Vibo Valentia. Difficile dimenticare la frana enorme, immensa, tale da cambiare i connotati ad un’intera valle a Maierato.
Era il 15 febbraio del 2010.
L’iniziativa dell’allora sindaco Sergio Rizzo consentì che nella casella dei morti fosse riportato il numero “0”.
Oggi la Procura di Vibo Valentia ha chiuso il cerchio sull’inchiesta relativa alla ricostruzione e alla messa in sicurezza dell’area colpita sei anni addietro dalla spaventosa frana di Maierato.
Il reato ipotizzato a carico delle persone che rischiano di finire a processo è di truffa in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
A rischiare il rinvio a giudizio sono i direttori dei lavori Ernesto Silvaggio, 61 anni, di Maierato; Paolo Suppa, 56 anni, anch’egli di Maierato; Antonio Lombardo, 60 anni, responsabile del procedimento e al tempo vicesindaco di Maierato; Gregorio Tolomeo, 51 anni, di Maierato, responsabile del servizio Ufficio tecnico del Comune; gli imprenditori Alessio Montesano, 30 anni di Soriano; Domenico Prestanicola, 38 anni, di Vibo Valentia e Pasquale Galati, 58 anni, di Monterosso Calabro.
Secondo gli investigatori, Suppa, Silvaggio, Tolomeo e Lombrado, facendo «ricorso ad artifizi e raggiri», avrebbero sottoscritto il certificato di ultimazione dei lavori con il quale documentavano che le imprese (la “Montesano Srl”, la “Edil Prestanicola” e la “Galati Pasquale”) avessero ultimato gli interventi di somma urgenza relativi alle strade comunali di Maierato (la “Giusella-Costieri”, la “Pozzo-Gano”, “Cannella” e “Rocca Angitola”) che erano stati affidati con delibera di giunta il 15 marzo del 2010 (quindi un mese dopo la frana) mentre in realtà gli stessi erano ancora in corso.
In più avrebbero redatto il certificato di regolare esecuzione dei lavori «dichiarando falsamente che l’opera consegnata fosse rispondente al contratto mentre invece era difforme da quanto pattuito e quindi pericolosa per la pubblica incolumità».
In questo modo sarebbero stati indotti in errore non solo il Comune di Maierato ma anche la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Protezione civile e la Regione Calabria che avevano finanziato i lavori nell’ambito della cosiddetta “emergenza frana”.
E così, tra il 21 novembre del 2013 e il 27 gennaio 2015 (data degli ultimi pagamenti) alla Montesano sarebbero state liquidate somme per un totale di 114mila euro, alla Prestanicola per 137mila euro e alla Galati per 26mila euro.