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“La convocazione dei lavoratori da parte della Commissione Straordinaria del Comune di Siderno e l’esclusione delle parti sindacali da tale appuntamento, è un fatto grave e inaudito, che ha come unico obiettivo l’arretramento dei diritti dei lavoratori e lo svilimento del ruolo e della funzione del sindacato”.

Ad affermarlo è il Segretario Provinciale della Uiltemp Stefano Princi.

Dopo la richiesta formale e l'iniziativa pubblica dello scorso Giugno promossa dalla Uiltemp nei confronti del Comune di Siderno, che aveva al centro l'invito a rivisitare il piano del fabbisogno di personale e il relativo piano assunzionale riportato nella delibera n° 80 del 03 maggio 2019, che non prevede alcuna stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato ex Lsu-Lpu del Comune, ieri lunedì 22 luglio si è realizzato l’atto ultimo con cui la Commissione Straordinaria ha di fatto “liquidato” i lavoratori con una discussione durata meno di un’ora in cui sono state escluse palesemente le parti sindacali e rompendo l’interlocuzione e il dialogo che nei mesi precedenti avevamo cercato di creare.

“Non ci sembra per niente un caso - prosegue il segretario Uiltemp - che la comunicazione verbale relativa all’impossibilità di stabilizzazione dei lavoratori sia avvenuta senza le parti sindacali.

“Da sempre – afferma Princi, - al netto dei colori politici, le amministrazioni, e in particolare le Commissioni Prefettizie, si sono confrontati con le parti sociali, in specie per un contesto così complicato e sensibile che riguarda lavoratori precari, della pubblica Amministrazione, da oltre un ventennio.

“Per questo motivo – continua Stefano Princi, - porteremo avanti la nostra vertenza con determinazione e coraggio nell’interesse dei lavoratori e dei principi di giustizia sociale, e appunto per questo abbiamo fatto pervenire alla Commissione Prefettizia, al Prefetto di Reggio Calabria, al Dipartimento della Funzione Pubblica, alla Regione Calabria, alla Procura regionale Corte dei Conti, Ministero delle Economie e Finanze e al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali una diffida  legale nella quale chiediamo a chi di competenza di svolgere le opportune verifiche circa la correttezza dell’operato e la sussistenza di un eventuale danno erariale da parte del Comune di Siderno, il quale non ha tenuto in considerazione la normativa vigente in materia di superamento del precariato e degli incentivi regionali ormai storicizzati, che ammontano a € 13.000,00 annui per ogni lavoratore stabilizzato, apprestandosi a reclutare personale esterno con la stessa qualifica dei lavoratori ex Lsu Lpu nominati per giunta alcuni di questi responsabili di procedimento, a totale carico del bilancio comunale.”

Così conclude il Segretario provinciale Uiltemp Stefano Princi.

Pubblicato in Calabria

Passano a tempo indeterminato solo 304 su 4.169

Intanto abbiamo forti dubbi sul loro numero. 4.169 LSU ed LPU ci sembrano pochi.

Una sola la certezza.

Possono procedere alla stabilizzazione solo quei Comuni che hanno la disponibilità finanziaria e i vuoti in pianta organica.

Gli altri comuni che non hanno i posti in pianta organica e tanto meno la disponibilità finanziaria, magari perché in dissesto, non possono certamente stabilizzare gli LSU ed LPU.

Quindi la stabilizzazione o meno dipende da condizione estranee ai lavoratori.

E questo certamente non è giusto.

Sarebbe stato giusto che LSU ed LPU fossero stabilizzati dalla regione e poi assegnati con parametri di giustizia distributiva nel vari comuni calabresi indipendentemente dalle loro condizioni finanziarie .

Ovviamente dovrà essere emanata preventivamente una apposita norma che vieti la creazione di altri LSU ed LPU dei quali poi si chiederà la stabilizzazione.

Insomma la situazione non è affatto semplice perchè quello che serve, più che le risorse, sono appunto le deroghe alle attuali normative che regolano le assunzioni negli enti locali.

Altrimenti assumere per i Comuni sarà impossibile.

Basti pensare che ci sono richieste da parte dei Comuni per assumere altri 834 lavoratori, ma senza le deroghe non sarà possibile.

Arriveranno mai?

Si spera di sì e che arrivino entro il 31 ottobre altrimenti sarà impossibile rinnovare ancora i contratti e questi lavoratori che sono usciti dal bacino degli Lsu/lpu non solo saranno senza un lavoro, ma anche senza paracadute sociale

Pubblicato in Calabria

Eccola:

“Comunicazione della Regione Calabria di proroga dei percorsi di politiche attive, nelle modalità dei tirocini, rivolta ai comuni beneficiari a favore di soggetti precedentemente inseriti nel bacino dei percettori di mobilità in deroga della Regione Calabria.

Il Dipartimento Lavoro, Formazione e Politiche Sociali della Regione Calabria Assessorato al Lavori e Welfare ha completato le procedure di verifica dei tirocini attivati a seguito dell' approvazione delle graduatorie definitive di cui al decreto del 25 luglio 2018 n.8276.

In esito alle verifiche effettuate sono state contabilizzate le economie finanziarie derivanti dalle minori attivazioni di tirocini rispetto a quanto approvato agli enti pubblici e privati nella graduatoria finale.

Le economie accertate consentono una proroga di ulteriori 6 mesi di tutti i tirocini attivati negli enti pubblici e privati e quindi anche nel Comune di Amantea, senza soluzioni di continuità, ed in coerenza con le previsioni delle Manifestazioni di interesse approvate che autorizzano tirocini della durata massima di dodici mesi.

Restiamo ora in attesa del provvedimento di autorizzazione alla proroga e dell'apposita circolare con le procedure da seguire quale Ente locale in qualità di soggetti ospitanti.

Un vero aiuto a tante famiglie anche della nostra città ed una vera lotta alla disoccupazione che attanaglia sempre più persone in stato di bisogno.

Le attività svolte da tali lavoratori a beneficio del nostro territorio sono egregie ed una tale notizia viene accolta con grande soddisfazione anche per la scarsità dell'organico comunale e nella considerazione che i costi non sono a carico dell’ Ente”.

fasciasindacoFronte comune dei sindaci calabresi. Russo lunedì a Lamezia

CROSIA (Cs) – Venerdì, 2 Novembre 2018 – Stabilizzazione ex LSU-LPU, l’Esecutivo cittadino continua a rimanere impegnato nella vertenza che riguarda i trenta lavoratori precari della pubblica amministrazione e validi collaboratori del Comune di Crosia. Si attendono messaggi concreti dai Governi, nazionale e regionale, e soprattutto alla deputazione calabrese volti redimere e portare a soluzione una questione che si protrae da ormai quasi trent’anni.

Il primo cittadino, Antonio Russo, aderendo ad un’iniziativa promossa da ANCI Calabria, il prossimo Lunedì 5 Novembre a Lamezia Terme parteciperà all’Assemblea regionale dei Sindaci convocata per discutere delle problematiche legate al processo di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili e della pubblica utilità.

Confermiamo ancora una volta – dice il sindaco Russo – la nostra piena e totale disponibilità ad occuparci di questa annosa vertenza consapevoli del fatto che il contributo lavorativo offerto in tanti anni di servizio dai lavoratori appartenenti all’ex bacino Lsu-Lpu rappresenta un patrimonio essenziale ed indispensabile nella complessa macchina operativa e di servizi del Comune di Crosia e, più in generale, di tutti i comuni della Calabria. Lunedì prossimo – precisa ancora il Primo cittadino - parteciperò personalmente all'assemblea dei sindaci calabresi convocata dall'Anci per un confronto sulla questione. E già in quel contesto ci attendiamo di ricevere risposte concrete ed esaustive dal presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, e dai parlamentari calabresi. Sento e faccio mia questa problematica, dal momento che sono i comuni e i sindaci in prima persona ad essere coinvolti insieme ai lavoratori e le loro famiglie alle quali va tutto il nostro sostegno e la piena solidarietà. Spero che da questo incontro sia il governo regionale che quello nazionale al più presto e comunque entro il 31 dicembre prossimo, data di scadenza dei contratti, assumano impegni precisi e disposizioni legislative che – conclude - possano derogare alle normative in vigore.

©CMPAGENCY

Pubblicato in Calabria

Leggiamo che la direzione generale per l'Inclusione e le Politiche sociali conferma che i contratti potevano essere prorogati solo in virtù di un piano di stabilizzazione.

Non solo, ma da Roma chiariscono che la Regione, sebbene sia stata sollecitata, non ha ancora dato nessun riscontro.

Parliamo di LSU ed LPU.

 

In sostanza i Comuni calabresi non potevano prorogare i contratti degli lsu-lpu senza aver prima definito un piano di stabilizzazione.

Era quello che sostenevano i cinque stell.

Era quello che sostenevano diversi sindaci e diversi segretari comunali che non si sono piegati alle pressioni della politica. Ora la conferma arriva anche dal ministero del Lavoro

Ai chiarimenti ricevuti qualche settimana fa dal dipartimento Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri si aggiungono infatti quelli, ancora più espliciti, inviati dalla direzione generale per l'Inclusione e le Politiche sociali del Ministero all'Ispettorato del lavoro di Vibo.

L'Ufficio vibonese ha interpellato Roma su impulso del Comune di Arena, che a sua volta aveva chiesto delucidazioni sul rinnovo dei contratti dei precari.

E lo scorso 6 marzo il Ministero ha risposto in maniera inequivocabile: «La definizione del piano di stabilizzazione dei lavoratori in questione, da parte di ciascuna Amministrazione, è condizione necessaria – la dicitura è sottolineata e contrassegnata in neretto, ndr – per giustificare la possibilità di proroga e presupposto indispensabile per l'attivazione della procedura in deroga».

Senza piano di stabilizzazione, dunque, non si poteva prorogare.

Eppure molti sindaci calabresi lo hanno fatto – fidandosi delle sollecitazioni arrivate in primis dal governatore Mario Oliverio – senza però avere alcuna certezza di poter stabilizzare i precari alla fine del periodo di proroga.

Il che li ha esposti ad eventuali, futuri contenziosi giudiziari.

Ma non è tutto: qualcuno ha pure tentato di strumentalizzare il dramma dei precari puntando il dito contro i sindaci “ribelli” che, stando a quanto confermano i ministeri competenti, si sono solo rifiutati di emanare atti illegittimi.

Un circolo vizioso per cui non sono esenti da responsabilità alcuni settori della politica e dei sindacati, che hanno sempre cercato di assolvere la Regione da ogni responsabilità.

Anche su questo il Ministero del Lavoro mette un punto fermo: «Considerato che ad oggi la Regione Calabria, sebbene sollecitata dalla Direzione generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con nota del 9 febbraio 2018, non ha ancora dato riscontri in merito al suddetto piano di stabilizzazione, si comunica che la procedura in oggetto – cioè la proroga, ndr – non può essere attivata».

La Regione, insomma, ha spinto i sindaci a fare delle forzature che molti di loro, per legge, non avrebbero potuto fare.

È chiaro che in tutta la vicenda gli anelli deboli della catena sono proprio i precari – sottoposti all'ormai consueto ricatto elettorale – e gli amministratori “ribelli”.

Uno di loro, il sindaco di Arena Antonino Schinella, pur essendo di area Pd ha già criticato l'atteggiamento della Regione e, con in mano le carte arrivate da Roma, rivolge i suoi strali anche al sindacato: «La Cgil vibonese ha strumentalizzato i lavoratori dicendo loro che la colpa, se sono rimasti in un limbo giuridico, è dei sindaci, che invece si sono limitati a rispettare la legge.

Hanno indirizzato la protesta contro di noi salvando la Regione, che è la vera responsabile di tutto ciò. I documenti del Ministero lo dimostrano al di là di ogni dubbio».

Ed ora?

Pubblicato in Calabria

Abbiamo assistito ieri al duro confronto ( preelettorale) tra Dalila Nesci ed Enza Bruno Bossio sul grave problema degli LSU ed LPU.

Un duro confronto che in realtà avrebbe dovuto vedere esposti la Ministra Madia ( guarda caso candidata in Calabria)

il cui ministero emana una nota di cui ad oggi non si riesce a trovare traccia ufficiale ( alla faccia della trasparenza e della democrazia) ed il presidente Oliverio.

Un duro confronto che alla fine potrebbe trovare i più o meno incolpevoli responsabili nei sindaci che hanno ubbidito all’invito del presidente Oliverio , il quale a fine 2017 invitava i sindaci ad un «gesto di buon senso» spingendo i sindaci calabresi a «procedere subito con le delibere di proroga dei contratti» degli ex lsu-lpu.

Cosa che molti sindaci hanno fatto

Pochi sono stati quelli che hanno dubitato ed hanno sollecitato il pronunciamento del ministero che è intervenuto con la famosa introvabile circolare .

In attesa di leggere la circolare ecco un altro intervento tratto da IlCorrieredellaCalabria nel cui articolo di Sergio Pelaia troviamo questi passi:

“Il documento inviato da Roma ricorda dunque che (come dispone l’articolo 4, comma 8, del d.l. 101/2013) per arrivare alla stabilizzazione dei lavoratori ex lsu-lpu «le Regioni predispongono un elenco regionale dei suddetti lavoratori secondo criteri che contemperano l’anzianità anagrafica, l’anzianità di servizio e i carichi familiari».

Gli enti locali «che hanno vuoti in organico», dunque, «nel rispetto del loro fabbisogno e nell’ambito dei vincoli finanziari di cui al comma 6» dello stesso decreto procedono «all’assunzione a tempo indeterminato, anche con contratti di lavoro a tempo parziale, dei soggetti collocati nell’elenco regionale indirizzando una specifica richiesta alla Regione».

Il dipartimento Funzione pubblica specifica dunque che se gli enti non procedono alla stabilizzazione, e ciò vale già da gennaio 2018 in caso di mancata proroga, «i lavoratori interessati, alla scadenza del contratto di lavoro a tempo determinato, rientrano nel bacino» dei lavoratori ex lsu-lpu.

In questo caso, insomma, si tornerebbe punto e a capo”.

Era come appariva logico.

I comuni possono stabilizzare SOLO in presenza di vuoti in organico.

Cioè si creerebbe un canale speciale per LSU ed LPU senza necessità di ricorrere ad altre modalità di individuazione del personale.

La domanda da porsi ora è questa. Se un comune ha adottato la delibera di stabilizzazione su suggerimento di Oliverio di chi sarà la responsabilità?

Il seguente passaggio del richiamato articolo sembrerebbe poter ascrivere direttamente al presidente Oliverio questa responsabiltà:

“Benché implicitamente, dunque, si parla di un percorso di stabilizzazione che giustificherebbe la proroga, ma il fatto è che molti Comuni hanno rinnovato i contratti per il 2018 senza poter dare per certa una successiva stabilizzazione.

Una formula usata in molte delibere comunali e che, evidentemente, contrasta proprio con quanto disposto dalla legge Madia.

Anche perché è molto difficile che piccoli Comuni che hanno in servizio decine di ex lsu-lpu possano poi inserirli tutti nelle loro piante organiche.

«Sotto quest’aspetto, tuttavia, le conferme e le rassicurazioni – specifica infatti la circolare – possono essere date dalla competente Regione Calabria».

E ancora: «In riferimento alle presunte responsabilità derivanti dalla proroga dei contratti – specifica in maniera eloquente il dipartimento – si rinvia alla ricostruzione di cui sopra».

Un riferimento, questo, che non dovrebbe far dormire sonni tranquilli ai sindaci che hanno prorogato nell’incertezza della possibilità di stabilizzare”.

Mah!

Pubblicato in Politica

«Adesso la deputata del Pd Enza Bruno Bossio e suoi megafoni chiedano scusa ai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, nonché agli amministratori locali, cui hanno mentito vendendo la favoletta della risoluzione del precariato per l'intera categoria e della proroga universale dei contratti».

Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, a seguito della circolare con cui la Funzione pubblica ha chiarito la vicenda della proroga dei contratti per gli Lsu-Lpu, che aveva messo in allarme sindaci e segretari comunali della Calabria.

«Al netto – prosegue la parlamentare 5stelle – della spregiudicata caccia al voto da parte della Bruno Bossio, la Funzione pubblica ha spiegato che sono prorogabili soltanto i rapporti di lavoro con i soggetti, che abbiano superato i 36 mesi lavorativi, interessati alle procedure di stabilizzazione».

«La Funzione pubblica – prosegue la deputata 5stelle – ha specificato che gli enti territoriali con vuoti in organico per determinate qualifiche procedono all'assunzione a tempo indeterminato dei soggetti collocati in un apposito elenco regionale, ancora da stilare.

Tali assunzioni da parte degli enti territoriali sono però subordinate alla compatibilità con il loro fabbisogno e soggette ai pesanti vincoli finanziari di legge».

«In merito alle risorse stanziate, la Funzione pubblica – aggiunge la deputata 5stelle – ha confermato che i 50 milioni dello Stato servono soltanto alla compartecipazione agli oneri derivanti dai contratti a tempo determinato dei lavoratori, per perseguire l'obiettivo, non ancora raggiunto nei tre anni precedenti, dell’avvio di percorsi assunzionali a tempo indeterminato».

«Infine – conclude Nesci – la Funzione pubblica ha esplicitato il ritorno al bacino regionale degli Lsu-Lpu per quei lavoratori che gli enti territoriali non possano assumere.

Morale della favola, tanti resteranno fuori dalle stabilizzazioni e saranno appesi alle scelte ignote della Regione a causa di questo pasticcio di Bruno Bossio e sodali, che, carte alla mano, si è rivelato un inganno elettorale, proprio come avevamo denunciato.

Ora la Regione ha il dovere di dare risposte rapide agli esclusi dalle stabilizzazioni, per i cui diritti ci batteremo con determinazione».

Pubblicato in Amantea Futura

Ovviamente non parlo dei dipendenti che l’inferno già lo stanno passando in terra.

Parlo di quei politici che mentono sulla reale possibilità di stabilizzarli all’interno dei comuni che non hanno né i posti disponibili nella dotazione organica, né i mezzi finanziari per poterlo fare.

L’unico che si è posto questo problema su sollecitazione degli amministratori locali è stato il presidente del consiglio regionale delle Autonomie locali, Salvatore Lamirata, il quale in riferimento al “decreto Madia” e alle procedure esplicative contenute in una circolare ministeriale del 23 novembre scorso, ha posto la seguente domanda: «Un ente utilizzatore che abbia evidente consapevolezza di non poter stabilizzare il numero dei lavoratori ex lsu-lpu utilizzati dal proprio ente, può concedere la proroga al 31 dicembre 2018 del contratto a tempo determinato?».

E non basta.

Lamirata ha posto un altro problema quale è quello del possibile danno erariale paventato per la violazione del limite massimo consentito dei 36 mesi al rapporto di lavoro a tempo determinato: «Nell’ipotesi che la concessione della proroga finalizzata alla stabilizzazione venga concessa in riferimento alle norme previste dal Decreto Madia e della Legge di Stabilità 2018, se l’ente utilizzatore non riesce a stabilizzare il lavoratore che riceve la proroga superando i 36 mesi di rapporto di lavoro determinato, incorre nella procedura risarcitoria?»

Altri quesiti riguardano poi lo status giuridico che avrebbero i lavoratori nel caso di enti utilizzatori che non possono adottare l’atto di proroga e la copertura finanziaria in caso di prolungamento del contratto.
Correttamente Lamirata specifica che «Il chiarimento è urgente e necessario per dirimere ogni controversia e per consentire agli enti utilizzatori di agire in un rapporto di chiarezza con i lavoratori e nel rispetto delle leggi sull’ordinamento dello Stato e sull’adozione di atti pubblici».

Ora sembra che il ministero della Funzione pubblica abbia inviato alla regione un atto che potrebbe dare risposte ai dubbi dei sindaci, ma la Regione non ne ha ancora reso noti i contenuti.

Perché?

E il futuro dei lavoratori è sempre più precario.

Pubblicato in Primo Piano

Leggiamo su “Il Dispaccio “ un articolo dal titolo” Lsu-Lpu: legge regionale per stabilizzarli”

Lo avrebbe detto Sebi Romeo, capo gruppo del Pd a palazzo Campanella, intervenuto a Siderno all'assemblea dei sindaci della Locride,

 

che si è riunita nell'aula della consiglio comunale della cittadina ionica, per discutere della tematica urgente della stabilizzazione degli LSU e degli LPU.

A noi sembra un vergognosa presa in giro di migliaia di persone senza lavoro.

A meno che non sia semplicemente una lettura palesemente approssimativa se non palesemente illogica del redattore dell’articolo che infatti scrive che “La legge di fatto integrerà, diciamo meglio affiancherà, quella parte del decreto della ministra Madia che in riferimento agli LSU e LPU evidenzia chiaramente la parola stabilizzazione”.

Ma è possibile che la regione per stabilizzarlo paghi il personale LSU ed LPU e poi lo assegni ai comuni perché lo usino per le loro esigenze?

Ci sarebbero reazioni terribili da parte dei comuni stessi ognuno dei quali vanterebbe il “diritto” ad averne una parte correlata ai propri bisogni .

Ne sono tranquillizzanti le parole del presidente dell'Anci Calabria, Gianluca Callipo, quando afferma che "I lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità sono una risorsa importante in molti casi determinanti. Non si può fare a meno di loro e quindi l'impegno è massimo per garantire la loro stabilizzazione".

Ma allora questa ipotesi dà ragione ad Oliverio quando chiedeva ai comuni di stabilizzare gli LSU ed LPU ma senza averne i mezzi finanziari indispensabili ed i posti vacanti in pianta organica.

Poco importa che il presidente del Comitato dei sindaci della Locride Rosario Rocca abbia detto che LSU ed LPU: " Sono essenziali” per i comuni

Mica la regione può assumere ed inviarli a lavorare nei comuni.

Né la regione è in grado di pagare i comuni per stabilizzarli!

E forse certe odierne scelte politiche non sono estranee a questa grave situazione che interessa non dieci ma 5000 persone!

Vedremo.

Ma comunque non tentate di prenderli in giro. Potrebbero arrabbiarsi!

Pubblicato in Paola

Mi riferisco a quel tipo di politica che, soprattutto in vista delle elezioni, scientemente, prende in giro i lavoratori al fine di accaparrarsene i voti .

E’ vero che in passato nello Stato, nelle regioni, nelle province, nelle comunità montane, nei consorzi e nei comuni hanno potuto fare di tutto ed assumere tantissimi dipendenti

Dovunque ce ne sono tanti che lavorano con dignità, impegno e professionalità, ma anche tanti che passano il tempo ieri leggendo i giornali , oggi girando sulla rete con i telefonino

Ma oggi che lo Stato sta fallendo, le regioni sono “mbraccio a maria”, le province in attesa di chiudere, le comunità montane già chiuse, i consorzi falliti e/o pronti a chiudere, i comuni in dissesto o pronti ad entrare in similari e terribili buchi neri, oggi dicevamo, non appare più possibile fare nuove assunzioni

E’ vero che la situazione economica delle famiglie è difficile ma altrettanto difficile è la situazione finanziaria degli enti pubblici.

Però scherzare con i lavoratori non è onesto, né bello, né serio.

Eppure sembra che lo si stia facendo.

Lo sta facendo il governatore Oliverio quando dice che” Il 31 dicembre 2017 circa 5mila lavoratori Lsu-Lpu calabresi hanno maturato 36 mesi continuativi di rapporto di lavoro, regolato da contratto, acquisendo così il diritto a poter avere un lavoro stabile.

Ciò è stato possibile grazie alla scelta che abbiamo compiuto, assieme ai sindaci ed agli amministratori locali, tre anni fa, quando ho assunto la responsabilità della guida della Regione. Ora bisogna andare avanti con coerenza e senza tentennamenti nella direzione intrapresa.

La stragrande maggioranza dei Comuni calabresi, ad oggi, ha già deliberato la proroga dei contratti per un altro anno condividendo assieme a noi la responsabilità di fare un ulteriore passo avanti in direzione della stabilizzazione dei lavoratori e della progressiva fuoriuscita dal precariato.

Il diritto ad un lavoro stabile, in particolare in una regione come la nostra segnata dal grave fenomeno della disoccupazione, richiede una forte iniziativa unitaria ed una chiara  assunzione di responsabilità.
Ringrazio per questo i sindaci e gli amministratori locali che ancora una volta hanno dimostrato di essere uniti, in un impegno collettivo che coinvolge la quasi totalità dei Comuni calabresi, a difesa dei lavoratori e delle proprie comunità, anche al fine di garantire i servizi necessari altrimenti messi in  discussione.

Il 2017 si è chiuso così con un importante atto di responsabilità, positivo e costruttivo delle Istituzioni.

Il futuro si costruisce passo dopo passo con atti concreti.

Buon 2018 con l'impegno, prima ancora che l'auspicio, a realizzare obiettivi di crescita economica e sociale ed opportunità di lavoro, in primo luogo, per i nostri giovani e le nostre ragazze”.

Il presidente della Giunta regionale sembra voler far credere ai 5000 lavoratori LSU/LPU che i sindaci possano , se non debbano, stabilizzarli.

Incredibile.

I “grillini” scrivono: “Piuttosto che rivolgere accorati appelli, per la proroga dei contratti in scadenza, ai Comuni non in grado di stabilizzare gli Lsu-Lpu, il governatore Mario Oliverio indichi con quali provvedimenti concreti si possano tutelare gli amministratori locali dal sicuro danno erariale che deriverebbe dalla riferita proroga.

Come avevamo già osservato, si è creata una situazione per cui la proroga di quegli specifici contratti comporta conseguenze personali per gli amministratori dei Comuni, questione su cui registriamo l'irresponsabile ostinazione di Oliverio, che non ha inteso attuare la soluzione indicata dal Movimento 5stelle, cioè il ritorno, previsto dalle norme vigenti, di quei lavoratori al rapporto originario con la Regione Calabria e la proroga delle convenzioni contemplata dalla Legge di Stabilità.

Siamo tutti d'accordo sul fatto che quei lavoratori debbano essere tutelati, ma questo deve avvenire con atti certi e non con promesse od intenzioni che sanno di puro annuncio, in assenza di strumenti normativi reali.

Pertanto Oliverio e tutto il Partito democratico si assumano la responsabilità di chiarire in che modo intendano assicurare la continuità lavorativa al personale interessato e la doverosa tranquillità agli amministratori degli enti locali, che non possono rischiare per errori, adesso manifesti, della maggioranza in parlamento”.

Ma anche il loro è un annuncio.

E non basta.

Un altro annuncio è quello del capogruppo di Ap Giovanni  Arruzzolo quando chiede al Consiglio di discutere dei precari calabresi al fine di trovare una soluzione che riguarda 5mila famiglie.

Dice Arruzzolo, così palesemente smentendo Oliverio che sperava di trasferire la patata bollente ai sindaci, “Ho chiesto al presidente Nicola Irto, trovando piena disponibilità, la convocazione di una seduta ad hoc di consiglio regionale sui lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità.

Una questione che coinvolgendo quasi cinquemila lavoratori calabresi, e diritti fondamentali che non possono essere disattesi, deve trovare risposte urgenti e adeguate dal governo regionale.

La stabilizzazione, che sembrava cosa fatta, passa dalla messa a punto di un piano occupazionale a fronte di un comportamento incerto dell'amministrazione regionale che non è stata in grado di approntare la necessaria strategia di sistema.

Dietro la legittimità delle loro posizioni e la dignità del lavoro che è propria di ogni persona - conclude Arruzzolo - c'è la consapevolezza dell'importanza dell'opera che da anni svolgono i precari Lsu-Lpu, rappresentando, nel tempo, una risorsa indispensabile per la Calabria per elevare la funzionalità dei nostri enti”.

Anche Arruzzolo ci sembra che scherzi dimenticando di dire che:

-che stabilizzare i precari Lsu-Lpu comunque presuppone che i comuni abbiano i fondi necessari.

-che stabilizzare i precari Lsu-Lpu comunque presuppone che i comuni abbiano posti vacanti in organico

-che se i comuni avessero avuto posti vacanti nel loro organico avrebbero potuto e dovuto coprirli assumendo nelle forme di legge a creare precariato.

Se la regione ha i mezzi economici li assuma, li paghi e li invii ai comuni per elevarne la funzionalità dei servizi con rispetto ai loro bisogni.

Se non li ha che non li illuda. E’ indegno!

E pensare che il 31 dicembre scorso si è tenuta una riunione di Sindaci e del Presidente dell’Anci Calabria per esaminare la detta problematica al quale hanno partecipato, tra gli altri, oltre che il Presidente dell’ANCI Calabria, Gianluca Callipo, i Sindaci di Campo Calabro, Calanna, Cittanova, Galatro, Giffone, Laganadi, Melicuccà, Melicucco, Molochio, San Ferdinando, San Giorgio Morgeto, Scido, Seminara, Rosarno, Samo e Varapodio, che hanno manifestato la volontà di continuare il percorso di stabilizzazione dei lavoratori LSU e LPU nei limiti stabiliti dalla vigente normativa.

Hanno, poi, richiamato quanto previsto dal Decreto Interministeriale dell’8 ottobre 2014, registrato alla Corte dei Conti il 6 novembre 2014 al foglio 5021 che, all’art. 2, comma 5, prevede che “Nell’ipotesi in cui l’ente pubblico non proceda all’assunzione a tempo indeterminato, i lavoratori interessati, alla scadenza del contratto di lavoro tempo determinato, rientrano nel bacino dei lavoratori impegnati in attività socialmente utili e di quelle di pubblica utilità”.

Al riguardo, hanno, inoltre, restituito la patata bollente alla regine esprimendo l’intendimento di richiedere alla Regione Calabria che le attività degli LSU e LPU vengano prorogate a partire dal 1° gennaio 2018 presso gli Enti utilizzatori nelle more di individuare un’adeguata soluzione per la stabilizzazione dei predetti lavoratori.

Hanno, infine, manifestato piena solidarietà nei confronti di tutti i lavoratori e delle loro famiglie in questo momento difficile del loro percorso lavorativo, auspicando che nel più breve tempo possibile si possano trovare le necessarie soluzioni per concretizzare le loro aspettative occupazionali.

 

Pubblicato in Alto Tirreno
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