
Riuscire a stabilire una connessione con i propri clienti è un obiettivo che qualunque business si propone di raggiungere. Ebbene, tale finalità può essere conseguita con l’aiuto dei gadget personalizzati, che sempre più di frequente vengono considerati una preziosa risorsa a disposizione delle imprese – di qualunque dimensione – che hanno la necessità di promuoversi. Le direttrici lungo le quali ci si può muovere con l’aiuto dei gadget sono molteplici: questi articoli, infatti, consentono di farsi ricordare e al tempo stesso consolidano la brand identity. Presenze fisse in occasione di eventi e fiere di settore, i gadget possono essere distribuiti in omaggio anche in contesti in cui la loro diffusione è inattesa, così da innescare una piacevole sorpresa.
Le idee di Gadget365
Prima di andare alla scoperta di tutte le ragioni per le quali vale la pena di arricchire la propria strategia di marketing con i gadget personalizzati, conviene capire dove questi articoli si possono comprare. Per chi è abituato agli acquisti online, lo store virtuale di Gadget365 è il miglior punto di riferimento a cui ci si possa affidare: non solo per la vastità del suo catalogo, ma anche per la convenienza dei suoi prezzi. Chi visita il sito ufficiale Gadget365 ha l’occasione di entrare in contatto con una realtà italiana di comprovata esperienza, non a caso parte di Assoprom, la più importante associazione di settore nel nostro Paese: una garanzia di sicurezza e affidabilità.
La connessione con i clienti
I gadget consentono a chi li sceglie per le proprie strategie di stabilire una connessione diretta e duratura con i clienti, oltre che con i dipendenti, i collaboratori e i fornitori. Questi prodotti rappresentano, dunque, degli strumenti con l’aiuto dei quali ci si può promuovere, ma non solo: sono risorse che assicurano un prezioso vantaggio competitivo. Parliamo, in sintesi, di articoli su cui viene stampato il logo del marchio da promuovere, eventualmente insieme con i recapiti aziendali. Chiunque abbia il privilegio di ricevere in omaggio un prodotto di questo tipo percepisce di essere importante e si sente, in un certo senso, coccolato, riconoscendo al marchio un valore extra. Il consiglio è di evitare i gadget più tradizionali, che rischiano di affondare nella banalità, come i calendari da scrivania. E se proprio si vuol puntare su evergreen come penne o t-shirt, è bene privilegiare le proposte di qualità più elevata. Vale comunque la pena di provare a distinguersi, con prodotti come le borracce in alluminio o le chiavette Usb, che promuovono valori di sostenibilità e innovazione.
Il marchio diventa più forte
Grazie alla scelta dei gadget, il marchio e la sua percezione risultano rafforzati. Chiunque proponga degli articoli personalizzati dimostra di tenere al legame con i propri clienti e, più in generale, con tutte le figure a cui i gadget sono destinati (per esempio i fornitori). Si tratta di piccoli gesti che, però, sono in grado di far la differenza. È sempre una buona idea apporre il proprio logo su un certo prodotto, affinché il marchio da promuovere possa essere accostato a valori positivi. Se poi i gadget sono visibili in pubblico – si pensi ai capi di abbigliamento o agli ombrelli, giusto per citare un paio di esempi – ecco che il marchio si diffonde lungo le strade, arrivando a una platea ampia e variegata.
Le relazioni con i clienti
Il cosiddetto marketing a goccia, conosciuto anche con il nome di drip marketing, permette di inviare ai clienti varie comunicazioni sotto forma di messaggi su WhatsApp o tramite la posta elettronica, così che il marchio tenga aperta la relazione con i consumatori. Il ruolo dei gadget non è molto diverso. Ogni volta che una persona utilizza un gadget personalizzato, infatti, è portato a ricordarsi dell’azienda che glielo ha fornito. Un ultimo aspetto che merita di essere preso in esame riguarda la convenienza economica dei gadget, che hanno il pregio di costare poco, soprattutto alla luce dei risultati che permettono di conseguire in una prospettiva di medio e lungo termine. Investire nei gadget costa molto meno che investire in altri strumenti di marketing, con in più il vantaggio di un return on investment alquanto positivo. Questi articoli sono fondamentali testimonial del successo delle aziende che li propongono: contribuiscono alla loro immagine e alla crescita della loro reputazione.
‘E lontano, lontano nel tempo
L'espressione di un volto per caso
Ti farà ricordare il mio volto
L'aria triste che tu amavi tanto…’ Luigi Tenco
In una fiaba Italo Calvino scriveva: “Un giorno, un giovane disse: – A me questa storia che tutti devono morire mi piace poco: voglio andare a cercare il paese dove non si muore mai.
Saluta padre, madre, zii e cugini, e parte. Cammina giorni, cammina mesi, e a tutti quelli che incontrava domandava se sapevano insegnargli il posto dove non si muore mai: ma nessuno lo sapeva. Un giorno incontrò un vecchio, con una barba bianca fino al petto, che spingeva una carriola carica di pietre. Gli domandò – Sapete insegnarmi dov’è il posto in cui non si muore mai?”
Dire addio è il destino di tutta l’umanità. Dire addio a Te, caro Franco è stato molto duro.
Il mondo è fatto di continue assenze e le mani che allora afferrarono il cordiale saluto, quelle nostre mani vennero condannate a unirsi per l’ultima volta, quando le labbra tremanti pronunciarono la parola: Addio.
Gigino Adriano Pellegrini
Nel 1969, durante la costruzione delle Torri Gemelle di New York, iniziata nel 1967, poiché erano sempre più numerose le prove della nocività dell’amianto, le autorità decisero di sostituire il materiale cancerogeno con materiale diverso. Infine, nel 1971, le autorità americane emanarono il divieto di usare amianto nelle costruzioni edili.
La pericolosità dell’amianto è quindi nota da tempo e sono noti anche i costi ingenti delle bonifiche. Il caso dello storico palazzo Berlaymont di Bruxelles, che ospitava gli uffici della Comunità Europea, è emblematico. Costruito negli anni 60, la grandiosa struttura era in effetti sospesa, per mezzo di tiranti d’acciaio, a delle travi che si posavano sul corpo centrale in cemento armato. Il palazzo era destinato ad ospitare circa 3000 funzionari europei.
Nel 1991, data la grande quantità di amianto presente nella struttura, si è reso necessario smantellare il palazzo e mettere in cantiere la sua ristrutturazione durata 13 anni (4 anni più del previsto). La soluzione fu la bonifica totale dell’amianto. Non è stato così in Italia. La vicenda dell’amianto su tutto il territorio nazionale, ha rappresentato e rappresenta ancora oggi, una complessa problematica di salute pubblica con importanti implicazioni sia di carattere scientifico-sanitario che socio-economico.
A oltre 25 anni dall’entrata in vigore della legge che ha messo al bando l’amianto, siamo qui a testimoniare il totale disinteresse da parte di tutte le Amministrazioni che si sono succedute e delle altre istituzioni incluse le forze dell’ordine che dovrebbero garantire l’incolumità dei cittadini. La cancerogenicità dell’amianto venne definitivamente riconosciuta nel 1973 dall’International Agency for Research on Cancer (IARC).
In Italia solo dopo l’aprile del 1980 è stato avviato, da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, un piano volto ad affrontare in modo organico alcune delle problematiche sanitarie associate all’amianto. Le stesse caratteristiche che fanno dell’amianto un materiale tecnologicamente prezioso sono all’origine della sua vasta diffusione e della sua lunga permanenza nell’ambiente.
In effetti, il gran numero di sorgenti, la difficoltà di evitare la dispersione delle fibre a causa della loro mobilità, la resistenza agli agenti fisici e chimici, la facilità con cui le fibre stesse si fratturano longitudinalmente originando altre fibre, fanno sì che l’amianto permanga a lungo nell’ambiente senza venire degradato; si può anzi dire che, più che essere degradato, esso viene semplicemente ridistribuito nell’ambiente, costituendo così un portatore di morte cui è praticamente esposta la totalità della popolazione.
A smentire quanto avallato anche da tutte le Amministrazioni che si sono alternate negli ultimi 40 anni, basterebbe il processo di Torino, messo su dal procuratore Raffaele Guariniello, contro la società ETERNIT. L’Amministrazione comunale di Amantea, come qualsiasi altra Amministrazione comunale in Italia,avrebbe l’obbligo di bonificare tutto il materiale contenente amianto (con la rimozione, l’incapsulamento o il confinamento), in quanto il materiale contenente amianto sarebbe alterato al punto tale da rilasciare fibre libere nell’ambiente.
A questo punto lo stramaledetto rischio non sarà più probabilistico ma si trasformerà in termini concreti in malattie dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi). Queste terribili malattie insorgono dopo molti anni dall’esposizione: da 10 a 15 per l’asbestosi e da 20 a 40 per il carcinoma polmonare ed il mesotelioma.
Tutte le coperture amiantate dei palazzi di Amantea non sono mai state “bonificate” completamente. Tutto questo amianto, con le sue polveri portate dal vento minaccia l’intera cittadina ma le Autorità e il Comune non sembrano eccessivamente preoccupati. L’aria non è l’unico veicolo di diffusione dell’amianto: le acque in generale, e quelle distribuite per uso potabile in particolare, possono anch’esse essere contaminate da fibre di amianto.
La contaminazione da amianto degli edifici è stata affrontata con la circolare del Ministero della Sanità n. 45 del 10 luglio 1986, che ha voluto avviare a soluzione prioritariamente i problemi sanitari posti dalla presenza dell’amianto nelle scuole e negli ospedali. L’esperienza acquisita nei primi anni di applicazione di tale circolare suggerì tuttavia l’opportunità di ampliarne la sfera di applicazione per poter meglio affrontare le molteplici problematiche connesse alla presenza di prodotti contenenti amianto.
In considerazione degli effetti che tali tipi di intervento, ove effettuati scorrettamente, potevano avere sull’ambiente oltre che sui gruppi di popolazione esposti, apparve altresì necessario promuovere l’emanazione di un apposito strumento normativo, tale da attivare un sistema di certificazione e verifica delle procedure tecniche da adottarsi da parte di operatori pubblici e privati per la bonifica degli edifici. Una devastazione sociale e ambientale compiuta solo per accumulare denaro e coperta dai soliti noti.
L’arancia coi limoni e l’amianto nei polmoni. I bambini nell’amianto, e le madri con il pianto, i bambini innocenti vittime dei prepotenti. Eppure, si fosse trattato solo di lavoro, la gente che vive in questa ex meravigliosa terra avrebbe potuto scommettere sul turismo, oppure su una ripresa qualificata del lavoro nei campi. E invece ci sono i veleni letali ovunque. Le persone si ammalano respirando l’amianto e altre sostanze assassine oppure bevendo acqua contaminata da metalli pesanti e altri materiali tossici.
Ho ripreso a scrivere sull’amianto, dopo circa 30 anni, perché ho saputo che qualche dipendente Rai ha cominciato a perdere la vita a causa del cemento amiantato usato nel costruire alcune sedi Rai come quella di Roma in Via Mazzini e quella di Torino.
La bonifica che aspetta e la gente che si infetta, che si prende un bel tumore e a vent’anni già si muore! Quello che i cittadini hanno il diritto di sapere è cosa intende fare questa Amministrazione, al di là di apparire sorridente su qualche sito web compiacente, a proposito dell’amianto presente in città e mettere fine a questa presenza mortifera che attanaglia la collettività. Sono 33.610 i siti inquinati dall’amianto in Italia, se si considerano solo i siti censiti, ma mancano informazioni sulla Calabria, la Sicilia e la Campania.
Gigino A Pellegrini