Al momento del crollo del palazzo nel Bangladesh c’erano almeno 3000 persone. Ne sono state salvate quasi 1700. In alcuni casi è stato necessario mutilare degli arti per estrarre i corpi dei superstiti dalle lastre di cemento armato.I morti già estratti sono oltre 300. Tantissimi ( centinaia) i dispersi.
Un tribunale di Dacca ha indagato oggi il proprietario del "Rana Plaza", il palazzo crollato ieri mattina, e i responsabili delle cinque aziende di abbigliamento che erano situate nello stabile del distretto industriale di Savar, alla periferia della capitale. Lo riferiscono i media locali. Le persone interessate dovranno comparire davanti ai giudici il prossimo 30 aprile.
Secondo quanto riportato dalla stampa, avrebbero ignorato i segni di un imminente cedimento della costruzione. Il proprietario dell'edificio è Sohel Rana, un membro della sezione giovanile del partito di maggioranza dell'Awami League. Intanto la Bangladesh Garment Manufacturers and Exporters Association (Bgmea), sempre oggi, ha sospeso le cinque imprese e revocato il permesso all'esportazione. Si tratta della Ether Tex, New Wave Bottoms, New Wave Style, Phantom Apparels e Phantom Tac. Tutte lavorano per le grandi catene di abbigliamento americane ed europee(Ansa).
Sul suo sito la Nwbd sostiene ad esempio di lavorare per marchi famosi, dall'Italia (almeno quattro tra cui Benetton) alla Spagna, dalla Gran Bretagna agli Stati uniti.
Questa terribile sciagura ha indotto violente proteste dei lavoratori delle aziende tessili di Dacca che oggi sono scesi in sciopero e hanno bloccato un'autostrada nella località di Gazipur. Gli operai, infuriati per la morte dei compagni, hanno attaccato con atti vandalici diversi veicoli e alcuni autobus.
Possono essere chiamate responsabili morali le ditte americane ed europee che si servono degli operai del Bangladesh che sono fortemente sfruttati ed operano molto oltre ogni accettabile condizione di sicurezza?
Forse quando acquistiamo questi beni dovremmo pensarci!