Corigliano. Questa è la Calabria e non mi piace. Un fatto ordinario, anzi normale, diventa un fatto eccezionale. Gli agenti della Polizia provinciale, competenti al controllo del demanio fluviale trovano nell’alveo del torrente Malfrancato in località Torricella Superiore nel comune di Corigliano un’area di ben 6000 mq coltivata ad aranceto e la notizia riempie i giornali.
L’impianto aveva natura permanente e, quindi, costituiva un reale pericolo al deflusso delle acque.
Dobbiamo, cioè, supporre che non si trattasse di un aranceto impiantato da pochi giorni o da pochi mesi, bensì di una occupazione perdurante da molto tempo.
Il responsabile è stato individuato nel signor M.G., di anni 61, residente a San Giorgio Albanese.
L’area, quindi, è stata sequestrata e l’occupante è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Rossano.
Possibile, allora, ci chiediamo, che solo oggi venga scoperta una occupazione abusiva perché priva di qualsivoglia autorizzazione quando tale occupazione non solo non è riferita ad ortaggi ma ad un agrumeto e quindi risale sicuramente a molto tempo fa?
Ed è incredibile che di fronte ad un inaccettabile ritardo nell’accertamento ci se ne faccia perfino un vanto?
Quanti altri casi similari ci sono nella centinaia di fiumi e torrenti in Calabria?
L’assessore od il presidente della provincia competente avranno cura di prendere i dovuti provvedimenti?
Se poi è vero che la dimensione è stata calcolata con il satellite!!!!!!