Nella storia repubblicana non si è mai votato a febbraio.
Perché?
Perchè è un mese durante il quale è facile che il Carnevale sia rinviato per la pioggia. Perché è un mese durante il quale può nevicare o piovere ed i comizi dal palco possono essere un’avventura. Perché se nevica o piove o c’è maltempo forte è difficile giungere ai seggi. Perché la gente usa giungere al seggio con l’auto e con il maltempo il traffico davanti ai seggi può diventare caotico.
Ad Amantea certamente perché con il freddo se non la pioggia è difficile fermarsi davanti ai seggi per “ricordare” con la sola visione il voto da dare, se non con l’ultima raccomandazione bisbigliata.
Ed è vero. Basta la foto scattata intorno alle 12.30.
Non un politico si affolla sui marciapiedi di Via Dogana-angolo Via Garibaldi.
E’ vero che non ci sono preferenze ma questo probabilmente sono le elezioni più difficile degli ultimi decenni.
Tutto come da programma. Ed anche molto di più.
La celebrazione del settantenario del bombardamento di Amantea ha avuto inizio puntualmente alle 10.30 con la S Messa celebrata nella Chiesa Matrice, prossima al principale luogo dell’evento guerresco e rimasta miracolosamente intatta, come intatte sono rimaste tutte le case vicine al palazzo Del Giudice totalmente crollato e del quale dopo tantissimi anni sono ancora presenti i ruderi abbandonati al dileggio del tempo . Una chiesa ricca di giovani liceali che fanno da corona alle Fidapine , agli amministratori ed al pubblico presente. Poi il corteo si è portato su Via Indipendenza dove padre Giuseppe ha benedetto la lapide ancora coperta dal panno tricolore, dove è stata apposta la corona di fiori, dove si sono tenuti pregevoli intervenuti.
La presidente della Fidapa Franca Dora Mannarino ha tenuto una breve prolusione evidenziando la necessità della conoscenza della storia locale e l’obbligo di ricordarla. Ha anche richiamato la non unica attenzione che la Fidapa ha avuto per questo momento della storia locale, avvenuto il 20 febbraio 1943 , lo stesso giorno del bombardamento di Cittanova con il cui comune sono stati assunti i primi positivi contatti per una memoria ed un evento unitario. Ha anche voluto richiamare la vicinanza dell’associazione agli abitanti della zona che giustamente lamentano un’inaccettabile stato di abbandono dell’area di sedime del palazzo bombardato richiamando la responsabilità di altri che non la Fidapa.
Breve ed intenso l’intervento della prof.ssa Franca Furgiuele del C Mortati che ha portato i saluti della dirigente assente per ragioni di servizio.
È seguito, poi, l’intervento del Vicesindaco della città. Michele Vadacchino, che ha ricordato l’evento del bombardamento e la ferita che esso ha provocato e continua a provocare nella città. Un bombardamento non unico, visti gli altri sui treni, di Campora SG , di Coreca, ma certamente il più doloroso e mortale
Sentito ed intenso l’intervento della dirigente del locale liceo la quale ha ricordato che già in passato il Liceo si è interessato del bombardamento di Amantea e che anche per il 2013 è previsto un nuovo lavoro del quale non ha offerto tutti i particolari.
Anche lei si è espressa sulla inaccettabilità del grave stato di abbandono nel quale versa l’area e sulla necessità che sia trovata una soluzione definitiva, nel senso che il vecchio palazzo o si ricostruisce o si demolisce trasformando i ruderi in area di memoria.
Sempre la preside ha poi richiamato il profondo significato del flash mob che i giovani del Liceo si apprestavano a rappresentare e che è stata un sorprendente e straordinario evento per il quale ha ringraziato la autrice e regista Francesca Sicoli.
I giovani si sono raccolti con posizioni casuali nello spazio antistante i ruderi ed alcuni di loro dopo il rombo degli aerei ed il forte scoppio delle bombe sono crollati al suolo( le vittime dell’evento), altri con fogli indicanti gli anni trascorsi si sono inginocchiati (l’inutile passaggio degli anni) ed in piedi sono rimasti gli altri, gli indifferenti, quelli che non hanno saputo o che hanno dimenticato.
È seguita la scopertura della lapide a cura del sindaco di Amantea e di un familiare dei defunti.
Un applauso finale ha sancito l’evento che può esser ascritto tra quelli difficili da dimenticare.
I grandi carri attirano lo sguardo dei presenti già da lontano ed i gruppi , alcuni dei quali davvero straordinari non sono da meno( anzi alcuni gruppi sono nettamente più espressivi dei propri carri).
E così manco ti accorgi di loro; dei bambini, con i loro vestiti , il loro trucco, i loro sorrisi o la loro uggia incompresa.
Eppure basta abbassare gli occhi per vedere un mondo che è davvero la parte più serena del carnevale. O forse della stessa vita
Ma di loro dei bambini ti accorgi solo per piccole occasioni. Ed il carnevale è una di queste. Ed allora fotografarli, con tutti i limiti della macchina fotografica e della approssimazione dell’autore, è obbligatorio.