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“Alfredo D’Attorre dovrebbe dimettersi”: l’analisi di Chiara Macrì

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Dura l’analisi di Chiara Macrì. Condensata in un : “E’ stato un risultato disastroso. D’Attorre dovrebbe dimettersi”. E la Macrì evidenzia che si tratta di un disastro clamoroso del centrosinistra e del Pd in particolare.

Ma ecco il testo integrale:

“Non bisogna tacere. E’ giunta l’ora di dire come stanno le cose, dentro e fuori dal PD.

Siamo di fronte ad un disastro clamoroso del Centro-Sinistra e del PD in particolare. In un mese bruciato un vantaggio di oltre il 15% sul centro-destra per “arrivare primi ma non vincere” con una manciata di voti. Dal 2008 il PD perde quasi 4 milioni di voti e il consenso del voto giovane. E’ allarmante la differenza di oltre due punti percentuale fra il risultato della camera 25,42% e il 27,43% al senato.

Ma la débâcle assoluta l’abbiamo proprio in Calabria: dalle politiche del 2008 perdiamo 150.000 voti, e dalle regionali 2010, famose per la clamorosa sconfitta che ha portato il PD calabrese al commissariamento, perdiamo oltre 100.000 voti. E allora cominciamo a parlare il linguaggio della verità.

E parto dalle dichiarazioni del commissario regionale Alfredo D’Attorre secondo cui «un’interpretazione in chiave prettamente localistica del risultato è fuori luogo. In ogni caso bisogna avere sempre come punto di riferimento i dati di partenza del 2010». E li abbiamo visti. Se consideriamo che proprio da quelle regionali è in corso un’azione di commissariamento il dato risulta ancora peggiore. D’Attorre sostiene poi che in Calabria c’è stata la maggiore capacità di recupero. È di tutta evidenza che con il disastro provocato dal centro-destra nella Regione, la nostra coalizione avrebbe dovuto stravincere e non “quasi annullare il divario”.

Allora mi aspetterei dal Commissario del PD calabrese un’analisi seria e responsabile a cominciare dai dati che riguardano le città di Cosenza, Catanzaro, Lamezia, Reggio Calabria e Crotone dove si registrano percentuali senza precedenti. Perché è vero che è riduttivo parlare del dato localistico in elezioni politiche gestite da questa legge elettorale, ma è pur vero che i risultati, soprattutto al Senato, fanno contare le singole Regioni.

E allora a D’Attorre chiedo di interrogarsi sul perché i calabresi non si sono riconosciuti e non hanno votato questo PD. E non si tratta certo solo della crisi che qui si avverte ancora più del Nord, come ha dichiarato Bersani. Si tratta delle risposte che il PD ha dato in questi anni ai cittadini, si tratta dell’opposizione che avrebbe dovuto fare al centro-destra, si tratta delle candidature a queste politiche, calate dall’alto nonostante un’apparenza di primarie e che sono frutto di aggiustamenti interni funzionali a riproporre logore alleanze interne che avevano già portato il PD calabrese al macero.

Perché un calabrese avrebbe dovuto entusiasmarsi a votare una toscana, o un siciliano a rappresentanza della Sua terra. E perché avrebbe dovuto entusiasmarsi o riconoscersi in candidati che hanno distrutto direttamente o indirettamente la nostra regione?

Allora credo sia urgente e apprezzabile che il commissario regionale di fronte a questi dati rassegni le dimissioni. Anzi che le rassegnino tutti coloro i quali hanno avuto responsabilità dirette nel crollo della perdita dei consensi verso il nostro Partito e nella gestione di una campagna elettorale inadeguata e improvvisata.

Per non parlare del risultato clamorosamente fallimentare del PD di Lamezia, giunto addirittura al 15%, i cui organismi devono essere immediatamente azzerati per fare finalmente un congresso vero e non cadaverico come quello della scorsa estate.

Senza ulteriori tatticismi e irresponsabili rinvii si proceda a fornire al Sindaco Speranza un’ampia rosa di nomi, perché il PD rientri nell’esecutivo della città, rispettando così la volontà espressa dai cittadini.

Chiara Macrì PD

Redazione TirrenoNews

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