Anni fa l’importante rivista inglese “The Economist”, scriveva che Berlusconi era "inadatto a governare un Paese come l’Italia". Allora era vero, ed è ancora più vero oggi. Un titolo un tantino più recente è andato oltre: ecco un uomo che aveva "fottuto un intero paese.” Purtroppo oggi appare chiaro che una dichiarazione del genere era troppo bonaria. Il cantastorie dei barconi Berluschino non ha solo fottuto l'Italia. Potrebbe aver fregato anche l'Europa. Primo scomparirà, meglio sarà, anche se i profondi problemi strutturali, insiti nell'economia italiana e nell’autoalimentata casta berlusconiana, rimarranno. Nel frattempo, i giovani italiani, gli emigranti d’Italia e la natura sdentata delle istituzioni politiche europee, pagheranno il prezzo della megalomania di un sedicente imprenditore, venditore di pubblicità televisiva e dei suoi “soci isolani”. Il Berlusca ha contribuito a stimolare tantissimi individui a emularlo nei suoi modi d'essere in affari e nelle aule di tribunali. L’averla fatta franca nel “fottere” il resto della popolazione italiana lo ha fatto diventare un eroe agli occhi dei poveri disgraziati che "sperano" di rifarsi rubando o sognando di vincere alle slot machines, avendo toccato il fondo della povertà non solo economica.
Che cosa sta succedendo in Italia e nel resto d’Europa? I recenti sviluppi sull’aggravarsi delle varie crisi, che coinvolgono tutta la zona euro con i suoi vecchi stereotipi sono comuni in quasi tutta l’Europa. Alcuni paesi mediterranei con i loro grandi debiti pubblici, i "problemi" con la criminalità e le consolidate economie nere sono stati spesso messi insieme in una categoria di "malati d'Europa": pigri, improduttivi, con sindacati che scioperano e le persone che protestano per le strade. Sono ormai considerati obsoleti! Eppure questo tipo di analisi è quasi inutile per farci capire cosa sta succedendo in Italia e perché sta avvenendo oggi. Inoltre, tutto questo non fornisce informazioni sui profondi costi umani prodotti dagli attuali problemi.
La catastrofica conseguenza futura prossima, e che in qualche modo è già iniziata, un'intera generazione verrà sistematicamente esclusa dal lavoro professionale e dalle istituzioni statali. Le menti più brillanti continueranno ad emigrare, eppure molti italiani di grande talento continueranno a lavorare ancora per niente nella vana speranza (termine religioso pericolosissimo) di un futuro migliore.
Molti brillanti storici continuano a pubblicare libri e articoli di altissima qualità, ma che sono effettivamente disoccupati fino ai 40 e 50 anni e sono costretti a umiliarsi tenendosi per anni attaccati alla coda del cappotto del loro santo protettore. Un fatto che tutti dovrebbero ricordare è che l’Italia è da sempre una specie di gerontocrazia capitanata da tanti Berlusconini gremlins che si avvicendano al timone, e si fonda sul grado di influenza ed “autorevolezza” che generalmente viene attribuito agli anziani, sul falso presupposto di una loro maggiore esperienza e di una riconosciuta correttezza o per il fatto che hanno tutte le proprietà economiche e le cariche politiche. Questa tendenza è notevolmente peggiorata negli ultimi tempi. I partiti politici e leaders, in ogni modo, hanno delineato una relazione sempre più stretta. Una tendenza avviata da Silvio Berlusconi, che ha costruito e imposto il suo “partito personale”, negli anni Novanta. Tracciando un percorso irreversibile per tutti. D’altronde, se la politica è fatta da capetti privi di una qualsiasi ideologia politica, che hanno rimpiazzato la società e il territorio con i media e con il WEB. Allora è legittimo temere che tutto possa cambiare. Molto in fretta. Perché senza partiti politici, senza società, senza territorio: per la politica e per gli italiani non ci sarà futuro.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik