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tempooooSe non vado errato, qualche anno fa, un filosofo germanico si era messo a esaminare con attenzione la personalità egocentrica dei leader politici. Le informazioni ricavate da quello studio, sono state in seguito utili allo stesso filosofo per compilare un discreto schedario completo di malattie o disturbi causati da stress ed emozioni violente.

ll concetto-chiave della sua psicanalisi sociale ruota attorno a ciò che egli chiama la patologia della normalità, che, nella sua essenza, capovolge i soggetti affetti da patologia. Non l’individuo ma la società è ammalata poiché non è possibile che una società corrotta, malavitosa, non incivilita, disumanizzante e opaca nei suoi centri reali di potere pervasivo possa offrire elementi di crescita e di progresso individuale alla persona umana.

Eric Fromm dice che l’uomo è sia soggetto individuale sia soggetto sociale: soggetto che forma la società e soggetto che è formato o deformato dalla società . Ciò sta a significare che se una società è alienata, viziata e deviata, allora, essa è psichicamente ammalata, è mentalmente insana, è affetta dalla patologia della normalità; gli “anormali” sono per strada mentre i “normali” vivono in casa o nelle case comunali, i municipi. In altre parole, la normalità di una società non si fonda sulle “norme condivise” (sbagliate) ma sui valori universali, che sono la verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà; quando la società non vive o non produce i valori universali, l’individuo, il cittadino e il soggetto diventano persone alienate ovvero persone che vivono in società non per perfezionarsi ma per degradarsi. Ciò sta a significare che se una società si ritrova alienata, viziata e deviata, allora, essa è “psichicamente ammalata, è mentalmente insana,” è affetta dalla patologia della normalità, indotta dal loro Konducator amministrativo.

Tanti personaggi delle opere di Shakespeare, si pensi al Re Lear o a Il Mercante di Venezia, sarebbero infatti vittima di disturbi di natura psicosomatica come l’estrema sensibilità al dolore, la confusione mentale o l’apatia.

Incredibili, fantastici e mirabolanti cose avvengono in questa cittadina bagnata dal Mare di Ulisse. In questa antichissima città, oggi può succedere di tutto: una Olimpiadi di filosofia come pure due cagnette che si scambiano una fitta corrispondenza. Parlo di Gogol in ‘Memorie di un pazzo’. Oppure, di notte nei pressi di una gigantesca frana, degli spiriti rubino dei soprabiti a dei malcapitati turisti. Può anche succedere, parola di un grande scrittore russo, “che lungo il Nevskij Prospekt passeggi persino, vestito da consigliere, un naso perduto dal legittimo proprietario. Dopo essere scomparso dalla faccia di un uomo, il naso si fa vedere in città prima di tornare al suo giusto posto. Un povero uomo senza naso, un barbiere maldestro, un ispettore di polizia sconcertato e, naturalmente, un naso altezzoso che fugge per la città con l’uniforme di un Konducator, sono i personaggi di questa storia bizzarra scritta da Nikolaj Gogol “Il Naso”.

Ma la storia, che più aderisce alla realtà di Amantea oggi, non può che essere “Il Coccodrillo” di Fedor Dostoevskij. Proprio in quelle meravigliose pagine troviamo un funzionario della città, prima di partire per delle brevi vacanze, va con la giovane moglie e un suo inseparabile amico, a vedere un coccodrillo. Il funzionario è un piccolo borghese che normalmente divora le pagine di vecchi Bignami, e questo lo rende comicamente sicuro di sé.

All’improvviso, nel mio sogno, il coccodrillo spalanca le fauci e inghiotte il nostro Konducator senza che ne rimanga traccia. Viene però ben presto dimostrato che l'illustre personaggio non ha avuto a patire da quel cambiamento d'ambiente; anzi, con la sua solita arrogante spavalderia, all’interno del coccodrillo, il nostro Bignamino comincia a pontificare: oltre a fare da maestro di musica, istruirà i suoi tirapiedi-consulenti, che l'hanno sempre ignorato e sbertucciato, circa l'arte di governare la città di Amantea. E come nel ‘Coccodrillo’, in uno dei suoi soliloqui dirà:

“Se non Socrate, almeno Diogene, oppure tutti e due insieme: ecco chi sarò in futuro per l'umanità. Una sola cosa temo, qui nel mio angusto rifugio: la critica letteraria delle riviste e i fischi dei nostri giornali satirici.” Il piccolo konducator, sempre nel ventre del coccodrillo, chiude dicendo: “Ora inventerò tutto un sistema sociale – non puoi immaginare quanto sia facile! Basta ritirarsi da qualche parte, lontano, o almeno finire in un coccodrillo, chiudere gli occhi, ed ecco che ipso facto inventi tutto un paradiso per l'intera umanità”.

Questo avveniva, secondo l’Io sognante, sotto gli occhi di Zeus, abituato com’era a guardare Amantea dall’alto dell’Olimpo e la trovava deserta e desolata anche se abitata da uomini e da animali. Questi vivevano stentatamente, nascosti nelle loro tane e nelle profonde caverne dalle quali uscivano raramente e solo di notte, gli uni temendo gli altri, s'avventuravano fuori in cerca di cibo.

Dopo aver riflettuto sulla misera vita degli Amanteani, Zeus mandò in basso Epimeteo, figlio di un Titano, con il compito di migliorare l’esistenza di quel luogo antropico e degli animali, dotandoli di artigli, zanne, ali, fiuto, udito, velocità, astuzia e forza. Agli uomini, che per paura erano rimasti nascosti, non diede nulla.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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gigginoLo studio della letteratura e della poesia, sia con fine a sé stesso che per le eterne questioni etiche di cui si occupa, potrà ora facilmente smettere di rovistare nei testi sacri che si sono rivelati in parte corrotti e confezionati. La nuova tecnologia sembrerebbe possedere gli strumenti per perseguire indagini scientifiche senza restrizioni e condividerle universalmente con facili mezzi elettronici che dovrebbero rivoluzionare il nostro concetto di ricerca e sviluppo autodeterminato e non concesso dai gestori del mondo.

Tutti sembrano avvertire il bisogno di una rinnovata luminosità, (The Shining) che si basi sulla proposizione che la giusta analisi dell'umanità parta dall’uomo. Questa luminosità, si dice in giro, non dovrà dipendere, come quella che l’ha preceduta, dalle scoperte eroiche di poche persone dotate ed eccezionalmente “coraggiose e dunque pericolosissime.

“ll problema è avere gli occhi e non sapere vedere,

non guardare le cose che accadono…

Occhi chiusi. Occhi che non vedono più. Che non

sono più curiosi. Che non si aspettano che accadrà

più niente. Forse perché non credono che la bellezza

esista. Ma sul deserto delle nostre strade Lei passa,

rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi

di infinito desiderio." Pier Paolo Pasolini

Oggi, la sensazione è di essere immersi nell’oscurità in pieno giorno. Le case, il cielo, il mare di Ulisse, la barca coperta da un telo, tutto è grigio plumbeo. Ma di notte un lembo della cabina di Zuby II, sembra essere illuminato. La fiancata esterna, di un bianco metallico, è come se brillasse di luce propria. Bisognerà partire da lì, da un punto luminoso in mezzo al buio?

Nelle ultime settimane sono stato impegnato in varie faccende che mi hanno portato via la maggior parte del tempo.Alla riapertura degli occhi sulla nostra realtà, il connubio non lieto tra opprimente burocratizzazione di uno Stato fiacco e il totale cinismo di profitto di corporation sempre più multinazionali e multilaterali, che non ci permettono neanche più di indentificare un Padrone antagonista; le grandi compagnie si nascondono dietro call center surreali, dove i giovani operatori vengono quasi fatti impazzire in una sequenza di martellamenti di offerte commerciali che sono strategicamente indifferenti a uno, cinque, dieci nostri rifiuti.

“Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così”. Questo scriveva Italo Calvino nel ‘Barone Rampante’. Questo principio d’amore senza futuro, mi riportò alla mente un film del 1992 diretto da Claude Sautet: ‘Un cuore in inverno’.

Stephan e Maxime, dopo aver frequentato insieme il conservatorio, ora sono soci in affari. Nelle loro vite si inserisce Camille, giovane violinista di talento, che si lega a Maxime. Ma Stephan sente l'irresistibile impulso di portar via la donna all'amico, quasi a dimostrazione dell'impossibilità dell'amore. I sentimenti, le emozioni, ci sono ma sono in letargo, in attesa di una primavera.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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cinema fascismo liberazioneEsimio Sig. Direttore. Chi scrive è un ragazzo di 90 anni. All’età di 20 anni ha partecipato alla guerra in Korea con U.S.Army col grado di PFC, come infermiere specializzato alla corsia N.22 post operatoria nel 121° Evacuation Hospital, quando ancora l’Italia non faceva parte delle Nazioni Unite. Quindi nessuno lo può accusare di essere un comunista. E prima ancora, indossando pantaloncini corti, attaccava manifesti della Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi contro il nascente partito fascista: Movimento Sociale Italiano. Ha detto De Gasperi non Di Maio, Calenda, Renzi, Salvini, Meloni, Fratoianni, Bonelli, Tabacci, etc. Faceva parte della schiera dei ragazzi di Carlo Carretto dei famosi Comitati Civici. Non lo possono accusare neppure di essere un fascista. Ma veniamo a noi.

Il 25 settembre 2022 gli italiani andarono a votare e finalmente dopo tanti anni il popolo italiano ha scelto il nuovo Presidente del Consiglio. Il partito che ha ottenuto più voti ha avuto l’onere e l’onore di indicare il nome del Premier. L’Italia dopo quasi 80 anni di Repubblica ha avuto per la prima volta una donna come Presidente del Consiglio. E’ Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia. Arrassusia! Dicono a Cosenza. Cotta io, dicono a Lago! Mara mia, dicono a Belvedere.! Sciuollumiu!, dicono nel mio paese natale che è San Pietro in Amantea. Mamma….scappiamo, arrivano i Turchi! No, no, lei no, ripetevano come un mantra. Lei non avrebbe potuto mai essere Presidente del Consiglio- Ma perché? Perché no. E chi lo diceva? Lo dicevano in tanti. Sono scesi in campo finanche alcuni giornali stranieri. Invece di vedere che nei loro paesi le cose non andavano poi così bene, si preoccupavano che l’Italia per i prossimi 5 anni sarebbe governata da una donna. Evidentemente non avevano mai letto i Vangeli: Vedevano la pagliuzza che era negli occhi degli altri e non vedevano che nei loro occhi c’era una trave. Sono scesi in campo i tre giornaloni italiani, cantanti, attori, nani e ballerine di craxiana memoria, gli antifascisti di professione. A giugno andremo a votare per le elezioni Europee. La campagna elettorale della prossima primavera si preannuncia infuocata. L’esito delle elezioni europee li preoccupa e molti hanno paura. Reggeranno i partiti di Conte e di Elly Schlein? - All’armi, all’armi, il fascismo sta arrivando -. L’altro giorno ho sentito un rumore di una camionetta sotto casa mia e subito mi sono affacciato dal balcone. Non ho visto nessun giovane col fez, col fucile in mano e il manganello. Nessun giovane fascista in camicia nera. Era il furgoncino di zio Pino il pescivendolo di Amantea. Meno male, ho detto. Pericolo scampato. Ma che anno è? Che giorno è? Non è una canzone di Lucio Battisti. E’ il 29 gennaio 2024. Non siamo quindi al gennaio del 1922. Meno male. Quindi niente fascisti per le vie, niente camicie nere, niente manganelli, niente fez. E neppure l’olio di ricino. Ma esiste ancora? Adesso nei super mercati c’è penuria di olio di semi di girasole, causa guerra in Ucraina. Pericolo scampato. Davvero? Le elezioni europee sono imminenti. Adesso c’è la Meloni che potrebbe marciare su Buxelles. E la Meloni è nonfit, è sovranista, è populista, è fascista, è razzista. Ma il fascismo è morto e seppellito da oltre ottanta anni. Era già morto quando io attaccavo i manifesti ed era il 1948. Figuriamoci ora. Se muovi un sasso vengono alla luce soltanto i vermi. E che vuol dire? Vuol dire che noi non vogliamo Meloni a Palazzo Chigi. Deve smammare. Altri dovranno prendere il suo posto. E chi sarebbero gli altri? Franceschini, Rosy Bindi, Gentiloni, Letta, Renzi, Calenda, Conte. La Meloni è un verme fascista. Pure i vermi ora hanno un colore politico. Sono scesi in campo anche i Vip, Oliviero Toscani, le cantanti Giorgia e Elodie, e ora anche Di Benedetti. In illo tempore c’è stato anche ovviamente Enrico Letta il quale continuamente nei talk show, nelle interviste, nei comizi in piazza, nelle riunioni del partito ripeteva come un mantra:- O noi o la Meloni-. Meloni è rimasta ed occupa il posto a Palazzo Chigi, Letta ha fatto ritorno a Parigi. Tutti ossessionati dall’ombra nera, tutti ossessionati da una donna ritenuta fascista. All’armi, all’armi, il fascismo sta arrivando. E sta arrivando davvero se gli italiani faranno vincere, come ripetono fino alla noia i soliti boriosi e nullafacenti, il partito di Giorgia Meloni e il centro destra nelle prossime elezioni europee, e nelle prossime elezioni Comunali e regionali. Che ci vogliamo fare, siamo un popolo di ignoranti e l’ignoranza è concime per la destra. Lo ha detto, scritto e pubblicato su Repubblica un certo Marco Dambrosio (Mekkox). Chi vota in un certo modo e non Bandiera Rossa, con Falce e martello e Stella è uno incompetente, incapace, analfabeta, ignorante. Invece lui appartiene a quella schiera di esperti, competenti, colti, dotti, istruiti. Ha frequentato forse il Liceo e l’Università, noi invece a malapena le scuole elementari e per giunta le pluriclassi. Ma poi quando vengono messi alla prova questi sapientoni al mio paese dicono: -Nun sa fare neppure una O col culo del bicchiere-. Ciabattino non oltre le scarpe! Ma contro la stupidità degli uomini boriosi, superbi, orgogliosi, anche Iddio lotta invano.

State però attenti, amici, il 10 giugno del 2024 ci potrebbe essere un rapimento ed un assassinio di qualche Deputato dell’opposizione da parte delle squadracce di Giorgia Meloni a causa delle sue denunce in parlamento e del clima di violenza messi in atto, come avvenne nel lontano 1924 quando venne rapito ed ucciso Giacomo Matteotti. Ci sarà, per caso, una nuova marcia, questa volta su Bruxelles? A Roma c’è già stata una seconda volta nell’ottobre del 2022 e su Palazzo Chigi sventolano i fasci tricolori e la Camera dei Deputati è diventata un bivacco di manipoli. Non c’è stato Mussolini e non c’è stato neppure Michele Bianchi, il nostro caro Michelino da Belmonte Calabro. Nulla di tutto questo, non c’è stata nessuna marcia su Roma. Non è stata instaurata in Italia una dittatura, la democrazia è salva ed è saldamente al solito posto, l’Italia continuerà a fare parte della NATO e il governo italiano continuerà ad assistere l’Ucraina invasa dai comunisti russi. Ma, purtroppo, anche questa volta nella imminente campagna elettorale è spuntato l’allarme fascismo. Poveretti, sono ossessionati dalla signora in nero, preferirebbero una signora in rosso. Non ce l’hanno. Ad elezioni ultimate se avesse vinto la destra avrebbero dovuto lasciare l’Italia, così avevano affermato. Sarebbero dovuti emigrare in altri lidi dove avrebbero sventolato ancora bandiere con falce e martello. Non l’hanno fatto, non sono poi tanto fessi. Quelli che in passato hanno detto questo sono ancora nel bel Paese che pontificano. Veltroni docet. E lei, caro direttore, ha visto sotto casa sua qualche aitante giovanotto in giro in camicia nera, con in testa il fez, il manganello in mano nella mano destra e nella sinistra con la bottiglia di ricino? Non l’ha visto e non lo vedrà mai, perché l’Italia, grazie agli italiani e ai ragazzi del 1948, è una Repubblica Democratica.

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