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Due misure cautelari nel Cosentino e sequestri per 3,7 milioni

Cosenza. I finanzieri della compagnia di Paola (Cosenza) hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare personale e un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di 3,7 milioni di euro,

 

emesso dal giudice per le indagini preliminari di Cosenza nei confronti di due persone residenti nella provincia di Cosenza, accusate a vario titolo di occultamento o distruzione di documenti contabili ed evasione fiscale.

Ai due vengono sequestrati denaro, quote societarie, beni immobili e mobili registrati, profitto dei reati contestati.

Sono state svolte anche numerose perquisizioni nella provincia di Cosenza.

Il provvedimento è stato emesso nei confronti di un amministratore 'di fatto' di una società risultata essere evasore totale, avendo nascosto al fisco, dal 2011 a oggi, ricavi per 11 milioni di euro. L'uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari, mentre un prestanome è risultato destinatario dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, con divieto di esercizio di qualsiasi attività di impresa e di assunzione di cariche per la durata di un anno.

Le indagini, spiega la finanza, sono scaturite da due verifiche fiscali, avviate dalle fiamme gialle anche con l'utilizzo delle banche dati, che hanno fatto emergere, sottolinea la guardia di finanza in una nota, gravi indizi di reati tributari.

L'inchiesta ha riguardato non solo la gestione delle due società al centro delle indagini, attive nel settore della commercializzazione di macchine e attrezzi agricoli, sia in Calabria che in altre Regioni italiane, ma anche numerose altre imprese, tutte operanti nel medesimo settore e facenti parte di un stesso gruppo, riconducibili a un'unica famiglia e a un 'dominus', che le fiamme gialle hanno individuato nell'indagato arrestato.

La guardia di finanza ha ricostruito i vari passaggi, dal 2000 al 2018, delle quote sociali e delle cariche societarie, ricostruendo la reale posizione fiscale della società 'fantasma' e definendo il ruolo dell'amministratore di fatto.

In questo modo è stato scoperto che, attraverso l'occultamento di migliaia di fatture e l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, non sono state dichiarate operazioni imponibili per 11 milioni di euro; è stata simulata la vendita di terreni e di una macchina agricola fra tre delle società investigate; sono stati gonfiati i prezzi di vendita di attrezzature e macchine agricole, tutto per sottrarsi al pagamento di imposte per oltre 3,7 milioni di euro.

Al temine delle indagini, complessivamente sono state denunciate 4 persone (2 delle quali destinatarie dei provvedimenti cautelari in corso di esecuzione), per i reati di occultamento o distruzione di documenti contabili, omessa dichiarazione, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, e sottoposti a sequestro denaro e beni per oltre 3,7 milioni di euro.

Pubblicato in Paola

Cosenza 8 dic. - Sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di Cosenza oltre sette milioni di luminarie e giocattoli natalizi, destinati alla libera vendita, carenti dei contenuti minimi informativi obbligatori per legge e potenzialmente pericolosi per i consumatori.

Questo è il bilancio dell’operazione “Prenatale protetto” sviluppata, nel periodo precedente a quello natalizio, al fine di prevenire la commercializzazione di prodotti nocivi destinati agli acquirenti ignari del pericolo.

L’attività svolta dalle fiamme gialle ha permesso di individuare diverse imprese gestite da cinesi, dislocate nell’area urbana cosentina ed in quella silana, che nel periodo precedente a quello natalizio si erano rifornite di ingenti quantitativi di articoli a tema “sospetti”.

I primi controlli si sono svolti nei confronti di imprenditori che hanno posto in vendita luci natalizie fabbricate nei paesi dell’area asiatica e prive delle necessarie certificazioni sulla sicurezza. Risalendo la filiera distributiva ulteriori controlli sono stati effettuati nei confronti di aziende all’ingrosso, venditrici dei medesimi prodotti.

Nel corso degli interventi, i finanzieri cosentini hanno rinvenuto milioni di luminarie, avvolte in bobine della lunghezza di centinaia di metri e pronte ad essere vendute ai clienti in violazione delle prescrizioni sulla sicurezza e sulla trasparenza del Codice del Consumo.

Le luci sequestrate, realizzate in varie forme e colori richiamanti i simboli del Natale, sarebbero state destinate al decoro degli ambienti domestici, sia interni che esterni, ed avrebbero esposto i consumatori al rischio di incidenti o cortocircuiti derivanti dal possibile surriscaldamento delle guaine protettive.

Altrettanto pericolosi per la salute degli acquirenti, soprattutto per quelli più giovani, i giocattoli natalizi funzionanti elettricamente connotati da estrema fragilità a causa della scarsa qualità del materiale utilizzato per la costruzione degli stessi e sprovvisti delle istruzioni ed avvertenze per l’uso senza rischi.

A conclusione dell’operazione sono stati posti sotto sequestro oltre sette milioni tra luminarie ed altri gadget natalizi ed i legali rappresentanti delle sette società sono stati segnalati alle competenti Autorità Amministrative per l’accertamento delle conseguenti violazioni amministrative e la confisca dei beni.

Pubblicato in Cosenza

I Carabinieri della Compagnia di Paola nei centri cittadini di Cetraro, Paola, San Lucido, Fuscaldo e Guardia Piemontese, da venerdì a domenica, hanno effettuato attività di controllo.

Il Ten. Col. Sutera Comandante Provinciale di Cosenza, ha disposto l’intensificazione dei controlli del territorio

Per questo i Carabinieri di Paola hanno effettuato serrati accertamenti finalizzati alla prevenzione e repressione di comportamenti potenzialmente idonei a creare danno alla pubblica incolumità, con particolare riferimento alla circolazione stradale nei Comuni di Cetraro, Paola, San Lucido, Fuscaldo e Guardia Piemontese.

Alta l’attenzione dei Carabinieri vicino a locali ed altri punti di aggregazione giovanile.

Per quanto riguarda l’attività di accertamento delle condizioni psico-fisiche dei conducenti, sono stati impiegati i precursori per lo screening veloce per verificare la positività derivante dall’assunzione di sostanze alcoliche nonché gli etilometri per l’accertamento della guida in stato di ebbrezza alcolica.

Più di duecento i veicoli e le persone controllate.

Numerose le persone sottoposte ad alcool test.

80 le infrazioni accertate al Codice della Strada;

14 le patenti ritirate a fini sospensivi, di cui n. 4 per guida sotto l’influenza dell’alcool, con valori accertati compresi tra 1,57 g/l e 1,57 g/l; n. 6 per sorpasso non consentito; n. 4 per guida con patente scaduta di validità.

Numerose anche le contravvenzioni:

n. 2 per mancato uso del casco protettivo,

n. 21 per mancato uso delle cinture di sicurezza,

n. 2; per uso del telefono cellulare alla guida ,

n.-5 per guida senza patente o con patente scaduta di validità,.

N 13 proprietari di veicoli sprovvisti della prescritta revisione.

Sequestrati amministrativamente n. 23 veicoli, di cui n. 21 per mancata copertura assicurativa, e sottoposti a fermo amministrativo n. 2 motoveicoli.

Deferito a piede libero anche un 32enne per violazione degli obblighi derivanti dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.

I controlli sono stati approfonditi anche nelle aree rurali dei Comuni interessati.

Pubblicato in Paola

Questo il comunicato stampa dei Carabinieri della Forestale

Cosenza 24 aprile 2017– Continua l’attività di controllo del territorio da parte dei militari della Stazione Forestale di Rossano.

In particolare nei giorni scorsi l’attività si è concentrata lungo il Torrente Colognati nel Comune di Rossano.

I controlli hanno portato al deferimento di due persone del luogo che avevano occupato abusivamente l’area demaniale.

Il primo utilizzava una superficie di quindicimila metri quadri di demanio fluviale, occupato senza titolo, quale deposito di calcinacci, rifiuti cementizi, letame, terre e rocce da scavo, materiale inerte e rifiuti vegetali.

Il controllo ha portato al sequestro dell’area e al deferimento dell’uomo per gestione illecita di rifiuti e occupazione di suolo demaniale.

Altro sequestro di un’area di oltre diecimila metri quadri con relativa denuncia per occupazione di area demaniale, è avvenuto dopo che si è constatato che il terreno occupato abusivamente era coltivato ad avena senza alcun titolo e senza aver acquisito il nulla-osta paesaggistico ambientale.

I due sequestri si aggiungono a quello effettuato nei giorni scorsi che rientra in un controllo capillare nel territorio delle foreste rossanesi predisposto dalla Procura della Repubblica di Castrovillari.

I militari delle Stazioni di Rossano e Acri hanno effettuato una serie di sequestri nelle località Patire, Cerasaro, Ieripino e Piano Ferraro.

Boschi di proprietà della Regione Calabria e gestiti da Azienda Calabria Verde dove è stato accertato il furto ad opera di ignoti di oltre 2354 piante quasi prevalentemente di Cerro.

Il taglio ha comportato, così come accaduto già in altri sequestri avvenuti nei mesi scorsi, un grave danno alla morfologia del territorio causa la denudazione del bosco.

Complessivamente il sequestro ha interessato 109 ettari circa di area boscata.

NdR. Ma nessuno controlla i boschi pubblici?

Pubblicato in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo:

 

“Si è conclusa nel mese di febbraio l’operazione complessa regionale denominata “Sardina Pilchardus” per il controllo della filiera della pesca a tutela degli stock ittici e del consumatore finale. L’operazione ha visto coinvolti tutti gli uffici periferici della Direzione Marittima di Reggio Calabria.

 

Tra la Calabria e la Basilicata tirrenica sono stati impiegati 94 militari, appartenenti alle Capitanerie di Porto di Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia, Gioia Tauro e Corigliano Calabro, coordinati dal Reparto Operativo - 5° Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Reggio Calabria, secondo le direttive impartite dal Direttore Marittimo della Calabria e della Lucania, Capitano di Vascello (CP) Giancarlo RUSSO.

I controlli svolti durante i mesi di gennaio e febbraio del corrente anno, hanno riguardato l’intera filiera della pesca, al fine di assicurare il rispetto della normativa di settore che impone il divieto di catture di specie ittiche vietate e/o sottomisura, nonché, il rispetto delle normative igienico sanitarie a tutela del consumatore finale.

L’attività di polizia marittima eseguita sul territorio di competenza del Compartimento Marittimo di Reggio Calabria ha portato al:

-sequestro penale di 282 kg di prodotto ittico vario, rinvenuto in cattivo stato di conservazione, a carico di venditori ambulanti non autorizzati;

-elevazione di nr. 16 verbali amministrativi per un ammontare di oltre 35.000 euro e sequestro di oltre 773 kg di prodotto ittico, a carico di:

-esercenti commerciali per la non corretta etichettatura dei prodotti ittici messi in vendita nei locali delle rispettive pescherie;

-pescatori professionali per aver imbarcato sul proprio peschereccio marittimi e non aver provveduto all’annotazione degli stessi sui documenti bordo;

-pescatori professionali per la detenzione e l’utilizzo di attrezzi da pesca non consentiti con conseguente sequestro amministrativo dei relativi attrezzi;

-diportisti per la detenzione di reti da pesca non consentite per la pesca sportiva/ricreativa.    

Complessivamente sull’intero territorio regionale sono stati redatti:

-nr. 38 verbali di illeciti amministrativi, per un importo complessivo di oltre € 116.000 e circa 1254 kg di prodotti ittici sequestrati in quanto privi di documenti obbligatori per la tracciabilità e sotto la taglia minima consentita;

-nr. 14 denunce penali di cui nr. 12 per cattivo stato di conservazione dei prodotti alimentari;

-nr. 12 sequestri penali per un totale di oltre 285 kg. di prodotto ittico di varie specie;

-nr. 13 sequestri di vari attrezzi da pesca utilizzati illegalmente in violazione alle norme di sicurezza della navigazione ed in materia di pesca sportiva.

L’attività di controllo sulla filiera della pesca nei confronti di chi effettua attività illegali, in particolare verso coloro che vendono prodotti alterati dal punto di vista igienico-sanitario o non idonei al consumo umano, è una delle principali linee d’indirizzo dell’attività istituzionale del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera.

La Guardia Costiera invita la collettività a prestare la massima attenzione nell'acquisto dei prodotti ittici, privilegiando quelli che rispettano le procedure di garanzia e salubrità alimentare in materia di etichettatura e tracciabilità, evitando di comprare quelli venduti illecitamente e senza garanzie per strada, privi di ghiaccio e protezione dagli agenti atmosferici da parte ambulanti non autorizzati.

Pubblicato in Reggio Calabria

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL SEGUENTE COMUNICATO :

VIBO VALENTIA. CONTINUA ANCHE NEL PERIODO INVERNALE L’ATTIVITA’ DEI MILITARI DELLA GUARDIA COSTIERA DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO VALENTIA MARINA. NELLO SPECIFICO, NEI GIORNI SCORSI, LA MOTOVEDETTA CP 733 IMPEGNATA IN APPOSITE OPERAZIONI DI VIGILANZA PESCA, PROGRAMMATE DAL SERVIZIO OPERATIVO E FINALIZZATE A VERIFICARE EVENTUALI ATTIVITA’ DI PESCA ABUSIVA, HA PROVVEDUTO A SEQUESTRARE NELLE ACQUE ANTISTANTI LA FASCIA COSTIERA COMPRESA TRA BRIATICO E PIZZO TRE RETI DA POSTA FISSE PER UN TOTALE DI OLTRE 1500 METRI E NOVE NASSE POSIZIONATE DA PESCATORI ABUSIVI. QUESTI ULTIMI, PER TENTARE DI SVIARE I CONTROLLI, AVEVANO POSIZIONATO SULLE BOE DI SEGNALAMENTO, IL NOMINATIVO DI UNA UNITA’ DA PESCA NON PIU’ ESISTENTE. L’EQUIPAGGIO DELLA MOTOVEDETTA CP 733, INFATTI, NEL LEGGERE IL NOME E LA MATRICOLA DEL MOTOPESCA, SI SONO INSOSPETTITI ED HANNO RICHIESTO UNA VERIFICA ALLA SALA OPERATIVA DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO, CHE TRAMITE LA SEZIONE PESCA E NAVIGLIO, HA APPURATO L’INESISTENZA DI TALE UNITA’ DA PESCA. DA QUI’ IMMEDIATO IL SEQUESTRO DELLE RETI, CHE HA IMPEGNATO PER OLTRE QUATTRO ORE I MILITARI A RECUPERARE LE STESSE A BORDO DELLA MOTOVEDETTA.

SONO IN CORSO INDAGINI DA PARTE DELLA SEZIONE DI POLIZIA MARITTIMA E DIFESCA COSTIERA DEL SERVIZIO OPERATIVO DELLA CAPITANERIA DI PORTO, FINALIZZATE AD ACCERTARE GLI AUTORI DEL POSIZIONAMENTO ABUSIVO DEGLI ATTREZZI DA PESCA SEQUESTRATI E AI QUALI DOVRANNO ESSERE NOTIFICATE CINQUE SANZIONI AMMINISTRATIVE PER UN COMPLESSIVO DI 10.000 EURO.

RISALE A QUESTA MATTINA, INVECE, IL SEQUESTRO DI CIRCA VENTI KG DI NOVELLAME TIPO BIANCHETTO, CHE VENIVA VENDUTO DA UN SOGGETTO AI MARGINI DELLA SS.18 ALL’ALTEZZA DEL BIVIO DI ACCONIA DEL COMUNE DI CURINGA. NELLA FATTISPECIE LA RADIOMOBILE CP 1436 DELLA SEZIONE DI POLIZIA MARITTIMA, IMPEGNATA IN ATTIVITA’ DI CONTROLLO DEL LITORALE, NOTAVA UNA PERSONA FERMA SUL CIGLIO STRADA CON UNA VASCA BLU CON DEL PRODOTTO ITTICO ALL’INTERNO, TIPO BIANCHETTO, SUBITO SEQUESTRATO DAI MILITARI E RIGETTATO IN MARE A SEGUITO DI AUTORIZZAZIONE ALLA DISTRUZIONE OTTENUTA DAL P.M. DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI LAMEZIA TERME. IL VENDITORE ABUSIVO E’ STATO DEFERITO ALLA COMPETENTE AUTORITA’ GIUDIZIARIA PER DETENZIONE, TRASPORTO E VENDITA DI NOVELLAME DI ALACCIA (TIPO BIANCHETTO).

CONTINUERANNO – SI LEGGE NELLA NOTA STAMPA INVITATA DAL SERVIZIO OPERATIVO DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO -, NEI PROSSIMI GIORNI, LUNGO IL LITORALE E PRESSO GLI ESERCIZI COMMERCIALI RICADENTI NELLA GIURISDIZIONE DEL COMPARTIMENTO MARITTIMO, LE ATTIVITA’ DI CONTROLLO DA PARTE DEI MILITARI DELLA GUARDIA COSTIERA, AL FINE DI CONTRASTARE E REPRIMERE LE ATTIVITA’ DI PESCA ILLEGALE E COMMERCIALIZZAZIONE DI NOVELLAME DI PRODOTTO ITTICO, RICORDANDO ALTRESÌ, A TUTTI I CONSUMATORI, CHE LE VIOLAZIONI, IN TALE AMBITO, SONO TUTTE DI RILEVANZA PENALE E RIGUARDANO ANCHE LA SEMPLICE DETENZIONE, IL TRASPORTO, LA COMMERCIALIZZAZIONE, NONCHE’ LA CATTURA.

DI FONDAMENTALE IMPORTANZA ED AUSILIO PER IL CONTRASTO DEL FENOMENO, ALTAMENTE DANNOSO PER IL NOSTRO ECOSISTEMA MARINO, E’ LA COLLABORAZIONE DEI CITTADINI CHE POTRANNO FARE LE SEGNALAZIONI DI VENDITA ABUSIVA TRAMITE IL NUMERO GRATUITO BLU 1530 ALLA SALA OPERATIVA DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO VALENTIA MARINA, CHE DISPORRA’ L’INTERVENTO DELLE PATTUGLIE E DELLE UNITA’ NAVALI.- 17 MARZO 2014

Pubblicato in Vibo Valentia

Sottovalutare il fenomeno della ‘ndrangheta e pensare che fosse territorialmente circoscrivibile è stato sicuramente un fato di assurda presunzione.

Non combattere, come si doveva e si deve ancor più oggi, la ‘ndrangheta, l’evasione fiscale, l’abnorme spesa pubblica di favore , le spese della casta, sono stati e sono sottovalutazioni tali da porre in pregiudizio non solo la democrazia e le libertà ma anche la stessa esistenza dello stato.

Ed ora che si tenta di recuperare quelle attenzioni mancate si scopre che questi fenomeni a cominciare dalla ‘ndrangheta sono mortali.

In questi momenti la Polizia sta eseguendo oltre 30 ordinanze di custodia e sequestri per milioni di euro.

La polizia ha eseguito, nella prima mattinata di oggi 4 marzo, alcune decine di arresti in Lombardia e in altre regioni italiane al termine di un'indagine nei confronti di presunti appartenenti alla 'ndrangheta operanti in Brianza. In corso anche perquisizioni e sequestri di beni mobili, immobili e società per un valore di decine di milioni di euro.

L'inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia milanese.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, riciclaggio, usura, estorsione, corruzione, esercizio abusivo del credito, intestazione fittizia di beni e società.

L'organizzazione, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbe più volte fatto ricorso all'intimidazione e alla violenza mentre in più occasioni sarebbe intervenuta per pacificare i dissidi sorti all'interno della stessa 'locale' di 'ndrangheta o con altre organizzazioni criminali.

Nell'ambito dell'operazione è stata anche scoperta a Seveso una vera e propria banca clandestina, in cui venivano riciclati i proventi delle estorsioni e dell'usura, grazie ad un'ampia rete di società ma anche alla collusione di imprenditori e di impiegati postali e bancari.

I capitali accumulati, hanno inoltre accertato gli inquirenti e gli investigatori, oltre a essere esportati in Svizzera e a San Marino venivano reimpiegati dall'organizzazione attraverso l'acquisizione di attività economiche nel settore edilizio, negli appalti e nei lavori pubblici, nei trasporti, nella nautica, nelle energie rinnovabili e nella ristorazione. Secondo gli inquirenti, i membri dell'organizzazione avevano anche organizzato una raccolta di denaro per sostenere i familiari di 'ndranghetisti detenuti.

Ne più ne meno……

Vedi Briangheta. La 'ndrangheta in Brianza a «centopassi» dal Lambro di Marco Fraceti


Pubblicato in Italia

La Forestale all’attacco dei frantoi che inquinano

Ed arrivano i primi due risultati

A Cosenza nella frazione Portapiana il primo risultato

Lo realizzano gli uomini dei Comandi di Dipignano, Mendicino e Rende, coordinati dal Nucleo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Cosenza (Nipaf).

Gli agenti avrebbero accertato che le acque di vegetazione delle olive venivano sversate illecitamente ed abbandonate in modo incontrollato sul suolo dei terreni a valle del frantoio, provocando così un invaso artificiale in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.

Da qui il sequestro preventivo del frantoio eseguito dal Corpo forestale che ha conseguentemente deferito all’Autorità Giudiziaria l’autore del presunto reato.

A Mottafollone, sempre il personale del NIPAF in collaborazione con il reparto di San Sosti, dipendente dal CTA di Rotonda (Potenza), è stato accertato un reato ancora più grave.

Grazie ad una valvola di scarico posta sul fondo delle vasche aziendali di raccolta delle acque di vegetazioni, comandata da una specifica chiave di costruzione artigianale, i reflui del frantoio posto in centro abitato sarebbero stati scaricati direttamente nella fognatura pubblica e da qui nel depuratore comunale. Forte il rischio del cattivo funzionamento del depuratore

Anche in questo caso si è reso obbligatorio il sequestro il frantoio, delle vasche di raccolta delle acque e della chiave, ed il deferimento all’autorità giudiziaria dell’autore del presunto reato.

Pubblicato in Cosenza

In un mese esatto dall’inizio della stagione venatoria gli uomini della Polizia Provinciale di Cosenza hanno condotto una intensa attività di prevenzione e repressione degli illeciti connessi all’esercizio della caccia effettuando un capillare pattugliamento e controllo del territorio.

In un mese sono stati eseguiti ben 415 controlli caccia, nell’ambito dei quali sono state denunciate 12 persone per reati connessi all’attività venatoria e comminate 18 sanzioni amministrative.

Sequestrati 11 i fucili , 135 munizioni e 44 gli esemplari di fauna abbattuta.

Ieri la Polizia Provinciale ha denunciato due bracconieri a Cassano allo Ionio e sequestrati 2 fucili, 83 cartucce ed un richiamo acustico elettromagnetico vietato dalla legge.

12 le persone denunciate.

“Nello scorso weekend, in agro di Cassano allo Ionio, in località Cucchiararo - Terzeria, il personale della Polizia Provinciale, in servizio presso il distaccamento di Mormanno, ha sorpreso due persone, R. L. e F. M., entrambi residenti a Cassano allo Ionio, intente ad esercitare la caccia in forma vagante nei pressi del luogo in cui si udiva un forte suono equiparabile al canto della quaglia, evidentemente proveniente dall’amplificatore di un richiamo elettromagnetico.

La Legge 157/92 vieta espressamente l’utilizzo di tali congegni negli articoli 21 e 30, per cui, ricorrendone i presupposti, i due uomini sono stati denunciati alla competente Procura della Repubblica. Si è, inoltre, proceduto al sequestro dei due fucili, delle relative munizioni, dei nove capi di fauna abbattuta e del suddetto richiamo.

Soltanto pochi giorni prima, in agro di San Giovanni in Fiore, la Polizia Provinciale aveva denunciato altri due cacciatori, poiché sorpresi a portare ed utilizzare le armi, senza possedere il richiesto porto di fucile.

Uno dei fenomeni più diffusi, purtroppo, è quello di “richiamare”, durante la notte, la fauna selvatica in un determinato luogo, avvalendosi di congegni acustici riproducenti il canto delle specie che s’intende abbattere, al fine di poter esercitare l’attività venatoria, il mattino seguente, in maniera più semplice e proficua ma, ovviamente, del tutto illecita. Ad oggi, sono stati sequestrati ben 8 richiami elettromagnetici rinvenuti in tutto il territorio provinciale. Per alcuni di essi, sono in corso le indagini per risalire ai proprietari.

Le attività del Corpo di Polizia Provinciale, in ambito venatorio, proseguiranno in maniera ininterrotta e serrata per tutto il periodo di apertura della caccia, con la mobilitazione di uomini e mezzi dislocati all’interno territorio provinciale.”

Pubblicato in Cosenza

Le continue conferme da parte del Tribunale della Libertà che rigetta i ricorsi porta a credere nell’impianto della Operazione Plinius.

La conferma dell’ipotesi dell'associazione mafiosa e del concorso esterno ha indotto il trasferimento degli arrestati in istituti di massima massima sicurezza d’Italia.

Il sindaco Pasquale Basile è stato trasferito ad Asti.

L'avvocato Mario Nocito si trova rinchiuso nel carcere di Pavia.

Piero valente è a Bologna

Franco valente è a Vibo valentia

Alvaro Sollazzo, ritenuto vicino al gruppo Stummo, è ad Asti.

L'ex assessore Franco Galiano è nel carcere di Nuoro.

L'ex assessore Raffaele De Rosa è nel carcere di Bari.

Mario Stummo è nel carcere di Prato.

L'ex consigliere di opposizione e imprenditore Luigi De Luca è nel carcere di Melfi.

Il tecnico Antonino Amato è nel carcere di Piacenza.

Il tecnico Vincenzo Bloise è nel carcere di Lanciano.

Il cetrarese Eugenio Occhiuzzi è nel carcere di a Genova.

Altri sono a Lanciano (Agostino Iacovo), a Torino ( Antonio Pignataro), a Civitavecchia( Roberto Cesareo), a Larino ( Riccardo Montaspro) , a Lecce ( Rodolfo Pancaro e Cantigno Servidio), a Catanzaro( Marco Zaccaro) , a Taranto( Giuseppe Zito)

Il Tribunale del riesame di Catanzaro ha rigettato:

-Il ricorso avanzato dai legali del tecnico Pierpaolo Barbarello, responsabile dei servizi ambientali al Comune di Scalea.

-i ricorsi avanzati per Riccardo Montaspro, che deve rispondere in gran parte sulle vicende relative all'area frangivento e per Agostino Iacovo, di Cetraro, indagato nelle questioni relative alla pubblicità sulle strade cittadine.

- i ricorsi avanzati per l'imprenditore Mario Stummo, per Francesco Saverio La Greca, per l'assessore Antonio Stummo, detto Gianmarco, figlio di Mario, e per il tecnico Antonino Amato.

- i ricorsi avanzati da Francesco Paolo Pugliese responsabile della società Avvenire che si occupa della raccolta dei rifiuti solidi urbani e da Santino Pasquale Crisciti responsabile della Despar.

Intanto continuano le azioni di recupero alla legalità del territorio che era stato abbandonato dalla politica.

Tra questi nei giorni scorsi il sequestro dell’area dei giochi gonfiabili effettuato di CC della Compagnia di Scalea, dalla Guardia Costiera di Maratea e dalla polizia locale . due le persone denunciate.

Pubblicato in Alto Tirreno
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