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I sindaci, si sa, nello svolgimento del loro impegnativo lavoro politico sono spesso sotto pressione.

Poi se le cose vanno è tutto facile.

Se le cose non vanno pensano di dimettersi.

Poi magari ci ripensano.

 

È quello che sembra sia successo al sindaco di San Giovanni in Fiore Giuseppe Belcastro, legato politicamente al governatore Oliverio, che si era dimesso lo scorso 7 agosto dopo essersi ritrovato senza maggioranza in consiglio comunale.

Ora Belcastro torna sui suoi passi, prima della scadenza dei 20 giorni che avrebbe reso al sua decisione irrevocabile.

Belcastro ha fatto sapere che in questo periodo «di riflessione» ha ricevuto «centinaia di attestazioni di stima e inviti a proseguire l’attività amministrativa» da parte dei cittadini.

Il sindaco, eletto nel giugno del 2015 con una percentuale bulgara (ha sfiorato il 90%) e politicamente legato al presidente della Regione Mario Oliverio, ha spiegato anche di aver interloquito con le forze politiche che sostengono la sua maggioranza.

Le divisioni nello schieramento che lo sostiene erano nate all’indomani della sconfitta delle elezioni politiche del 4 marzo quando, nel feudo del governatore, l’M5S ha preso più del doppio dei voti del Pd, si era acuita la crisi con alcune sostituzioni in giunta che non erano state condivise da parte della maggioranza.

«Un sano confronto ed una dialettica corretta hanno determinato in me – ha scritto Belcastro nell’atto protocollato giovedì mattina – la volontà di continuare un lavoro impegnativo e difficile per mantenere fede al mandato affidatomi dai cittadini».

Fuori dalle formule del politichese, ora resta capire come sia stata sanata e quanto durerà la pax nel Pd locale, partito al cui interno era maturata la spaccatura che aveva portato il sindaco al passo indietro.

Durerà?

Vedremo. In politica nulla è scritto, nulla è eterno.

Pubblicato in Cosenza

Arrivano le elezioni regionali ed Oliverio rilancia il «mare da bere»

Ci sono politici di estrema intelligenza .

Sono quelli ai quali non importa la verità perchè sanno che la gente ama essere rassicurata dalle parole e non dai fatti.

 

Questo sanno che basta la locandina dei quotidiani che suggerisca una cosa, tanto, poi, chi compra il giornale?.

E se anche lo compra , spesso lo si mostra, portandolo sotto il braccio, ma chi lo legge mai?

Allora bastano le parole!.

Come il Mare da bere!

Quello di Oliverio quando era alla provincia di Cosenza, quello di Agazio Loiero, quando era governatore della Calabria,( ma che poi ebbe la onestà di smentirsi da solo), quello, ancora una volta, di Oliverio oggi che è governatore della Calabria.

Ed ecco cosa dice Oliverio: «La task force che abbiamo allestito nel sistema della depurazione ha lavorato benissimo».

Mamma mia, nientemeno che una task force!

Non solo, ma poi ha aggiunto che :«Abbiamo un quadro preciso della situazione, che monitoriamo costantemente e che è progressivamente migliorata nel corso degli ultimi anni, perché abbiamo messo in campo un grande progetto di costruzione del sistema della depurazione in Calabria, con i Comuni che avranno importanti risorse grazie alle convenzioni con la Regione per realizzare un’impiantistica efficiente e all’altezza della situazione».

«Inoltre – ha sostenuto il governatore, che qualche anno fa aveva coniato lo slogan del «mare da bere» – abbiamo lavorato molto sulla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, e non è un caso che i punti di divieto di balneazione si sono via via ridotti.

Il nostro mare è un mare splendido: basti vedere come viene illustrato dai media.

Poi, ovviamente, se dovesse verificarsi un’alluvione o un evento straordinario com’è stato qualche settimana fa ci può essere un problema per qualche giorno, ma questo è normale e naturale e infatti nel giro di pochi giorni il mare è ritornato a essere splendido e cristallino»

Già! Nel contempo chiarisce un suo comunicato stampa chiarisce che “Il lavoro di questi anni svolto di concerto con la Capitaneria di porto ed una serie di autorità che hanno competenza sul mare ci ha consentito di fare notevoli passi in avanti in direzione della salubrità delle acque”.

Gli risponde il sindaco di Locri

Il primo cittadino Giovanni Calabrese porta le lamentele direttamente negli uffici della procura. Critiche anche al governatore Mario Oliverio: «Lo aspettiamo per il mare da bere»

LOCRI Il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per segnalare «la gravità della situazione legata all’inquinamento del mare». Infatti scrive in una nota il primo: «Da anni – è detto in una nota del comune – viene segnalata la presenza di liquami in mare. Da anni i cittadini si indignano e protestano. Ed anche quest’anno il solito copione. Questa mattina numerose le segnalazioni e le proteste pervenute al Palazzo Municipale da cittadini e bagnanti, prontamente raccolte dal sindaco e dal vicesindaco con delega all’ambiente Raffaele Sainato». L’amministrazione è corsa subito ai ripari ma si tratta di riscontri particolarmente delicati. «Sono stati immediatamente avviati i controlli in tutti gli impianti cittadini per i quali veniva confermato, da parte della ditta incaricata della gestione, il corretto funzionamento, con l’assenza di alcun tipo di avaria. Quindi, mentre l’assessore all’ambiente effettuava le opportune verifiche agli impianti, il sindaco Calabrese, insieme a polizia municipale e guardia costiera, allertata proprio dal primo cittadino, verificava la gravità della situazione lungo tutto il tratto di mare antistante l’arenile comunale, confrontandosi con la rabbia di cittadini e turisti». In un post su facebook il sindaco Calabrese ha parlato di: «Spettacolo indegno. Lo scempio presente in mare da due giorni non dipende assolutamente dalla città di Locri. L’impianto fognario, come verificato dai tecnici comunali e dalla ditta incaricata della manutenzione, funziona perfettamente. Non ci sono scarichi a mare dei quali possa essere responsabile il Comune di Locri». Lo stesso sindaco Calabrese ha convocato una riunione straordinaria ed urgente dell’esecutivo municipale per domani mattina, venerdì «al fine di individuare – si afferma nel comunicato – soluzioni per tutelare la stagione estiva già iniziata male a causa delle non buone condizioni atmosferiche e che rischia di essere compromessa a causa delle condizioni del mare. Non si può stare sempre con la speranza che il mare pulito dipenda dalle correnti. Tutto ciò è inaccettabile.

Se il Presidente Oliverio sostiene che in Calabria vi è un ‘mare da bere, lo invitiamo allora a venire a bere l’acqua del mare della Locride.

Siamo certi che, in tal caso, dovrebbe ricorrere alle cure dell’ospedale della Locride.

Ospedale che non c’è, ma il Presidente Oliverio questo non lo sa. Una situazione, quella del mare, che verrà costantemente monitorata con la speranza che possano essere presi i giusti provvedimenti da chi di competenza.

Pubblicato in Reggio Calabria

Come sito abbiamo chiesto informazioni all’Arpacal sull’accesso effettuato insieme alla Guardia costiera nel porto di Amantea e di cui ha parlato un quotidiano locale con un articolo dl titolo” Lavori al Porto. L’Arpacal blocca tutto”.

Nell’articolo si legge che “da parte del sindaco Pizzino non è stato inviato alcun chiarimento” e di seguito che “Lo stesso provvederà sicuramente in queste ore”.

Poi la conclusione che “ Sarebbe un atto dovuto nei confronti di tutti coloro che hanno già pagato il canone per tenere i natanti all’interno del porto e per i pescatori che sono rimasti fermi causa del continuo insabbiamento dell’imbocco del porto”

Purtroppo la Guardia Costiera non ha emanato alcun comunicato.

Purtroppo l’Arpacal non ha emanato alcun comunicato .

Purtroppo il sindaco, l’assessore al porto, il comune non hanno emanato alcun comunicato.

E nessuna altra voce si è alzata dal porto e dai suoi utilizzatori.

Alcuni pescatori ci hanno detto che l’ insabbiamento rende il porto inagibile alle imbarcazioni più grandi.

Altri ci hanno riferito che sarebbe stata fermata una ditta che senza autorizzazione stava togliendo sabbia dall’imboccatura del porto per permetterne il pieno utilizzo.

Ma che come riporta il quotidiano “ senza il possesso di alcune autorizzazioni”.

Un silenzio inaccettabile.

Un mistero perfino pericoloso per la democrazia e la verità!.

Pubblicato in Campora San Giovanni

Il comune di Cinquefrondi (Rc), ha attuato un progetto “S.P.R.A.R” (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati)

Nel corso di una riunione pubblica tenutasi presso la Medioteca comunale “Pasquale Creazzo” tra rappresentanti dell’Amministrazione comunale, tra i quali il Sindaco Michele Conia, e delegati della Cooperativa Sankara – che si occupa per conto della Municipalità del progetto– per discutere la programmazione del servizio di accoglienza per i rifugiati, Monday Omorogbe, 37 anni, noto alle forze dell’ordine, regolarmente presente sul territorio nazionale, ha dato in escandescenze proferendo dapprima frasi ingiuriose all’indirizzo dei relatori e, successivamente, minacciando di morte e spintonando il primo cittadino, intervenuto per tranquillizzare il soggetto esagitato.

I Carabinieri, accorsi immediatamente sul posto a seguito di richiesta telefonica, cercavano, invano, di calmarlo e nel tentativo di identificarlo, venivano fatti anche loro oggetto di una violenta reazione con frasi ingiuriose e minacciose.

L’uomo, invitato a seguire gli operanti in Caserma per l’identificazione, allo scopo di garantirsi l’impunità e la fuga, afferrava con violenza la figlia neonata, in quel momento in braccio alla moglie, stringendola con forza al petto e iniziando a usarla come scudo, sferrando nel contempo calci contro i militari per guadagnare l’uscita.

A quel punto, i Carabinieri, nel riscontrare che la bimba, a causa della forte stretta esercitata dal padre, stava avendo difficoltà respiratorie, nel fare la massima attenzione a garantire l’incolumità della neonata, riuscivano a liberarla dalla presa, scongiurando più gravi conseguenze per la piccola.

Monday Omorogbe, nel frattempo, continuava la sua violenta resistenza attraverso calci e pugni all’indirizzo dei Militari – due dei quali riportavano lesioni refertate – che, con difficoltà, riuscivano finalmente a bloccarlo e a trarlo in arresto.

A seguito degli eventi, la neonata, visitata sul posto da sanitari appositamente chiamati dai Carabinieri, non veniva riscontrata affetta da lesioni e pertanto, dopo consulto con i servizi sociali, veniva affidata alla madre, mentre l’arrestato veniva trattenuto nelle camere di sicurezza della Compagnia di Taurianova per “resistenza e violenza a pubblico ufficiale”, in attesa del rito direttissimo, su disposizione della Procura della Repubblica di Palmi.

Pubblicato in Reggio Calabria

La vicenda legata alla chiusura del presidio della Guardia di Finanza ad Amantea, sta assumendo i contorni di una soap opera americana.

 

 

 

Assistiamo in queste ore ad un’affannosa rincorsa, prima del PD locale e poi da parte del sindaco di Amantea, nel rivendicare meriti per la proroga concessa alla paventata chiusura del presidio della Guardia di Finanza.

Una rincorsa spasmodica al merito da offrire ai cittadini con tanto di intrecci forti con Ministri e deputati calabresi, pronti a mettersi in gioco per individuare soluzioni utili al territorio.

Una vicenda caratterizzata da legami sentimentali tra Ministri e Deputati con Sindaco di Amantea e PD locale.

Nella sostanza, mi sembra si assistere ad una sorta di promozione pubblicitaria fatta sulla pelle dei cittadini di Amantea, offendendone le capacità intellettive.

E’ chiaro che scongiurare la chiusura di un importante presidio di legalità è molto importante, ma se ciò viene utilizzato come strumento propagandistico, allora tutte le azioni messe in campo, va da se, sono fittizie e consapevolmente sterili.

A che serve caro sindaco Sabatino sbandierare meriti, quando parallelamente il suo partito (PD) nei giorni scorsi ha identicamente dichiarato di essersi attivato con lo stesso ministro e la stessa Deputata per scongiurare la chiusura??

I cittadini onesti di Amantea a chi devono dare credito, a lei o al PD ??

Bisognava aspettare silenziosamente ed evitare fantasiose e trionfalistiche trovate pubblicitarie , la verità è che si sta prendendo tempo per la riorganizzazione del presidio territoriale della guardia di Finanza, ecco il vero motivo della proroga.

Si fanno sempre gli stessi errori, grandi proclami con fumosi annunci ma nulla di concreto, non ultimo il caso legato all’apertura della casa della salute su cui, da tempo ormai, tutto tace!!

Bisognerebbe essere più onesti verso i cittadini di Amantea, evitando quella ossessiva ripetitività delle vicende che contengono, ormai sovente, parziali verità !!

Pubblicato in Cronaca

fascia sindacoSpesso sui mass-media e sul web si incontra la parola “SINDACA” che all’orecchio di ognuno di noi, foneticamente sembrerebbe magari errata.

Cosa non vera e su ciò, dopo varie polemiche e studi, ha “sentenziato” anche l’Accademia della Crusca, organo utile a dire la sua sulle terminologie utilizzate, ma non certo. Per detta Accademia entrambi i termini, NON SONO ERRATI.

Personalmente (desidererei non essere frainteso), pare più una questione di parità di sesso che altro, tant’è, che se posso permettermelo, la terminologia “Sindaco – Giudice – Magistrato – Archetetto ecc…” rispecchia quella terminologia considerata a mio avviso “NEUTRA” e che si adatta ad entrambi i Ruoli, senza discriminazione alcuna, in virtù del fatto, che anche la dott.ssa BOSCHI Maria Elena (Parlamentare Italiana), per come si apprende in TV, si fa chiamare (o si chiama) MINISTRO.

Comunque, le terminologie “SINDACA” o “SINDACO” a quanto pare sono entrambe utilizzabili e l’uso di esse in qualsiasi occasione è corretto.

In relazione a tale questione, mi auguro che autorevoli persone e associazioni Amanteane, esprimano un parere sulla citata terminologia in modo da poter acquisire ulteriori pensieri ed elementi di cultura. Grazie.

Amantea 18.11.2016                                                         Cav. Giovanni LISCOTTI

sindaco donnaLa Presidenza del Consiglio ha deciso di onorare il ricordo delle prime dieci sindachesse italiane elette nel lontano 1946 con una targa celebrativa.

 

 

I rappresentanti dei 10 Comuni sono stati invitati alla cerimonia di consegna e si sono ritrovati l’11 novembre alle ore 11 nella Sala Polifunzionale in via Santa Maria a Roma. L’incontro è stato introdotto dal Sottosegretario di Stato Luca Lotti.

Era presente il Sen Franco Marini Presidente del Comitato Storico Scientifico.

Per ricordare il lungo e faticoso cammino delle donne nella conquista dei loro diritti sono intervenute la storica Patrizia Gabrieli e la direttrice di RAI Cultura Silvia Calandrelli. Le targhe hanno voluto ricordare le sindachesse elette a Borgosatollo, a Borutta, a Spello, a Massa Fermana, a Orune, a Roccantica, a Veronalla, a San Sosti e a Vibo Valentia. Delle dieci sindachesse ricordate due sono calabresi: Lydia Toraldo Serra di Vibo Valentia e Caterina Tofanelli Palumbo Pisani di San Sosti, della nostra provincia di Cosenza.

 

E’ stata dimenticata l’Insegnante Ines Nervi in Carratelli di San Pietro in Amantea la quale venne eletta Sindaco anche lei nel lontano 31 marzo 1946, quando votarono per la prima volta anche le donne. Ricoprì la carica di Sindaco fino alle elezioni amministrative del 1952. Aveva capeggiato la lista della Democrazia Cristiana.

Il 31 marzo 1946, dunque, rappresenta negli annali della vita amministrativa del Comune di San Pietro in Amantea, una data storica, non solo perché a quella competizione elettorale parteciparono al voto per la prima volta nella storia anche le donne, ma anche perché venne eletta Sindaco una donna, sposata, con due figli, maestra elementare. Da quel giorno fatale le donne non furono più considerate solo casalinghe o lavoratrici senza voce, ma come ricorda la targa, “fautrici a pieno titolo della nuova politica italiana”.

Pubblicato in Cronaca

Lettera aperta dei Segretari GD e PD Amantea al Sindaco della città.

 

Caro Sindaco, è arrivato il momento di uscire da questo intollerabile immobilismo, invertendo la rotta e tentando di recuperare il necessario rapporto con la città e i cittadini.

 

Continuiamo a rilevare, infatti, un profondo malcontento – da parte di cittadini, commercianti, turisti – e tanti dubbi vengono sollevati su diversi aspetti che incidono sulle prospettive della città (le potenzialità del bilancio e la consistenza dell’organico comunale, giusto per fare qualche esempio, su cui la città si interroga).

 

Preme sottolineare che in data 31 maggio hai pubblicamente assunto impegni precisi rispetto a puntuali proposte/richieste elaborate nel Partito.

 

Tra queste, tre priorità - che a parole hai condiviso - per provare a connotare un progetto di sviluppo per Amantea e Campora:

1) Lungomare (ripristino delle risorse per l’esecuzione dell’opera - anche in linea a quanto richiesto dalle centinaia di persone firmatarie di una petizione popolare - per dare avvio alle procedure per la realizzazione di un’opera capace di far leva sulle politiche turistiche e, conseguentemente, sulla nostra economia e sul nostro sentiero di sviluppo);

2) Centro storico (riqualificazione delle vie d’accesso, messa in evidenza dei percorsi storici, cura degli spazi, programmazione di eventi culturali e di rievocazione storica);

3) Decentramento dei servizi comunali (anagrafe, protocollo e tributi) e interventi specifici su Campora San Giovanni (messa in sicurezza di un accesso al mare e riqualificazione dell’area mercato).

Sono passati oltre cento giorni – termine naturale per un primo consuntivo – e constatiamo che davvero nulla è stato fatto in questa direzione.

In politica gli atti hanno la stessa valenza delle precise volontà.

 

E se una voce non trova orecchio attento per essere ascoltata, va da se che il dialogo diventa una sterile formalità senza benefici per i cittadini e la città. Che è ciò che invece ci sta più a cuore.

Non si fa un torto a nessuno dicendo che il Partito e la Città si aspettano atti di concreta discontinuità ed azioni volte a modificare una situazione che sta generando insofferenza e insoddisfazione.

Con i più cari saluti

Amantea, 28 settembre 2016

Enzo Giacco – Segretario PD Amantea

Stefano Spina – Segretario GD Amantea

Pubblicato in Primo Piano

In data 26 aprile 2016 il sindaco Monica Sabatino ha firmato la ordinanza n 42 con la quale ha disposto l’annullamento della ordinanza sindacale n 33 del 4 aprile 2014 con cui se ne dispone va la chiusura.

 

Dopo più di due anni, quindi , Marmeria Guido Rizzo srl può riaprire.

Nella ordinanza si legge “Vista la sentenza del Tribunale Amministrativo regionale per la Calabria (quale , quello di Catanzaro o quello di Reggio Calabria?) depositata in Segretaria il19.04.2016, con la quale si accoglie il ricorso presentato dalla ditta Marmi Guido Rizzo srl per l’annullamento dell’ordinanza n 33 del 4 aprile 2014 con la quale si ordina(va) la chiusura delle attività della ditta Marmi Guido Rizzo srl in forza del parere sanitario sfavorevole dell’UOC Igiene Pubblica dell’Asp di Cosenza Dipartimento prevenzione del 28 03.2014 n 5926. E ritenuto necessario in forza della detta ordinanza disporre l’annullamento della ordinanza di cui sopra”.

 

Ordina

“con effetto immediato è disposto l’annullamento della ordinanza sindacale n 33 del 4 aprile 2014”

 

Ora, in sostanza, la Guido Rizzo srl può reiniziare la antica attività.

Resta però incomprensibile l’ultimo capoverso nel quale si legge che:” Copia delle presente sarà inviata per debita conoscenza all’UOC Igiene Pubblica dell’ASP di Cosenza Dipartimento di Prevenzione del 28.03.2014”

 

Che diamine significa?

Forse che il Dipartimento di Prevenzione del 28.03.2014 è un ufficio a se stante rispetto al Dipartimento di Prevenzione di oggi o degli altri giorni?

Pubblicato in Primo Piano

Abbiamo scritto della candidatura di Franco Covello a sindaco di Sangineto

Rimanemmo sorpresi .

Covello non ci era mai apparso come sindaco di un paesino di circa 1300 abitanti, nel quale non era mai nato ma solo perchè li aveva una casa per le vacanze.

Nobile la sua iniziale dichiarazione: “«La mia disponibilità a candidarmi a sindaco di Sangineto voleva rappresentare un segnale di unità per tutto il paese.

La mia storia e il mio grande affetto per una comunità alla quale sono particolarmente legato mi hanno portato a mettermi a disposizione del partito e della realtà locale, per come mi era stato chiesto insistentemente.”

Oggi veniamo a sapere del suo passo indietro

Troppe divisioni e veti incrociati

Ed oggi dichiara: “Considerato che l'obiettivo di unire non può essere raggiunto per il prevalere di personalismi e localismi esasperati, ho deciso di mettermi a disposizione di un forte processo di cambiamento, che ho proposto e che sosterrò con il massimo impegno”

Poi aggiunge “la candidatura di Michela Palermo è senza dubbio la più utile e la più meritevole di successo, perché apre una stagione di rinnovamento e di rottura con il passato, con l'obiettivo di dare a Sangineto una nuova e coraggiosa squadra di governo. Saremo tutti impegnati in un programma che intende ridare centralità e prestigio ad un comune strategico (?) per lo sviluppo di tutto il Tirreno cosentino”

Eh già onorevole Covello con la Palermo “si apre una stagione di rinnovamento e di rottura con il passato”.

E ti crediamo anche quando sostieni di non avere in serbo vendette da consumare e, anzi, si dice pronto a impegnarsi per favorire la vittoria di Palermo.

Come? Mettendo a sua disposizione il tuo bagaglio di voti?

Pubblicato in Alto Tirreno
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