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L’inchiesta che scuote il Paese : “Il Belgio ha finanziato gli scafisti libici”.

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03/11/2018 – Gli interessi delle obbligazioni della Libia, congelate dopo la morte di Gheddafi e presenti anche nelle banche di Bruxelles, sarebbero stati elargiti e forse usati per comprare armi.

 

 

Gli scafisti trafficanti di esseri umani sarebbero stati finanziati dal governo federale belga.

Lo afferma un’inchiesta della Rtbf, la radio-televisione belga di lingua francese, che ha indagato sul caso dei fondi congelati all’ex leader Muhammar Gheddafi, citando anche fonti “vicine agli agenti segreti” che hanno chiesto l’anonimato.

L’indagine ha riguardati le fonti di finanziamento delle milizie libiche, che dallo scoppio della guerra civile non hanno mai avuto difficoltà ad acquistare armi.

Dopo la morte di Gheddafi nel 2011, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto il blocco delle azioni e delle obbligazioni libiche. In Belgio questi asset sono stati congelati in quattro banche: BNP Paribas Fortis (43 milioni), ING (376 milioni), KBC (869 milioni) e soprattutto Euroclear Bank (12,8 miliardi).

Tuttavia, alcuni anni dopo, secondo Rtbf, gli interessi e i dividendi di questi beni sono stati distribuiti normalmente e già nel 2012 tra i tre e i cinque miliardi di euro di interessi e dividendi avevano lasciato conti belgi, senza che si sappia esattamente cosa sia successo a questi soldi.

La fonte vicina ai servizi segreti ha detto che alcuni aerei diretti in Libia sarebbero stati fermati all’aeroporto di Ostenda carichi di armi, lanciando il sospetto che i soldi siano stati usati per acquistare quegli armamenti.

“Questo è un potenziale finanziamento ad una guerra civile per sette anni. La guerra civile ha causato una grave crisi migratoria “, ha affermato la fonte. In Parlamento le domande dei deputati non hanno avuto risposta soddisfacente e si è puntato il dito contro il ministro Didier Reynders, perché secondo il parlamentare Georges Gilkinet era lui che aveva il potere di decidere sul destino di quei fondi.

Redazione TirrenoNews

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