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Passano a tempo indeterminato solo 304 su 4.169

Intanto abbiamo forti dubbi sul loro numero. 4.169 LSU ed LPU ci sembrano pochi.

Una sola la certezza.

Possono procedere alla stabilizzazione solo quei Comuni che hanno la disponibilità finanziaria e i vuoti in pianta organica.

Gli altri comuni che non hanno i posti in pianta organica e tanto meno la disponibilità finanziaria, magari perché in dissesto, non possono certamente stabilizzare gli LSU ed LPU.

Quindi la stabilizzazione o meno dipende da condizione estranee ai lavoratori.

E questo certamente non è giusto.

Sarebbe stato giusto che LSU ed LPU fossero stabilizzati dalla regione e poi assegnati con parametri di giustizia distributiva nel vari comuni calabresi indipendentemente dalle loro condizioni finanziarie .

Ovviamente dovrà essere emanata preventivamente una apposita norma che vieti la creazione di altri LSU ed LPU dei quali poi si chiederà la stabilizzazione.

Insomma la situazione non è affatto semplice perchè quello che serve, più che le risorse, sono appunto le deroghe alle attuali normative che regolano le assunzioni negli enti locali.

Altrimenti assumere per i Comuni sarà impossibile.

Basti pensare che ci sono richieste da parte dei Comuni per assumere altri 834 lavoratori, ma senza le deroghe non sarà possibile.

Arriveranno mai?

Si spera di sì e che arrivino entro il 31 ottobre altrimenti sarà impossibile rinnovare ancora i contratti e questi lavoratori che sono usciti dal bacino degli Lsu/lpu non solo saranno senza un lavoro, ma anche senza paracadute sociale

Pubblicato in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa

“Finalmente ci si avvia verso la fase conclusiva della stabilizzazione dei 104 LSU/LPU che da un ventennio operano nel Comune di Reggio, spesso in ruoli di grande utilità e responsabilità.

Non possiamo che dirci molto soddisfatti, considerando che porre fine al precariato di questi lavoratori è stato un obiettivo sempre testardamente perseguito dal SUL, a volte anche in solitudine.

Con la delibera di ieri si stabilisce non solo la stabilizzazione dei 104 ma anche un pacchetto di altre 36 assunzioni.

Siamo ancora lontani dal colmare l’effettivo fabbisogno del Comune, che avrebbe necessità di un ulteriore rafforzamento della pianta organica che risulta ampiamente deficitaria, anche con queste assunzioni deliberate.

Diamo atto alla Giunta Municipale, in particolare all’Assessore al Personale Armando Neri ed alla struttura facente capo alla Dott.ssa Stracuzza, del proficuo lavoro effettuato, reso ancor più difficile dai tanti vincoli a cui è sottoposto il Comune reggino a causa delle precedenti gestioni amministrative e commissariali.

Chiediamo, tuttavia, di non disperdere il buon lavoro fatto e proseguire alacremente aprendo un tavolo sindacale per la determinazione delle modalità e dei criteri di assunzione, nel rispetto delle leggi e tenendo nel debito conto il continuativo e produttivo impegno profuso nell’istituzione locale da parte degli LSU.

L’auspicio ovvio è che tutto si concluda nel tempo più rapido e portando a soluzione concreta le speranze e il diritto di questi dipendenti.

Per quanto ci riguarda diamo la piena disponibilità di tutte le strutture del SUL a collaborare per il raggiungimento dell’obiettivo, ricordando che la piena contrattualizzazione a tempo indeterminato è prevista per 26 ore settimanali e non, dunque, a tempo pieno e che far uscire dal part time questi lavoratori deve essere obiettivo sindacale e dell’Amministrazione.

REGGIO CALABRIA 26 settembre 2018

Nino Branca                                                                          Nino Lopresto- Loredana Azzarelli

responsabile LSU/LPU del SUL                                          RSU SUL

ALDO            LIBRI

SUL REGGIO CALABRIA

Pubblicato in Reggio Calabria

Erano nella sala consiliare i sei vigili precari che non hanno vinto il concorso per la loro stabilizzazione, quasi come se volessero una conferma degli impegni assunti dai politici amanteani prima del consiglio comunale del 14 dicembre.

 

Per la applicazione della legge Madia, infatti, basterà che siano chiamati a prestare anche un solo giorno di servizio prima del 31 dicembre 2017.

Una ipotesi allo studio.

Ne ha parlato il consigliere Tommaso Signorelli che ha chiesto il potenziamento del corpo dei vigili urbani ricordando quanto sia ridotto l’organico attuale e quanto sia importate garantire la sicurezza dei cittadini.

Lo ha chiesto con forza ma sempre nel rispetto della legge.

Lo ha chiesto anche il capogruppo di maggioranza Enzo Giacco ricordando la contorta vicenda che ha visto gli ex vigili precari esclusi dall’auspicato processo di stabilizzazione e dal concorso successivo, e segnalando anche egli la necessità di potenziare l’organico del corpo di Polizia Municipale.

Anche lui ha ribadito ovviamente la necessità di rispettare la legge.

Ne ha parlato anche il sindaco Pizzino il quale ha ricordato di stare aspettando od un parere favorevole dell’ufficio competente del ministro adito od un parere degli esperti presenti ad Amantea al convegno svoltosi nella mattinata dello stesso giorno del consiglio.

Quanto meno aggiunge il sindaco sarà necessario un parere di un qualificato giuslavorista che indichi la strada esatta da seguire ed escluda eventuali responsabilità, almeno, penali a carico degli amministratori che adotteranno l’atto politico.

Sembra coerente, infatti, come ha detto il sindaco, dover escludere la possibilità di ricorrere ad una ordinanza.

Pertanto non resta che una delibera quale atto conclusivo della emersa volontà politica.

O di giunta, come appare logico, o di consiglio.

Raggiunta così la volontà politica resta solo il problema dell’iter amministrativo.

In entrambi i casi, giunta o consiglio, infatti, è necessario che sia formulata una proposta sulla quale prima ancora delle firme politiche si abbiano quelle del proponente e/o del segretario

Toccherà al comandante della Polizia Municipale firmare la proposta od al responsabile dell’ufficio del personale?

Od a chiunque spetti sarà richiesto un preliminare atto politico di indirizzo con il rischio di accartocciarsi ?

Vedremo…..

Pubblicato in Cronaca

Negli uffici regionali non era raro trovare persone sedute senza nemmeno una scrivania.

Erano i precari, cioè quei ragazzi e quelle ragazze che variamente raccomandati e in attesa della stabilizzazione che prima o dopo sarebbe arrivata.

In quegli uffici si sentiva dire “ Non è mai successo che alcuno sia stato licenziato!”

Insomma si inventavano i precari senza concorso tanto prima o poi sarebbero stati stabilizzati in posti che non erano mai esistiti( se fossero esistiti si sarebbero dovuti fare i concorsi)

Uno della più strane assunzioni fu quella del Programma Stages di cui oggi parla Iacchitè sotto il titolo : “Programma Stages, Ichino: “Falsi precari raccomandati che mirano al “posto” alla Regione”. Ecco cosa dice:

“Sono anni che ci provano quelli del “Programma Stages 2008”.

Chiamati per uno stage alla Regione di due anni dai soliti papponi della politica, avevano ricevuto rassicurazioni che in qualche anno avrebbero preso il “posto”.

Sono passati nove anni e il posto per questi 500 raccomandati non è arrivato ma adesso, con una manovra audace e “coraggiosa” di due sindacati notoriamente venduti al potere come Cisl e Uil in combutta con i traffichini di Palla Palla, stanno provando a stabilizzarli in maniera del tutto illegale paragonandoli falsamente ai lavoratori precari.

Un espediente tipo quello dei falsi precari della sanità all’Asp di Cosenza.

La manovra è stata già ampiamente sputtanata e non ha molte chance di andare in porto ma in certi casi è sempre meglio vigilare.

In attesa di fare nomi e cognomi di questi 500 (!!!) clienti della politica corrotta calabrese (ce ne sono di tutti i colori, come al solito…) ripubblichiamo il pensiero di un economista che non sta certo dalla nostra parte e che ha mirabilmente dipinto questi raccomandati.

Che nel corso degli anni non hanno certo mancato di fare le vittime, al pari di tantissimi altri loro “colleghi” in cerca di posti pilotati dalla politica marcia e corrotta che ci ritroviamo.

Pietro Ichino,ex comunista, ora senatore renziano,non le manda certo a dire a coloro i quali compongono la pattuglia del “Programma Stages” della Regione Calabria. Una presa di posizione ferma e decisa e con molte prove provate.

La pubblichiamo integralmente.

“… Scrissi una lettera aperta al Presidente di allora della Regione Calabria sui 500 laureati calabresi eccellenti, che rischiano di essere avviati dalla Regione alla nullafacenza e presentai un’interrogazione parlamentare con la quale nell’ormai lontanissimo gennaio 2009 denunciavo la follia (oltre che la grave illegittimità sostanziale e formale) di un programma destinato ad attivare presso le amministrazioni locali calabresi, con i soldi del Fondo Sociale Europeo, centinaia di mostruosi “super-stages” retribuiti con 1.000 euro al mese e della durata inizialmente prevista di 24 mesi.

Materia: l’ “innovazione amministrativa”, nientemeno.

Beneficiari: altrettanti laureati con 110 e lode. Ne seguirono numerosi interventi dai quali è emersa in modo inequivocabile la dolosa e totale vacuità di questa iniziativa: vuoto pneumatico di contenuti formativi effettivi (l’ “innovazione amministrativa” non si studia certo nelle amministrazioni locali della Calabria, ma semmai in quelle del Centro e Nord-Europa!) e una promessa sottintesa di futura assunzione all’ingrosso dei 500 interessati nel settore pubblico, destinata fin dall’inizio con tutta evidenza a essere disattesa.

Da allora sono passati ben nove anni, durante i quali si è assistito a mille promesse di proroghe, promesse di concorsi riservati, polemiche roventi sulle promesse non mantenute, ma gli ex-stagisti sono in gran parte ancora lì, a pietire per un posto di lavoro in Regione.

Ora li sentiamo tuonare: “Basta con questa pantomima, siamo pronti a una ferrea battaglia”. Il fatto è che di questa ormai novennale pantomima gli stessi ex-stagisti sono fin dall’inizio i protagonisti perfettamente consapevoli. Per favore, se vogliono incominciare almeno ora a onorare i loro 110 e lode, almeno non facciano le vittime”

NdR: Ma in Calabria esistono ancora i giudici che somministrano la Giustizia?

Pubblicato in Calabria

Ad Amantea “affonda” la nave della stabilizzazione.
Sei concorrenti su sette scompaiono tra le onde.

E resta solo un naufrago che, come da avviso pubblicato stamattina , è stato identificato nella d.ssa Faceto Giuseppina che ha superato le prove scritte con il punteggio di 24/30.

Si tratta invero di un punteggio medio tra quello del primo e quello dl secondo compito. Della stessa, infatti, non sono stati pubblicati i punteggi relativi alle singole prove scritte.

Non sono stati pubblicati, nemmeno, i risultati avuti alle prove scritte da parte degli altri 6 concorrenti, ma sembra che siano molto scarsi.

 

Addirittura, di qualcuno di loro non sono stati esaminati i secondi compiti scritti per mancato superamento del punteggio minimo al primo compito.

 

Una debacle.

Una debacle che interessa anche persone laureate che avevano prestato continua attività lavorativa quasi decennale senza mai contestazioni da parte dei superiori o dell’amministrazione.

Inutilmente gli esclusi tentano di nascondere la loro delusione, la loro inquietudine se non rabbia.

Stando alle voci raccolte, sembra che alcuni dei vigili concorrenti abbiano ottenuto punteggi notevolmente inferiori a quelli avuti al concorso precedente, quello, cioè, che ha permesso la assunzione degli attuali operatori della Polizia Municipale, come se il mancato espletamento dl servizio abbia fatto perdere loro le conoscenze in materia.

 

La mancata pubblicazione dei punteggi ottenuti, comunque, impedisce ogni valutazione e confronto.

Ma i 6 esclusi non ci stanno e sicuramente faranno, probabilmente tutti, accesso agli atti perché qualcuno sembra abbia ottenuto punteggi valutazionali mortificanti , tanto più per un laureato e per compiti relativi a tematiche che di fatto rendevano difficile l’espletamento come il primo compito sull’art 177 del Cds.

Punteggi anche di circa 6 su 30!

E non si tratta soltanto della perdita della speranza di una sistemazione lavorativa, che ritengono di meritare dopo tanti anni precariato e dopo aver acquisito qualità esperenziali dal lavoro sul campo, ma anche di una mortificazione personale e di una disparità di trattamento .

 

Dovunque, anche in Calabria, i precari chiedono ed ottengono la stabilizzazione sulla base dell’assunto di non far perdere all’amministrazione la esperienza maturata.

Ed è per questo che qualcuno sussurra che si tratti degli unici stabilizzandi italiani non stabilizzati.

Ed in tanti si chiedono come sia stato possibile che queste persone abbiano svolto un lavoro impegnativo come quello di Vigile Urbano se ora, dopo aver superato le prove di qualificazione e dopo tanti anni di servizio senza contestazioni , non superano nemmeno le prove scritte del “loro” concorso!

Pubblicato in Politica

Parliamo della delibera di Giunta n 19 del 30.01.2015 dichiarata pubblicata il 6 febbraio ma posta sul sito web soltanto giorno 11 febbraio( che strano, vero?).

Una delibera avente ad oggetto: “Atto di indirizzo per l’acquisizione dei nominativi per la composizione della commissione giudicante il concorso di stabilizzazione per la copertura di n 7 posti di agente di PM a metà tempo” adottata con la presenza del sindaco( proponente) , degli assessori GB Morelli, Antonio Rubino e Gianluca cannata, ma assenti Emma Pati e Sergio Tempo.

Una delibera che si impone definire “criptica” se non omissiva

Omissiva perché non ricorda che pende presso il TAR Calabria un procedimento contro il comune proprio per la mancata stabilizzazione e che ha chiesto anche il pagamento delle mensilità non prestate dai vigili stessi che sono pari a quasi 100 mila euro.

Omissiva perché non menziona le diffide che il legale dei vigili interessati alla stabilizzazione ha mosso contro il comune

Omissiva perché non giustifica il motivo per il quale oggi è consentito quello che ieri era vietato o quantomeno non opportuno

Omissiva perché non indica come dovuto gli articoli di riferimento del regolamento comunale né le ragioni per le quali la commissione debba essere composta da un componente della Prefettura, un componente della Questura, un componente del Tribunale, con esclusione dei Carabinieri e della Guardia di Finanza .

Criptica perché evidenzia che le procedure preliminari per la prova selettiva di stabilizzazione sono te rinate von l’acquisizione delle domande dei partecipanti senza chiarire da dove discenda tali procedure, da chi siano state iniziate e con quali competenze

Criptica perché dichiara che nulla è mutato circa la possibilità di espletamento del concorso e che anzi le procedure per le stabilizzazioni sono state estese fino a tutto il 2018.

Ma allora perché non è stata fatta prima la stabilizzazione tanto più che i precedenti amministratori( tra cui Tempo, Mazzei e Suriano, dichiarano di aver acquisito il parere positivo, seppur verbale, del competente ministero?

Ed ancora perché invece di stabilizzare in illo tempore i vigili si è proceduto al concorso aperto anche agli esterni?

Ora aspettiamo che le autorità adite segnalino i propri nominativi, sempre che non rifiutino tale coinvolgimento.

Come farebbero , infatti, ad esercitare i controlli di legge se i loro rappresentanti o semplicemente indicati faranno parte della commissione di concorso?

Il mistero delle commissioni ad usum delphini diventa sempre più fitto!

Il pm Paolo Petrolo ha chiesto infatti il rinvio a giudizio di tutti i 6 indagati con l’accusa di abuso d’ufficio.

Parliamo di

-Antonio Scalzo, oggi presidente del Consiglio regionale, al tempo direttore scientifico dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente

-Giuseppe Graziano oggi consigliere regionale al tempo dirigente generale del dipartimento Politiche dell’ambiente della Regione

-Vincenzo Mollace, ex direttore generale dell’Arpacal;

-Francesco Caparello, all’epoca dei fatti dirigente del settore Personale dell’Agenzia regionale;

-Luigi Luciano Rossi, ex direttore amministrativo della stessa Arpacal;

-Sabrina Santagati, ex direttore generale dell’Arpacal;

-Rosanna Squillacioti, all’epoca dei fatti dirigente di settore del dipartimento Politiche ambientali della Regione ed in seguito direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria.

Oltre che il processo all’Arpacal è anche il processo alle stabilizzazioni, quindi.

E’ una storia vecchia.

Il ministero dell’Ambiente assunse 8 persone con contratto a tempo determinato e le assegnò all’assessorato Politiche ambientali della Regione.

Venne sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Regione e l’Arpacal in base al quale si è dato il via alla stabilizzazione presso l’Agenzia regionale degli 8 lavoratori.

Secondo la Procura catanzarese le assunzioni avrebbero violato le norme in materia di stabilizzazione di lavoratori precari della Pubblica amministrazione.

Non sarebbe stato rispettato il principio secondo cui la stabilizzazione «può avvenire per esigenze permanenti dell’amministrazione stabilizzante con vacanze di organico per posizioni non dirigenziali da ricoprire da parte di lavoratori già impiegati nello stesso ente per almeno tre anni e in possesso dello specifico titolo di studio per il quale vi è la vacanza».

Intanto tre degli stabilizzati non sarebbero stati in possesso della qualifica professionale necessaria.

Ma poi il personale, secondo la Procura, nonostante l’assunzione “sospetta” all’Arpacal avrebbe comunque continuato a svolgere la propria attività lavorativa alla Regione.

E quel che è peggio parte di questo personale illegittimamente ed illecitamente stabilizzato per “urgentissime ed improrogabili attività istituzionali proprie del dipartimento Ambiente” avrebbe poi prestato servizio uno di queste unità lavorative a proseguire la propria attività presso la delegazione romana della Regione Calabria, un altro dipendente sarebbe stato comandato su sua richiesta prima al dipartimento Infrastrutture e Lavori pubblici della Regione e poi rientrato al dipartimento provinciale cosentino dell’Arpacal; un terzo presso il Comune di Reggio.

Insomma chi più ne ha più ne metta.

Pubblicato in Catanzaro

Calabria. Stamattina, nella sede del dipartimento Lavoro, si è svolto un incontro tra l'assessore Carlo Guccione, e i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Usb.

Al vertice hanno preso parte anche i dirigenti regionali Vincenzo Caserta e Cosimo Cuomo e il funzionario Pasquale Capicotto.

60 ex Why not hanno stazionato davanti alla sede del dipartimento Lavoro

Si sono vissuti momenti di tensione, ma le forze dell'ordine presenti sono riuscite a riportare la calma quasi subito.

Si è parlato della loro stabilizzazione

Stiamo parlando di circa 300 lavoratori che attendono la stabilizzazione da 16 anni

Pi toccherà a tutti gli altri.

Sembra certo Oliverio e Guccione abbiano deciso di svuotare il bacino degli instabili.

È solo questione di tempo. Ed i sindacati sono d’accordo.

Qualcuno dice che i precari sono figli dei politici e delle OOSS e quindi ora devono stabilizzarli: hai viso mai che parlano e dicono chi li ha assunti?

Ma il “sistema calabria” non è stupido e sembra abbia deciso di riempire di nuovo il bacino così che non manchino mai altri precari dai quali assumere voti ed altre utilità politiche sindacali

Per esempio potrebbero entrare nel bacino i 32 dell’Aterp di Vibo Valentia assunti forse proprio perché la regione ha adottato una legge che ne prevede la soppressione. Così si creeranno i nuov precari da stabilizzare prima o dopo

E perché non anche i nuovi assunti di Calabria Etica?

E perché no i precari della sanità?.

E perché no le cooperative della sanità?

Non sono anche loro figli e sodali di politici e potenti della Calabria?

E gli altri? Possono emigrare!

Ah, fate finta di non saper leggere. Non leggete cosa c’è scritto sullo striscione “ Mai più precari” . In Italia non è possibile! Morirebbero i partiti e gli imbroglioni della Pubblica amministrazione!

E poi si dovrebbero fare i concorsi, quelli previsti dalla Costituzione, il che è impossibile!Chissà chi vincerebbe!

Ed infine occorrerebbe chiedere ai giudici di giudicare anche questi imbrogli , il che è davvero difficile! Vero?

Pubblicato in Catanzaro

Il 26 novembre 2014 resterà una data forse unica nel mondo del lavoro pubblico.

 

E’ in questo giorno che la Corte di Giustizia Europea ha emanato la sentenza sul diritto dei precari alla stabilizzazione quando abbiano svolto almeno 36 mesi di servizio.

Parliamo della cosiddetta “sentenza Mascolo” , dal nome della prima ricorrente, emanata dalla terza sezione della Corte di Giustizia della Unione Europea in data 26 novembre 2014 con la quale, in estrema sintesi, la Corte (Terza Sezione) PQM dichiara che:

“La clausola 5 , punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato , concluso il 18 marzo 1999, che figura ne ll ’ allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999 , relativa all’ accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, deve essere interpretata nel senso che osta a una normativa nazionale, quale quella di cui trattasi nei procedimenti principali, che autorizzi, in attesa dell ’ espletamento delle procedure concorsuali per l’ assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza indicare tempi certi per l ’ espletamento di dette procedure concorsuali ed escludendo qualsiasi possibilità, per tali docenti e detto personale, di ottenere il risarcimento del danno eventualmente subito a causa di un siffatto rinnovo.

Risulta, infatti, che tale normativa, fatte salve le necessarie verifiche da parte dei giudici del rinvio, da un lato, non consente di definire criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo di tali contratti risponda effettivamente ad un ’ esigenza reale, sia idoneo a conseguire l ’ obiettivo perseguito e sia necessario a tal fine, e, dall’altro, non prevede nessun’altra misura diretta a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo ad una successione di contratti di lavoro a tempo determinato”.

Siamo in presenza, quindi, di un abuso in ogni caso in cui si ricorre ad una successione di contratti di lavoro a tempo determinato.

La sentenza emessa dalla Corte di Giustizia europea , in sostanza, non si riduce al personale della scuola, ma va allargata a tutto il pubblico impiego.

Questa è la posizione unanime espressa dai tanti legali ed esperti di giustizia intervenuti al convegno Anief, svolto in Parlamento, all’interno di Palazzo Marini, sulla ‘Sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla stabilizzazione del precariato scolastico’.

Lo sostiene anche tra gli altri l’avvocato Sergio Galleano, del foro di Milano, il quale ha ricordato che “quanto stabilito dalla sentenza di Lussemburgo riguarda tutti i pubblici dipendenti, compresi gli enti locali. Noi, come avvocati, torneremo ora dai giudici italiani per dire loro che la Corte europea si è espressa in modo chiaro”.

Anche l’avvocato Coppola, emerito studioso del lavoro precario, in riferimento alla sentenza di Lussemburgo ha dichiarato : “è un terreno complicato, perché non riguarda solo la scuola, ma tutto il precariato italiano”

Ed anche gli avvocati dei Vigili di Amantea si accingono ad intimare al comune di procedere senza alcun ulteriore differimento alla assunzione di tutti loro, avendo gli stessi ampiamente superato i 36 mesi di lavoro precario.

L’alternativa sarebbe il ricorso al Giudice del lavoro non solo per la stabilizzazione ma anche per il pagamento degli stipendi non pagati e connessi alla illegittima sospensione della attività lavorativa.

Una bella patata bollente per il comune che rischia di essere condannato non solo e tanto alla assunzione dei vigili precari ma anche al pagamento degli stipendi relativi ai mesi di mancato servizio ed ai relativi interessi

Non escludiamo nemmeno che le OOSS si costituiscano all’interno dei processi per affermare non solo e tanto l’ormai vetusto diritto alla stabilizzazione quanto il nuovo diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da precario in stabile.

Nessuna preoccupazione, però, sembra affacciarsi sulla nuova scena prefigurata dalla sentenza Mascolo, anzi voci provenienti dal sistema politico locale invitano a credere che il 2015 sarà l’anno della stabilizzazione di vigili precari.

Non si tratta di voci ufficiali, ovviamente , ma ormai tutti, anche i bambini, sanno che per avere un lavoro occorre soffrire e passare sotto le forche caudine del precariato. La legge in questo stivale è spesso solo formale al punto che sembra non esserci in specie quando i comportamenti della pubblica amministrazione sono spesso completamente diversi nessuno fa niente per imporre onestà e correttezza nei comportamenti.

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Primo Piano

Il sottosegretario alla Salute Paolo Fadda ha infatti firmato la direttiva alle Regioni per la proroga fino al 31 dicembre 2016 di tutti i contratti di lavoro precari in sanità.

Stante il blocco delle assunzioni ma in attesa dell'emanazione dello specifico decreto che permetterà la stabilizzazione il sottosegretario ha inviato la direttiva ai governatori con l'obiettivo di mantenere l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza e la ricerca in sanità.

"La proroga non solo è un impegno che, con il ministro Lorenzin abbiamo voluto onorare nei confronti dei sindacati di tutto il comparto sanità, ma è finalizzata a far sì che le aziende sanitarie programmino al meglio l'utilizzo delle risorse umane e professionali e predispongano un migliore benessere organizzativo delle stesse lavoratrici e degli stessi lavoratori precari che consenta loro di erogare, con più tranquillità e vigore, le prestazioni sanitarie e sociosanitarie, nonché di continuare e sviluppare i programmi di ricerca biomedica".

Abbiamo voluto ricordare alle Regioni che, nel rispetto delle normative vigenti, il ricorso a nuovi contratti di lavoro a tempo determinato debba essere circoscritto ai soli casi eccezionali e limitati previsti, anche al fine di non riprodurre il fenomeno del precariato".

"La positività di quest'accordo raggiunto tra il ministero della Salute e tutti i sindacati del comparto sanità ha avuto come presupposto l'innovazione che con il ministro Lorenzin abbiamo voluto realizzare nelle relazioni sindacali e che dovranno costituire la normalità quando si affrontano i problemi della sanità. Infatti, per la prima volta da decenni, al ministero della Salute è stato realizzato un unico tavolo di confronto con tutti i sindacati dei medici e dell'altra dirigenza con quelli del comparto, cioè degli infermieri e delle altre professioni sanitarie e del personale tecnico e amministrativo".

"Insieme si può difendere, qualificare e potenziare il sistema pubblico di tutela della salute, che è la più grande conquista di civiltà del nostro Paese. Vorrei, infine, ricordare che con quest'accordo si inizia ad invertire la tendenza per quanto riguarda la conclamata fuga dei cervelli dando prime risposte di certezza e di futuro nella proroga e nelle stabilizzazioni di quanti con rapporti precari facciano attività di ricerca in sanità. A un'intera generazione, di medici, infermieri, ricercatori, da oggi il ministero della Salute con quest'intesa coi loro sindacati restituisce la speranza per un futuro di vita e professionale".

"Allo stato attuale della normativa è stato possibile solo proporre la proroga dei rapporti di lavoro. Con questo clima positivo di relazioni sindacali siamo impegnati a continuare il confronto con tutte le rappresentanze sindacali e professionali del personale del Ssn sulla base del calendario e delle priorità che insieme abbiamo concordato per affrontare i tanti problemi che assillano la sanità perché solo con la condivisione e il contributo delle Regioni, dei sindacati e del sapere scientifico e professionale dei medici, degli infermieri e di tutte le lavoratrici e i lavoratori del comparto sanità, possono essere risolti".

Dalla stabilizzazione della sanità alla stabilizzazione di tutti i precari.

Pubblicato in Italia
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