Bologna, 23 Gennaio 2016 – «Sono sceso dalla macchina e un ragazzo chiaramente italiano e con il volto coperto mi ha detto di stare fermo e non immischiarmi. A quel punto ho vistosette-otto persone, con giubbotti scuri, cappelli e sciarpe alzate sul viso, correre verso una gruppo di spacciatori e prenderli a botte con dei manganelli».
Il racconto di Francesco Nadalini, del Comitato azione Bolognina, ricorda molto la scena di un film instile Gomorra, ma in realtà è quanto accaduto l’altra sera poco dopo le 21 in via Franco Bolognese, nota piazza di spaccio della Bolognina, dove le risse sono all’ordine del giorno.
Unepisodio inquietante, questo, che irrompe nel dibattito legato alla sicurezza in Bolognina, dove da mesi i commercianti la mattina fanno il bollettino dei negozi derubati e i residenti vivono a contatto con gli spacciatori.
Questo, però, non è il solito regolamento di conti tra bande rivali, ma un’azione organizzata e studiata, tipica di chi vuole farsi giustizia da solo. «In questa strada praticamente ogni sera ci sono liti – spiega Nadalini –. Raid punitivi del genere, con manganelli e spray al peperoncino, dove vengono puntati gli spacciatori, non ne ho mai visti. È stata sicuramente un’azione punitiva».
Altri raccontano di sette-otto ragazzi vestiti congiubbotti, sciarpe e cappelli a copertura del volto, correre in via Franco Bolognese verso via Fioravanti a caccia degli spacciatori.
Un pusher africano che era presente confida : «Erano tutti bianchi, italiani, avevano i tirapugni e le mazze .Alcuni di noi sono stati accecati con lo spray negli occhi e poi presi a botte. Un senegalese di cinquant’anni è stato buttato a terra e picchiato».
L’aggressione è durata pochi minuti, ma dopo nessuno ha chiamato ambulanze, polizia o carabinieri. Nemmeno i pusher.
Da Il Resto del Carlino