culture saranno determinati sicuramente dalla capacità di questo organismo di porsi, da un lato, come interlocutore significativo nei confronti delle Istituzioni e delle altre forme associative e, dall’altro, di soddisfare le esigenze e i bisogni, in continua evoluzione, di ogni singolo componente.

La programmazione delle iniziative dovrà pertanto essere sempre in sintonia con l’ambiente interno ed esterno alla Casa delle Culture e focalizzarsi soprattutto sulla realizzazione di:

Corsi di formazione inerenti:

  • la lotta al razzismo: come tematica proposta direttamente alle associazioni (che in questo modo avranno un linguaggio comune e un approccio corretto anche fra di loro), alle scuole o ad altre Istituzioni con moduli diversificati;
  • l’interculturalità: intesa come un modo di porsi di fronte agli altri (si possono prevedere corsi aperti anche ad operatori che lavorano a stretto contatto con gli stranieri, ma non solo);
  • la mediazione culturale: per formare soggetti che possano intervenire in situazioni diversificate;
  • la gestione dei conflitti: in quanto tematica di base per la formazione di ogni socio ed elemento centrale di gestione della Casa delle Culture e delle sue attività;
  • la conduzione dei gruppi: considerata come metodologia di particolare utilità per i leaders delle associazioni e più in generale per i membri del coordinamento e per gli “operatori volontari” dei vari progetti.

Attività estemporanee:

  • incontri tematici anche su semplici questioni legate alla quotidianità con l’obiettivo di far conoscere l’approccio della propria cultura riguardo l’argomento scelto e creare l’occasione per uno scambio di esperienze vissute affinché le persone si conoscano meglio e imparino a non diffidare dei diversi;
  • spettacoli teatrali, cinematografici e musicali (esclusi quelli che non consentono di contenere i suoni all’interno della struttura), ma anche laboratori di espressività che permettano ai partecipanti di inventare dei percorsi e un linguaggio di comunicazione innovativo con l’intreccio delle varie culture;
  • mostre anche di artisti stranieri, di prodotti artigianali, di oggetti realizzati nell’ambito dei vari laboratori;
  • incontri di approfondimento e dibattiti su questioni che riguardano i migranti, i rapporti con la cittadinanza, ma anche problematiche strettamente locali;

Alle donne che parteciperanno alle iniziative del Casa delle Culture sarà data la possibilità di usufruire di uno spazio arredato ad hoc per bambini piccoli. Tale luogo sarà custodito da una o più volontarie.

I PRINCIPALI INTERLOCUTORI DELLA CASA DELLE CULTURE

La Regione Calabria, La Provincia di Cosenza, Il Comune di Amantea, i Centri Stranieri sul Territorio, Centri per le Famiglie, Sindacati, Centri per il Volontariato, Associazioni di volontariato e culturali, laiche e religiose, cooperative sociali, organizzazioni sociali, istituzioni varie.

ALTRO

Nei locali e nella vita della Casa delle Culture non dovranno essere consentite le seguenti attività:

  • di carattere religioso;
  • di proselitismo politico o religioso;
  • che possano arrecare disturbo, in qualsiasi forma, alle abitazioni vicine;
  • di servizio, salvo brevi periodi per far fronte ad esigenze inderogabili.

DIREZIONE

La Casa delle Culture necessiterà di un Consiglio Direttivo di almeno 5 componenti provenienti dalle varie espressioni culturali di Amantea: esempio: un letterato, un musicista, un archeologo, un sociologo, uno Storico dell’Arte. In aggiunta, un Direttore organizzativo.

Gigino Adriano Pellegrini – G el Tarik

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