Il 27 ottobre si è votato in Umbria per eleggere il Consiglio Regionale e il Governatore. Ha vinto il centro destra. Sono passati pochi giorni e il voto umbro è stato già archiviato, la maggioranza giallo rossa che è al Governo nazionale va avanti come non fosse successo nulla e come se il risultato di una piccola Regione non possa incidere sui destini del Governo. Zingaretti, segretario del Pd, vuole che il progetto anche se in Umbria ha fallito deve continuare in altre regioni.
Di Maio non ne vuole più sapere. In Emilia Romagna e in Calabria il Movimento 5 Stelle andrà al voto da solo. Franceschini, invece, che ha una paura matta di perdere il posto di Ministro, non ha nessuna intenzione di rompere l’alleanza col M5Stelle. Il centro destra controlla ora 12 Regioni su 20, possano far finta di niente? Hanno rimandato tutto alle prossime elezioni regionali, quelle che davvero contano e che sono molto più grandi e molto più importanti dell’Umbria? Tirano a campare. Senza domandarsi il perché in Umbria il Centro destra abbia vinto con uno scarto di oltre 20 punti. Senza chiedersi il perché gli operai, i lavoratori, gli artigiani, le massaie, gli anziani, a quelli che Grillo vuole togliere il diritto di voto, abbiano voltato le spalle al partito che fu dei lavoratori. Vanno avanti, tanto hanno ottenuto quello che si erano preposti:- Salvini fuori dal Governo-. L’esito elettorale di domenica scorsa ha, però, prodotto un effetto contrario: Salvini è vivo e vegeto e, dopo la batosta subita in agosto, è pronto a prendersi la rivincita con gli interessi. Forse anche da solo, visto il risultato ottenuto in Umbria e con il vento che tira. Non subito. La spallata al Governo potrebbe arrivare dalla nostra Calabria ma soprattutto dall’Emilia Romagna. Se cadranno pure queste due roccaforti della sinistra Matteo Salvini entrerà a Roma da trionfatore. Non sarà necessaria nessuna Marcia su Roma di antica memoria, saranno le elettrici e gli elettori italiani che con un semplice segno di croce sul simbolo del Carroccio lo manderanno, senza sparare neppure un colpo, direttamente a Palazzo Chigi. E non ci sarà bisogno di occupare città e paesi per saggiare la reazione del Presidente della Repubblica. Questi, visti i risultai ottenuti, sarà costretto a conferire a Matteo Salvini l’incarico di formare il nuovo governo. E Conte sarà sfrattato dal Palazzo che occupa abusivamente e non potrà più cantare la canzone di Domenico Modugno “Meraviglioso”. Non avrà più il sole, il cielo e il mare. Questa volta canterà invece Matteo Salvini:- Non ti ricordi, non ti ricordi niente. Oggi mi guardi e fai l’indifferente, eppure mi hai amato, abbiamo riso insieme, non ti ricordi più?.
Ritorna a casa, si accorge di aver dimenticato le chiavi.
Per non svegliare la sorella ha deciso di scavalcare, poi la tragedia
Tragedia nella notte a Loranzè, paese di un migliaio di abitanti a pochi chilometri da Ivrea, in provincia di Torino.
Secondo quanto riportato da Ansa la 18enne Erika Russo Torregrossa è morta impiccata al cancello di casa, una villetta in via Canton Prelle, nel tentativo di scavalcare per rientrare nella propria abitazione.
Secondo una prima ricostruzione fatta dei carabinieri intervenuti sul posto la giovane, rientrando a casa dalla serata trascorsa con gli amici in discoteca, si è accorta di non avere le chiavi e ha deciso di scavalcare per non svegliare la sorella.
Dopo aver superato la recinzione, però, la 18enne è rimasta impigliata col maglioncino, all’altezza del collo, al cancello.
A scoprire l’accaduto, domenica mattina, è stata la sorella della vittima che ha rinvenuto il corpo di Erika impiccato al cancello di casa.
Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i carabinieri della Compagnia di Ivrea e il medico legale per gli accertamenti del caso.
I militari stanno ascoltando anche i famigliari della giovane che aveva compiuto 18 anni lo scorso 30 aprile.
Seravezza (Lucca) – Nella parrocchia di Seravezza, il parroco don Luca Volpi ha promosso due incontri di formazione («per giovani e adulti») nella sala in via Scalette 47, pubblicizzati nella bacheca del Duomo: l’11 novembre alle 21 l’argomento sarà «Il Corano» mentre il 18 novembre «L’Islam», con un caloroso appello alla partecipazione anche dei non cristiani cattolici: «tutti sono invitati, specialmente gli islamici».
Un’iniziativa – scrive il quotidiano La Nazione – che ha già spaccato la comunità, tra favorevoli a quelle sedute di impronta storica e contrari ad una divulgazione ben lontana dalla promozione evangelica.
A tenere entrambe le conferenze sarà il professor Massimo Salani, docente-scrittore che ha fatto del suo libro «A tavola con le religioni» il fil rouge del proprio pensiero, ritenendo il cibo «strettamente legato al dialogo interreligioso, unico percorso plausibile ed auspicabile nell’epoca che viviamo e compito preciso di tutte le religioni».
Stringatissimo il commento di don Luca, interpellato sulle ragioni di sedute su Islam e Corano e sul taglio che avranno tali iniziative. «Anche a ottobre abbiamo fatto degli incontri. Questo è un argomento come tanti».
Nel frattempo, nasce una kommissione che vieta di criticare l’islam