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Con Porcino in cella sono finiti ai domiciliari Ricciardelli e Alborghetti, comandante e commissario della Polizia Penitenziaria di Bergamo, Bertè, dirigente sanitario del Carcere, e due imprenditori di Urgnano.

Una gestione del penitenziario sconsiderata e spregiudicata.

Gli inquirenti descrivono così l’operato di Antonino Porcino, l’ex direttore della casa circondariale di Bergamo, arrestato nella mattinata di lunedì 11 giugno insieme ad altre cinque persone su ordinanza del Gip Lucia Graziosi per accuse che vanno dalla corruzione, alla turbata libertà degli incanti, al peculato, al falso ideologico, alla tentata truffa ai danni dello Stato. Con Porcino, in cella, sono finiti ai domiciliari Antonio Ricciardelli e Daniele Alborghetti, rispettivamente comandante e commissario della Polizia Penitenziaria di Bergamo (quest’ultimo distaccato al carcere di Monza), Franco Bertè, dirigente sanitario del Carcere e due imprenditori di Urgnano, Mario e Veronica Metalli.

L’inchiesta, coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Bergamo Maria Cristina Rota ed Emanuele Marchisio, era partita nell’aprile 2017 da una segnalazione della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell’ambito di indagini collegate alla realizzazione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. L’imprenditore di Dalmine Gregorio Cavalleri, arrestato dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, aveva evitato la detenzione in carcere a Bergamo ed era rimasto a lungo ricoverato all’ospedale Papa Giovanni. Come? Con una serie di certificati medici che attestavano un presunto disturbo mentale. Che, però, non risultava nel corso degli interrogatori, in cui mostrava piena lucidità.

I carabinieri del comando provinciale di Bergamo e di Clusone, insospettiti, hanno messo sotto controllo il suo telefono cellulare. E hanno scoperto un accordo con il comandante della polizia penitenziaria. Ma non solo, perchè sono emersi una serie di altri illeciti, con coinvolti altri soggetti.

Uno su tutti, il direttore della casa circondariale. Grazie alla collaborazione dei militari della Guardia di Finanza, si è scoperto che Porcino, originario di Reggio Calabria, che dopo 33 anni in carica lo scorso 26 maggio è andato in pensione, nel suo ultimo anno di lavoro ha collezionato circa duecento giorni di malattia per presunto stress. Un’assenza resa possibile dai certificati compilati dal medico Bertè, secondo gli inquirenti in cambio di favori. L’intento di Porcino era quello di non fruire delle ferie che ancora aveva, in modo da farsele pagare, per una somma totale di circa diecimila euro.

Ma non solo. L’ex direttore, con l’appoggio dell’amico commissario di polizia penitenziaria Alborghetti, si sarebbe fatto corrompere da una società di Urgnano, gestita da Mario Metalli e dalla figlia Veronica, che installa distributori automatici di alimenti, bevande e tabacchi, per all’interno della casa circondariale di Monza, dove Alborghetti operava.

Porcino avrebbe poi sottratto materiale di vario genere in disponibilità alla casa circondariale. Come i due water per il suo appartamento di Lallio in fase di ristrutturazione. O ancora diverse risme di carta e alcune bombole a gas. Il tutto trasportato a casa da guardia del carcere, negli orari di lavoro e con auto di servizio.

C’è poi un particolare che coinvolge indirettamente il procuratore capo di Brescia Tommaso Buonanno e il figlio Gianmarco (non indagati), quest’ultimo detenuto in via Gleno per una rapina al Conad di Zogno a febbraio. Quando il padre qualche settimana fa chiese un colloquio più lungo con il  figlio, il personale del carcere glielo concesse senza però compilare regolarmente il registro. Compiendo, quindi, un illecito.

Sono 27 in totale le persone coinvolte nelle indagini. Lunedì sono scattate anche le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati e in carcere, con la collaborazione di personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza di Bergamo. Non sono esclusi ulteriori sviluppi.

Dabergamonews

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POST7Lungo tutto lo stivale, da nord a sud, sono tanti i parchi divertimento italiani presenti sul territorio, ma pochi sono quelli che riescono a soddisfare i gusti sia di grandi che di piccini, rispondendo in maniera più che positiva alle aspettative di entrambi. Divisi per fasce tematiche, i 5 parchi divertimento più belli d’Italia appartengono rispettivamente alle categorie dei Luna Park, Parchi Acquatici, Parchi Avventura, Alpine Coaster e Parchi Faunistici.

                                                                      

I parchi divertimento italiani tra acqua, mare e montagna

                                                                      

I migliori parchi divertimento italiani differiscono per estensione, esperienze offerte, altezza delle strutture: ognuno ha la propria peculiarità.

Il Luna Park più grande e famoso d’Italia è senza dubbio Mirabilandia, situato a Ravenna. Nato inizialmente come parco a tema, negli anni ha acquisito sempre più notorietà: l a sua struttura é caratterizzata non solo dall’importante ampiezza, ma anche dall'altezza delle sue attrazioni principali, come le sue montagne russe, simboli distintivi del parco. Tra i Parchi Acquatici spicca in Italia Ondaland, nato nel 2005 a Vicolungo, nel novarese. Delle sue attrazioni, la più stravagante è senza dubbio l’enorme piscina in cui, ogni mezz’ora, si formano onde che raggiungono un metro e mezzo di altezza. Tra i migliori parchi avventura italiani, c’è il parco avventura Selvino di Bergamo: specializzatosi anche in feste come addii al nubilato o celibato, compleanni e gite scolastiche, il Parco Avventura Selvino propone ben cinque percorsi immersi nella natura. Quale città, se non Trento, poteva offrire il miglior Alpine Coaster d’Italia? Ubicato a Predazzo, in Val di Fiemme, l’Alpine Coaster Gardonè offre l’emozione di sfrecciare ad alta velocità nei boschi del Latemar, unendo all’adrenalina il piacere di stare a stretto contatto con la natura alpina. Spostandoci più a sud lungo lo stivale incontriamo lo Zoosafari Fasanolandia di Brindisi, ufficialmente il più grande parco faunistico italiano, che ogni anno offre ai visitatori sorprese in ambito faunistico, scientifico e ludico.

                                                                      

Il parco divertimento più adatto e vicino a te

                                                                      

Come abbiamo visto insieme, i parchi divertimento sparsi per l’Italia sono davvero tanti e diversi fra loro: capaci di offrire attrazioni uniche e spassose, assicurano divertimento in massima sicurezza ed esperienze indimenticabili per grandi e piccoli. Non resta altro che scegliere il parco divertimento più affine alle tue esigenze e ai tuoi gusti: non lasciare che gli altri te lo raccontino, trascorri una splendida giornata nel parco divertimenti più adatto e vicino a te!

Pubblicato in Viaggi e Tempo Libero

Un camping di migliaia di studenti alle prese con hackathon, workshop, incontri e confronti: il Campus Party sbarca in Italia, questa estate a Bergamo.

 

Migliaia di studenti under 28 campeggiano in una città per maratone hack, incontri con le aziende locali, in giornate inframmezzate da panel di personaggi di caratura mondiale. Si chiama Campus Party, un format che è stato acquisito da italiani e finalmente arriva nel Belpaese, per la precisione a Bergamo in luglio.

 

Creato nel 1997 in Spagna, Campus Party è già presente con edizioni a cadenza annuale in Messico, Costa Rica, Portogallo, Brasile, Ecuador e Argentina. Ha uno spirito tipicamente universitario, un po’ come l’Erasmus, tanto che i partecipanti restano per sempre dei campuseros (così vengono chiamati, in tutto il mondo, i partecipanti).

Lo sbarco in Italia avviene grazie a tre soci, tra i quali Stefano Cagnoni, già direttore commerciale di Mtv, uno che conosce molto bene questo target.

Linea muscolosa, tratti morbidi e profilo filante, la Maserati Ghibli conferma con la sua eleganza tutto il meglio che la tradizione dell’automobile di lusso italiana ha da offrire

L’organizzazione di quella che potrebbe essere definita una Woodstoock dell’innovazione ha richiesto un Advisory Board per costruire i contenuti dell’agenda dei lavori, oltre che il coinvolgimento dell’ecosistema italiano dell’alta formazione, della ricerca e dell’innovazione. I partner di Campus Party sono il MIUR e il MISE, l’Agid, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) e diversi centri di ricerca. Il Comune di Bergamo collabora all’iniziativa e si è attivato per poterla ospitare in città, nello spazio Fiera.

 

Anche Italia Startup, il consorzio Netcomm, i principali acceleratori italiano contribuiranno ad arricchire il programma delle attività.

Se tutto andrà per il verso giusto (e stando alle premesse sembra proprio così), dal 19 al 24 luglio alla Fiera di Bergamo quattromila studenti dai 18 ai 28 anni, provenienti dall’Italia e dal mondo, parteciperanno a un intenso programma di conferenze, workshop, hackathon e laboratori, costruito grazie alla collaborazione delle principali istituzioni che in Italia si occupano di formazione, ricerca e innovazione. Ci sarà anche uno spazio apposito anche per le startup. Insomma, tanti giovani si confronteranno ed è importante che questo avvenga in Italia.

Dove, come, quando

 

Bergamo. La città lombarda, e la sua Fiera, è stata scelta per la prima edizione del nuovo format di Campus Party, acquisito da una società italiana. Uno dei fattori vincenti è risultato essere la vicinanza e comodità dell’aeroporto di Orio al Serio.

19-24 luglio 2016. La settimana in cui si svolgerà il Campus Party Italia.

Partecipanti. Sono attesi oltre 4 mila studenti universitari, ed è stato previsto che la città verrà invasa in quella settimana da centomila persone.

 

Partner. Il Campus Party è sostenuto a livello istituzionale dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero dello Sviluppo Economico, l’Agenzia per l’Italia Digitale, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU). Attraverso queste piattaforme avviene l’iscrizione all’evento.

(da Marco Viviani, 25 marzo 2016)

Nella foto Una partita di calcetto simulata con dei piccoli robot, con tecnologia realizzata dai “campuseros” in un scorsa edizione.

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Rubavano i Tir, prevalentementa del Nord Italia,  ma ignoravano che erano rintracciabili con il sistema satellitare. Arrestati tutti.


La banda operava fra le province di Monza, Bergamo, e Lodi.

Rubavano Tir che trasportavano di tutto , dai generi alimentari ai profumi e ai vestiti griffati.

L’indagine dei militari dell’Arma (denominata «Scania»), nasce dal ritrovamento in un capannone di Vaprio D’Adda, grazie al sistema di localizzazione satellitare, di un tir carico di generi alimentari rapinato a Paderno Dugnano il 17 gennaio 2014.

Oltre alla rapina di Paderno, vengono contestati una tentata rapina ad un tir a Dovera (Lodi), l’8 maggio, una rapina consumata il 1 maggio a Lodi ad un camionista che trasportava profumi e cosmetici per 230mila euro, e un altro episodio ai danni di un autista con un carico di giubbotti Moncler del valore di 800mila euro, avvenuto il 29 maggio a Crosio di Chignolo Po (Pavia).

I carabinieri del Nucleo investigativo di Monza, che hanno eseguito, 7 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal tribunale di Monza su richiesta del pm Giulia Rizzo.

Tutto ha preso dalla indagine su un pregiudicato bergamasco che aveva la disponibilità di un magazzino.

E da lì si è risaliti all’intera banda

Gli arrestati sono Gregorio De Luca, Vincenzo Buttafuoco, Fulvio Cilisto (indicato come il leader del gruppo), Mario Belotti, Aurelio Croce, e Taviano Caruso.

I primi tre sono in stato di fermo per rapina aggravata, e sequestro di persona, gli altri arrestati in flagranza per ricettazione.

All’elenco va aggiunto anche Giovanni Verre, già catturato questa estate nello stesso ambito di indagine.

Gli arrestati sono ora detenuti nelle carceri di Bergamo e Monza

Quasi tutti sono di origine calabrese.

La merce rubata valeva ben più di un milione di euro.

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