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Redazione TirrenoNews

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Lamezia Terme – Il Presidente della Lamezia Multi servizi, Giuseppe Costanzo, dice basta al malvezzo di alcuni dipendenti che abusano nella assenze dal lavoro così creando gravi problemi nel servizio reso alla società.

 

E lo fa depositando un esposto presso la competente Procura della Repubblica.

 

Dichiara il Presidente di essere intervenuto “al fine di contrastare la diffusa e malsana pratica del ricorso da parte di alcuni dipendenti a medici presunti compiacenti per il rilascio della certificazione giustificatrice dell’assenza dal posto di lavoro per malattia.

Più precisamente, nel caso sottoposto all’attenzione della Procura, è apparsa paradossale ed inverosimile l’insorgenza dello stato di malattia, formalmente coperto da certificato medico, di un dipendente in coincidenza di determinate circostanze aventi carica conflittuale nei confronti del datore di lavoro.

 

Ritenendo simili accadimenti gravi ed intollerabili (anche perché ripetuti nel tempo e in presenza di medesime circostanze) per la violazione delle norme poste a tutela di determinati diritti nonché pregiudizievoli dell’efficienza e della produttività della società Lamezia Multiservizi S.p.A. il Presidente, Dott. Giuseppe Costanzo, ha investito la Procura della Repubblica per gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti descritti nell’esposto”.

Agli inizi di dicembre gli inquirenti della direzione distret tuale antimafia, nell’ambito del l’inchiesta coor dinata dai pm Laura Triassi e Francesco Basen tini, sono tornati all’interno dello stabilimento dell’Eni per verificare “gli effetti dannosi per l’ambiente e per la salute umana eventualmente causati dalle emissioni inquinanti prodotte dal Centro Oli della Val d’Agri”.

 

Questo l’oggetto dell’incarico conferito al nuovo perito della Direzione distrettuale antimafia di Potenza.

Le ipotesi di reato, che hanno portato alla notifica di 37 avvisi di garanzia, riguardano un presunto traffico illecito di rifiuti e le relative emissioni in atmosfera.

Quella del primo dicembre rappresenta la terza ispezione all’interno del centro oli di Viggiano in meno di due anni. 

Le prime due risalgono al 2014, nelle fasi iniziali dell’inchiesta. Inchiesta che continua ad allargarsi. 

 

Le persone iscritte nel registro degli indagati sono 37 e non mancano nomi “eccellenti”.

Di seguito l’elenco degli indagati ( in grassetto i calabresi)

Ruggero Gheller, 43 anni, ex capo del distretto meridionale Eni

Domenico Scarcella, 48 anni di Matera

Nicola Savino, 58 anni, direttore Tecnoparco Valbasento

Vincenzo Lisandrelli, 53 anni di Civitavecchia

Carmela Criscuolo, 47 anni, imprenditrice di Polla (Sa)

Giuseppe Criscuolo, 75 anni, imprenditore di Polla (Sa)

Roberta Angelini, 55 anni, dirigente Eni

Nicola Allegro, 37 anni di Castiglione della Pescaia (Gr)

Luca Bagatti, 32 anni di Sestri Levante

Emilio Munari, 54 anni di Genova

Massimo Robello, 42 anni di Sori (Ge)

Silvio Fumagalli, 34 anni di Genova

Antonio Cirelli, 31 anni di Paterno

Alfonso Bianchini, 47 anni di Bella ma domiciliato a Villa d’Agri

Egidio Giorgio, 41 anni di Potenza

Salvatore Lambiase, 65 anni di Ottaviano (Na)

Domenico Antonio Santoro, 60 anni di Potenza

Raffaele Sebastiani Vita, ex Dg Arpab, 60 anni di Satriano

Bruno Rosario Bove, 59 anni dirigente Arpab di Vietri di Potenza

Rocco Masotti, 60 anni, dirigente ufficio suolo e rifiuti dell’Arpab

Teresa Carlucci, 50 anni di Sarconi

Aldo Schiassi, 60 anni, direttore generale dell’Arpab fino a ieri

Franco Dell’Acqua, 49 anni di Matera

Rocco Antonio Aversa, 52 anni di Lametia Terme (Cz); Ecosistem Srl di Lamezia terme.

Salvatore Mazzotta, 52 anni di Montepaone (Cz); Ecosistem Srl di Lamezia terme.

Antonio Curcio, 58 anni di Lametia Terme (Cz); Ecosistem Srl di Lamezia terme.

Vincenzo Morise, 68 anni di Cirò Marina (Kr): Consuleco srl di Bisignano.

Giuseppe Fragomeni, 68 anni di Portoferraio (Li); ex dirigente regionale in Calabria.

Maria Rosaria Bertucci, 56 anni di Rende (Cs)

Francesco De Cristofaro, 62 anni di Lucera (Fg)

Giovanni De Cristofaro, 40 anni di Lucera (Fg)

Italo Forina, 74 anni di Canosa di Puglia (Ba)

Longino Carducci, 64 anni di Offida (Ap)

Fausto Latini, 54 anni di Jesi (An)

Flavio Salvatore Gentile, 50 anni di Piazza Armerina (En)

Enrico Trovato, 41 anni, attuale capo del distretto meridionale Eni

Claudia Monfredini, 33 anni, attuale capo dei permessi Eni e prima al controllo emissio

I rifiuti, arrivati dall'impianto lucano, sarebbero stati trasportati in Calabria e smaltiti presso i siti di Lamezia Terme, Gioia Tauro e Bisignano. A Lamezia con la Ecosistem srl, a Gioia Tauro con la I.A.M. spa, e con la Consuleco srl di Bisignano.

Tutti i giornali calabresi parlano della “resa” della ministra Lorenzin.

Non vorremmo apparire presuntuosi, ma a noi non sembra una corretta interpretazione dei fatti.

Per questo siamo andati all’origine della notizia.

 

Infatti, tutto parte dal seminario intitolato “L’integrazione sociosanitaria: evoluzione e prospettive dopo la legge regionale 23/2015 sul Sistema socio-sanitario lombardo” tenutosi oggi 4 aprile a in Università a Bergamo, presso l’ex chiesa di Sant’Agostino.

Nel seminario, tra gli altri, sono intervenuti Angelo Capelli, estensore della Riforma del Servizio socio-sanitario lombardo e Vicepresidente della III Commissione Sanità e Politiche sociali della Regione Lombardia ed il Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin.

 

Viviana Molaschi, docente di Diritto pubblico, amministrativo e sanitario del dipartimento di Scienze umane e sociali dell’Ateneo, nella fase conclusiva della sua relazione Viviana Molaschi ha detto: « Non bisogna dimenticare come molte delle diseguaglianze regionali delle garanzie dei livelli dipendono da aspetti organizzativi. Ovviamente se la riforma passerà spetterà alle dinamiche istituzionali e anche alla Corte Costituzionale dare significato al nuovo articolo 117 della Costituzione. L’auspicio è che questa nuova stagione istituzionale raggiunga il giusto equilibrio: da un lato c’è l’istanza di non imbrigliare quelle regioni ad elevata performance  che sperimentano soluzioni innovativi, che corrono; dall’altro poiché l’integrazione dell’assistenza sanitaria è disomogenea, c’è l’esigenza di supportare quelle regioni che hanno un’infrastruttura più debole».

 

Via libera alle regioni migliori, quindi, è il senso della sanità di domani.

Quasi a dire , che le peggiori si arrangino: noi suggeriremo ma saranno le regioni a scegliere il destino della “loro” sanità.

L’importante è che sia esercitato un profondo controllo non solo dalla parte delle Corte dei Conti che arriva sempre tardi rispetto ai problemi quotidiani, quanto dalla magistratura per ridurre tempestivamente i costi di personale inutile che tolgono risorse alla sanità e soprattutto dal Governo .

Di una cosa occorre dare atto a Scura ed alla Ministra e cioè che la commissione ha partecipato i dati dei LEA , delle evasioni sanitarie e delle insufficienti risposte alle esigenze sanitarie dei calabresi.

 

Una cosa importante detta dal ministro è che: " Le disparità ( tra regione e regione) non ( sono) più ammissibili, per cancellarle dobbiamo toglierci le giacche dell'appartenenza politica”

Poi ha concluso: “"Non possiamo più permettere che un paziente nato a Catanzaro stia male due volte, o che un bimbo autistico che vive in una città senza servizi adeguati non abbia la possibilità di una vita normale".

E relativamente ai “viaggi della speranza” che ancora oggi costringono molti pazienti del Sud a spostarsi al Nord in cerca di cure dice che “dobbiamo fare ancora di più . Penso che tutti i presidenti delle Regioni debbano mirare a nominare direttori sanitari, amministrativi e generali veramente competenti e provare ad attrarre nelle proprie strutture ospedaliere anche medici da altre regioni, cercando di innescare una mobilità al contrario".

E conclude “ E' sull'obiettivo di una sanità uguale a ogni latitudine che, secondo il ministro, "dobbiamo toglierci le giacche dell'appartenenza politica, andare oltre le ideologie e vedere cosa ha funzionato e cosa no nella riforma federalista, guardando però avanti. La riforma del Titolo V della Costituzione ci dà la possibilità di definire asset nazionali, di tirare su chi sta indietro e lasciare gli altri liberi di volare, sempre avendo standard qualitativi - e non solo costi standard - per poter misurare le prestazioni erogate, i loro livelli e costi".

 

Poi dimostra di non aver capito quasi niente della Calabria, quando afferma che “Molto importante è anche la nuova norma sulla formazione dei manager che prevede un albo sanitario dei manager e soprattutto si richiede il raggiungimento di obiettivi e punteggi che se non raggiunti fanno decadere il manager».

Ma i medici inefficienti ed insufficienti chi li manda a casa?

Possibile che davvero la Lorenzin non si renda conto che ai medici pubblici deve essere erogato uno stipendio qualificato ma vietato di fare attività privata?

Possibile che la Lorenzin non si renda conto che le file d’attesa sono la misura di una sanità malata che costringe a rivolgersi alla sanità privata che esiste ANCHE perché quella pubblica è inefficiente?

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