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croce22Stamane, nello svegliarmi ai piedi delle Montagne Rocciose, mi sono ritrovato in quello stato di stupore e di turbamento inquieto in cui sprofonda la mia anima nell’ottenere ciò che ha desiderato per anni. La mia anima è stata da lungo tempo abituata a desiderare, oggi non trova più niente da desiderare, mentre non vorrebbe brutti ricordi.

Si può dire che a Gaza è in corso un atto genocidario? Se no, come si può definire quello che sta accadendo? Stendhal diceva: “Nei caratteri arditi e fieri non c'è che un passo tra l’essere in collera con se stessi e l’ira contro gli altri: in tal caso gli scatti di furore costituiscono un vivo piacere “.

Dopo i bombardamenti in Libano, il bilancio delle vittime è salito a 2000 morti, mentre si intensificano le “incursioni” israeliane. Iniziate con l’attacco hacker che ha fatto esplodere i cercapersone, un grande “exploit tecnologico” che ha mandato in visibilio molti commentatori occidentali.

Un vero e proprio massacro che ci fa sprofondare in un’epoca buia in cui le norme, il diritto, le misure di sicurezza, tutto ciò che impediva all’umanità di cadere nella barbarie, vengono sistematicamente infrante. Un’epoca in cui una parte ha deciso di uccidere l’altra parte ritenuta “barbara e infedele”. “Abbiamo di fronte dei nemici selvaggi” – per riprendere le parole di uno di loro, Netanyahu – che minacciano una guerra globale che ci sta facendo sprofondare in un’epoca buia in cui le norme, il diritto, le misure di sicurezza, tutto ciò che impedisce all’umanità di cadere nella barbarie, vengono sistematicamente infrante. Un’epoca in cui una parte ha deciso di uccidere l’altra parte ritenuta “barbara”. “Abbiamo di fronte dei nemici selvaggi” per riprendere le parole di Netanyahu, che minaccerebbero la “civiltà giudaico-cristiana”. Il premier israeliano sta trascinando tutto l’Occidente in una guerra di civiltà con caratteristiche religiose, di cui Israele si considera l’avamposto in Medio Oriente. Con un certo successo.

Tutta l’Europa e Stati Uniti che continuano a rifornire militarmente Israele di armi, sostenendo un falso “diritto a difendersi”, rifiutandosi di riconoscere ai palestinesi il diritto all’autodeterminazione e alla resistenza di fronte a un’occupazione che la Corte Internazionale di Giustizia ha decretato come illegale, ordinandone la fine. Decisione che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si rifiuta di attuare. Complici della hybris israeliana, riconoscendo, invece, la legge della giungla imposta da Israele e la logica della punizione collettiva.

Abbiamo preso atto che il governo Nethanyau, in grave difficoltà, dal giorno dopo la strage, ha iniziato a sviluppare un piano troppo preciso per non essere predisposto: spianare Gaza con le bombe e senza risparmiare i civili neanche i bambini, assassinare i dirigenti di Hamas e Hezbollah, bombardare il Libano che non ha difesa aerea e da cui partono continuamente petardi che non sono in grado di colpire un solo carro armato o un solo soldato israeliano.

In questi anni di follia omicida l'ineguaglianza dello sviluppo economico e politico è diventata ancor più una legge assoluta dei poteri forti del capitalismo. Chi scrive non è di certo un pacifista. E’ un durissimo nemico della barbarie tirannica per la spartizione del bottino fra i ricchi, ma ha da sempre affermato che sarebbe assurdo che i lavoratori ripudiassero la guerra d'opposizione che potrebbe essere necessaria nell'interesse della nostra amata cultura.

La filosofia della tragedia del Corona virus è stata una sola. Quella di un Sistema di potere prepotente e sanguinario. Alla base di questo agire temerario, dettato e imposto dalla fame di potere, da una legge economica cui dovrebbero chinarsi tutti le persone come noi e per cui è un rimedio sciocco trovare con le inchieste quello da condannare, sta il più idiota dei culti moderni, il culto della capacità. Non solo è disumano trovare il capro espiatorio, ma è vano, quando si è lasciato spuntare questo stolto tirannico ed elitario consorzio produttore, fatto a compartimenti stagni per cui nessuno sarà colpevole. I nostri tiranni sono signori ingiusti e crudeli, amatori solamente dell'utile proprio.

"Conterò poco, è vero"

diceva l'Uno ar Zero

ma tu che vali? Gnente, proprio gnente.

Sia ne l'azzione come ner pensiero

rimani un caso voto e inconcrudente.

Io invece, se me metto a capofila

de cinque zeri tale e quale a te,

lo sai quanto divento? Centomila.

È questione de nnummeri. A un dipresso

è quello che succede ar dittatore

che cresce de potenza e de valore

più so' li zeri che je vanno appresso". Trilussa

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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guerraAnche l’Italia è in guerra, ma nessuno ce lo dice. Non ci sono soldati italiani in Ucraina e in Israele e in Iran, ma le nostre armi sono esportate anche in quelle zone dove si combatte e si muore. L’altra sera stavo seduto comodamente in poltrona a guardare la televisione, quando all’improvviso il finimondo: scoppi, città che si illuminano, fiamme dappertutto, suono di sirene, crolli di palazzi, carrarmati che scorrazzano per le vie di Gaza, del Libano e di Israele. Sono città in festa? Si festeggia il Santo Patrono? Sono fuochi d’artificio? Sono città in fiamme. E’ la guerra. Sono i missili che provengono dall’Iran e che vogliono annientare e distruggere Tel Aviv, la capitale d’Israele. Ma perché ci nascondono la verità? Siamo, purtroppo anche noi in guerra. E quello che è capitato la scorsa notte a Tel Aviv in Israele, potrebbe capitare anche a Roma, nella nostra capitale. Esagerato? Basta un piccolo errore, un grave attentato, un missile fuori controllo e addio pace ad ogni costo. Quella pace che invocano quelle centinaia di persone che manifesteranno a Roma in favore della Palestina libera malgrado la manifestazione sia stata vietata dal Prefetto e dal Ministro degli Interni. Guardando quelle centinaia di scie luminose dei missili che cadevano su Tel Aviv ho davvero percepito, come in un lampo, la verità: Vogliono distruggere Israele e Israele non sta combattendo una guerra per la sua sopravvivenza, ma sta combattendo una guerra anche per noi, per tutto l’occidente libero e democratico. Questo occidente che ha dimenticato l’11 settembre di tanti anni fa, che ha dimenticato le stragi islamiste, gli sgozzamenti e i massacri del 7 ottobre dello scorso anno, bambini innocenti squartati finanche nelle culle mentre pacificamente dormivano. Questi orrori i pacifisti che manifesteranno a Roma e nelle altre città se li sono dimenticati. Anche noi ce li siamo dimenticati e se li sono dimenticati quei politicanti da quattro soldi che ogni sera pontificano in televisione. Abbiamo chiuso gli occhi, ci siamo voltati dall’altra parte, ignorando tutte le stragi compiute dai terroristi islamici, ma condannando sempre Israele e dicendo peste e corna contro il Premier Netanyahu: fascista, nazista, razzista, criminale di guerra che fa uccidere uomini, donne e bambini. Ma Hamas e gli Hezbollah invece uccidono, pecore, capre, serpenti, cani e gatti. E nel frattempo, malgrado le stragi compiute dagli estremisti islamici, cresce in Italia e nel mondo l’odio verso gli ebrei. La foto di Ilaria Segre nella manifestazione di Milano, mi ha fatto piangere. Scampata da bambina ai lager nazisti, la vogliono annientare ora che ha novanta anni usando gli stessi mezzi e metodi aberranti. Apriamo gli occhi. Guardiamo la realtà. La guerra che sta combattendo Israele è anche la nostra. In Israele si vive nel terrore. La gente ha paura e costretta a vivere nei rifugi come a Kiev. Hamas, Isis, gli Ayatollah la vogliono distruggere, annientare. E in Italia e nel mondo, specialmente nelle università, si discute e condannano Israele perché si difende. Ma si difende per sopravvivere. Ma questo non lo vogliono capire. Israele è stata attaccata, dunque ha il diritto di difendersi. E ha anche non solo il diritto e il dovere di mettere in sicurezza il suo territorio, ma pure quello di sconfiggere e debellare tutti coloro che hanno dichiarato guerra allo stato ebraico. Tutti, però, invocano la pace. La invocano le Nazioni Unite, la invoca ogni giorno il Santo Padre Papa Francesco, l’ha invocata perfino il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni convocando d’urgenza il G7. Pace a qualsiasi prezzo? Non ci sarà pace se i razzi continueranno a cadere sui villaggi e le città d’Israele, se ci saranno altri 7 ottobre e altri 11 settembre, se ci saranno in Italia e nel mondo agguati terroristici, se ci sarà tanto odio verso gli ebrei. Il nemico d’Israele è anche il nostro nemico. E’ un nemico selvaggio che cerca non solo l’annichilimento di Israele, ma cerca anche la distruzione di tutto l’occidente, delle nostre usanze e tradizioni, della nostra cultura, della nostra lingua, della nostra religione. Sopravvivrà Israele? Con l’aiuto determinante degli americani e delle nazioni europee sopravvivrà. Ma dovrà vincere la guerra scatenata dagli estremisti islamici e debellarli definitivamente.

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dioLa povertà nel mondo non appartiene al pensiero o alla sensibilità degli uomini che ne parlano; la povertà non deve essere pensata; diversamente, dev’essere esperita come compartecipazione e bisogno perché a essa si contrapponga la dignità dell’esistenza.

Un terzo della popolazione mondiale (2,8 miliardi di persone) nel 2022 non si è potuta permettere una dieta sana ed equilibrata.Negli ultimi anni a incidere su questa situazione sono state in particolare la crisi sanitaria prodotta dal Covid e la guerra in Ucraina. Oggi la situazione è peggiorata dalla guerra in Medioriente. Queste crisi infatti hanno determinato una spinta inflazionistica trainata dall’aumento dei prezzi del cibo e dell’energia, che ha colpito soprattutto le fasce più povere e vulnerabili.

Ma non ovunque la reazione a questa crisi è stata la stessa, con alcuni territori, paesi e continenti che sono riusciti, almeno in parte, a invertire la tendenza, e altri in cui invece la crisi si fa sempre più grave. Se si considerano i tre continenti in cui è maggiore il numero di persone che ancora oggi soffrono la fame si osservano infatti andamenti piuttosto altalenanti.

In Europa, in particolare in paesi come l’Italia questa situazione ha aumentato un sentimento bacchettone.Il senso di colpa è un concetto molto radicato nella nostra cultura, specie la cultura cattolica attraverso il peccato originale che non ricade solo su chi ha commesso l’errore ma che riguarda ogni nuovo nato e quindi, alla nascita, sei già “guasto” sei già “macchiato”.

A fronte di milioni di persone che nel mondo patiscono la fame, ve ne sono altri che sono, invece, alle prese con problemi da eccesso da cibo. Le nuove stime dell'obesità adulta mostrano un aumento costante nell'ultimo decenni. Il doppio fardello della malnutrizione, la coesistenza di denutrizione insieme a sovrappeso e obesità, è aumentato anche a livello globale in tutte le fasce d'età. La magrezza e il sottopeso sono diminuiti negli ultimi due decenni, mentre l'obesità è aumentata notevolmente.

Nel 1994, l’attore Carmelo Bene figlio legittimo del Sistema, che di certo non ha bisogno di presentazioni, con imperscrutabile baldanza, intronava il Parioli dicendo “Io me ne fotto del Ruanda”. L’occasione era quella del Costanzo Show e il format quello “dell’uno contro tutti”, si fa per dire. Numerosi giornalisti schierati in platea interpellavano la controversa figura dell’attore-regista e mostravano ritmicamente con ipocrita indignazione e disgusto a ogni sua provocazione. Maurizio Costanzo, imperturbabile, faceva solo da “moderatore”.

In altri termini, c’interessa davvero la sorte dei bambini africani e, più in generale, dei veri poveri del mondo? Molto di frequente, si vedono scorrere sui social foto di bambini ruandesi, somali e, in generale, dell’Africa nera. Purtroppo, qui l’Italia come tutto l’Occidentesi trova di fronte ad una contraddizione imbarazzante. Se al risveglio, il nostro primo pensiero è un caffè seguito dal cornetto, come possiamo dirci contrari alla provocazione di Carmelo Bene?

La liberal-democrazia si adegua a Carmelo Bene nel sopprimere nel suo modo le differenze di nascita, di educazione, di occupazione, dichiarando che nascita, condizione, educazione, occupazione non sono differenze politiche, proclamando ciascun membro del popolo partecipe in egual misura della sovranità popolare, senza riguardo a tali differenze, trattando tutti gli elementi della vita reale del popolo da punto di vista dello Stato. 

Gigino Adriano Pellegrini

 

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