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Lo "Scaffale" di Amantea e "Gli incontri del Sedile" in una bella serata all'insegna della cultura .

Una serata davvero magica quella di ieri sera 12 agosto nel chiostro di San Bernardino dove lo scrittore amanteano Sergio Ruggiero ha illustrato ,con minuziosa e preziosa ricerca , i duemila anni di storia di Amantea, da sempre città libera e della sua enorme importanza già da tempi molto antichi. La presentazione della serata affidata a Gregorio Carratelli ,Priore della confraternita ,e con i monologhi affascinanti di Franca Dora Mannarino , nei panni della marchesa di Poitiers, castellana di Amantea ,tratti dal libro di Sergio Ruggiero "L'urlo della libertà " ha raccolto la partecipazione di un pubblico molto attento . Un momento particolare e commovente a fine serata nel ricordo di Peppe Marchese,socio fondatore dello " Scaffale" e grande appassionato della storia della " sua Amantea ". Un plauso va anche al servizio di assistenza anticovid del CISOM dell'ordine di Malta.

La circostanziata relazione di Sergio Ruggiero, arricchita dalla proiezione di immagini e didascalie, è stata scandita dai monologhi di Margherita di Poitiers, marchesa di Crotone e castellana di Amantea dal 1435 al 1459, tratti dal romanzo “L’urlo della libertà” di Sergio Ruggiero, edito da Franco Mannarino.

I monologhi, accompagnati da un sottofondo musicale d’epoca, sono stati adattati e magistralmente interpretati da Franca Dora Mannarino che ha sfoggiato un magnifico abito quattrocentesco, propiziando un’atmosfera di raffinata suggestione.

L’incontro, aperto dai saluti del Priore della Confraternita Gregorio Carratelli, è stato chiuso dalle riflessioni del principe Maurizio Gonzaga di Mantova il quale ha protratto il soggiorno amanteano, dovuto alla presentazione di un suo libro, proprio per assistere alla serata, e per venire a conoscenza “della nobilissima e sorprendente storia di questa citta”, egli stesso ha chiosato.

Una Storia, come è emerso dalla relazione de’ “Lo Scaffale”, in cui l’autonomia cittadina è rimasta quasi sempre intatta, trascorrendo i millenni e avvicendandosi le dominazioni, realizzando una consapevolezza identitaria e un ancestrale orgoglio manifesto in numerosi documenti d’epoca e, come diceva il prof. Sisinni (riferendosi alla simile storia di Maratea), “… agevolando il rifiorire di tutte le espressioni umane”.

Lampèteia, Clampetia, Amantea, città-stato enotria e bruzia, municipio romano, civitas bizantina, emirato aghlabita, tra le prime città demaniali riconosciute dai Normanni e città regia fino all’eversione della feudalità. Non sono mancati riferimenti agli storici moderni e agli antichi cronisti che ci hanno consegnato preziose testimonianze su cui scrivere un’importante storia libertaria, costellata di fatti tragici di sorprendente intensità in cui Amantea ha difeso la propria libertà, in particolare dai tentativi di infeudazione.

“Con questa esposizione necessariamente sintetica, che noi riteniamo esser franca da pregiudizi che a volte impediscono di leggere lucidamente i fatti della Storia, speriamo di aver fatto cosa utile alla città di Amantea e a quanti di Amantea vogliono sapere le cose del passato, a nutrimento dell’Orgoglio cittadino, dell’Onore e della Conoscenza”.

(Lo Scaffale)

“Non vi ha dubbio che giovi ai nepoti il ricordare e tener presenti i gloriosi fatti degli avi, perché di quelli infiammandosi, diventino buoni ed utili cittadini” (Della città di Amantea – Ottavio Sereni, 1867

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