Redazione TirrenoNews
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India, fermati due marittimi tedeschi per la morte di un pescatore
Mercoledì, 27 Marzo 2013 12:55 Pubblicato in MondoBerlino.Gli ufficiali sono stati arrestati e liberati dietro cauzione ma gli sono stati sequestrati i passaporti. Il loro mercantile avrebbe speronato un peschereccio indiano al largo della città di Chennai. Ora sono accusati di omicidio colposo e di omesso soccorso aver proseguito la navigazione dopo la collisione
In India per la Germania si profila un caso simile a quello dei marò italiani: due marittimi tedeschi sono stati arrestati dopo che il loro mercantile avrebbe speronato un peschereccio indiano al largo della città di Chennai, sulla costa orientale, provocando la morte di almeno un pescatore. Il caso è scoppiato il 16 marzo ma solo ora ne ha dato notizia il giornale Spiegel. Il settimanale tedesco scrive in tono polemico: "Il caso dei marittimi tedeschi arrestati ieri in India "finisce nel fronte di uno scambio di colpi diplomatici fra Italia e India", scrive oggi Spiegel on line. Il magazine tedesco cita il caso italiano dei marò "che sta sollevando molto clamore in India". "Una storia che dimostra come errori diplomatici - commenta Spiegel - possano distruggere i buoni rapporti fra due Paesi".
Nell'incidente due pescatori indiani sono riusciti a salvarsi lanciandosi in acqua, mentre uno risulta disperso ed un altro è stato ritrovato morto alcuni giorni dopo. La polizia indiana ha accusato il capitano e il primo ufficiale della "Grietje", nave di una società armatrice di Amburgo, di omicidio colposo e di omesso soccorso aver proseguito la navigazione dopo la collisione. I due sono stati in seguito liberati dietro cauzione ma gli sono stati sequestrati i passaporti e non possono lasciare il porto di Chennai.
I due ufficiali tedeschi sostengono che non c'è stato alcuno scontro con la loro nave, come confermerebbero i primi rilievi sullo scafo effettuati dalla polizia indiana, che non ha trovato tracce della collisione. Al momento dell'incidente con il peschereccio indiano erano presenti nella zona altri mercantili, che però le autorità indiane non sono state in grado di fermare. Il presunto scontro con il peschereccio indiano è avvenuto a una distanza inferiore a 12 miglia dalle coste indiane, dunque all'interno delle acque territoriali di New Delhi. La magistratura indiana ha intenzione di aprire un procedimento giudiziario contro i due ufficiali tedeschi.
La nave tedesca è il mercantile "Grietje", battente bandiera di Antigua, ma appartenente alla società armatoriale SAL Heavy Lift con sede ad Amburgo. La società armatrice tedesca è stata recentemente rilevata dal gruppo giapponese Kawasaki Kisen Kaisha. Repubblica.it (27 marzo 2013)
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Reggio C. Sessantasette persone denunciate per truffa ai danni dell'Inps
Martedì, 26 Marzo 2013 19:02 Pubblicato in Reggio Calabria“..che se deve fa pè campà” dice un famoso adagio popolare indicando ( un tempo) tutti i lavori, anche quelli più umili, più ingegnosi. Ed anche in questa vicenda l’ingegno non manca.
I finanzieri della Tenenza di Roccella Jonica (RC), infatti scoprono un'ingente truffa ai danni dell'INPS, che ha erogato contributi indebiti per malattia, disoccupazione e maternità, pari €. 435.000.
Il trucco un finto lavoro, una finta azienda agricola. L’unica cosa vera era la sede a Martone (RC).
L'azienda agricola, avrebbe dovuto produrre olio di oliva, in terreni siti nei comuni di Roccella Jonica, Locri, Martone, Portigliola e Gioiosa Jonica della provincia di Reggio Calabria. E su questi terreni ha denunciato l’assunzione di 66 braccianti negli anni dal 2006 al 2011 per 14.000 giornate lavorative.
Solo che questi terreni sono risultati incolti e, ormai da diverso tempo, in totale stato di abbandono.
Non solo ma il titolare della azienda, non possiede macchine agricole, né strumenti per la coltivazione dei terreni, non ha saputo fornire elementi circa i rapporti di lavoro instaurati con i propri dipendenti, né presso quali frantoi avesse effettuato la molitura delle olive.
Poi i finanzieri hanno scoperto fatture relative ad operazioni inesistenti nei confronti di ignari clienti, aventi ad oggetto la vendita di olio d'oliva, i quali hanno disconosciuto tali documenti contabili.
Ovvia la denuncia alla competente Procura della Repubblica di Locri sia del titolare dell'impresa jonica che dei 66 braccianti per concorso in truffa aggravata ai danni dell'I.N.P.S.. Le stesse persone sono state segnalate anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti per il danno erariale causato dalla indebita percezione delle indennità.
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Cosenza. Il padre chiama la polizia per denunciare il figlio pusher
Martedì, 26 Marzo 2013 18:04 Pubblicato in CosenzaDeve essere terribile il senso di solitudine di un padre che vede il proprio figliolo perdersi nei meandri bui della droga, che lo vede avviluppato sempre di più nelle spire di questo male che toglie dignità ed onestà, che lo vede ogni giorno più lontano da se e dalla famiglia.
Il dramma di una solitudine che sembra spezzarti il cuore, annullarti la mente, privarti delle coscienza.
Poi l’amore quello totale, universale, infinito ti indica la strada, quella che appare unica, in una società che è presa da mille falsi problemi, da una politica che privilegia e dimentica, da una chiesa lontana da questi problemi delle famiglie, una strada piena di rovi, di sassi, fortemente in salita e che forse non conduce da nessuna parte, ma che è l’unica che riesci a vedere.
Ed allora questo padre dopo un ennesimo e violento litigio con il figlio forse drogato e pusher alza il telefono e chiama la Polizia.
Una telefonata che evidenzia tutto il dramma di questa famiglia nella quale l’amore non è più una soluzione, nella quale il silenzio non produce effetti positivi, nella quale la speranza ha posto il posto della disperazione.
E dall’altro lato la sensibilità di un rappresentante dello stato magari avvezzo a problemi similari, ai drammi della droga.
E la pattuglia della squadra volante, arriva a casa, calma genitore e figlio, procede ad una perquisizione, trova sotto il letto del ragazzo sedicenne 12 grammi di marijuana (pari a circa sedici dosi) suddivisi in diversi involucri e un bilancino di precisione.
Un salto in Questura ,la scoperta che il ragazzo ha anche sottratto oro dalla sua abitazione probabilmente allo scopo di recuperare un po’ di denaro per finanziare il suo “vizietto”.
Poi il ritorno a casa. Il giovane sedicenne affidato al padre. Sicuramente con negli occhi più intenso un possibile futuro di privazione della libertà, forse di abiezione totale, se non di morte. Certamente con la consapevolezza che solo la famiglia ,oggi e domani, può essere lo scoglio al quale attaccarsi per evitare di essere portati via dal male, dalla droga.