La vicenda è quella dell’uso improprio dei fondi delle regioni. Quelli che chiamano rimborso spese.
In questo caso la Calabria.
Ma la malattia impera in tutta Italia
Rappoccio si sarebbe appropriato di circa 70 mila euro appartenenti al gruppo consiliare "Insieme per la Calabria"
L'accusa è di peculato.
Il giudice per le udienze preliminari è Massimo Minniti il quale ha disposto che
-Rappoccio dovrà rispondere del reato di diffamazione a mezzo stampa, peculato, truffa e falso in scrittura privata;
-Serra, in qualità di capogruppo di "Insieme per la Calabria", risponderà solo dell’accusa di concorso in peculato, formulata per lui sulla base di un impianto accusatorio meno complesso.
-Risponderanno ai giudici, insieme a loro, anche 19 collaboratori di Rappoccio.
Come si ricorda Rappoccio enne coinvolto in un’altra inchiesta per associazione a delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato e venne arrestato il 28 agosto 2012 .
Rappoccio è accusato anche di truffa per avere presentato ricevute per versamenti in favore di un’associazione culturale che, secondo le indagini, non avrebbe mai fatto e per avere ottenuto, grazie a delle fotocopie, di un doppio rimborso, dalla Regione e dal gruppo, per le stesse spese.
A Serra, invece, viene contestato di avere emesso assegni in favore di Rappoccio per un importo complessivo di oltre 44mila euro, sempre tra il 2010 ed il 2012, dietro semplice richiesta dell’ex consigliere senza accertarsi della legittimità della spesa.
Tra le spese rimborsate a Rappoccio anche
-23.300 euro, nel 2010, a fronte di sei fatture per pranzi e cene che, per l'accusa, non avevano niente a che fare con fini istituzionali;
-28 mila euro nel 2011 a fronte solo in parte giustificate da fatture e ricevute, ritenute false dagli inquirenti.
Sulla gestione dei fondi dei gruppi in Consiglio regionale della Calabria insiste anche un’inchiesta della Procura della Repubblica..
La richiesta di rinvio a giudizio era stata firmata dall’avvocato generale dello Stato Francesco Scuderi, riguarda anche altre 19 persone, tra collaboratori di Rappoccio e semplici cittadini, accusati, a vario titolo di associazione a delinquere, truffa, peculato e corruzione elettorale.
Quest’ultima parte si riferisce ad una precedente inchiesta al termine della quale, dopo l’avocazione da parte della Procura generale, Rappoccio è stato rinviato a giudizio per gli stessi reati ed è attualmente sotto processo. In particolare, Rappoccio è accusato di avere ideato un meccanismo che gli avrebbe consentito di essere eletto alla Regione in occasione delle consultazioni del 2010, grazie anche alla costituzione di società fantasma con cui avrebbe promesso posti di lavoro in cambio del voto. Lavoro che, tra l'altro, secondo l’accusa, per molti è rimasta solo una promessa