
Parliamo della politica amanteana.
Sappiamo tutti che il centro storico di Amantea sta cadendo a pezzi, tanto che la giunta scorsa ha dovuto trovare risorse finanziarie per “anticipare” il crollo di alcune antiche case del centro storico che erano a rischio di crollo.
Somme , purtroppo, risultate insufficienti perché il lavoro non è finito.
E così il centro storico appare “ferito” ed una sua bellissima parte continua a restare inagibile e continua da dieci anni non visitabile a chi cerca emozioni e storie tra le sue vecchie mura.
E sappiamo tutti che la stecca di case ad ovest di Corso Umberto Primo sono a rischio.
Lo mostrano le profonde ed irreversibili fessurazioni ed il distacco dal marciapiedi.
Lo certificano i risultati delle indagini.
Un problema così serio che l’ingegnere Ghionna, che faceva parte della triade commissariale di Amantea esautorata dalla sera alla mattina, avuto notizia da un cittadino aveva immediatamente disposto un incontro tra i tecnici comunali ed i geologi , incontro che ha avuto luogo senza la sua presenza.
Ed è invece Longobardi( buon per questa cittadina) che ottiene finanziamenti per Interventi di consolidamento nel centro storico.
Ne da notizia il sindaco Mannarino che con gli assessori Garritano Aurelio e Garritano Aldo hanno adottato in data 16/2/2017la delibera N. 11 “Accordo di Programma 17/11/2010 per l'attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico della Regione Calabria - “CS 160B/10 Comune di Longobardi – Interventi di consolidamento nel centro storico” - Individuazione R.U.P.”
In sostanza il comune di Longobardi ha avuto un finanziamento di 500.000, 00 euro per eseguire u intervento di consolidamento nel centro storico.
Si tratta di un finanziamento che insieme con altre 33 interventi rientra nel fondo di € 37.200.00,00 che erano stati posti nell'Accordo di Programma tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Calabria per l'attuazione dell'Accordo di Programma 17/11/2010 per l'attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico della Regione Calabria.
Fondi che sono stati recuperati e posti in disponibilità ai comuni tra cui Longobardi.
Ovviamente bravo al comune di Longobardi.
Della serie #Amanteaaspettaesperacheposisiavvera#
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Era il 14 ottobre 2013 quando la Guardia di Finanza di Cosenza eseguiva il provvedimen to di arresti domiciliari a carico di Mimmo Barile, ex capogruppo del PDL nel Consiglio provinciale di Cosenza , ed ex presidente della Field, ente in house della Regione Calabria che si occupava di innovazione.
Barile, si è appropriato di mezzo milione di euro dei fondi della Field, per saldare i fornitori delle sue aziende, tra cui due hotel di Cosenza.
Il buco era stato scoperto e denunciato dal presidente del collegio dei revisori, Maurizio De Filippo.
A giugno del 2014 l'ex presidente di Field, davanti al gip di Catanzaro, ha chiesto di poter patteggiare la pena a quattro anni di reclusione.
Ma l'imputato, pur in regime di detenzione domiciliare, ha poi proposto attraverso i suoi legali – gli avvocato Roberto Le Pera e Giancarlo Pittelli – ricorso in Cassazione.
Ora la suprema corte ha reso definitiva una condanna per la quale Barile ha già scontato due anni e quattro mesi sia pure ai domiciliari.
Nei prossimi mesi sarà il tribunale di sorveglianza a stabilire come Barile dovrà scontare il residuo della pena.
Le indagini comunque continuano, perchè si ipotizza che all'interno della Field ci siano stati altri usi impropri dei fondi pubblici. Monitorati, in particolare, alcuni viaggi all'estero.
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Si conclude la storia di Mimmo Barile. E si conclude drammaticamente con gli arresti domiciliari disposti dal GIP Maria Rosaria De Girolamo su richiesta del PM Paolo Petrolo.
La vicenda è quella relativa all’ammanco di 500 000 euro dalle Casse della Field (Fondazione innovazione emersione locale disegno del territorio).
Il buco era stato scoperto e denunciato dal presidente del collegio dei revisori, Maurizio De Filippo.
Il sostituto procuratore, Paolo Petrolo, dopo la denuncia era riuscito a mettere le mani su venti assegni circolari, di importo diverso e con destinatari diversi, per un totale di 500 mila euro, pari all'ammanco riscontrato nelle casse della Field e tutti, con un'unica firma, quella di Domenico Barile.
Gli assegni sono stati rintracciati dai militari della Guardia di finanza in diverse banche ed in un
paio di casi sarebbero stati versati anche ad uno studio notarile.
Da qui la sospensione dall’incarico di presidente.
E Barile si era impegnato, in tutta fretta, a coprire l'ammanco di 500 mila euro, proponendo a garanzia una fideiussione, e chiedendo, per voce degli avvocati Roberto Le Pera (del Foro di Cosenza) e Giancarlo Pittelli ed Enzo Galeota (del foro di Catanzaro), di essere sentito dalla magistratura.
Barile si sa è titolare di vari alberghi della Cosenza-Rende.
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