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Amici, fra circa un anno cambierà l’ultimo versetto della preghiera più famosa del mondo e certamente la più cara a noi cristiani. Quando andremo in chiesa durante la Santa Messa non vedremo più il sacerdote che con le mani alzate e gli occhi rivolti al cielo ci invita a recitare la preghiera come Gesù ce l’ha insegnata. Formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: Padre Nostro….non indurci in tentazione-. E’ cambiata la formula della preghiera, così ha stabilito la Conferenza Episcopale Italiana. Vi ricordate la formula latina che diceva: et ne nos inducas in tentationem? Ebbene in italiano che era tradotta fino ad ieri:non ci indurre in tentazione, dal prossimo anno verrà resa con la formula: Non abbandonarci alla tentazione.. “La nuova traduzione del “Padre Nostro” appare meno letterale, ma rende meglio il significato originale e aderisce senza equivoci alla dottrina cattolica che professa un Dio misericordioso, come tale non certo propenso a indurre nel peccato i suoi figli”. La nuova edizione del “Padre Nostro” dovrà ora ricevere la “Confermatio” da parte della Congregazione per il culto divino. Ci vorrà il prossimo anno. Solo allora nelle Sante Messe sarà recitato il Padre Nostro nella nuova formula votata dai 200 Vescovi presenti nell’Assemblea Generale della CEI. Ma se i sacerdoti lo vorranno potranno recitare la nuova formula anche da subito. Anche il Santo Padre ha incoraggiato la modifica del versetto finale del Padre Nostro. Papa Francesco, infatti, già un anno fa aveva aperto il dibattito sulla traduzione della preghiera, non ritenendo corretta la versione che siamo abituati a recitare (non indurci in tentazione). “Sono io a cadere non è Lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto. Un padre non fa questo, un padre aiuta ad alzarci subito. Chi ci induce in tentazione è Satana, è questo il mestiere di Satana”. Anche nel Gloria ci sarà un cambiamento. Non si dirà più: E pace in terra agli uomini di buona volontà, ma Pace in terra agli uomini amati dal Signore.
Juncker si presenta in conferenza stampa con una scarpa nera ed una marrone.
Una collaboratrice se ne accorge e lo invita gentilmente fuori dalla sala.
Ma il danno è fatto.
L’episodio in sé non ci scandalizza piu’ di tanto.
Piuttosto ci tocca osservare che queste persone hanno in mano le nostre vite e si permettono di criticare la nostra manovra economica.
Ma non ci avevano raccontato che non è alcolizzato ma solo malato di sciatica?
Non sapevamo che sciatica giocasse questi brutti scherzi
novembre 16, 2018
Morire a 19 anni dopo aver sniffato deodorante spray. L'incredibile vicenda è accaduta in Olanda, e a mettere in guardia i giovanissimi sui "rischi fatali" di questa forma di 'sballo' sono proprio i medici che descrivono il caso sul 'Bmj'.
Solo negli Stati Uniti la pratica di sballarsi annusando prodotti per la casa, incluse vernici e lacche per capelli, causa 125 morti l'anno, scrivono gli autori.
In questo caso la vittima, un ragazzo che era stato in terapia in un rehab a causa dell'abuso di cannabis e ketamina, ha avuto una ricaduta.
E, per stordirsi, ha inalato un deodorante spray dopo essersi messo un asciugamano sulla testa.
Dopo una breve fase di iperattività, il ragazzo è andato in arresto cardiaco ed è collassato.
Nonostante l'intervento dei medici e sei tentativi con il defibrillatore, i sanitari non sono riusciti a rianimarlo.
Dopo un periodo in coma indotto, il giovane è morto.
Si tratta di un caso singolo, ma arresti cardiaci dopo l'inalazione di sostanze volatili sono descritti nella letteratura scientifica ormai da 40 anni, e la prima morte dopo aver sniffato un deodorante spray risale al 1975, scrivono i medici della Terapia intensiva del Maastad Hospital di Rotterdam.
"La principale sostanza tossica nel deodorante spray è il butano", aggiungono gli esperti.
Una sostanza che attraversa facilmente la barriera emato-encefalica.
"L'abuso di sostanze volatili è uno degli ultimi metodi noti per raggiungere uno sballo", affermano i medici del team di Kelvin Harvey Kramp.
Ma si tratta di un sistema pericolosissimo, i cui rischi possono essere sottovalutati, dal momento che si impiegano oggetti di uso comune.
Il rischio è particolarmente elevato per i giovanissimi con una storia di dipendenza, che possono ricorrere facilmente a questi prodotti in mancanza di sostanze stupefacenti.
Pubblicato il: 16/11/2018 06:56