Amantea. Avevamo partecipato ai nostri lettori la presenza ad Amantea di Nicola Gratteri e la opportunità di sentirlo, per coglierne la semplice ed umana grandezza che raramente si riscontra in chi ,come lui, ha fatto della sua vita un esempio per tutti i calabresi
L’opportunità sono stati i “Venerdì letterari” organizzati da Orfeo Notaristefano e che si sono svolti nei giardini di fronte al mare del Grand Hotel La Tonnara.
Un qualificato pubblico presente , in particolare donne e giovani, ad ascoltare verità e pillole di cuore e di saggezza.
Le due TV regionali , un giornalista de Il Quotidiano ed un sito web(noi): troppo poco per cogliere di persona l’emozione delle parole del PM e trasferirlo alla gente amanteana come al solito distratta ed assente.
Presenti alcuni avvocati tra i quali Antonio Cuglietta, l'avvocatessa Politano e l'avvocatessa Teresa Pirillo; troppo pochi, ci sembra, per quella che in alcuni momenti è stata una vera e propria lezione di diritto penale.
Dopo la presentazione della sua ultima fatica letteraria “Dire e non dire. I dieci comandamenti della ‘ndrangheta nelle parole degli affiliati”scritto a due mani insieme ad Antonio Nicaso, il giornalista Orfeo Notaristefano ha posto a Gratteri la domanda delle domande “ Oggi la ‘ndrangheta è più o meno forte di ieri?”.
Drammatica la risposta: “In questi momenti di crisi le mafie sono più arroganti e più forti!”. In sostanza le grandissime risorse finanziarie delle mafie e la mancanza di finanziamenti da parte delle banche inducono le imprese ad accettare capitali privati che spesso sono provenienti dalle mafie . “E’ l’inizio della fine!”.
E non basta, dice Gratteri , la mancanza di lavoro induce molti disoccupati ad avvicinarsi alle mafie e così a perdersi.
Ed ancora. Il PM Gratteri denuncia una situazione che supera le tangenti perché impone ai commercianti i prodotti da vendere e quelli da usare nei propri esercizi: “ Un indice della presenza della ‘ndrangheta è quella di capire se i commercianti sono liberi di comprare da chi vogliono”.
Infine invita i commercianti vessati a denunciare. È l’unica possibilità di salvezza.
Ma coglie ed espone la mancanza di fiducia verso le istituzioni . “Come ci si può, si chiede e chiede al pubblico presente, fidare del giudice o del Comandante dei CC o del questore , se magari li si coglie “leggeri”, li si vede vivere “border line” , li si percepisce incoerenti, come sono coloro che dicono una cosa e ne praticano un’altra?”
Poi conclude ricordando che stare isolati non è mai la soluzione e che l’unica cosa da fare è cercare intorno a se i rappresentanti delle istituzioni seri , affidabili e capaci.
Poi chiude con una affermazione terribile : “ oggi le mafie sono più forti perché più ricche” e subito il pensiero del pubblico va al debito pubblico nazionale ed a chi lo ha prodotto, permesso, garantito, così facendo diventare meno forte lo Stato e più forte le mafie.