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voto disabili2Ci stanno togliendo a poco a poco l’aria che respiriamo, ci vogliono tagliare la pensione, ci vogliono tassare i nostri sudati risparmi, ci vogliono togliere la nostra casa, ci vogliono togliere il crocifisso dalle aule scolastiche,ci vogliono togliere il sacrosanto diritto di fumare in santa pace una sigaretta pur sapendo che il fumo fa male, ci vogliono togliere il piacere di sorbire una coca cola ghiacciata, ci vogliono togliere la speranza di vincere un bel gruzzoletto col gratta e vinci, ci vogliono togliere il nostro diritto al voto, diritto sancito dalla nostra Costituzione che quando fa comodo a loro è la più bella del mondo, Art.48 .- Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età-. Ma evidentemente qualcuno non comprende il significato di “Tutti” o forse lo comprende benissimo e, allora, per poi poter vincere nelle competizioni elettorali che nessuno vota più vorrebbe togliere il diritto di voto agli anziani perché sanno che le persone anziane sono sagge e difficilmente si fanno infinocchiare da un pagliaccio che sa dire soltanto “vaffanculo”. No, non è vero, grida qualcuno. E’ vero invece, tutto vero. E’ l’ultima sparata di Grillo. Il comico, tutti lo sappiamo, è ricchissimo di fantasia. Ed allora si è inventato una bella baggianata. Tutti già ne parlano. Tutti ne discutano A breve la proposta arriverà in Parlamento. Che bella trovata. Parliamone così la gente dimenticherà la manovra finanziaria lacrime e sangue e i nuovi iniqui balzelli inclusi nella finanziaria inclusa la “sugar tax”. I voti degli anziani, secondo Grillo, dovrebbero essere eliminati del tutto, per garantire che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale. Ed ecco già qualche Deputato, Senatore, Ministro vuole dare ai ragazzi di 16 anni il diritto al voto. Ma se gli anziani non avranno più diritto al voto, non saranno più presenti nelle liste elettorali e così non avremo più anziani Sindaci, Assessori, Deputati, Senatori, Ministri, Presidenti del Consiglio, Presidenti di Camera e Senato, Presidente della Repubblica. Forse è giunto il momento che ci toglieremo dalle palle personaggi squallidi e fallimentari come Peppe Grillo e tutti quei rompiscatole che ogni giorno pontificano nelle reti televisive nazionali. Sono, dunque, d’accordo, menomale, così anche questo pagliaccio si toglierà di torno. Ma perché fermarsi solo al diritto di voto? Togliamo agli anziani il diritto di curarsi così le spese sanitarie diminuiranno a dismisura e le corsie degli ospedali saranno sempre disponibili per accogliere neonati, fanciulli e giovani. Togliamo pure la pensione agli anziani perché hanno meno esigenze dei giovani così i risparmi potrebbero andare a beneficio dei fratelli migranti così tanto bisognosi. Facciamoli morire perché hanno vissuto troppo a lungo e non si vede il perché dovranno continuare a vivere. Le loro risorse potrebbero essere redistribuite tra i giovani e i migranti, specie quelli che ogni giorno incontriamo davanti i negozi che chiedono l’elemosina. Alla venerabilità età di 70 anni tutti all’altro mondo. Fantastico! Che ideona! Solo così gli imbecilli, i cretini, i nullafacenti, i farisei, i sepolcri imbiancati, i rimbambiti, i pagliacci, i bugiardi, i traditori, i voltagabba, i quacquaracqua scompariranno per sempre dagli schermi televisivi e dal Parlamento. Allora non avremo più un Presidente della Repubblica che si piscia addosso. Dopo questa mia riflessione ribadisco che il primo ad andarsene dovrebbe essere Grillo. Va assolutamente fermato. E’ pazzo. Sta facendo solo danni e, purtroppo, c’è tanta gente ancora che lo ascolta e lo segue. Termino con quanto detto dal Santo Padre Papa Francesco:- Le nonne e i nonni sono la nostra forza e la nostra saggezza. Che il Signore ci dia sempre anziani saggi -.

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partiti-625-copia5 marzo 2018, il giorno dopo il voto. Ieri il popolo italiano si è recato alle urne e ha votato. Dalle urne è uscito un risultato clamoroso e sconcertante: Movimento 5 Stelle primo partito; Il centro destra è la prima coalizione ma lontano dalla maggioranza; il Pd è stato sconfitto ovunque; scompaiono le regione rosse; Casini, il vecchio democristiano, batte Errani, il vecchio comunista, nella rossa Bologna; flop del Presidente del Senato Sen. Grasso e del Presidente della Camera On. Boldrini; la sconfitta del Pd è la peggiore della storia dal 1948 in poi; Nani e ballerini sonoramente sconfitti, pochi i sopravvissuti; Nencini e Lorenzin ottengono un seggio alla Camera dei Deputati malgrado le loro liste siano giunte sotto l’1%; a Cosenza per il candidato Mancini è un flop madornale, è una debacle che lascerà degli strascichi. Dopo una sconfitta del genere molti dirigenti dovranno mettersi da parte. I banderuoli, i voltagabbana questa volta sono stati emarginati dagli elettori. Il vento gelido del Nord si è abbattuto sull’Italia e ha rovinato i piani di Renzi e Berlusconi. Il Pd è sceso al di sotto del 20 % e Forza Italia è stata superata per la prima volta dalla Lega. Nell’Italia meridionale e nella nostra Calabria e principalmente a Cosenza dove appena un anno fa vide la trionfale vittoria del Sindaco Occhiuto un vento caldo ha spazzato il cielo coperto di nuvole che minacciavano neve, pioggia e grandine. La vittoria del Movimento 5 Stelle va al di là delle più rosee previsioni. Per Renzi, Grasso, D’Alema, Boldrini, Fedeli, Franceschini, Pinotti, Serracchiani, Minniti e per i calabresi Magorno e Santelli è stato un 25 luglio quando in quel giorno funesto cadde il Cav. Mussolini. Quasi tutti i sondaggi li davano perdenti, ma non si aspettavano un crollo così cruento. L’esito delle urne è stato questa volta inequivocabile, tanto è vero che i maggiori dirigenti del Pd hanno accettato la sonora batosta. Il Partito di Renzi che nelle ultime elezioni europee aveva raggiunto il 40% dei voti ora si deve accontentare di appena il 19%. Ora se vuole sopravvivere deve prendere iniziative importanti e fare mea culpa per gli errori commessi per le composizioni delle liste e per la campagna elettorale sbagliata. La prima cosa da fare è dimettersi per davvero. Quella di ieri sera è solo una farsa e per guadagnare tempo. Arrivati a questo punto mi corre l’obbligo di fare alcune considerazioni. Non crolla l’affluenza alle urne come si era paventato. La campagna denigratoria non ha dato i frutti sperati. Rispolverare l’antifascismo e l’antiberlusconismo non ha pagato. La collaborazione con i radicali di Emma Bonino e con i centristi fuoriusciti da Forza Italia è stata un flop. Il flop dei nanetti e dei ballerini è evidente. Gli elettori non hanno creduto alle promesse fatte ancora una volta da Berlusconi. La flat tax non è stata vincente. Le mance elargite dai Governi di centro sinistra non sono servite a niente.

Ho seguito lo spoglio elettorale con attenzione, ad un certo punto verso le 4 del mattino mi sono addormentato e ho fatto un cattivo e nello stesso tempo un bel sogno. Mi sono trovato in un Postale della ditta Santelli di Cosenza insieme alla mia cara mamma che mi portava a Cosenza dal dott. Misasi per una visita medica che allora era un luminare nella cura delle malattie dei bambini. Mamma mi teneva stretta fra le sue braccia ed io che avevo preso il Postale per la prima volta ero felicissimo. Attraversammo montagne, paesi, villaggi e dopo tre ore di viaggio arrivammo in Piazza Riforma. Le carrozzelle tirate dai cavalli attirarono la mia attenzione. C’era il fascismo e molte persone indossavano camicie nere e lunghi stivaloni neri. Mia madre una gonnella con il famoso “sinale” e un corpetto, era una donna rurale. Ma questa donna rurale con un bel gesto sottobanco ( aveva dato una soppressata al bigliettaio Ricuzzo) aveva trovato per lei e per me un posto a sedere mentre una donna fascista era rimasta a terra. Un trillo del campanello mi svegliò di soprassalto e mi affacciai dal balcone di casa credendo di vedere soldati in marcia, giovani in camicia nera che cantavano “Fascetta nera”, ragazzi con una grande M sul petto schiamazzare per le vie cittadine con le bandiere del Fascio. Non vidi nulla del genere, solo qualche macchina e qualche donna che depositava i sacchetti della spazzatura davanti i portoni di casa. E il fascismo? Ma quale Fascismo! E’ stata una invenzione dei soliti sfascia carrozze che non avendo altro da fare scendono in piazza cantando Bella ciao, rovesciando i cassonetti della spazzatura, assaltando banche e negozi, bruciando macchine e insultando le Forze dell’Ordine. Il fascismo è morto e seppellito per sempre da oltre 70 anni. Ieri ha vinto la democrazia. Lei, caro Direttore, cosa ne pensa di queste elezioni?

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renzi3Il Presidente del Consiglio Dott. Matteo Renzi sconfitto sonoramente alle urne dagli italiani nel referendum costituzionale da lui voluto si è finalmente dimesso da Capo del Governo.

 

Deve lasciare Palazzo Chigi che ha occupato abusivamente per lunghi 1000 giorni.

Era stato messo in quel posto non dagli italiani, ma dai poteri forti che ancora oggi comandano in Italia, purtroppo.

 

Cantava Mina tanti anni fa: "La musica è finita, gli amici se ne vanno…. Nemmeno una parola, l’accenno di un saluto".

Su carta intestata di Palazzo Chigi ha scritto Ciao, avrebbe dovuto scrivere addio.

Ti dico addio nascondendo la malinconia sotto l’ombra di un sorriso.

Ora cosa farà? Davvero vorrà abbandonare la politica e ritirarsi a vita privata? Succederà a se stesso?

 

Sono sicuro che, conoscendo abbastanza bene questo personaggio, non abbandonerà la politica e non si ritirerà nella sua amata Pontassieve a giocare con i figli alla Play Station, perché ha in mente un progetto molto, ma molto ambizioso: fare piazza pulita dei suoi oppositori interni.

Non accetterà mai l’incarico dal Presidente della Repubblica di formare un nuovo governo con la stessa maggioranza parlamentare, perderebbe definitivamente la faccia. Diventerebbe lo zimbello della satira in tutte le rete televisive italiane ed estere. Sarebbe paragonato a quell’ambizioso Amintore Fanfani, toscanaccio come lui, che venne apostrofato con l’appellativo di :- Rieccolo-. Se davvero Renzi ha in mente di fare piazza pulita all’interno del suo partito, il Presidente Mattarella dovrebbe almeno affidare l’incarico ad un uomo politico a lui fedele che duri almeno fino a settembre prossimo in modo che lui possa convocare un congresso, vincerlo e poi ricandidarsi a Premier alle elezioni. Renzi è giovane, è un politico molto ambizioso, solo questo sa fare, lui che non ha mai lavorato. La sconfitta al referendum non lo ha abbattuto, lo ha galvanizzato.

 

E’ convinto che il 40% dei voti ottenuti appartengono al suo partito. Sbaglia.

Dentro quel 40% c’è di tutto, anche chi non voterà mai Pd. La commozione, le lacrimucce la notte del 4 dicembre non sono state vere. Renzi ha finto quando lo spoglio delle schede elettorali non era ancora terminato ha rassegnato le dimissioni.

Le dimissioni vere si danno al Capo dello Stato non in televisione.

Renzi è un bravo attore, un prestigiatore, un furbacchione che con la sua parlantina ha preso in giro milioni di italiani facendo credere che ha abbassato le tasse, che la disoccupazione è diminuita, che le cose in Italia vanno a gonfie vele e che senza di lui l’Italia andrebbe in rovina. Non dice che i senzatetto sono aumentati, che i giovani sono più poveri dei nonni, che 5 milioni di italiani vivono in povertà, che il debito pubblico è alle stelle. Renzi, il rottamatore, che avrebbe dovuto mandare tutto l’establishment a casa, che ha cavalcato i miti dell’anticasta, ora ha paura, ha la certezza che questa volta a casa dovrà andare proprio lui.

Gli amici si sono defilati.

 

Fino a quando aveva il vento a suo favore era incensato, riverito, lodato, ora, che è caduto nella polvere, gli amici l’hanno lasciato solo.

Sono rimasti fedeli quei parlamentari che hanno una sola legislatura e non vogliono andare al voto e che rappresentano solo se stessi e che sono senza voti. Sono i quaquaraqua, i voltagabbana che hanno cambiato schieramento politico per avere qualche privilegio. Contano come il due di picche. Li abbiamo visti ieri salire al Quirinale. Il Presidente Mattarella, come vuole la prassi, li ha dovuti ascoltare, soppesare il loro parere con l’obiettivo di superare al più presto la crisi del 63° Governo Italiano indicando un nuovo Premier.

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E’questo il senso delle dichiarazioni della deputata del M5S Dalila Nesci traibile dal suo intervento alla Camera dopo la notizia pubblicata dal Corriere della Calabria: «Occorre intervenire sulle elezioni regionali»

Opportuno il fatto che il Movimento Cinquestelle abbia portato alla attenzione della Camera la vicenda dei voti di 'ndrangheta che un esponente di spicco del Pdl, finora ignoto, avrebbe a Cosenza pagato fino a 200mila euro per essere eletto nel 2010 consigliere regionale della Calabria.

La deputata M5S Dalila Nesci è intervenuta nell'aula di Montecitorio, precisando che dal testo della notizia, data ieri dal Corriere della Calabria, ciascuno si è fatto «un'idea precisa su chi potrebbe essere il personaggio indagato per la gravissima ipotesi di reato».

E poi la parlamentare M5S ha aggiunto «Il punto non è di giocare al toto-indagato. Occorre intervenire sul serio sulle elezioni regionali in Calabria, senza ignorare, senza mantenere il silenzio o distrarre l'attenzione».

Come non ricordare e la deputata cinque stellina lo ha fatto che «nel consiglio regionale uscente ci furono tre arrestati per 'ndrangheta e durante quello precedente si consumò l'assassinio del vicepresidente Francesco Fortugno, legato ad appetiti criminali e interessi di potere».

E come non ricordare che «Il presidente del Consiglio Matteo Renzi andò a Scalea, lo scorso 26 marzo, come segno di riguardo per le istituzioni, spesso infiltrate dalla 'ndrangheta».

Poi la Nesci ha concluso: «La 'ndrangheta gestisce pezzi di elettorato. Pertanto, è necessario che il governo esca allo scoperto e dica se e come vuole garantire le elezioni in Calabria».

I calabresi la ringraziano ma le ricordano che i voti mafiosi non si comprano solo alle regionali!

Lo sforzo, allora, dello Stato e dei suoi organi deve essere diretto ad ogni livello, cominciando dalle elezioni comunali.

Che senso avrebbe arrestare un consigliere regionale e lasciarne 500-1000 nei comuni pronti ad ubbidire alle esigenze del potere mafioso, alle lobby, ai poteri della massoneria deviata, ai poteri economici, urbanistici, eccetera ?

Nei comuni calabresi offende molto di più vedere la ubbidienza dei consiglieri comunali che quella lontana e spesso inavvertibile dei consiglieri regionali.

Non solo. Ma sembra che nessuno pensi anche al fatto che i rapporti tra mafia e politica sono determinati, indotti, garantiti, dai politici locali e dai colletti bianchi che viaggiano “border line” nei loro comportamenti forse( o proprio?) perché sanno di essere intoccabili.

Loro sanno che gli investigatori non sono numericamente sufficienti per condurre accertamenti precisi e costanti sugli atti deliberativi, sulle determine, sulle spese e sui pagamenti.

E sanno forse( o proprio) di essere intoccabili per la insufficiente preparazione degli investigatori e per la difficile se non impossibile attenzione della DDA ai loro comportamenti.

Terribile è infine il fatto che con la scusa della mafia spesso la politica diventa onnipotente e suggerisce al cittadino di farvi ricorso!

Ed ancora più terribile è il fatto che il popolo calabrese si illuda quando vengono effettuate indagini preludenti a possibili momenti giudiziari rilevanti e poi su esse scende un ingiustificabile silenzio che lascia supporre scenari inaccettabili!

Ed ancora più terribile quando poi nella rete restano i pesci piccoli e scappano i pescecani, quelli che fanno politica da una vita vestiti da angeli e protetti dai politici diavoli

La lotta alla mafia, al malaffare, agli abusi deve essere condotta ogni giorno e dappertutto anche contro le inaccettabili disparità di trattamento che si sussurra siano alla base della piramide dello stesso male!

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Parigi.“Vogliamo pane,vogliamo pane” e fu la prima rivoluzione francese.

Reggio Calabria.“Vogliamo lavoro, vogliamo lavoro”e può iniziare la prima rivoluzione calabrese.

Peraltro questa volta i 5200 LPU ed LSU non sono soli. Insieme con loro i sindacati, uniti in questa lotta, e molti sindaci dei comuni calabresi.

Parliamo di quei sindaci che da oltre 15 anni utilizzano costantemente LPU ed LSU per assicurare una vasta serie di servizi essenziali alla collettività.

Una condizione inaccettabile.

Queste amministrazioni non possono sfruttare ancora questi lavoratori.

Se li utilizzano allora li assumano e li paghino!.

E lo Stato deve togliere eventuali vincoli alla loro assunzione.

Ora in particolare con il governo Letta si avverte la disponibilità di onorevoli del PD e del PDL alla stabilizzazione dei precari ed i lavoratori calabresi che, esasperati ma consci di questo momento favorevole, hanno minacciato che, in caso di risposte negative o poco soddisfacenti, «sfonderanno le porte di Palazzo Campanella».

Siamo ai prodromi della rivoluzione civile ed a nulla sembra serva la blindatura del portone da parte di carabinieri e poliziotti, assieme a personale in borghese della Digos della Questura di Reggio Calabria e ad agenti della Polizia provinciale e della Polizia municipale.

Deve essere anche superato il problema posto dal Consiglio di Stato che nelle sue sentenze ha sottolineato che: « le caratteristiche dei lavori socialmente utili non ne consentono la qualificazione come rapporto di impiego; e ciò per la considerazione che il rapporto dei lavoratori socialmente utili trae origine da motivi assistenziali (rientrando nel quadro dei c.d. ammortizzatori sociali); e riguarda un impegno lavorativo certamente precario; non comporta la cancellazione dalle liste di collocamento; presenta caratteri del tutto peculiari quali l'occupazione per non più di ottanta ore mensili, il compenso orario uguale per tutti (sostitutivo della indennità di disoccupazione) versato dallo Stato e non dal datore di lavoro, la limitazione delle assicurazioni obbligatorie solo a quelle contro gli infortuni e le malattie professionali».

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Il clima di confusione generalizzata e storica della politica ad Amantea ha ormai raggiunto il suo massimo; il gioco delle liste civiche, che confondono posizioni e uomini, ha sortito i suoi funesti effetti, al punto che questa antica cittadina sopravvissuta a tante dominazioni e tante tribolazioni, oggi, sta davvero- e non scherzo- morendo.

E senza che nessuno alzi la voce per salvarla.

La politica ed i politici ad Amantea stanno ancora giocando a “Nascondino”, all’”Acchiapparella”, al “Pirò Pirò” ed a tanti giochi infantili che fanno sorridere una popolazione stanca che assiste inane alla sua distruzione mentre dovrebbe soltanto piangere

Parliamo di sanità.

Non abbiamo un ospedale. Eppure ci sono altri comuni ben più piccoli di Amantea che ne hanno uno.

Avevamo cliniche private poi chiuse mentre altrove sono sopravvissute.

Avevamo una ASL ma ci venne tolta.

Avevamo un distretto sanitario ma ci è stato tolto

Oggi abbiamo probabilmente le liste di attesa per un esame specialistico più lunghe d’Italia.

Ma quello che offende è leggere che il governo regionale, cioè PDL ed UDC, hanno deciso di aprire 8 case della salute, cioè strutture in Calabria per i casi da "codice bianco" e le malattie croniche. Si tratta di strutture polivalenti in grado di erogare cure primarie, garantire continuità assistenziale e di prevenzione, inserendo in un'unica sede prestazioni sanitarie e sociali. Si tratta in sostanza di presidi tecnologici con costi anche di dieci volte inferiori ad analoghi modelli di cura ospedalieri.

Servire gli ammalati risparmiando. Una ottima cosa.

Le Case della Salute saranno strutture all'avanguardia rispetto anche all'innovazione tecnologica, con servizi avanzati di telemedicina, tra cui teleradiologia e teleconsulto, e di controllo a distanza delle attività di assistenza domiciliare integrata. Quella di Paola funziona alla grande!

Grande enfasi nella presentazione.

Ma poi ecco l’affronto, l’insulto, nelle parole del consigliere regionale Mario Magno, delegato da Scopelliti a seguire l'iter burocratico, il quale afferma:”Le Case della Salute saranno un filtro tra territorio ed ospedali hub e spoke e sono funzionali per primi interventi e diagnosi. Potranno, inoltre, avvantaggiarsi della collaborazione tra strutture e professionisti, nonchè del contributo dei medici di base che vogliono associarsi. Si tratta di una rivoluzione culturale, sulla scorta di quanto già fatto in Toscana Lombardia e Piemonte, che scongiurerà l'intasamento degli ospedali, con un sempre minore ricorso per gli acuti, e consentirà un'azione più incisiva e risposte più concrete ai cittadini”

Che sia la volta buona per Amantea per superare il drammatico gap in materia di assistenza sanitaria?-ci siamo chiesti.

Illusi!

Le case della salute saranno aperte a Chiaravalle Centrale, Siderno e San Marco Argentano, Scilla, Mesoraca, Cariati, Praia a Mare e Trebisacce.

Amantea NIENTE!

Praticamente le Case della Salute per le quali è previsto un investimento complessivo di 67.4 milioni di euro, a valere sul Programma Ordinario Convergenza, saranno localizzate nelle strutture ospedaliere e territoriali già esistenti attraverso il loro recupero e la loro riqualificazione.

Allora è necessario che io chieda pubblicamente se ad Amantea ci sono politici del PDL e dell’UDC , cioè dei partiti al governo in Calabria e che sono responsabili di queste scelte, e rivolga loro due domande:

  1. Perché Amantea, che pure ha una struttura idonea ( vedi foto) e che è lontana dagli ospedali e proprio per questo è fortemente bisognevole di una casa della salute, resta fuori dalle previsioni?.
  2. Questi sconosciuti politici del PDL e dell’UDC alle prossime elezioni regionali saliranno si palchi e diranno di avere fatto tanto per la città e per gli amanteani?.Stiano attenti , in tanti saremo sotto il palco a gridare contro di loro e ricor5deremo che anche quando c’è stata una buona occasione per avere una sanità decente ancora una VOLTA Amantea è rimasta a terrà!
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Letta: "L'Italia corre un rischio fatale e con il Porcellum elezioni inutili"

 

E' il giorno della verità per il governo di Enrico Letta. 
Stamattina, infatti, il premier chiederà la fiducia in al Senato mentre nel pomeriggio sarà alla Camera 
Il Premier parla in queste ore "di rischio fatale per l'Italia".
"Il tempo dell'attesa è finito. - specifica Letta - in caso di crisi di governo, il Paese potrebbe di nuovo scivolare verso l'ingovernabilità. Con questo sistema elettorale è inutile andare al voto".
Nel frattempo Berlusconi sembra tenersi aperte altre strade oltre la sfiducia, sbandierata ieri, 
"Vediamo che succede... Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo", queste le parole di Berlusconi stamani. 

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Dal PDL a Forza Italia: pochi giorni per sapere chi resterà fuori

Ieri sera ad Amantea il governatore Scopelliti ha confermato la fine del PDL e la nascita anche in Calabria della nuova Forza Italia.

Ma non sembra un processo lineare e semplice.

Possibili fibrillazioni atriali in arrivo. Ma poi appena avuto un posto sicuro si siederà nelle prime file.

Da un lato, comunque, il via libera del gruppo dirigente dell’ex PDL confermato da Tonino Gentile e Peppe Scopelliti , che hanno confermato nel ruolo di capogruppo Giampaolo Chiappetta ( più volte richiamato da Scopelliti ieri nel corso della conferenza tenuta ad Amantea) e la convocazione della riunione del 4 ottobre a Cosenza per la presentazione del nuovo soggetto politico.

Davanti al diktat di Scopelliti: «Non possiamo permetterci di perdere pezzi proprio in una fase così delicata. Noi siamo uomini di destra ma in questo momento l'unico progetto vincente è quello di Berlusconi e Alfano» nessuno ha osato replicare. Non lo ha fatto nemmeno Nazzareno Salerno, che di Alemanno è stato uno dei pretoriani in questa regione, non l'hanno fatto neppure Giovanni Dima e Fausto Orsomarso, nè Michele Traversa e Wanda Ferro.

Dall’altro la campagna di manifesti lanciata da Alemanno che si affida per ora a questo messaggio pubblico mentre tesse micro tele nei comuni della Calabria con micro incontri ai quali sappiamo partecipino exaennini ed ex missini.

In suspence Giuseppe Caputo, anche lui proveniente dalle fila degli ex aennini, il quale chiedeva solo “qualche giorno” per”e riflettere meglio sul da farsi”, ma che comunque assicura che “Non c'è un problema politico”.

Giovanni Nucera invece si appella alle proprie origini democristiane per motivare il «no» alla scelta di confluire in Forza Italia. «Non l'ho fatto nel 1994 quando sarebbe stata una scelta comoda e non vedo il motivo per cui dovrei farlo ora». Il consigliere regionale parteciperà giovedì 26 settembre alla riunione dei Popolari Liberali convocata a Roma dal senatore Carlo Giovanardi. «Sarà in quella sede - anticipa Nucera - che prenderemo tutte le scelte ma credo che quella di confluire in Fi sia

un'ipotesi abbastanza remota».

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Non sappiamo se i muscoli del PDL in Calabria siano o meno tonici o flaccidi. Non lo sappiamo perché le braccia che vediamo sono quelle storiche, del vecchio e stantio manifesto; non quelle attuali.

Sono i muscoli del programma proposto e voluto da Scopelliti per vantare la sua forza : il PDL in 100 piazze. Una manifestazione per incontrare elettori e militanti, con l'intento di informare tutti sui risultati ottenuti dall'amministrazione regionale, guidata dal Presidente Giuseppe Scopelliti in questi 3 anni.

Nei giorni scorsi sono stati a Gioia Tauro. Una lunga sfilata di muscoli.

Giuseppe Pedà coordinatore provinciale vicario ( Ha esposto le finalità della manifestazione)

Gigi Fedele (Ha manifestato la propria soddisfazione per il salvataggio e il rilancio delle Ferrovie della Calabria).

Rosanna Scopelliti, figlia del giudice Antonino, ucciso nel 1991 ( Ha sottolineato l'importanza dei principi di legalità e trasparenza ai quali si deve puntare per un futuro positivo della nostra Regione).

L'assessore al lavoro Nazareno Salerno (ha annunciato la costituzione di un fondo rotativo per prestiti personali alle famiglie disagiate fino a 10 mila euro e al tasso dell'uno per cento)

L'on. Enzo Rivellini, eurodeputato (Ha sottolineato di essere un uomo del Sud che si batte per il Sud)

Il consigliere Candeloro Imbalzano 1991 ( Ha sottolineato l'importanza dei principi di legalità e trasparenza ai quali si deve puntare per un futuro positivo della nostra Regione).

Il senatore Nico D'Ascola ( ha fatto una disamina della politica nazionale).

Ora sembra che una delle piazze sia Amantea e che a breve la manifestazione si terrà nella nostra città.

Avremo così occasione di sapere chi sia il PDL ad Amantea.

Risolveremo pertanto il dilemma Socievole & Lazzaroli.

E forse sapremo anche chi sarà il capolista della lista del PD+L alle prossime consultazioni comunali della primavera amanteana

Pubblicato in Cronaca

Il consigliere Marcello Socievole dichiara alla stampa, che lo riporta, che Vincenzo Lazzaroli sia un dirigente “Fantomatico” del PDL, e che il invece ad Amantea vanta un solo dirigente nella sua persona.

Non pervengono altri interventi sulla vicenda per cui sembra si possa concludere con una certezza e cioè che il PDL ad Amantea ha( almeno fino a stamattina) conti uno, massimo due dirigenti.

Il dubbio discende dal fatto che “sembra” che Socievole abbia diffidato Lazzaroli dal vantare posizioni politiche inesistenti nel Popolo della Libertà.

Ovviamente non ci sta Vincenzo lazzaroli il quale si affida ad un comunicato di risposta all’articolo di oggi sulla notte Bianca di Amantea. Eccolo:

“Nel comunicato di replica dell’amministrazione mi e’ stato attribuito il titolo di ‘fantomatico’ dirigente del PDL, evidentemente perché loro sono abituati ad essere dei fantasmi della vera politica amanteana, un giorno dicono di stare con l’Udc un altro con il Pdl, alla faccia della coerenza.

La mia serietà e’ riconosciuta ad ogni livello all’interno del mio partito e non solo, non ho mai cambiato casacca e non ho mai fatto gioco di opportunismo personale, a buon intenditore poche parole!!

Le mie non sono accuse, sono opinioni diverse che evidentemente non possono essere accettate da chi mi invita ad uscire dall’incubo delle critiche, un modo elegante per ‘eliminarmi’.

Cio’,comunque, non mi meraviglia , anche dal tono della risposta di bassissimo spessore politico (aria fritta) e dai continui toni trionfalistici da ‘armata brancaleone’.

Consiglio, qual volta, di fare dell’autocritica che può essere un buon viatico per fare meglio ed evitare di incorrere in errori da principianti.

Per me la notte bianca non e’ una fiera, mi devono spiegare cosa ci facevano per le strade ambulanti che vendevano intimo , casalinghi o comunque prodotti per la casa ??

Sarebbe stato molto meglio far conoscere Amantea nella sua bellezza, avremmo dovuto far conoscere le nostre chiese i nostri monumenti il nostro centro storico, i nostri prodotti tipici, la nostra tradizione marinara, in buona sostanza avremmo dovuto utilizzare la notte bianca per aumentare l’interesse per la nostra amata cittadina.

Avremmo dovuto indirizzare i visitatori con delle piantine illustrative per orientarli sul territorio mentre sono stati lasciati al loro destino.

Mi rendo conto che la verità fa male, ma almeno ho l’onesta’ di dire con chiarezza come stanno le cose, a titolo costruttivo sempre per il bene del paese, senza ipocrisia.

Mi dispiace, ma la scarsa credibilità ce l’avete voi perché continuate a fare la vecchia politica che non paga più, la gente ormai legge si informa e’ stanca di sentire che fate mega progetti (come il mega porto) e poi svanisce tutto nel nulla, piuttosto fate chiarezza sulla vostra condotta ‘sospetta’ prima di accusare altri di atteggiamento sospetto.

Si evince chiaramente che non state tra la gente, non ascoltate quanto malcontento c’e’, per ciò evitate di fare inutile demagogia, almeno per questi pochi mesi che vi restano nella gestione comunale.

Ovviamente gli unici ad essere premiati, per quanto mi riguarda, sono quanti attraverso il loro lavoro, hanno prestato servizio durante lo svolgimento della notte bianca, a cui va il mio incondizionato plauso.

Ribadisco, infine, che la mia unica persecuzione e’ di rinnovare questo paese, il popolo ha sete di cambiamento, questo modo di fare politica senza contenuti che dura ormai da trent’anni volge al termine, io ho il coraggio di metterci la faccia in quello che faccio perché ci credo, sappiate che il popolo e’ con me e con quanti vogliono davvero un futuro diverso per questa terra sfortunata ma ricca di potenzialità.

N.B. Preciso che non seguirà ulteriore ed inutile replica. Vincenzo Lazzaroli

Ci permettano i nostri lettori di evidenziare due elementi:

  1. 1)Il primo è il fatto che Vincenzo Lazzaroli questa volta non abbia aggiunto la qualifica politica.
  2. 2)Il secondo è che ci riserviamo qualche riflessione sulle potenzialità del PDL o sulla futura Forza Italia alle prossime elezioni!!.
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