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“Due anni di attesa per un esame cardiologico a un 83enne!”

Così dice Wanda Ferro (FdI) «Sono sconcertata per quanto avvenuto all’ospedale di Serra San Bruno, dove ad un 83enne è stato fissato un esame cardiologico per il maggio del 2020, cioè tra oltre due anni.

Un vero e proprio insulto nei confronti di una persona che necessita di accertamenti sul proprio stato di salute, ma soprattutto una imbarazzante ammissione di resa della sanità pubblica di fronte ai bisogni dei cittadini»

«Prenotare un esame diagnostico a distanza di due anni significa costringere un paziente a rivolgersi ad una struttura privata o, come purtroppo spesso avviene, a rinunciare all’esame, considerato che soprattutto in territori montani come quelli delle Serre, gravemente penalizzati nei collegamenti e da una viabilità disastrata, non è facile per un anziano recarsi presso altre strutture sanitarie».

«Spero non siano questi i progressi nel settore della specialistica ambulatoriale pubblica sbandierati dal commissario Scura per giustificare i tagli alle strutture private.

Credo che della vicenda, ma più in generale dei lunghi tempi di attesa per la diagnostica che quotidianamente vengono denunciati in tutte le aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria, a causa di carenze strutturali e organizzative i cui effetti vengono arginati soltanto dall’abnegazione di medici e personale sanitario, debba occuparsi il Consiglio regionale e in particolare la commissione Sanità».

«Auspico inoltre che il nuovo governo ponga fine una volta per tutte ad un Commissariamento della sanità calabrese, che oltre a non avere ottenuto i risultati prefissati sta fornendo al governo regionale un comodo pretesto per assolversi dalle proprie responsabilità, mentre proprio oggi il presidente Oliverio ammette di non essere riuscito ad interloquire con il governo nazionale guidato dal suo stesso partito, e di avere sbagliato a minacciare di incatenarsi a Roma per poi non fare nulla»

Una imbarazzante ammissione di resa della sanità pubblica di fronte ai bisogni dei cittadini»

Possibile che nemmeno LEI, signora Ferro abbia compreso che il problema della sanità calabrese non lo crea Scura che finora ha obbedito al ministro e che è venuto in Calabria per problemi espressi dalla storica e perdurante evasione sanitaria che è figlia anche se non soprattutto delle lunghe attese per una visita.

Non è un problema di sanità pubblica e sanità privata : se quest’ultima funzionasse ( ed in alcuni casi funziona) chi se ne fregherebbe se nella sanità pubblica si creano lunghe file di attesa!

Il problema è la staticità del sistema, la approssimazione del sistema sanitario calabrese.

Come non segnalare, per esempio il fatto che per una visita gastroenterologia gli amanteani devono andare a Praia a mare!

Non può venire una volta ogni tanto il gastroenterologo ad Amantea?

Certo che può, ma deve deciderlo la regione! Ed allora perché non lo fa?

Pubblicato in Politica

Oliverio dice che: «I tagli di Scura mettono a rischio la salute dei cittadini».

Vediamo perché non è vero!

Basta leggere l’articolo seguente che parte da un titolo importante “Lamezia, bambino di tre anni in pericolo di vita salvato all’ospedale "Giovanni Paolo II" ,

per affermare, nel suo prosieguo, che il bambino con un elisoccorso è stato trasferito in Sicilia, presso l’Ospedale di cardiochirurgia pediatrica San Vincenzo di Taormina, in quanto in Calabria non esistono delle strutture di cardiochirurgia dedicate ai pazienti pediatrici".

Mai esistita!

La verità, quindi, è che mancano strutture ospedaliere altamente specializzate.

Questo l’articolo postato da IlLametino.it:

“Lamezia Terme – E’ stato il tempestivo intervento dei sanitari dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme a salvare la vita a un bambino di tre anni, giunto nel pomeriggio di Pasquetta al Pronto Soccorso dell'ospedale lametino per uno stato di disidratazione e per una sospetta infezione delle vie respiratorie. Ne dà notizia il dottor Antonio Gallucci direttore sanitario POU che ha espresso "soddisfazione nei confronti di tutti gli operatori coinvolti per l’eccellente professionalità dimostrata".

Dall'Asp di Catanzaro, in una nota, raccontano la vicenda del piccolo conclusasi nel migliore dei modi: "Arrivato in Pronto Soccorso il bimbo ha trovato la dottoressa Maria Crisalli che ha disposto la radiografia del torace. Dall’esito dell’esame radiologico è stato riscontrato un versamento pleurico a sinistra ed una polmonite a destra. Il PS di Lamezia, una volta accertato il grave quadro clinico del bambino, supportato anche dall’esame radiologico, ha richiesto subito la consulenza specialistica della Pediatria. Ad intervenire è stata la dottoressa Elisabetta Mercuri, la quale, dopo aver visitato il bambino, oltre a confermare quanto già riscontrato ha individuato anche un problema cardiaco che l’ha indotta a chiedere immediatamente la consulenza della Cardiologia. Ad affiancare i sanitari è stata questa volta la dottoressa Loredana A. Torchia che, una volta riscontrato un problema cardiaco serio, ha disposto un’ecocardiografia che è stata subito effettuata dal dottore Pasquale Pelaggi. Nel frattempo è stata allertata la struttura di Anestesia e Rianimazione perché il quadro clinico del bambino era molto grave, la pressione sistolica di 50 alla prima misurazione, 160 la frequenza cardiaca e 50/60 atti respiratori al minuto.

La situazione emodinamica era molto critica con parametri vitali alterati. Intanto, dall’esame ecocardiografico effettuato dal dottor Pelaggi era risultata la presenza di un tamponamento cardiaco con versamento pericardico di entità tale da poter compromettere la funzionalità del cuore, vale a dire che la sua compressione era tale da impedirgli di battere regolarmente fino a provocarne l’arresto. Secondo la stima fatta dal dottore Pelaggi attraverso l’esame ecocardiografico, circa un litro di versamento comprimeva il cuore. Dunque, la vita del bambino era in grave pericolo e i tempi di intervento strettissimi. Per questo dal PS si è cercato di contattare una delle Cardiochirurgie più vicine per procedere al drenaggio il più rapidamente possibile e scongiurare la morte del bambino per arresto cardiaco, che sarebbe avvenuto da lì a poco".

"In Calabria non esistono strutture di cardiochirurgia per pazienti pediatrici"

Con la situazione molto critica, ad aggravare la vicenda anche la mancanza di strutture idonee: "Dopo aver contattato le due Aziende di riferimento, la situazione appariva disperata: nessuna delle due strutture aveva voluto prendere in carico il bambino asserendo entrambe di non essere idonee al trattamento cardiaco dei pazienti pediatrici. Né le due strutture si erano rese disponibili all’operazione di drenaggio per poi trasferire il piccolo paziente nella prima struttura utile di Cardiochirurgia pediatrica. Dai due centri la risposta è stata “noi non siamo attrezzati per trattare i bambini”.

A questo punto l’anestesista Marcello Mura ha chiamato il dottore Pelaggi e insieme, non avendo altra alternativa, hanno deciso di procedere al drenaggio nell’ospedale di Lamezia Terme, anche perché, pur con l’ausilio dell’elisoccorso, non ci sarebbe stato il tempo di trasferire altrove il piccolo paziente. I sanitari, coadiuvati anche dall’anestesista Gabriele Bilotta, hanno così proceduto all’intervento in anestesia attraverso guida ecografica fino ad arrivare con l’ago ad un centimetro dalla parete del cuore, riuscendo a drenare circa 500ml di liquido. Fase operativa che ha consentito al bambino di superare la fase di criticità, iniziare ad ossigenarsi e mettersi in salvo. Stabilizzate le condizioni e ormai fuori pericolo di vita il piccolo paziente, tramite il 118, è stato immediatamente accompagnato in aeroporto dal dottore Mura e dal dottore Enzo Siniscalchi del 118, da dove con l’elisoccorso è stato trasferito in Sicilia. Ora si trova ricoverato nell’Ospedale di cardiochirurgia pediatrica San Vincenzo di Taormina, in quanto in Calabria non esistono delle strutture di cardiochirurgia dedicate ai pazienti pediatrici".

Il Direttore Generale ha manifestato l’apprezzamento per il Personale Medico e Infermieristico dell’Ospedale di Lamezia Terme che, con un corale lavoro di gruppo, ha salvato una vita umana in tenera età”

Pubblicato in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Tomaselli a Dg Perri:

“Superficiali si rivelano le dichiarazioni del Dg. Perri della ASP di Catanzaro in risposta alle proteste dei malati cronici riguardo alle lunghe liste di attesa per le visite specialistiche.

Il dg. Perri, infatti, non si è nemmeno preoccupato di modificare la forma, oltre che il contenuto, delle recenti dichiarazioni che riprendono pedissequamente quelle di un suo precedente intervento in risposta alla stessa categoria e, come nel 2016, rimanda alla lettura del DPGR 126/2011 sostenendo che l’ASP opera nel pieno rispetto di quanto in esso contenuto, fermo restando che nel decreto in oggetto viene riportata sostanzialmente l’accettazione dell’annoso commissariamento sanitario calabrese.

Bene farebbe il direttore Perri a posare i piedi nella realtà piuttosto che propinare, in risposta di specifiche richieste di intervento, il nulla poiché la realtà sanitaria calabrese è ben diversa da quella dei freddi decreti che sciorinano provvedimenti atti al rientro del debito sanitario e non al servizio stesso e lo affermo in qualità di medico che vive i disagi quotidiani sia della categoria e, soprattutto, dei cittadini che si rivolgono alle strutture pubbliche.

Dovrebbe sapere, Perri, che un ammalato (se cronico a maggior ragione) ha necessità di curarsi e di sottoporsi a visite mediche di controllo per vivere e non di passare ore in coda allo sportello per prenotare un esame diagnostico o una visita medica specialistica per poi sentirsi comunicare che la data è fissata anche a 2 anni di distanza a meno che non si opti per l’intramoenia, che “offre” al malato la possibilità di avere immediatamente accesso alle richieste dietro pagamento.

Noi di Azione Identitaria ci siamo già occupati (e torneremo ancora nelle piazze a denunciare questo sopruso) di intramoenia definendo il provvedimento “la mazzetta legalizzata” in quanto troviamo scandaloso che le lunghe liste d’attesa si dissolvano alla vista del dio denaro.

Consiglieremmo, piuttosto, al dg. Perri di controllare se queste liste esistono e se sono davvero così lunghe, ricordandogli che la salute è un diritto che lo Stato deve garantire ai cittadini e non puo’ prescindere da beceri compromessi economici.

Dr Enrico Tomaselli Vice coordinatore regionale AZIONE IDENTITARIA CALABRIA”

Pubblicato in Lamezia Terme

Lo sappiamo che Oliverio si è sempre affidato al suo personale ufficio comunicazione che non manca mai di farne un mito per i calabresi e gli italiani

Ma ieri per distrarre dall’evento Lorenzin e poco avendo da fare in giunta regionale ecco il governatore che visita la mostra "Il Mediterraneo mito del vento", di Franco Azzinari a Catanzaro.

E poi i suoi bravi fotografi ne imprigionano lo sguardo volitivo ed intenso

Ma ecco il comunicato stampa:

«"Il Mediterraneo mito del vento" è la suggestione scelta da Azzinari, il "pittore del vento" - si aggiunge nel comunicato - nel proporre nelle sede della Regione, che sostiene l’evento, una vasta selezione delle sue tele, in gran parte ispirate da questo elemento naturale, il vento, appunto, che sembra dar vita ed animare, tra i colori, i quadri, muovere i campi di grano, le distese fiorite, le fronde degli ulivi.

Una celebrazione della Calabria, dei suoi paesaggi, nelle tele cui sono affiancate opere che riportano ai molti viaggi dell’artista, soprattutto nell’amata Cuba, ed ai ritratti di personalità quali Gabriel Garcìa Màrques, Fidel Castro ed Ernest Hemingway».

«A guidare nel percorso espositivo - si afferma ancora nella nota - è stato stamane lo stesso Azzinari, che ha accompagnato il presidente Oliverio il quale ha avuto modo di esprimere il proprio sentito apprezzamento per la mostra.

Ad arricchire il momento inaugurale anche due creazioni, indossate da altrettante giovani modelle, della stilista Sladana Krstic che da tempo collabora con Azzinari: abiti originali confezionati per l'occasione, ispirati ai colori delle Clementine di Calabria IGP il cui Consorzio sponsorizza l’iniziativa.

La mostra - ha concluso la Regione - resterà aperta sino al 15 febbraio prossimo.

A disposizione dei visitatori il catalogo edito da Rubbettino»

Nessuno spazio per l’anziano ed unico contestatore che abbiamo fotografato davanti alla sede della regione e che vi mostriamo unici in Calabria!

Pubblicato in Alto Tirreno

Come è possibile che in Calabria possano succedere queste cose?

Siamo forse in presenza di un esercito di Franceschiello?

E chi è Francesco II di Borbone?

Solo Mario Oliverio o quanti altri si nascondono dietro le sue folte chiome?

Ecco cosa denuncia la CISL.

Il sindacato denuncia gli utilizzi temporanei disposti da un decreto del 30 novembre 2016. Dipendenti degli ospedali sono chiamati a svolgere incarichi amministrativi alla Cittadella. «È in atto un'emorragia in un settore già fortemente penalizzato»

“Arrivano a quota 56 i dipendenti del comparto sanitario in prestito alla Regione Calabria. Utilizzi temporanei di lavoratori su cui la Cisal chiede di fare luce, visto che alcuni di essi si protrarrebbero da quasi dieci anni o, in un altro caso, lo stesso dipendente sarebbe stato ceduto contemporaneamente da due distinte aziende, sanitaria e ospedaliera: «Com’è possibile che con decreto del 30 novembre 2016, il dirigente generale del dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie non abbia fatto caso che un dipendente è stato prorogato da due aziende diverse? Un decreto, quest’ultimo, nel quale si dispone l’utilizzo temporaneo, fino al 31 dicembre 2018, di 39 unità lavorative delle diverse aziende ospedaliere e sanitarie».

«Sembra incredibile – evidenzia il sindacato – che in continuazione vengano svuotate le corsie degli ospedali calabresi per trasferire il personale negli uffici amministrativi della Cittadella regionale. Ostetriche ed infermieri, infatti, invece di svolgere il lavoro per il quale sono stati assunti, preferiscono “accomodarsi” in ufficio per svolgere mansioni amministrative. Non si comprende la logica di tale fenomeno. Forse svolgere incarichi amministrativi in Regione equivale a somministrare farmaci e flebo in corsia?

La perizia nell’effettuare iniezioni di medicinali abilita anche a gestire impegni contabili e liquidazioni? E poi questo progressivo svuotamento dalle corsie dei nosocomi come si configura all’interno della gestione del sistema sanitario regionale?

Come può pretendere il presidente della Regione Calabria di essere nominato commissario per il piano di rientro della sanità se la “macchina” che lui stesso amministra causa questa emorragia di personale alle aziende sanitarie?».

«Dopo un’attenta verifica – proseguono i vertici della Cisal – abbiamo scoperto tanto altro ancora. Il flusso di personale comandato presso la Regione Calabria e proveniente dalle strutture sanitarie è inarrestabile.

Il record di trasferimenti in uscita lo detiene l’Asp di Catanzaro con ben 21 dipendenti “ceduti”, seguita dall’A.O. Pugliese-Ciaccio del capoluogo di regione a quota 12, dall’Asp di Cosenza con 8 unità, e quindi dall’Asp di Crotone che ha mandato in Regione 5 lavoratori, dall’A.O. Mater Domini che ha dato in prestito 4 dipendenti a pari merito con l’Asp di Reggio Calabria e, fanalino di coda, l’Asp di Vibo Valentia con sole 2 unità assegnate temporaneamente».

Numeri alla mano, «stiamo parlando di ben 56 dipendenti – rileva la Cisal – che, cosa ben più strana, rappresentano il 65% del personale del dipartimento Tutela della Salute e Politiche sanitarie. Ancora più strano pare il fatto che, dopo averli acquisiti in maniera quanto meno opinabile, il citato dipartimento ha poi reputato di poterne fare a meno tanto da consentire a 7 unità lavorative di transitare presso la Stazione unica appaltante.

Pare, insomma, che sia stato messo in piedi un iter amministrativo per acquisire personale regionale senza le necessarie procedure concorsuali, come previsto dalla normativa vigente. Ma non finisce qui. Agli stipendi tabellari, di alcuni dei dipendenti trasferiti, sono stati aggiunti lauti compensi grazie all’assegnazione di posizioni organizzative, perfino a personale a tempo determinato».

«Come si può – si domanda la Cisal – concedere una posizione organizzativa a personale a “tempo determinato” o a risorse umane comunque, in “prestito”?

E il personale già in forza alla Regione deve rimanere a guardare? Si è preventivamente verificato che nessun dipendente regionale di ruolo potesse ricoprire con altrettanta competenza i posti affidati al personale esterno?».

«Perché – rincara il sindacato – la Regione rimborsa e riconosce la posizione organizzativa a dipendenti contrattualizzati da un’azienda sanitaria, oltretutto uno dei quali a tempo determinato? Partendo dai casi citati chiediamo l’immediato accertamento su ogni singolo “utilizzo temporaneo”, anche perché di temporaneo hanno ben poco visto che ci sono proroghe risalenti al 2008!».

«Guardando al lato strettamente economico – prosegue la Cisal – vogliamo ribadire che qui non si parla assolutamente di costo zero. Per la Regione Calabria questi “prestiti” hanno un prezzo, partendo dai rimborsi alle Asp per le posizioni organizzative sottratte “abusivamente” ai dipendenti regionali, fino ad arrivare agli spazi occupati negli uffici della Cittadella con la conseguente attivazione di una serie di servizi che gratis non sono. Per fare solo qualche esempio: postazione lavorativa, computer, stampante, corrente elettrica, riscaldamento, aria condizionata, linea telefonica, internet e cancelleria».

Oltre alla spesa la Cisal guarda anche alla resa: «Una buona percentuale di persone – sottolineano i vertici sindacali – riteniamo siano state collocate al posto sbagliato, in quanto avrebbero le potenzialità per essere più efficaci ed efficienti in contesti operativi diversi da quelli assunti con l’assegnazione temporanea. Invece, assistiamo al “passeggio” nei corridoi regionali di medici e infermieri sottratti ai compiti per i quali sono stati assunti negli ospedali calabresi. A cui si aggiunge una schiera composta da nutrizionisti, ostetriche, psicologi, dirigenti medici di pronto soccorso, biologi, tecnici della prevenzione oltre alle due infermiere professionali e agli altrettanti dirigenti medici di cui abbiamo ampliamente discusso solo qualche settimana fa».

«Quale sarà mai la logica di tale fenomeno di migrazione? – è la domanda del sindacato, che prosegue –. In Regione lavorano all’incirca 1.970 persone, qualora questo numero non fosse sufficiente perché non indire dei concorsi per meglio valorizzare il personale interno? Non è ben chiaro il motivo per cui viene utilizzato personale esterno e, soprattutto, perché sottrarre queste energie a una sanità che è già in grosse difficoltà. D’altro canto, invece, assistiamo al fatto che, lo scorso 8 novembre 2017, un dipendente regionale (a tempo indeterminato – categoria C) ha presentato istanza di mobilità interna interdipartimentale, presso il dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie, e non gli è stata accettata (ahinoi!). Ma insomma il citato dipartimento ha bisogno di essere rinforzato o no? O l’unico rinforzo ammissibile è quello che proviene dall’esterno?».

A questo punto la Cisal alza il tiro: «Vuoi vedere che tra questi “casi” di utilizzi temporanei sussistono pure rapporti di parentela? A pensar male si fa peccato ma spesso s’indovina».

«Ce n’è quanto basta – continua la Cisal – per richiedere all’amministrazione regionale provvedimenti urgenti e straordinari per fermare questo modo di gestire la cosa pubblica e, se è il caso, annullare i provvedimenti amministrativi che hanno permesso quanto denunciato. Provvedimenti che ledono la dignità professionale sia dei lavoratori “pro tempore” sia dei dipendenti dell’Ente. Provvedimenti sulla cui regolarità permangono forti dubbi. Perplessità che ci spingono a sollecitare le aziende sanitarie, ospedaliere e la stessa Regione Calabria, quale ente controllore, a riportare con urgenza il personale nelle rispettive aziende di appartenenza. Rimanere sordi – concludono i vertici sindacali calabresi – alle nostre ripetute istanze di normalizzazione, che giungono ormai da tutti i lavoratori regionali, significa minare la loro fiducia e quella dei cittadini calabresi nelle istituzioni». Con buona pace dei lavoratori regionali che ne continueranno a pagare il prezzo più alto.

Da https://www.laltrocorriere.it/cisal-regione-56-imboscati-dalla-sanita/

Pubblicato in Calabria

Così cantava Ornella Vanoni aggiungendo che “È uno di quei giorni in cui rivedo tutta la mia vita bilancio che non ho quadrato mai

Posso dire d'ogni cosa che ho fatto a modo mio ma con che risultati non saprei”

Non sappiamo se Oliverio la stia cantando in attesa dell’incontro con la Lorenzin.

Magari aggiungendo la seconda strofa della canzone , quella che dice ” E non mi son servite a niente esperienze e delusioni.

E se ho promesso, non lo faccio più ho sempre detto in ultimo ho perso ancora ma domani è un altro giorno, si vedrà”

Vincerà, perderà, non è dato sapere.

Basta aspettare un giorno o poco più

Insieme a lui aspetteranno anche i 350 sindaci, compreso quello di Amantea, solidali con la sua campagna finalizzata ad allontanare Scura .( sono quelli nella foto)

Questo il comunicato del suo ufficio stampa:

Si terrà martedì 5 dicembre l’incontro a Roma sulla sanità calabrese tra il presidente della Regione Mario Oliverio e il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin.

«Al centro della discussione il destino del commissariamento del comparto – si legge in una nota dell’Ufficio stampa della Giunta – su cui la Regione e una larga maggioranza delle istituzioni calabresi si sono espresse chiedendo la fine della gestione straordinaria e la rinegoziazione del piano di rientro».

Dopo la conferenza dei sindaci che si è tenuta lo scorso 29 novembre, nel corso della quale Oliverio ha esposto le ragioni di «un urgente cambio di passo nelle politiche sanitarie, alla luce delle gravi criticità che l’attuale commissariamento ha prodotto», ben 350 sindaci, a cui si sono aggiunti i presidenti delle 4 Province e della Città Metropolitana, hanno sottoscritto un documento di pieno sostegno alla posizione assunta dal governatore.

«Tutti gli indicatori – è uno dei passaggi del documento – certificano il fallimento delle gestioni commissariali: dal mancato risanamento economico, al rispetto dei livelli essenziali di assistenza, all’emigrazione sanitaria passiva.

Tutto ciò, dopo otto anni di piano di rientro e sette anni di commissariamento non è più sostenibile. La conferenza dei sindaci calabresi ritiene urgente il superamento della gestione commissariale e la rinegoziazione del piano di rientro».

Ecco l’elenco dei sodali del presidente:

«Mario Oliverio la smetta di spacciare fake news».

Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, capogruppo in commissione sanità, con riferimento alle recenti dichiarazioni del governatore della Calabria, che ha annunciato di non rinegoziare a Roma il Piano di rientro dal disavanzo sanitario ragionale e di chiedere invece al governo nazionale «un atto interruttivo del commissariamento» della sanità calabrese.

«Oliverio – incalza la parlamentare 5stelle – può chiedere qualsiasi supercazzola brematurata, di monicelliana memoria. Ormai non gli crede più nessuno.

La verità è che dal commissariamento della sanità si esce soltanto presentando un nuovo Piano di rientro, che deve essere approvato.

Questo dice la legge, a meno che qualche leguleio dop non pensi che il diritto creativo alla calabrese valga nel resto dell'Italia».

«A nulla – precisa la parlamentare M5s – serve l'ordine del giorno che i parlamentari calabresi del Pd riferiscono approvato.

Anche se lo fosse, è un trucco da strapazzo per convincere l'opinione pubblica che cambieranno le sorti sanitarie.

Finora il governatore non ha mosso un dito: non ha impugnato i decreti commissariali sulla rete ospedaliera né ha mai recuperato i 2miliardi in meno che per la sanità la Regione ha ricevuto dallo Stato, dal '99 a oggi.

Inoltre Oliverio ha nominato dirigenti in violazione di legge e ha consentito che direttori generali di sua nomina prendessero bonus di migliaia di euro, malgrado i disavanzi milionari prodotti negli anni».

«A ridosso delle elezioni politiche – conclude Nesci – Oliverio recita a soggetto, cercando di nascondere la sua incapacità, la sua inconcludenza e la sua malafede.

Non gli consentiremo di prendere in giro il popolo calabrese».

Pubblicato in Calabria

Parrà incredibile, ma è così.

Della serie cioè#oracheparlanoisindaciparlanoancheideputati.

Ieri Oliverio ha convocato per la prima volta la conferenza dei sindaci, quasi che essa non avesse alcuna utilità, non servisse a niente, non fosse un organo di alta democrazia

E ieri lui stesso è stata una vera sorpresa con un intervento di alto spessore politico e di alta carica sociale

Quasi un proclama ricco di calabresità in particolare quando ha detto di parlare senza casacca ma soltanto in nome della calabria.

Non potevano non applaudire e non rispondere i sindaci presenti anche essi spogliati di casacche

Una decisione corale in favore della sanità calabrese, di una nuova sanita.

E così ecco la nota stampa di E.B.Bossio

“Montecitorio ha accolto la richiesta deliberata ieri dalla conferenza regionale dei sindaci calabresi per determinare nuove condizioni di gestione della sanità in Calabria.

Oggi, dopo il voto di fiducia sul decreto fiscale, è stato approvato in aula a Montecitorio, un ordine del giorno, sottoscritto dai deputati Pd  calabresi Bruno Bossio, Magorno, Aiello, Barbanti, Battaglia, Censore, Covello, Nicodemo Oliverio, relativo alla criticità già evidenziata nel corso della conferenza regionale dei sindaci. 

Con tale atto si  chiede  al Governo di porre fine all’attuale commissariamento della sanità in Calabria e di attivare contestualmente un tavolo istituzionale con la Regione Calabria al fine di porre in essere una road map in grado di assicurare un’attenta gestione finanziaria e soprattutto di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza per i cittadini”

Un po’ tardi, ma una buona cosa , della serie#quasicomesefossimoprossimialleelezioni.

Pubblicato in Calabria

E poi l’Italia si sorprende perché la Calabria è ultima per qualità della vita!.

Il Sole 24 ore pone le 5 province calabresi tra le ultime 15 della intera Italia per qualità della Vita.

Come potrebbe essere diversamente se vergogna delle vergogne nel poliambulatorio di Amantea non si riesce nemmeno a prenotare una visita perché molto spesso manca la linea internet.

Stamattina alcune persone anziane hanno perso la pazienza per la impossibilità di prenotare le visite sanitarie che il medico ha loro prescritto.

Venivano da fuori Amantea ed avevano dovuto pagare una persona per portarle ad Amantea.

Mortificati gli operatori hanno detto loro che mancava la linea internet.

Altro che bicchiere mezzo pieno!.

Qui fra poco non ci sarà nemmeno il bicchiere.

E’ vero che stamattina sembrava una Amantea nel periodo della guerra

La posta del quartiere superiore era chiusa perché mancava la luce.

Il personale del comune non ha potuto firmare perché mancava la luce.

Addirittura per qualche tempo è mancata la linea internet, cosa questa che capita anche nella abitazioni dove, come la nostra, si gestisce un sito web.

Altro che fake.

Ad Amantea molto è "falso", "contraffatto", "alterato", “nascosto”.

E non è solo un fatto di volontà, ma di abbandono.

Si parla di mare pulito, ma è una fake news.

Si parla di strade precorribili, ma è una fake news.

Si parla di rispetto della legge, ma è una fake news.

Si parla di una città , ma forse è anche questa una fake news.

Si parla di sanità e questa è certamente una fake news se non solo le liste di attesa sono infinite ma addirittura e spesso non si riesce nemmeno a prenotare la visita.

Chi deve rimediare?

La Politica? La Magistratura? I Santi?

Od addirittura è obbligatorio emigrare?

Pubblicato in Campora San Giovanni

Fare confusione è quasi sempre la scelta migliore per non fare nulla, per non risolvere realmente il problema che si fa finta di affrontare.

Ma soprattutto è il sistema migliore per lasciare le cose come stanno.

Certo ogni occasione anche confusa è una opportunità per parlare.

Ma la cosa importante è l’ incontro.

Incontro del quale è importante approfittare per parlare di Amantea.

Grazie allora Oliverio.!

Grazie Presidente per aver convocato per mercoledì prossimo, 29 novembre, alle ore 10.30, presso la Sala verde della Cittadella regionale, la Conferenza regionale dei sindaci dei Comuni calabresi per discutere delle gravi problematiche che caratterizzano la gestione del servizio sanitario regionale.

Chiediamo pertanto al sindaco Mario Pizzino , all’Assessore alla sanità Ianni Parlarchio Andrea ed , al consigliere delegato all’ASP ed al Poliambulatorio Enzo Giacco di essere presenti e di raccontare a tutta la Calabria lo stato di grave insufficienza della sanità di Amantea e del Basso Tirreno Cosentino.

Impossibile perdere questa occasione se proprio il governatore nella lettera di invito dice che «Il confronto tra l'amministrazione regionale e i rappresentanti degli enti locali è finalizzato a valutare i dati ufficialmente rilevati, anche dal tavolo di controllo e monitoraggio interministeriale, relativi al mancato perseguimento degli obiettivi assegnati al mandato commissariale di nomina governativa.

A distanza di sette anni dall'insediamento dell'Ufficio del commissario per la gestione della sanità calabrese non soltanto non si è registrato il rientro del disavanzo finanziario pregresso, ma il deficit del bilancio sanitario regionale è notevolmente incrementato».

Sette anni durante i quali Amantea ha man mano perso quasi tutti i servizi sanitari diventando la zona in Calabria più abbandonata dalla vera sanità e dalla vera politica.

Lo conferma proprio Oliverio quando dice che “di fronte alla drammatica e straordinaria condizione in cui è stata condotta la sanità calabrese la Conferenza dei sindaci costituisce un significativo momento di consultazione istituzionale per la definizione degli orientamenti e delle scelte che dovranno essere assunti dall'amministrazione e dal consiglio regionale della Calabria”

Bene. I nostri politici allora vadano a rappresentare che la situazione della sanità calabrese di Amantea è la peggiore in tutta a Calabria.

Noi ci saremo e diremo a nostri lettori cosa faranno i nostri bravi rappresentanti politici.

Pubblicato in Politica
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