Il tumore è una malattia in cui una cellula dell'organismo muta il proprio Dna iniziando a moltiplicarsi senza limiti.
All'origine del cancro c’è un accumulo di mutazioni, cioè di alterazioni, nei geni che regolano la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule.
Nella grandissima maggioranza occorrono altre mutazioni, quelle indotte da fattori ambientali come l’esposizione prolungata ad agenti cancerogeni di origine chimica, fisica o virale.
Gli esempi più noti sono il fumo di sigaretta, l'amianto, alcune sostanze chimiche utilizzate nei processi industriali o generate dalla combustione di derivati del petrolio.
Di recente è stato scoperto che anche le abitudini alimentari scorrette rappresentano un fattore di rischio tumorale.
Sembra che per la prima volta nuovi casi di tumore in Italia stiano calando passando dai 373 del 2018 ai 371 del 2019.
Neoplasie più frequenti: seno, colon-retto, polmone e prostata
Le 5 neoplasie più frequenti sono quelle del seno (53.500 casi nel 2019), colon-retto (49.000), polmone (42.500), prostata (37.000) e vescica (29.700).
In calo le neoplasie del colon retto, stomaco, fegato e prostata e, solo negli uomini, i carcinomi del polmone, che continuano invece ad aumentare fra le donne (+2,2% annuo) per la preoccupante diffusione della abitudine al fumo di sigaretta.
Ad oggi, quasi 3,5 milioni di italiani vivono dopo la diagnosi di cancro, cifra in costante crescita grazie ad armi sempre più efficaci e alla maggiore adesione ai programmi di screening.
In aumento anche la sopravvivenza: il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi.
Almeno un paziente su 4, pari a quasi un milione di persone, è invece tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito.
Il tumore del seno si conferma il più frequente, in crescita soprattutto nel Centro-Nord per l’estensione dei programmi di screening e della popolazione target (da 50-69 anni a 45-74). Quest’ultimo però non costituisce un fenomeno negativo, perché vengono individuati in fase iniziale e con alte probabilità di guarigione molti tumori che, senza lo screening, sarebbero stati scoperti in stadio avanzato”.
Meno nuove diagnosi di tumori al Sud rispetto al Nord Italia.
La maggiore incidenza si registra in Friuli Venezia Giulia (716 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Calabria (559 casi per 100.000 abitanti).
Nel maschio, il tasso di incidenza per tutte le neoplasie è più basso al Centro (meno 4% rispetto al Nord) e ancor più basso al Sud (meno 14%).
Nelle donne si conferma lo stesso andamento: meno 5% nell’Italia centrale e meno 17% nell’Italia del Sud-insulare, rispetto al Nord.
Secondo gli esperti “ E’verosimile attribuire tale situazione a fattori che agiscono in senso ‘protettivo’ come abitudini alimentari, vita riproduttiva, minore esposizione a fattori di rischio ambientale”.
Al Sud, tuttavia, la minore adesione agli screening oncologici non ha fatto rilevare quei benefici effetti della diagnosi precoce che si registrano al Nord“.
La sopravvivenza a 5 anni più alta si registra, per gli uomini, in Valle D’Aosta (61%), Emilia-Romagna e Toscana (56%) e, per le donne, in Emilia-Romagna e Toscana (65%).
Nel genere femminile, inoltre, la sopravvivenza per tutti i tumori è più alta di quella degli uomini: questo vantaggio di genere può essere associato alla diversa diffusione di screening specifici (mammella e utero) e alla maggior propensione delle donne ad aderire ai programmi di prevenzione e screening.