
La dottoressa Greco occasionale commissaria prefettizia del nostro comune sembra essere innamorata di Amantea.
Almeno a giudicare dalle sue dichiarazioni sotto riportate:
Il commissario prefettizio dottoressa Emanuela Greco evidenzia le positività emerse dall’incontro con gli esercenti di Amantea e Campora San Giovanni
«L’ascolto avviato in questa prima fase della gestione commissariale restituisce l’immagine di un territorio vivo, di gente desiderosa di darsi da fare, di una comunità attenta che ama incondizionatamente la città in cui ha deciso di abitare e di far crescere i propri figli.
Una comunità pronta ad impegnarsi per favorire la crescita e lo sviluppo della propria terra».
Il commissario prefettizio, dottoressa Emanuela Greco, a margine dell’incontro avvenuto presso la sala consiliare di corso Umberto I con i negozianti di Amantea e Campora San Giovanni, ha inteso porgere un sentito ringraziamento ai tanti che hanno preso parte all’assemblea.
Una partecipazione così attiva testimonia quanto sia elevato il grado di attenzione verso la cosa pubblica.
Un segnale che va sostenuto ed incoraggiato.
Solo uno scambio serrato, ma corretto, di informazioni e di punti di vista consente, del resto, di “tarare” le decisioni su quelle che sono le esigenze della società civile, dando così senso a quel concetto di democrazia partecipata che è alla base del sistema governativo locale e nazionale.
«La storia di Amantea – ha ribadito la dottoressa Greco – è densa di pagine che declinano la laboriosità in vari modi.
Il comune tirrenico non è solo noto per il paesaggio, il centro storico o per la bellezza del mare, ma anche per l’alta qualità ricettiva e della ristorazione e per una presenza qualificata di negozianti ed artigiani che reggono il confronto, per convenienza e cortesia, con realtà metropolitane certamente più ampie dal punto di vista demografico.
Parallelamente per il lasso di tempo che resterò alla guida della città, farò quanto è nelle mie possibilità per andare incontro ad una categoria, quella dei commercianti e dei gestori di pubblici esercizi, che è componente fondamentale del tessuto sociale cittadino.
Le situazioni da verificare non sono di certo poche, ma insieme ai sub commissari Marco Ghionna e Ugo Dattis cercheremo di portare a compimento anche questa parte specifica del nostro lavoro».
Il confronto tra ente locale e imprenditori non è stato solo apprezzato per le modalità in cui si è svolto, ma anche per la tempistica in cui lo stesso ha avuto luogo.
Piano viario, imposte, valorizzazione del territorio ed identità sono solo alcuni degli argomenti che verranno affrontati da qui ai prossimi mesi, nel rispetto delle parti e dei ruoli.
«Giorno dopo giorno – conclude la dottoressa Greco – comprendo quali siano i fattori che rendono Amantea così diversa rispetto a molti altri centri costieri.
È un valore aggiunto sul quale bisogna investire, ampliando il principio della condivisione e della cooperazione.
Mi auguro che tale possibilità possa essere compresa anche dalle persone oneste e laboriose che hanno preso parte alla riunione e che chiedono soltanto di migliorare e progredire: cercheremo di farlo insieme».
Riceviamo e pubblichiamo la nostra stampa del segretario del PD Enzo Giacco.
Eccola:
“Sul tema del lavoro la pensiamo come la Cgil e lo Spi.
Abbiamo letto la nota dell’incontro tra i rappresentanti del Sindacato ed il SubCommissario prefettizio, dott. Ghionna, e ci sentiamo di ribadire le preoccupazioni – già espresse più volte negli ultimi mesi – per la perdita del posto di lavoro di diversi nostri concittadini.
Timori che oggi riguardano anche i lavoratori impegnati nella raccolta differenziata, in vista della scadenza del contratto di appalto nel mese di giugno.
Sottoscriviamo in pieno le istanze presentate dalla Cgil e dallo Spi: il fatto che il Sindacato abbia dato parere favorevole a riprendere la vecchia delibera di stabilizzazione dei Vigili urbani (poi non stabilizzati) rappresenta un’ipotesi che ci auguriamo la delegazione prefettizia possa approfondire dal punto di vista della fattibilità.
Ci uniamo, inoltre, alla richiesta di riassunzione dei lavoratori impegnati per conto del Comune nell’accertamento e nella riscossione dei tributi minori.
È da mesi che invochiamo la tutela e la salvaguardia per questi lavoratori.
Auspichiamo che presto possano essere loro restituite la tranquillità e la serenità che solo la dignità di un lavoro è in grado di garantire.
Amantea, 8 febbraio 2017 Enzo Giacco Segretario PD Amantea
Ad un certo punto nella mattinata di oggi sento lo squillo del telefono.
Nemmeno il tempo di dire pronto che dall’altro capo del telefono si sente “Ma hanno arrestato qualcuno o sono state soltanto perquisizioni?”
“…………non ne so nulla” rispondo.
“Guarda davanti alla caserma dei CC ci sono un sacco di volanti”
Rispondo: “Non è che sia in relazione alla vicenda dei Casalesi?
Stamattina infatti il web ha riportato che c’è stata in tutta Italia una pioggia di misure cautelari per camorra.
I carabinieri di Casal di Principe (Caserta) hanno fermato 46 persone ritenute appartenenti al clan dei Casalesi nelle province di Caserta, Napoli, Benevento, Viterbo, Parma, Cosenza e Catanzaro.
La Dda di Napoli ha eseguito 46 misure cautelari nei confronti di 46 indagati ritenuti appartenenti a clan dei Casalesi.
I provvedimenti sono stati eseguiti nelle province di Caserta, Napoli, Benevento, Viterbo, Parma, Cosenza e Catanzaro.
Tra i destinatari anche l’ex boss Francesco Schiavone, detto Sandokan, e il figlio Walter.
Scoperto un gruppo, riconducibile alla fazione Venosa del clan, che si occupava anche di racket di una piattaforma per il gioco online che imponeva agli esercenti.
Nessun arresto a Parma, bensì la notifica di un'ordinanza di custodia cautelare in via Burla a un camorrista già detenuto: Francesco Schiavone, detto "Sandokan".
E' quindi confermato che il boss si trova in carcere a Parma.
Il presunto gruppo criminale, che è accusato di essere dedito, tra l’altro, alle estorsioni e alla gestione del gioco on line, è riconducile alla fazione Venosa-Schiavone del clan dei Casalesi e secondo le indagini incassava quasi il 60% dei guadagni degli esercenti ai quali veniva imposta la piattaforma.
Agiva prevalentemente nei Comuni casertani dell’Agro Aversano.
Le misure cautelari sono state emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea.
Le accuse contestate dagli inquirenti sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, ricettazione, estorsione, illecita concorrenza con minacce e violenza, intestazione fittizia di beni, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio e detenzione illegale di armi.
Con particolare riferimento al settore del gioco, il presunto gruppo criminale svolgeva attività come imposizione di slot machine o estorsione.
Gli indagati avevano anche messo a punto piattaforma di poker online per bar, i cui proventi andavano per il 60% al clan e il restante all’esercente complice.
Scoperta anche una bisca clandestina in un bar di Casapesenna.
Il Procuratore Giuseppe Borrelli ha spiegato che il titolare di tale bisca “in accordo con il clan, durante l’orario di chiusura organizzava partite al gioco della “zecchinetta” percependo da parte del clan una percentuale sui guadagni”.
Relativamente all’imposizione delle slot “distribuite dalla società prescelta del clan”, il Procuratore Borrelli ha spiegato che i referenti dell’azienda versavano, in cambio del monopolio, una quota per ogni apparecchiatura installata e che ora sono “indagati per concorso esterno in associazione di tipo mafioso”.
E così la domanda resta inevasa.
Ed il titolo inesplicato.
Ma….vi faremo sapere.