Caro compagno Vladimir Putin. Anche a te sono costretto a scrivere una lettera, non per distrarmi un poco, ma per comunicarti che ti considero uno dei miei allievi prediletti. Ho scritto caro, forse ho esagerato un po’. I politici e la gente dell’Unione Sovietica non mi sono mai stati cari. Li ho combattuti, ho cercato di distruggerli. Ho incendiato molte città sovietiche, per colpa mia sono morti milioni di uomini, donne e bambini, ma alla fine mi son dovuto arrendere. Siete stati più bravi di me. Come Napoleone ho dovuto fare marcia indietro e ho dovuto lasciare sul terreno insanguinato uomini, armi e munizioni. Da voi sono stato sconfitto e l’Armata Russa ha conquistato la Germania ed io ho trovato la morte in un bunker di Berlino con la mia amata compagna Eva. Ora sono all’inferno, brucio nelle fiamme rosse eterne, rosse come la tua bandiera con falce e martello, condannato per aver incendiato il mondo. Nella mia bandiera pure rossa non c’era però la falce e martello, ma la svastika nera. Non mi ha portato fortuna anche se la parola svastika significava “Buona fortuna”. In questo luogo dove mi sto arrostendo non sono solo, sono in buona compagnia. C’è con me il compagno Stalin, Beria, Lenin, Goring, Himmler e pure il Duce, quel dittatorello italiano antipatico e altezzoso, che con otto milioni di baionette arrugginite voleva pure lui conquistare il mondo. E’ finito impiccato con la testa a l’ingiù a Milano a Piazzale Loreto. Qui le fiamme bruciano davvero notte e giorno, non si fermano mai. Evidentemente qui non c’è nessuna crisi petrolifera e il gas arriva senza interruzione. Qui lo pagano bene e con moneta solida. Ho saputo che non vuoi soltanto occupare l’Ucraina ma le altre nazioni confinanti tante care a Stalin e all’Unione Sovietica. Fai bene a dare una lezione alla perfida Albione e agli americani guidati dal cattivo Biden. Anche io ho cercato di fare come stai facendo tu e pensavo che la guerra scatenata invadendo la Polonia, l’Ungheria, la Cecoslovacchia e l’Unione Sovietica sarebbe stata una guerra lampo. E’ durata invece cinque anni e alla fine l’ho persa. I miei carrarmati hanno scorazzato in lungo e in largo in tutta l’Europa Orientale, ma arrivati a Mosca e a Leningrado si son dovuti fermare. I miei missili V1 e V2 hanno bombardato e distrutto case, edifici, città e villaggi britannici, non sono serviti a niente. Churchill ha resistito, ha combattuto e ha vinto. Avevo fatto scrivere sulle fibbie dei cinturoni dei miei soldati “Got mituns”(Dio è con noi), non mi ha portato fortuna. Gli americani, invece, sulla loro moneta cartacea, hanno la scritta “In Godwetrust”(Noi crediamo in Dio). Questo trucco ha funzionato. Ti ho visto l’altro giorno in televisione, era in bianco e nero, si vede che qui il colore non è ancora arrivato e ti ho sentito dire che non ti senti sicuro, che ti senti minacciato, che non hai nessuna intenzione di invadere tutta l’Ucraina ma proteggere le persone sottoposte a genocidio, che vuoi demilitarizzare e denazificare le nazioni confinanti. Fai bene a bombardare le città e a distruggerle. Ma il Presidente ucraino è ancora vivo, non si vuole arrendere. Le sue truppe resistono e ti stanno dando fastidio. Ancora non sei stato capace di conquistare la capitale Kiev. Ti devo confessare che sono un po’ deluso e preoccupato. Ho appreso che vi siete scambiati i prigionieri. Io li mandavo nei campi di sterminio e li facevo sparire. Per questo ho fatto costruire le camere a gas dove ho gassato sei milioni di persone, invece tu durante la ritirata da Kiev le persone le hai lasciate sulla strada dove tutti le hanno viste e le hanno fotografate. Comunque mi voglio congratulare con te perché, guardando un talk show condotto da Barbara Palombelli su Rete 4, ho appreso che se gli Ucraini non si arrendano o se la NATO interferisca ancora inviando armi e munizioni tu userai le armi chimiche o le armi nucleari. Che bello! Abbattili e distruggi le corrotte demoplutocrazie. Io, purtroppo, non ci sono riuscito. Ora mi devo riposare un po’ perché sono stanco. Ti saluto, ti abbraccio e voglio ancora congratularmi con te: Ti stai dimostrando davvero un mio ottimo allievo.