Redazione TirrenoNews
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Vibo Valentia, il benzene e l’incredibile errore dell’Arpacal.
Domenica, 03 Febbraio 2013 15:24 Pubblicato in Vibo ValentiaSe non fosse, ahimè, purtroppo, vero, sembrerebbe una storia da film
L’Arpacal ( Azienda regionale per la protezione dell’ambiente – Calabria!) diffonde la notizia che nell’acqua del bacino dell’Alaco, sito a San Sostene e che serve 80 comuni del vibonese, c’è una presenza di benzene di 800 volte superiore ai parametri previsti per legge.
Il parametro stabilito dall’Unione Europea è pari a 1ppb (parti per bilione - microgrammi per litro). In sostanza la presenza di benzene sarebbe di 800ppb, cioè 800 microgrammi per litro.
Ora il benzene è una sostanza cancerogena riconosciuta. I più gravi effetti che si manifestano in caso di esposizione a lungo termine sono principalmente a carico del sangue. Il benzene danneggia il midollo osseo e provoca un calo del numero dei globuli rossi portando all’anemia. Può inoltre ostacolare la coagulazione del sangue e deprimere il sistema immunitario. Tra gli effetti a lungo termine rientra anche la leucemia.
Ed allora i sindaci emettono immediatamente apposite ordinanze che vietano il consumo dell’acqua potabile.
La gente viene rifornita da autobotti.
Qualcuno comincia a chiedersi perché i risultati del campione prelevato il 6 dicembre scorso ( 2012) siano stati partecipati all’Asp di Vibo soltanto il 28 gennaio, cioè 50 giorni dopo all’Asp di Catanzaro e questa solo 1 1 febbraio all’Asp di Vibo. E qualcuno comincia a chiedersi se questo ritardo possa avere creato problemi alla salute di chi ha bevuto questa acqua.
Troppe domande. Ed ecco che esce fuori un’altra verità! Si è trattato di un « un malaugurato errore di trascrizione nella comunicazione del rapporto di prova prot. 2587 del 28 gennaio 2013, la voce “Benzene” va sostituita con “Composti aromatici da benzene espressi come benzene”. Trattasi di composti non previsti dal decreto legislativo 31/01 e di conseguenza senza limiti di legge».
Una nota che il neocommissario dell’Asp di Vibo Maria Pompea Bernardi ha letto nel corso del vertice tenuto ieri , 32 febbraio 2013, all’Ufficio territoriale del governo e presieduto dal prefetto Michele Di Bari.
Ora i sindaci dovranno revocare le ordinanze di non potabilità dell’acqua.
Ovvia la domanda: chi è stato a cambiare la voce “Composti aromatici da benzene espressi come benzene” in benzene? Un impiegato amministrativo? Un tecnico? Se fosse un tecnico si impone che venga quantomeno riqualificato. Se fosse un impiegato amministrativo viene da chiedersi che istituto sia l’Arpacal dove un applicato amministrativo può cambiare la voce dell’analisi e quale credibilità a tal punto possono avere gli altri risultati dell’Arpacal.
Longobardi, condannato a sei anni per droga e armi .
Domenica, 03 Febbraio 2013 13:42 Pubblicato in LongobardiSei anni di reclusione al trentenne Agostino Perruso, accusato di detenzione di droga ai fini di spaccio e armi, contro i 10 richiesti dal PM . La sentenza è del Gup del Tribunale di Paola, Nicoletta Campanaro, ed è stata emessa al termine di un processo col rito abbreviato. Agostino Perruso è stato difeso da un collegio composto dagli avvocati Giuseppe Bruno e Armando Sabato.
Era l’ottobre 2011 quando i carabinieri della compagnia di Paola, diretta dal capitano Luca Acquotti( nella foto), dopo una lunga ed approfondita indagine decidevano di stringere e si appostarono notte e giorno tra le montagne di Longobardi.
Fecero la guardia ad uno strano casolare dotato di porta blindata che aveva fatto insospettire. E quando videro entrare nel casotto un individuo fecero irruzione. Dalla successiva perquisizione armi e droga.
150 grammi di cocaina,
900 grammi di marijuana,
un bilancino di precisione,
18 mila euro in banconote di vario taglio,
due pistole “Calibro 9” con matricola abrasa, con marca e modello da identificare.
Tutto nacque dalla intuizione dei Carabinieri della stazione di Fiumefreddo Bruzio, insospettiti dal via vai di persone verso il piccolo casolare.
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Diamante, in libertà il luogotenente dei carabinieri Mario Lucia .
Domenica, 03 Febbraio 2013 12:32 Pubblicato in CetraroIl luogotenente Mario Lucia è tornato in libertà.
La vicenda è quella del fermo avvenuto il 9 gennaio scorso del Comandante della caserma dei carabinieri di Diamante luogotenente Mario Lucia.
Il fermo e l’avvio agli arresti domiciliari nel comune di provenienza di Serrastretta.
Le accuse erano gravi e parlavano di concussione e violenza privata.
Poi l’interrogatorio al quale il comandante deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere per avere più tempo per leggere la intera documentazione acquisita dalla Guardia di finanza di Paola e coordinate dalla Procura della Repubblica di Paola. L’avvocato Liserre comunque ha sempre mostrato fiducia di poter chiarire tutto ( Siamo certi di poter spiegare ciò che è avvenuto).
Poi la richiesta di revoca della misura cautelare ai domiciliari accolta dal GIP da cui la libertà per il luogotenente Lucia
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