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L’equivoco del voto al piano delle opere pubbliche. Risposta a Cupelli.

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Ho già avuto modo di richiedere e ottenere dal giornalista Rino Muoio una rettifica circa il mio voto, in seno al Consiglio comunale del 12 agosto, al piano triennale delle opere pubbliche, che non è stato favorevole come riportato sul Quotidiano, ingannato da una scorretta informazione partita pare dall’addetto stampa del Comune.

E mentre Rino Muoio ha prontamente pubblicato un articolo di rettifica, motivando la mia scelta di astensione e non di voto favorevole, Rosario Cupelli non ha ritenuto di rettificare le proprie considerazioni che con lapidaria certezza adombrano la mia appartenenza ad una “falsa opposizione (Mazzei, Veltri, Bruno, Ruggiero) che prendendo in giro 1600 cittadini, prima raccoglie le firme denunciando un uso di soldi pubblici per opere definite inutili e non necessarie e dopo poco tempo APPROVA le stesse opere in consiglio comunale”.

Ora, mi pare che un’astensione non sia un’approvazione, e senza giudicare chi, dall’Opposizione, abbia inteso votare favorevolmente. Ed ora vorrei spiegare le ragioni del mio voto di astensione. Esso intende riconoscere la validità di alcune opere previste dal piano (acqua, passaggio pedonale per il mare a Campora per come suggerito da me con precedente nota e dal Consiglio di Frazione di Campora, copertura rete fognaria in alcune aree bisognevoli), ma nel contempo considera come il medesimo piano sia macchiato dal peccato originale della devoluzione del finanziamento Lungomare contro il quale mi sono speso insieme a tutti i consiglieri della Minoranza.

Scrive poi Cupelli che sarebbe stato “Ingannatore l'abbandono dell'aula sul voto del bilancio di previsione, un goffo tentativo di nascondere l'inciucio sui lavori pubblici…”.

Voglio dire a Cupelli che ho abbandonato l’aula dopo aver accolto un’eccezione di illegittimità del punto all’O.d.g., non senza aver dichiarato la mia condanna alla gestione fallimentare del bilancio comunale che vede aumentare considerevolmente la spesa corrente a fronte dell’incertezza delle entrate, e che la situazione richiede ormai un rigore del quale non intravedo traccia. A tal proposito ho fatto riferimento all’aumento spropositato, rispetto all’anno scorso, del costo impegnato dall’Amministrazione per il programma estivo di intrattenimento.

Ora io domando: Dove sarebbe “l’inciucio sui lavori pubblici” paventato da Cupelli? Dove sarebbe il “lucido voto che nasconde chissà quali oscuri motivi”? Quale maschera mi dovrei togliere? E poi, perché ripetere che io rappresento Pasquale mio fratello e Gianfranco Suriano? Posto che i suddetti non hanno bisogno di farsi rappresentare da me e che io rappresento chiunque mi abbia votato, di chi stiamo parlando? Di ‘ndranghetisti? Di delinquenti? Di mala gente? Ma Cupelli è a conoscenza di come Gianfranco Suriano e Pasquale Ruggiero si siano comportati durante le loro esperienze amministrative? Di come abbiano votato nei Consigli? Se abbiano fatto o meno cose buone? No che non lo sa! Perché Cupelli non ha bisogno di sapere nulla per sentenziare. Lui è un analista impeccabile, ed è un santo, un càtaro dal passato adamantino e dal presente da perfecto, un angelo caduto sul mondo dall’ultimo dei cieli, incorrotto e incorruttibile, un monaco guerriero paladino di onestà e moralità, persino di spirito profetico dotato.

Non mi sogno lontanamente di invitare Cupelli a riflettere sul fatto che sentenziare senza sforzarsi di capire è deplorevole, e ancor più deplorevole è parlare con tanta supponenza di disonestà e di cattiva fede.

Piuttosto lo invito a presentarsi ad un provino di comparse cinematografiche dove cercano popolani del XV secolo che, con la faccia lorda di sterco d’animale e lo sguardo obnubilato dall’odio verso il mondo, prendono a sassate una povera donna accusata di stregoneria. Cercano anche l’interprete di un giacobino con gli occhi iniettati di sangue che sbava di livore al calare della ghigliottina sul collo di un povero prete di campagna.

Amantea, 17.08.2015

Redazione TirrenoNews

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