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colonnaSud paese quasi incolpevole che altrove cercai. Tu, autentica terra della fantasia dove il poeta è compreso e l’anfitrione viene accolto come al tempo d’Ulisse.

 

La prima tappa del viaggio di Enea è la Tracia, dove appare un terribile prodigio: i rami di mirto, che l’eroe strappa per ricoprire di fronde l’altare degli dèi, sanguinano.

Questi sono i rami gemmati dalle frecce che hanno trafitto Polidoro, il giovane figlio di Priamo ucciso e depredato dal suo infido ospite, il re Polimestore.

I Troiani lasciano allora la Tracia e si recano a Delo, dove consultano l’oracolo di Apollo.

 

L’oracolo indica loro di cercare “l’antica madre”.

Essi allora si recano a Creta, la terra natia del loro progenitore Teucro. Giunti nell’isola, iniziano a costruire la nuova città, ma un cattivo presagio (una pestilenza) e gli dei Penati apparsi in sogno ad Enea rivelano che non è Creta l’antica madre, ma l’Italia, la terra d’origine del loro capostipite Dardano.  

 

Nell'antica colonia achea di Kroton insieme al culto di Eracle, fondatore mitologico della città, e di Apollo, ispiratore della fondazione stessa, era molto sentito il culto di Hera Lacinia. Pochi chilometri più a sud della città, sul promontorio Lacinio, sorgeva il grande santuario dedicato ad Hera Lacinia, tra le più grandi aree sacre di tutto il mondo ellenico. Moglie e sorella di Zeus e regina tra gli dei, Hera veniva venerata come dea protettrice dei pascoli anzitutto, delle donne, della fertilità femminile, della famiglia e del matrimonio.
Nel VI secolo a.C. venne eretto un maestoso tempio dorico a 48 colonne, facente parte del monumentale Santuario di Hera Lacinia, che già prima era esistente e venerato in tutto il mondo greco. Nello stesso periodo il leggendario Milone, eroe olimpionico ritenuto figlio di Eracle, fu nominato sacerdote del tempio di Hera Lacinia in segno dell'assoluta devozione che la città di Kroton aveva nei confronti del santuario e della dea venerata. Il santuario, uno dei più grandi e certamente più famosi di tutta la Magna Grecia, divenne subito il principale luogo di culto del versante ionico, meta di viandanti e navigatori provenienti da ogni dove pronti a pagare pegni votivi pur di ingraziarsi la potente dea.

“Siamo sul suolo della Magna Grecia. Non ti dirò : ‘Scopriti ed inchinati’. Fa come vuoi; poiché anche qui, come su ogni posto del mondo sul quale sia passato l’uomo, è sparso odio, orgoglio, invidia, rivalità, spirito di distruzione. …Ma, se vuoi, fermati qui, su queste rovine e sosta in silenzio…..Poiché questo fu un mondo in cui gli Dei non avevano vergogna di essere uomini ed i filosofi, gli artisti, gli atleti di essere Dei.”

Gigino A Pellegrini & G el Tarik    

andreaIn un commento dei dati del censimento industriale del 1961 si legge testualmente: "La situazione industriale della Calabria al 1961, anno del centenario dell' Unificazione, appariva notevolmente deteriorata rispetto al secolo precedente, allorché la penisola bruzia rivestiva un ruolo di primo piano in vari settori dell'industria del Regno borbonico" La Calabria, un dono degli Dei Greci e Arabi usurpata dagli antichi e moderni predatori.

 

Ambedue hanno commesso atti indescrivibili ed emesso giudizi sommari o generalizzazioni sciocche . Amantea, con la sua storia millenaria, oggi viene offuscata da un groviglio di esseri che la governano sfruttandola e disprezzando alcuni suoi cittadini che, secondo la Junta di stampo sudamericana, non meritano neanche uno sguardo, passandogli accanto su Via Margherita, La Promenade des Anglais, nostrana.

 

E’ stato e continua ad essere il caso Di Andrea Ganzino e la sua “dimora” che per l’imbarazzo e l’ipocrisia di tutti, nessuno escluso, viene chiamata “chiosco”.

L’aiuto negato, con smentite bigottamente imbarazzate da vomitevoli dichiarazioni riparatorie, non possono essere sufficienti per quei pochi, ahinoi, che hanno piena consapevolezza dei Il mancato dispezzo di Andrea senza croceproblemi che affliggono questa città martoriata e che ogni giorno si battono nel cercare di ridare dignità al loro paese.

Inutile dire che come Amanteano e figlio del Mare di Ulisse, mi sento offeso e impotente davanti a tutto questo.

Il disagio, questo mio Paese, non sa cosa sia, eppure è sotto gli occhi di tutti che, però, lo accettano. Insomma tutto ricorda la tipica immagine che si ha nel mondo del meridione con tutte le sue brutture e i suoi difetti, nonostante l'importanza delle sue risorse territoriali, ambientali e culturali. Amantea, oggi fa parte di una delle regioni più povere dell'Italia e dello stesso Meridione: lo scotto pagato da questa regione all'unificazione con il Regno piemontese, seguita alla conquista militare del 1860, è stato grande e non c'è dubbio sul fatto che le premesse dell'attuale sottosviluppo, del mancato decollo economico e dell'emarginazione di oggi furono poste proprio da quanti non esitarono a fare carte false pur di ottenere l'eliminazione dello Stato autonomo di cui le province calabresi avevano fatto parte per 730 anni.

 

Da quella “unificazione” Amantea ha ereditato solo il malcostume, la falsità, l’imbroglio e il favoritismo, nepotismo più becero, in quanto applicato en plein air.

In tutto questo, riciccia il nome di Andrea Ganzino, che, dopo essersi recato al Comune per ricevere una sonora risata in faccia, per aver chiesto un semplice aiuto, ai primi di Maggio si ritroverà accampato davanti al Municipio a buttare in faccia, a lor signori del Palazzo, il suo disagio e la sua condizione di figlio di un Dio Minore. Andrea, con questo suo atto, si ostina a credere di poter smuovere i sentimenti e la compassione di “persone” che neanche sanno cosa siano “sentimento” e “compassione”, nati, cresciuti e abituati ad un Do ut desse di democristiana memoria e oltre.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Tutti i giornali calabresi parlano della “resa” della ministra Lorenzin.

Non vorremmo apparire presuntuosi, ma a noi non sembra una corretta interpretazione dei fatti.

Per questo siamo andati all’origine della notizia.

 

Infatti, tutto parte dal seminario intitolato “L’integrazione sociosanitaria: evoluzione e prospettive dopo la legge regionale 23/2015 sul Sistema socio-sanitario lombardo” tenutosi oggi 4 aprile a in Università a Bergamo, presso l’ex chiesa di Sant’Agostino.

Nel seminario, tra gli altri, sono intervenuti Angelo Capelli, estensore della Riforma del Servizio socio-sanitario lombardo e Vicepresidente della III Commissione Sanità e Politiche sociali della Regione Lombardia ed il Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin.

 

Viviana Molaschi, docente di Diritto pubblico, amministrativo e sanitario del dipartimento di Scienze umane e sociali dell’Ateneo, nella fase conclusiva della sua relazione Viviana Molaschi ha detto: « Non bisogna dimenticare come molte delle diseguaglianze regionali delle garanzie dei livelli dipendono da aspetti organizzativi. Ovviamente se la riforma passerà spetterà alle dinamiche istituzionali e anche alla Corte Costituzionale dare significato al nuovo articolo 117 della Costituzione. L’auspicio è che questa nuova stagione istituzionale raggiunga il giusto equilibrio: da un lato c’è l’istanza di non imbrigliare quelle regioni ad elevata performance  che sperimentano soluzioni innovativi, che corrono; dall’altro poiché l’integrazione dell’assistenza sanitaria è disomogenea, c’è l’esigenza di supportare quelle regioni che hanno un’infrastruttura più debole».

 

Via libera alle regioni migliori, quindi, è il senso della sanità di domani.

Quasi a dire , che le peggiori si arrangino: noi suggeriremo ma saranno le regioni a scegliere il destino della “loro” sanità.

L’importante è che sia esercitato un profondo controllo non solo dalla parte delle Corte dei Conti che arriva sempre tardi rispetto ai problemi quotidiani, quanto dalla magistratura per ridurre tempestivamente i costi di personale inutile che tolgono risorse alla sanità e soprattutto dal Governo .

Di una cosa occorre dare atto a Scura ed alla Ministra e cioè che la commissione ha partecipato i dati dei LEA , delle evasioni sanitarie e delle insufficienti risposte alle esigenze sanitarie dei calabresi.

 

Una cosa importante detta dal ministro è che: " Le disparità ( tra regione e regione) non ( sono) più ammissibili, per cancellarle dobbiamo toglierci le giacche dell'appartenenza politica”

Poi ha concluso: “"Non possiamo più permettere che un paziente nato a Catanzaro stia male due volte, o che un bimbo autistico che vive in una città senza servizi adeguati non abbia la possibilità di una vita normale".

E relativamente ai “viaggi della speranza” che ancora oggi costringono molti pazienti del Sud a spostarsi al Nord in cerca di cure dice che “dobbiamo fare ancora di più . Penso che tutti i presidenti delle Regioni debbano mirare a nominare direttori sanitari, amministrativi e generali veramente competenti e provare ad attrarre nelle proprie strutture ospedaliere anche medici da altre regioni, cercando di innescare una mobilità al contrario".

E conclude “ E' sull'obiettivo di una sanità uguale a ogni latitudine che, secondo il ministro, "dobbiamo toglierci le giacche dell'appartenenza politica, andare oltre le ideologie e vedere cosa ha funzionato e cosa no nella riforma federalista, guardando però avanti. La riforma del Titolo V della Costituzione ci dà la possibilità di definire asset nazionali, di tirare su chi sta indietro e lasciare gli altri liberi di volare, sempre avendo standard qualitativi - e non solo costi standard - per poter misurare le prestazioni erogate, i loro livelli e costi".

 

Poi dimostra di non aver capito quasi niente della Calabria, quando afferma che “Molto importante è anche la nuova norma sulla formazione dei manager che prevede un albo sanitario dei manager e soprattutto si richiede il raggiungimento di obiettivi e punteggi che se non raggiunti fanno decadere il manager».

Ma i medici inefficienti ed insufficienti chi li manda a casa?

Possibile che davvero la Lorenzin non si renda conto che ai medici pubblici deve essere erogato uno stipendio qualificato ma vietato di fare attività privata?

Possibile che la Lorenzin non si renda conto che le file d’attesa sono la misura di una sanità malata che costringe a rivolgersi alla sanità privata che esiste ANCHE perché quella pubblica è inefficiente?

Pubblicato in Politica

locandina autismo 2016-1CAMPORA SAN GIOVANNI. Fervono i preparativi per la Giornata Mondiale della consapevolezza sulla sensibilizzazione dell’Autismo a Campora San Giovanni, organizzata dalla Proloco di Campora S.G.

 

La Proloco ha organizzato per sabato 2 aprile una Giornata intera, partendo dalla mattina dalle ore 10.00 all’interno dell’Auditorium Peppino Arlia, con la presenza degli studenti dell’Istituto Comprensivo Campora-Aiello che hanno collaborato alla fattiva realizzazione della Giornata, con dimostrazioni, video e tematiche rivolte alla conoscenza dell’autismo, interverranno la Dirigente dell’Istituto Comprensivo Caterina Policicchio , il parroco di Campora S.G. Don Apollinaris, la Dott.ssa Emilia Mezzatesta Presidente della Cooperativa IDEA 90 – Artedo Cosenza con il suo staff per le arti-terapie Gianluca Paletta (sociologo musicoterapeuta), Katia Caloiero (tutor arteterapeuta), Fiorella Vecchio (tuto Artedo musicoterapeuta), Cinzia Turone (tutor danzaterapeuta).

 

Nel pomeriggio dalle ore 16,00, invece, in piazza San Francesco si terrà il convegno: “Inclusione del disagio quale ricchezza nella differenza”, al quale prenderanno parte oltre la Proloco di Campora S.G. nella persona del Suo presidente Antonio Isabella, il Sindaco di Amantea Monica Sabatino, Concetta Grosso Presidente del CIF Cosenza, Demetrio Metallo Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Direttori d’Albergo, Domenico Bloise Presidente UNPLI Provincia Cosenza, Vincenzo Ruberto Presidente Regionale UNPLI Calabria, Antonello Grosso La Valle Consigliere Direttivo CSV Cosenza, Maria Pia Serranò Consigliere comunale di Paola ed ancora Luigi Lupo (Direttore de La Voce dell’ANC Cosenza), Agnese Rosella Mollo (Urologo Primario Ospedale Cetraro), Tatiana Angelica Curti (Neuropsichiatra infantile ASP Cosenza), Francesca Pronestì (terapista TMA), Giovanni Soda (Regione Calabria), Enza Bruno Bossio (Parlamentare) e Federica Roccisano (Assessore regionale Politiche sociali e Lavoro).

 

Gli interventi dei relatori previsti per la Giornata saranno moderati dalla Responsabile dell’Ufficio Stampa UNPLI Calabria Stefania Schiavelli.

Ospiti della serata le scuole di danza di Simona Sicoli, Maria Romano e Simona Vespasiano di Campora San Giovanni.La Proloco di Campora San Giovanni ringrazia l’Amministrazione Comunale di Amantea, le Forze dell’Ordine, il Consorzio ISCA HOTELS, l’AICS No Limits e tutti coloro i quali saranno presenti alla manifestazione.

Pubblicato in Campora San Giovanni

A)Ma che succede ad Amantea?

B)Niente!

Anzi, in verità, non comprendo questa domanda….. che mi sa un po’ di provocazione.

Che cosa vuoi che succeda?

 

E poi perché proprio ad Amantea se la intera Calabria è ferma al palo.? Se i calabresi hanno ricominciato ad emigrare, se anche per curarsi devono andare in alta Italia….

In che cosa Amantea dovrebbe ( potrebbe) diversificarsi?

 

A)Insomma stai girando intorno al palo ma senza nemmeno provare a dare una sia pur minima risposta.

Vuol dire che semplifico la domanda.

 

B) Va bene

 

A) Come va la situazione economica ad Amantea?

B) Vida mò! L’edilizia è drammaticamente ferma, anche perché non si vendono più appartamenti salvo quando sono un affare per gli acquirenti-investitori. Peraltro come in Italia la popolazione aumenta ma fittiziamente . Secondo l’Istat saremmo quasi 14 mila abitanti ma il saldo naturale nati/morti è negativo( ci sono più morti che nati) , un dato fittiziamente ( ci sembra) appena compensato dal saldo migratorio positivo.

L’artigianato ne risente fortemente in modo negativo.

Il commercio è in costante flessione vuoi per il contrarsi dei redditi diffusi , vuoi per la sempre più ridotta attrattività esercitata dalla nostra cittadina verso i comuni viciniori.

Qualcuno dice che è anche un effetto dei photored, degli autovelox, delle code ai semafori, a di parcheggi e simili.

L’agricoltura sopravvive, ormai, solo a Campora SG, atteso che i pochi terreni agricoli nel capoluogo ancora esistenti sono scarsamente utilizzati perché tutti attenzionati dagli speculatori edilizi interessati ad investire, quasi certi che non avranno oneri relativi ad opere di urbanizzazione che vengono trasferiti al sistema pubblico.

Il turismo è in forte flessione e fra poco litigheranno anche tra lidi per aver un solo turista.

Insomma una economia senza respiro, senza speranza, senza futuro.

Non sembra anche a te?

 

A)Sempre abile a girare la frittata, eh . Che dirti ? Sicuramente il destino ha aperto una pagina molto grigia per Amantea e gli amanteani….

B)No! Questa tua affermazione è ipocrita! Il destino c’entra molto poco, anzi affatto! Gli errori sono fatti dagli uomini non dal destino. Amantea di oggi paga gli errori degli amante ani di ieri. Ma quello che vediamo è ancora poco. Saranno i nostri figli se non i nipoti a pagare duramente la serie di errori passati e quelli che ancora si fanno oggi. Non lo sai che la politica in Italia come in Amantea differisce i debiti a fra trent’anni, chiedendo alle future generazioni di pagare i debiti fatti perché essa possa sopravvivere e certa che poi ci saranno tanti altri come te che parleranno di destino…....

E potrei continuare a lungo….

 

A)No, no. Basta così. Hai tantissima ragione . Se penso alle tue parole mi accorgo che forse le cercavo, o meglio le temevo. Se capisco bene, ieri, oggi e domani, ci saranno gli onesti ed i disonesti e non ci sarà giustizia, ci saranno sempre più ricchi e sempre più poveri e sempre meno eguaglianza, …..

B) Di più . Penso, ed in parte spero, che i ladri andranno a rubare solo ai ricchi; penso, ed in parte spero, che gli investigatori spenderanno le loro attenzioni solo verso i ricchi perché i poveri non avranno nemmeno i soldi per pagarsi gli avvocati e lo Stato non potrà garantire l’assistenza legale gratuita; penso…….

 

A)Ma allora c’è un filo di speranza ?

B) Si ma per chi resta . E visto come vanno le cose ancora una volta gli Amanteani emigreranno e non avranno voglia di ritornare se prima non sarà cambiata questa classe politica e sociale….

 

A)E la cultura?

B)Ma se nemmeno Diogene è riuscito a trovare la biblioteca….

 

A) Basta e scusami…

B)Di niente e grazie per la opportunità. Ciao!

 

Pubblicato in Cronaca

andreaSi possono rassegnare le dimissioni da una setta politica, e, in uno Stato totalitario, ci si può rifugiare almeno nella "emigrazione interna"; ma per gli uomini di potere, in questa cittadina divenuti auto-regolanti, rassegnare le dimissioni è altrettanto impossibile quanto rassegnarle dai loro proprio io, divenuto "capitale umano".

 

La coscienza viene collegata al meccanismo onnipresente della cosiddetta opposizione , che obbliga a mentire senza sosta a loro stessi, ragionando nei termini della Neolingua arrogante e assassina: la paura sociale è auto-liberazione.

 

Cento anni fa, Rimbaud aveva già formulato, in maniera ineguagliabile, la schizo-analisi dell'uomo moderno: "io è un altro".

Non è più comprensibile né accettabile che una intera cittadinanza si nasconda dietro alle malefatte degli Amministratori. Nessuno può chiamarsi fuori perché è stato il voto cittadino che ha eletto Corrotti, Ingannatori, predoni e perfidi, non può considerarsi vittima.

 

E’, invece, complice a tutti gli effetti, “democraticamente” parlando. Vi si chiede di conformarvi ad un'obbedienza zelante e incondizionata - altrimenti costretti a restare sul bordo della strada, perdere la propria esistenza sociale, e rischiare di morire prematuramente.

E’ successo A Peppino Pallarino e la sua capanna alla Robinson Crusoè; Non macchiatevi le mani di sangue insieme a quelli che avete eletti. Il chioschetto di Andrea Ganzino è sotto gli occhi di tutti, non solo a tutti quelli che passeggiano e se ne fottono. Non c'è più bisogno di un sistema di sorveglianza burocratica per sanzionare i "perdenti". La cosa è perfettamente regolata dal lugubre potere anonimo della macchina sociale.

 

Il potere delle cieche leggi sistemiche che violano le risorse naturali e l’essere umano, si sono oramai emancipate da qualsiasi volontà sociale - e dunque anche da quella della soggettività della gestione. Il Paese che mi ha dato i natali si è trasformato
in un deserto senza compassione, senza coscienza, senza vita. In questa realtà automatizzata, ogni pensiero critico che si interroga sul senso e sul fine di questa folle situazione viene immediatamente soffocato dal belato assordante delle pecore votanti.

 

Non è il cambiamento sociologico del potere e dei suoi detentori a rappresentare l'emancipazione, ma il superamento della forma sociale, quindi di questo sistema moderno cui partecipano tutte le classi sociali.

Vi si trova anche un pizzico dell'idea che il "lavoro" non sia un principio ontologico, e soprattutto non sia un principio emancipatore ma, al contrario, il principio del potere repressivo che sottomette gli animali domestici a questo fine in sé irrazionale di "produrre per produrre", simbolizzato dalla figura del cavallo da tiro abbrutito, Gondrano, nella “Fattoria degli Animali” di una sorta di Stakhanov che vuole risolvere tutti i problemi con il motto: "Lavorerò ancora di più e più duramente!" - per essere alla fine venduto al macellaio da Napoleone quando, esausto, non potrà più lavorare. La situazione di Amantea e degli Amanteani mi ha riportato alla mente Eric Arthur Blair. Ai più, forse, questo nome non dirà niente di che, ma senz’altro conoscete tutti (vero?!) lo pseudonimo con cui è passato alla Storia: George Orwell.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Politica

mmLa commedia della vita è difficile e contorta. Qualcuno che ogni mattina si alza con un piano e una psiche totalmente diversi risulta talmente mutevole da poter adattarsi a qualsiasi tipo di racconto, in qualsiasi epoca. In questo modo si può passare da bugiardo a buffone maligno. Attualmente, occupa una posizione che equivale più o meno al braccio destro di satanasso. Però anche questo può cambiare.

Trama complessa, da commedia degli equivoci depurata della sua macchinosità, sottoposta a limatura, fino a farne uno studio di comportamenti, una riflessione leggera sulla passione amorosa.
Il fottuto dualismo tra ragione e sentimento tipico dell’essere umano. Un classico, come il ‘dispetto d’amore’, del retaggio passivo di una tradizione, della immane fatica dell’umano che cerca un ordine ideale in cui collocare presente e passato, in una tensione senza tempo pur consapevole della propria contemporaneità, del proprio essere. I flirts, i malintesi subito dopo dissipati, i dispetti bonari e quei rimproveri “affettuosi, le tenere furtività, la passione; tutte le traversie immaginate sull’amore, per poi regalarsi la gioia di allontanarle. Tutto questo vortice non riusciva a mascherare la Sua raffinata sensibilità. Faceva anche bella mostra di una vanità sublime e candida. Quando si pensava che volesse punire nel far mangiare pane raffermo, ecco che arrivava con la marmellata. "Sei sempre il solito"; "Mi hai deluso". Sono solo alcuni "attestati di stima". Ipercritica sul modo di essere e agire dell’altro e che, permettendolo, avrebbero potuto influenzare negativamente la di lui esistenza.
Un Paradiso. Un luogo dove potersi svegliare al mattino in uno stupore di gioia, ammirato dalla folle fortuna di essersi innamorato di una donna nel paese più bello del mondo. Senza diritti perché appagato dall’amore, senza doveri dato che dava tutto se stesso all’ amore. Macché; non si trattava di arrampicarsi sugli specchi sacri: ci stava già e si rifiutava di scendere. Voleva vivere in pieno etere fra gli aerei. Poi, ben lontano dall’attaccarsi alle mongolfiere, impegnava tutto il suo zelo nel colare a fondo, suolandosi le scarpe di piombo. Con qualche briciola di fortuna gli è anche accaduto, a volte di sfiorare, su sabbie nude, delle specie sottomarine sconosciute. Molte altre volte, nulla da fare: una irresistibile leggerezza lo tratteneva in superficie. Avendo l’altimetro non funzionante propriamente, si ritrovava ad essere a volte giocoliere, a volte sommozzatore, spesso le due cose insieme. Si ritrovò ad abitare in aria per abitudine e a rovistare il fondo senza alcuna speranza. Sommamente repellenti sono le sue fragili e inutili nozioni di ordine e sanità mentale.

“La morte non conta un cazzo quando ti serve un posto per dormire.” Charles Bukowski

Gigino A Pellegrini

Pubblicato in Comunicati

Una equipe di circa 30 persone (vedi elenco a piè dell’articolo), ha redatto il “Piano regionale amianto calabria” presentato nei giorni scorsi.

 

Le aree inquinate sono state definite con il metodo della rilevazione iperspettrale fatta sulle aree regionali più esposte (parlano di dati certi con un livello di attendibilità molto elevato).

 

Secondo quanto dichiarato oltre il 10% dei tetti calabresi presentano materiali contenenti amianto.

Le aree oggetto d’indagine di rilevazione della presenza di amianto ammontano complessivamente a 453.550 ettari su base regionale.

In questo quadro si è estesa l’ indagine che ha riguardato il 94% delle superfici coperte regionali.

Sono rimaste escluse dalla rilevazione le aree a densità edilizia molto bassa, ossia le case sparse. Sono stati analizzati ben 1.044, 251 edifici su un totale di 1.205.951.

Da questi dati si evince che almeno un tetto su dieci in Calabria presenta amianto.

Diversificata la presenza sul territorio regionale

 

Dal lavoro fatto settore, diretto da Domenico Modaffari sono emersi casi di forte criticità come quelli riscontrati nel comune di Lamezia Terme, dove sono presenti circa 88 ettari di territorio inquinati da amianto , nel comune di Crotone con circa 57 ettari e nel comune di Reggio con oltre 30 ettari.

Diversificata anche la situazione da comune a comune

Non è dato sapere se il comune di Amantea abbia già avuto( o se richiesti) i dati relativi al suo territorio ( superficie inquinata, abitazioni inquinate, stato di usura dell’eternit, tipologie di inquinamento, eccetera)

Non sorprende, trattandosi della calabria, il fatto che i dati non siano stati posti un rete .

Ne sappiamo se lo saranno in futuro, così come previsto dalla stessa legge regionale.

 

Da sperare che trattandosi di dati ottenuti con soldi pubblici (parliamo di €489.418,80) qualche politico “buono”, posto che ancora ne esistano nella nostra regione, pretenda la pubblicazione.

Una pubblicazione che si impone, anche, per verificare la attendibilità del lavoro fatto.

Ognuno di noi sa se il fabbricato prossimo al suo sia o meno inquinato da eternit così che la pubblicazione dei dati generali permetterebbe di scoprire se sia o meno stato censito!

Ma soprattutto per permettere al comune( ove intenda farlo!) di controllare chi abbia tolto l’amianto senza rispetto della legge!!

 

Il nostro sito ha chiesto i dati cartografici e generali al competente ufficio regionale e se ci verranno dati li pubblicheremo!

Unità speciale Amianto (U.S.A.) (DGR. 201/2012):

Ing. Salvatore Epifanio (Dipartimento Politiche dell’Ambiente)

Dott. Edoardo Malacaria (Dipartimento Tutela della Salute)

Dott. Franco Falco,

Dott. Teresa Oranges,

Dott. Alessandra Spadafora (ARPACal)

con la collaborazione di:

ASP:

Dott. Curzio Ceniti (SPISAL ASP Catanzaro)

Dott.ssa Emma Anna Rita (SPISAL ASP Catanzaro)

Ispettore Mezzotero Ugo (Igiene Ambientale ASP Crotone)

Dott. Martino M. Rizzo (UOISP ASP Cosenza)

Dott. Sandro Giuffrida (UOISP ASP Reggio Calabria)

Amministrazioni Provinciali:

Dott.ssa Serinuccia Procopio (CZ)

Dott. Francesco Toscano (CS)

Ing. Giuseppe Germinara (KR)

Ing. Carmelo Barbaro (RC)

Dott. Giuseppe Postorin0 (RC)

Ing. Gianfranco Comito (VV)

Dott.ssa Teresa Valelà (VV)

Dipartimento Politiche dell’Ambiente:

Ing. Anna Garasto

Progetto Ambiente (DDS 1706/2013):

Dott.ssa Nicoletta Boldrini

Dott.ssa Antonella Costa

Dott.ssa Anna Maria Curcio

Ing. Mariangela Cristofaro

Ing. Giampiero De Stefano

Ing. Nicoletta M. Diano

Dott.ssa Alessia Filippone

Dott.ssa Loredana Lo Faro

Dott. Gianluca Pizzonia

Pubblicato in Primo Piano

no-trivelle-adriaticoQuasi quaranta tra partiti, associazioni e movimenti si sono dati appuntamento presso il Parco Peppino Impastato di Lamezia Termeper organizzare una campagna referendaria contro le trivellazioni in mare che si preannuncia particolarmente difficile anche perché, per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, l'appuntamento referendario è fissato su un solo giorno e introdotto da una campagna così breve.

 

Dunque, il 17 aprile 2016 sarà ancora più importante votare Sì, portando alle urne almeno 26 milioni di cittadini in tutta Italia e abrogando in questo modo la norma che non riconosce alcuna scadenza ai titoli di ricerca e di estrazione degli idrocarburi concessi entro le 12 miglia.

 

I movimenti No Triv, stretti intorno al Comitato Regionale Calabrese Vota sì per fermare le trivelle,invitano i cittadini liberi, i movimenti impegnati nella tutela ambientale e politica del territorio e, soprattutto, gli organi di stampa, le tv, le radio e gli amministratori locali a supportare in tutti i modi la campagna di informazione che ci condurrà al voto e che stenta ad avere la giusta visibilità sui media nazionali.

 

Il costituzionalista Enzo Di Salvatore, estensore dei quesiti referendari e co-fondatore del Coordinamento Nazionale No Triv, i parlamentari calabresi Paolo Parentela e Celeste Costantino, laR.A.S.P.A. − Rete delle Associazioni di Sibaritide e Pollino per l'Autotutela −, il Coordinamento No Triv dei Due Mari e gli altri movimenti presenti all'adunanza di Lamezia, ritengono che la partecipazione di tutti sia fondamentale per creare un fronte che si opponga con consapevolezza e tenacia ai continui attacchi scagliati dal governo centrale ai mari e alle coste del Sud, oggetto ripetuto delle attenzioni speculative di diverse multinazionali degli idrocarburi.

 

Il referendum del 17 aprile p.v., oltre che infliggere un colpo micidiale ai procedimenti di ricerca ed estrazione attivi lungo tutte le coste italiane (e, in particolare, lungo quelle calabresi), potrebbe lanciare ai responsabili politici e ai cittadini indifferenti o rassegnati una vivissima e quanto mai necessaria esortazione alla civiltà.

7 marzo 2016

Per ulteriori informazioni si può contattare i seguenti recapiti:

329.1111882 (Rosella Cerra); 347.0007323 (Alessandro Gaudio);

349.7230254 (Francesco Delia); 389.2323017 (Gianmario Foti)

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

Di seguito le sigle dei Movimenti che hanno aderito finora al Comitato:

 

 

Agesci (Lamezia)

Amantea ama il Mare − No Triv

Arci Calabria (Lamezia − Vibo)

Associazione Culturale Scenari Visibili (Lamezia)

Associazione Pescatori Marittimi Professionali − Calabria

Borgia Civiltà e Progresso

Calabria Terra Libera

Cea Pollino

CGIL (Catanzaro)

Collettivo Manifest (Lamezia Terme)

Comitato "Basta Vittime sulla 106"

Coordinamento No Triv dei Due Mari

Coordinamento Provinciale SEL (Lamezia Terme)

Crotone Libera

Forum Group I like Filadelfia

Giovani Comunisti − Rifondazione Comunista (Cosenza)

Giovani Comunisti − Rifondazione Comunista (Martirano)

Greenpeace (Catanzaro)

La C (Lamezia Terme)

Marevivo (Lamezia Terme)

Meet Up M5S (Lamezia Terme)

Nuova Borgia

Partigiani della Scuola Pubblica (Lamezia Terme)

Partito Comunista dei Lavoratori (Lamezia Terme)

Prima le Persone

R.A.S.P.A. − Rete delle Associazioni di Sibaritide e Pollino per l'Autotutela

Rifondazione Comunista - No al Referendum Costituzionale (Lamezia Terme)

Rifondazione Comunista (Carlopoli)

Rifondazione Comunista (Maida)

Sinistra Italiana (Lamezia Terme)

Sinistra Italiana (Lamezia Terme)

Sinistra Lavoro (Vibo)

Unione Mediterranea (Lamezia Terme)

Verdi − Calabria

Viva la Vida (Sibari)

Pubblicato in Mondo

socializzaNormalmente la libertà viene intesa come quella “possibilità” che gli esseri umani dovrebbero avere di fare ciò che a loro pare e piace. La libertà potrebbe anche essere, una “possibilità”, ma in un senso e in una direzione più costruttiva.

 

Innanzitutto non come la possibilità di fare ciò che pare e piace, ma ciò che è conforme alle sincere aspirazioni che si annidano in ciascuno animo umano.

In aggiunta, la libertà dovrebbe contemplare la possibilità di scelta per ognuno di noi. Questo modo di intendere la libertà ha una sua verità, ma anche una parte di non verità.

Se, si dovesse intenderla come la “possibilità di scelta” si vorrebbe dire che più si può scegliere, più ampio, è il raggio delle cose che si possono fare, più, di conseguenza, si è liberi. Non credo che sia così. Se invece si intende la libertà come la capacità o possibilità di dedicarsi a qualcosa o a qualcuno per accrescere la propria vita e quella altrui, allora riesco a condividerla, piuttosto che nell'essere "liberi da".

E' anche, quindi, una assunzione più profonda e consapevole dei legami e delle relazioni umane e non un rifuggire da essi. La tanto agognata libertà non può essere è la possibilità di realizzare la propria vita, l'individualismo e l'egoismo. Essa non è corrispondente al sentirsi indipendenti o indifferenti, poiché, al contrario, più l’essere umano è tale e più vuole essere impegnato verso di se stesso e verso gli altri e più si realizza, cioè più è libero. A partire dalla letteratura classica greca, per esempio nell’Iliade, viene proposta una visione fatalistica della libertà umana.

 

Infatti, Priamo re di Troia, giunto grazie ad Ermes nella tenda di Achille, chiede al “Pelide” la restituzione del corpo di Ettore, il proprio figlio, ucciso dal semidio. Quest’ultimo, colpito dal coraggio del Re di Ilio, parla del destino proponendo un’idea d’azione umana intrecciata, smossa e trasportata dal fato. Forse andrebbe riconsiderata la libertà come concetto.

Essa è una speculazione di cui non si hanno elementi, termini e parametri adeguati ad un suo inquadramento e per una sua definizione. In tal senso anche il libero arbitrio andrebbe ipotizzato come una concezione, un fenomeno, che non si riesce a conoscere o chiarire con lo strumento proprio della ragione e della logica.

Il concetto di libertà sfuggirebbe dunque alla nostra ragione, senza poterlo imbrigliare in modo universale poiché esso potrebbe benissimo essere un elemento inesistente che noi, in quanto processi biologici, elaboriamo per necessità, per dare un significato al nostro agire, per fornire un senso alla nostra esistenza.

La libertà, è vero, potrebbe anche non esistere e noi non saremmo altro che processi biologici poiché la sua discussione non sarebbe avallabile attraverso la logica e la terminologia umana.

Di conseguenza, il concetto in questione, se ipoteticamente insito nella natura umana, potrebbe non essere capito veramente poiché deficitario di elementi di paragone o di corrispondenza. Durante la prossima seduta con il mio analista, cercherò di fare chiarezza a questo sentirmi imprigionato.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Calabria
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