Natale 2022, siamo in guerra e ancora in Europa e nella martoriata terra d’Ucraina si combatte, si spara, si uccide come 100 anni fa in Belgio e Francia. Le cannonate, i missili cadono notte e giorno incessantemente nei villaggi, nelle città ucraine distruggendo ogni cosa. Case sventrate, centrali elettriche messe fuori uso, acquedotti rasi al suolo, donne, uomini, bambini che fuggono alla ricerca di un rifugio, città senza luce e gas, il cibo che scarseggia, indumenti pesanti che mancano e la temperatura che scende al di sotto di venti gradi. La popolazione ucraina è allo stremo, Putin, lo zar sovietico che ha dichiarato guerra all’Ucraina, non ha nessuna intenzione di far cessare il fuoco. Ma se Putin e Zelensky non hanno nessuna voglia di incontrarsi, di parlare, di arrivare ad un compromesso e poi ad un cessate il fuoco e infine ad una pace vera e duratura almeno i soldati di ambo gli schieramenti la notte di Natale, la Notte Santa, depositino i fucili, cessino di sparare, escano dai rifugi e si incontrino, si parlino, si stringono le mani, si abbraccino perché in fondo sono tutti fratelli, figli dello stesso padre. Almeno domani e questa notte nella terra martoriata d’Ucraina risuoni solo il silenzio della preghiera o il suono festoso di una cornamusa. Sona zampugna, portami lontano allitiempi felici e spensierati di una volta quando in ogni angolo della terra regnava solo la pace e le fontane versavano latte e miele.Sogno o son desto? Non sogno. La pace non è un sogno, così ha detto il Cardinale Zuppi. Il giorno di Natale almeno sia un giorno di pace ovunque anche in Ucraina. Ho avuto la fortuna di vedere un film “Joieux Noel” del 2006 ambientato al primo anno di guerra della prima guerra mondiale 1914-1918 e leggere alcune lettere spedite a casa dai soldati al fronte e prego il Bambinello che sta per nascere in una grotta nella mangiatoia perché per lui e sua madre non c’era posto negli alberghi, perché faccia lo stesso miracolo di allora:-Tregua di Natale-. I soldati che erano in guerra nel 1914, senza che nulla fosse concordato, cessarono il fuoco, uscirono dalle trincee, si incontrarono, si strinsero le mani, si abbracciarono, fumarono, bevvero, cantarono insieme, si scambiarono auguri e doni. E questo non potrebbe accadere anche oggi all’insaputa di Putin e di Zelensky? Certo che potrebbe accadere. I soldati di ambo gli schieramenti non hanno madri, figli, mogli, fidanzate, parenti ed amici che aspettano con ansia e trepidazione notizie dal fronte ed anche, soprattutto il ritorno nelle loro case? E’ quasi un anno che si combatte e la guerra purtroppo continua. Macerie e morte ovunque. Ma oggi fermatevi. Domani e poi domani ricomincerete a spararvi addosso, ma il giorno del Santo Natale ci sia almeno una tregua, anche breve, che poi potrebbe portare ad un cessate il fuoco e ad una pace vera e duratura. Che bel Natale sarebbe se il capo sovietico e il capo ucraino invece di scambiarsi ultimatum e minacce di guerra atomica, si scambiassero gli auguri, si stringessero le mani, cantassero insieme “Silent Night” davanti ad un piccolo presepe improvvisato. Sarebbe un Natale da favola che tutti ne parlerebbero ed entrerebbe di prepotenza nei libri di storia di tutto il mondo.