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COMUNICATO STAMPA del Sindacato Unitario dei Lavoratori

 

     Il SUL Calabria ha chiesto la riconvocazione delle parti per riprendere quanto discusso agli inizi di agosto in merito ai problemi presso l’Ospedale Annunziata di Cosenza.

Come si sa, il SUL pone la questione del riempimento degli organici e le carenze rilevate al Pronto Soccorso sono le più allarmanti per il ruolo e le funzioni che i Pronto Soccorso hanno in ogni struttura ospedaliera.

 

         In quella prima riunione convocata, a seguito della proclamazione dello stato d’agitazione da parte del SUL, l’Amministrazione Ospedaliera aveva assunto con il Prefetto e con il SUL impegni che non ha onorato.

         C’era stata la promessa di dotare il Pronto Soccorso di 2 unità ulteriori per alleviare il carico di lavoro esagerato ed insostenibile che vivono quegli operatori sanitari.

 

Il SUL, pur dichiarandosi assolutamente insoddisfatto perché servono almeno 9 medici ed altrettanti infermieri e OSS, aveva accettato di congelare lo stato d’agitazione per verificare se l’Amministrazione Ospedaliera avrebbe attuato misure, pur parziali, che andassero a sollievo di un reparto nevralgico dimezzato nelle sue dotazioni di personale.

         

L’Amministrazione Ospedaliera non ha adempiuto all’impegno assunto, non ha dislocato nessun medico in aggiunta in quel reparto, non ha provveduto a reclutare altro personale dai reparti interni e dall’esterno.

 

Tutto ciò avviene in una struttura di Pronto Soccorso che riceve e tratta circa 70.000 l’anno con 10 medici e pochi infermieri e OSS.

Assistiamo esterrefatti al giudizio positivo sulla gestione dell’Ospedale.

Quel giudizio è pura ragioneria, anche mal fatta. Che i costi si abbassino veramente è tutto da decifrare e sarà chiaro quando si incroceranno i dati della spesa locale con quelli della migrazione sanitaria che costa alla Calabria fra 300 e 350 milioni di euro all’anno a vantaggio delle strutture sanitarie del Nord.

 

Tantissimi, troppi, anni di commissariamento non sono stati capaci (o non hanno voluto?) di attuare una discontinuità vera, di diminuire il deficit sanitario, di rafforzare e riqualificare le risorse umane e materiali della sanità calabrese.

     Confidiamo nella riconvocazione a breve della riunione. Intendiamo chiedere conto di dichiarazioni non veritiere e dello stato d’abbandono di ospedali e reparti che stanno in piedi unicamente per la straordinaria professionalità ed il grande senso di responsabilità di tutto il personale sanitario.

 

Segreteria regionale Sanità   Federica Messineo

Segretario SUL per la Sicurezza Antonio Luvarà  

Segretario Generale Regionale SUL/Calabria Aldo Libri      

 

 

Pubblicato in Cosenza

Scura raccoglie un primo grande risultato di giustizia e di efficienza.

Tre i primi grandi risultati:

-Basta con gli imboscati che costano troppo e rendono poco.

-Tutti i dipendenti dovranno essere utilizzati secondo quanto stabilito al momento dell'assunzione

-Prevista la rotazione annuale dei medici.

 

A firmare l’accordo le organizzazioni sanitarie del comparto e cioè Francesco Caparello, Uil-Fpl; Bruno Ruberto, Uil-Fpl; Sarah Jacoubi, Fsi; Bruno Ferraro, Fials; Stefano Sisinni, Nursing up; Giuseppe Ferraro, Fp-Cgil; Antonio Bevacqua Cisl-Fp.

L'intesa si basa sul decreto legislativo 165 del 2001, in base al quale il lavoratore deve essere utilizzato nelle mansioni del profilo professionale di assunzione.

In sostanza ogni unità dovrà, quindi ,essere impiegata nelle mansioni proprie.

Non potranno essere “inventati” o “permessi” profili professionali inesistenti ; non potranno essere impiegati dipendenti per servizi diversi da quelli propri salvo il caso di personale con inidoneità permanente e comunque previo reinquadramento.

Teoricamente una rivoluzione.

Ma temiamo che non succederà nulla se, come è vero, ci sono voluti 14 anni per coprire la legge 165/2001 e se non vengono sanzionati gli irresponsabili “padroni” della sanità!

Pubblicato in Calabria

La vicenda prende le mosse dalla convocazione dei dipendenti fatta nei giorni scorsi ed ai quali il sindaco ha comunicato che a seguito di iniziative giudiziarie l’ufficio di ragioneria non potrà procedere al pagamento dello stipendio del mese di ottobre e forse anche dei mesi successivi.

 

A tal punto le OOSS Cgil , Cisl e Uil hanno osservato che il secondo comma dell’art 159 del TUEL 267/2000 sancisce la impignorabilità delle somme destinate al pagamento delle retribuzioni del personale dipendente e dei relativi oneri previdenziali.

E’ palese il sospetto che si tratti di altro.

 

La prova nel ricorso dell’ente alle anticipazioni di cassa.

Sembra potersi cioè ritenere che l’ente abbia di fatto impiegato tutte le riserve finanziarie e che la banca non anticipi altre somme dovendo pagare entro fine anno una serie di debiti dell’ente ,anche essi impignorabili.

In ragione di tale sospetto le tre OOSS hanno chiesto un incontro urgente con il sindaco per poter conoscere le reali motivazioni che hanno portato a tale ipotizzata sospensione dei pagamenti dello stipendio atteso che le iniziative giudiziarie riguardano l’ente e non i lavoratori.

 

E concludono con la minaccia di una convocazione dell’assemblea dei dipendenti e la conseguente proclamazione dello stato di agitazione ed il conseguente coinvolgimento del Prefetto.

Il sig Prefetto dovrà tenere conto del prossimo svolgimento della fiera annuale che si svolgerà dal 30 ottobre al 2 novembre e che potrebbe subire gravi problemi in caso di sciopero dei dipendenti comunali.

Per questi motivi stanno già partendo i bollettini di tributi comunali arretrati e recenti nella speranza di casa cassa.

Forse anche l’autovelox di Acquicella è partito per fare cassa.

Parigi.“Vogliamo pane,vogliamo pane” e fu la prima rivoluzione francese.

Reggio Calabria.“Vogliamo lavoro, vogliamo lavoro”e può iniziare la prima rivoluzione calabrese.

Peraltro questa volta i 5200 LPU ed LSU non sono soli. Insieme con loro i sindacati, uniti in questa lotta, e molti sindaci dei comuni calabresi.

Parliamo di quei sindaci che da oltre 15 anni utilizzano costantemente LPU ed LSU per assicurare una vasta serie di servizi essenziali alla collettività.

Una condizione inaccettabile.

Queste amministrazioni non possono sfruttare ancora questi lavoratori.

Se li utilizzano allora li assumano e li paghino!.

E lo Stato deve togliere eventuali vincoli alla loro assunzione.

Ora in particolare con il governo Letta si avverte la disponibilità di onorevoli del PD e del PDL alla stabilizzazione dei precari ed i lavoratori calabresi che, esasperati ma consci di questo momento favorevole, hanno minacciato che, in caso di risposte negative o poco soddisfacenti, «sfonderanno le porte di Palazzo Campanella».

Siamo ai prodromi della rivoluzione civile ed a nulla sembra serva la blindatura del portone da parte di carabinieri e poliziotti, assieme a personale in borghese della Digos della Questura di Reggio Calabria e ad agenti della Polizia provinciale e della Polizia municipale.

Deve essere anche superato il problema posto dal Consiglio di Stato che nelle sue sentenze ha sottolineato che: « le caratteristiche dei lavori socialmente utili non ne consentono la qualificazione come rapporto di impiego; e ciò per la considerazione che il rapporto dei lavoratori socialmente utili trae origine da motivi assistenziali (rientrando nel quadro dei c.d. ammortizzatori sociali); e riguarda un impegno lavorativo certamente precario; non comporta la cancellazione dalle liste di collocamento; presenta caratteri del tutto peculiari quali l'occupazione per non più di ottanta ore mensili, il compenso orario uguale per tutti (sostitutivo della indennità di disoccupazione) versato dallo Stato e non dal datore di lavoro, la limitazione delle assicurazioni obbligatorie solo a quelle contro gli infortuni e le malattie professionali».

Pubblicato in Reggio Calabria

Nessuno può dichiarare di essere sorpreso. Gravina il Presidente del Consorzio ne aveva fatto specifico cenno in occasione del convegno dell’UDC svoltosi ad Amantea. Ed oggi sono i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, Filbi Uil ad allarmarsi ed a denunciare quanto si sapeva, e, comunque, quanto era prevedibile.

Ed oggi scrivono in una loro nota «Purtroppo l'avvio dei lavori ha visto, nonostante le immutate condizioni territoriali e la quantità di territorio irrigato, una fortissima riduzione delle giornate per tutti. Infatti, dalle storiche 156 giornate si è passati ad una previsione attuale di appena 102 giornate, che penalizzano in maniera netta sia i servizi offerti dal Consorzio all'agricoltura dell'intero territorio, che i lavoratori, costretti a subire un grave disagio economico, che si ripercuoterà sul bilancio delle loro famiglie. Come se non bastasse, la precarietà che vivono i lavoratori oggi, vedrebbe per molti di loro un termine non previsto in riferimento alle sentenze positive ottenute sulle richieste di assunzione a tempo indeterminato, diritto ad oggi negato dal Consorzio, che i lavoratori con sentenza positiva passata in giudicato intendono sicuramente far valere. Tale situazione viene vissuta da ogni singolo, come un vero e proprio dramma, perché non solo vede il diritto alle giornate effettuate fino ad oggi negli anni precedenti e contrattualmente riconosciute, negato dall'ente, che ha ritenuto di voler risparmiare solo sui lavoratori precari, facendo sentire il peso dell'intero taglio solo sulle loro spalle, mentre il sindacato unitario, ha richiesto all'ente in più riprese una riduzione generale delle spese consortili, affinchè a pagare per le mancanze di provvidenze anche Regionali, non siano solo i precari».

Commovente poi la dichiarazione che gli operai hanno voluto dare dimostrazione di forte attaccamento all'ente ed al lavoro che quotidianamente svolgono al servizio dei Consorziati, accettando con riserva le diminuzione dell'impegno, ma sempre Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, Filbi Uil «avvisano, che tutte le maestranze addette all'irrigazione sono da subito in stato di agitazione e che se nel più breve tempo possibile non si provvederà a comunicare un prolungamento per tutte le maestranze delle giornate lavorative, il sindacato ed i lavoratori attueranno tutte le iniziative necessarie a garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati».

Come sempre, come dappertutto la soluzione sta nella ricerca di maggiori fondi pubblici per pagare il lavoro.

Pubblicato in Alto Tirreno

"Quando nella sanità si facevano le assunzioni clientelari, dove erano i sindacati?

Probabilmente, alcuni di questi, erano seduti al tavolo della spartizione".

Il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, parlando con i giornalisti a Cosenza della manifestazione per il diritto alla salute di Cgil, Cisl e Uil, in programma per oggi e poi rinviata per il maltempo ha dichiarato :

"Taluni manifestano mentre noi inauguriamo e mettiamo in circuito nuovi strumenti.

Una riflessione sorge spontanea: quando qualcuno scrive che abbiamo fallito e che ho fallito e che l'Amministrazione Scopelliti non garantisce i livelli essenziali di assistenza, io rispondo:

ma quando assumevano, non più tardi di qualche anno fa, 439 ausiliari invece di mettere a disposizione delle strutture medici e personale sanitario, dove erano i sindacati?

Probabilmente, alcuni di questi, erano seduti al tavolo della spartizione".

Non è la prima esternazione del governatore sul tema, anzi è ben più di una esternazione, cio sembra una vera e propria denuncia perfino ripetuta. Ed allora una domanda : ha chi spetta coglierla ed indagare ? O , se volete, chi deve rispondere a questa denuncia? È meglio il silenzio ? Ed ancora è sicuro Scopelliti che i responsabili siano tutti dall’altro lato?

Pubblicato in Cosenza
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