Riccardo Clemente
Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info
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Tutelare lo Scoglio di Coreca parlano le Associazioni
Martedì, 16 Dicembre 2014 09:53 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaSi è tenuta nei giorni passati ad Amantea la riunione promossa dal Sindaco Monica Sabatino per incontrare i referenti della Regione Calabria – Uff. Lavori Pubblici e le Associazioni che, ormai da tempo, avversano il Progetto Regionale di Difesa del litorale in Località Coreca.
L’incontro ha avuto la finalità di offrire un momento di confronto sul progetto che prevede una difesa altamente impattante dello scoglio di Coreca, dove è prevista una barriera lunga oltre 100 metri lineari, posta su fondali con profondità di 3,50 metri, il tutto emerso oltre due metri sopra il pelo dell’acqua.
Per gli ambientalisti, per i cittadini residenti a Coreca (tranne qualcuno) e per l’intera Amministrazione Comunale (Maggioranza ed Opposizioni) – almeno fino a qualche giorno fà – la proposta è ritenuta davvero inaccettabile. Il Sindaco ha invitato ed accompagnato i Tecnici regionali a fare un sopralluogo in località Coreca prima di iniziare l’incontro.
La riunione, dopo i saluti del Sindaco Sabatino ha lasciato la parola al Responsabile del Procedimento Ing. Giuseppe Iritano che ha chiaramente detto di riconoscere tutto l’impatto ambientale che tale intervento andrebbe a determinare, ma che è difficile fare opere ad impatto zero, che il progetto è corredato da tutti i pareri e che potrebbe essere considerato cantierabile se il Comune decidesse di dare il via all’opera.
L’intervento al momento è fermato dalla delibera Comunale del 18 settembre 2014. In alternativa si possono valutare altre proposte che probabilmente saranno meno efficaci, ma verosimilmente meno impattanti come la stessa Sabatino chiede.
Il sindaco ha anche proposto di utilizzare parte di questo finanziamento per la messa in sicurezza delle strutture pubbliche e private (quindi SS18, Alberghi ed abitazioni) e di rinviare l’intervento a tutela dello scoglio che ad oggi non rischia nulla. E’ quindi intervenuto il progettista ing. Alberto Borsani che naturalmente ha difeso il suo progetto, da lui stesso definito “non bello a vedersi” ma – a suo dire – efficace; ha ricordato il dissenso di qualche anno fa il compianto Sindaco Franco Tonnara che aveva bocciato l’opera.
E’ seguito l’intervento dell’arch. Ruggiero (rappresentante di minoranza), intervento per lo più mirato a scusarsi “un calo di stile” precedente con un componente del Comitato di Quartiere di Campora San Giovanni, dopodiché apprezzando le tesi del progettista Borsani ne ha riconosciuto la validità – tanto da farle proprie e di ritenere – oggi – l’opera valida; da lì a poco ha salutato ed è andato via.
A seguire anche l’Assessore Tempo è convenuto sull’opportunità di realizzare l’opera, ritenendola anche lui valida.
Un momento toccante è stato l’intervento di un trentenne di Coreca che ha puntato il dito sull’opportunità prevista dal progetto di utilizzare per il ripascimento 43.000 metri cubi di sabbia prelevata nell’alveo del fiume Oliva (notoriamente inquinato da metalli pesanti) e guardando negli occhi i tecnici ha urlato “io sono già stato operato di tumore, a Coreca non porterete proprio nulla, quella è casa mia!!!”. l’intervento del dott. Nicola Cantasano del CNR e Resp.le Scientifico del CEAM WWF ha sottolineato il danno che alla flora ed alla fauna presente nei fondali degli scogli di Coreca un intervento di questo tipo comporterebbe, ha poi proiettato l’intervento già realizzato sul litorale veneto, dove i risultati ci sono stati e l’impatto è stato mitigato, quindi interventi diversi si possono fare. Antonio Cima (Borgo Chianura) parafrasando la sua esperienza di esperto informatico ha spiegato che un progetto è sempre frutto di analisi, di problematiche, di possibili soluzioni – sempre più di una – valutazioni di quest’ultime, di analisi dei costi e quindi, solo in fine, della scelta più opportuna. Invece, ha continuato Cima rivolgendosi a Borsani, “appare palese che a lei ing. Borsani sia stato detto abbiamo 900.000 euro da spendere su Coreca per tutelarla dai marosi, ci faccia un progetto!”. Con imbarazzo ma con grande onestà Borsani ha risposto: è vero, ma visto che a mio avviso non erano sufficienti ho chiesti una integrazione di altri 200000 euro che sono stati aggiunti più tardi.
Secondo l’ing. Aurelio Longo (Fare Ambiente), prima di progettare e conseguentemente realizzare altre opere a mare, specie se strutturali e invasive, occorre risalire alle cause dei mancati apporti solidi provenienti dall’azione costante e continua di fiumi, torrenti e “corsi d’acqua minori” che veicolano la materia solida.
E' infatti ampiamente dimostrato che i risultati e gli effetti prodotti dalle opere di sistemazione del litorale costiero, fino ad oggi, purtroppo hanno spesso e volentieri disatteso gli sperati benefici.
Gli studi meteo-marini per tale tipologia di opere sono necessari e di fondamentale importanza, ma evidentemente non bastano da soli al giusto e corretto indirizzamento degli interventi.
E' necessario che i progetti abbiano un capitolo dedicato totalmente ad un’azione partecipata sul territorio da cui ricavare le informazioni del recente passato, soprattutto attraverso testimonianze locali, valutandone ovviamente la veridicità, e su queste imperniare lo studio della valutazione ambientale per quelle porzioni di territorio di pregio storico-paesaggistico quale Coreca.
Garritano del Comitato di quartiere di Campora ha più volte ribadito il “no” dei corachesi a quest’opera, ha più volte sottolineato che l’opera è mancante delle necessarie prove di simulazione in vasca, anche se il progettista ribatte che sarebbero superflue e che il modello matematico è più appropriato e meno costoso.
Da quello che oggi ci viene proposto, ha detto Falsetti (WWF), penso di poter dire che questi tecnici non hanno brillato per parsimonia nello spendere il territorio; alzare una muraglia cinese d’avanti allo scoglio avrà protetto il sito dai marosi, ma Coreca come immagine simbolo di questo territorio non ci sarà più………. e questo per l’intera cittadinanza di Amantea non può essere accettabile.
Credo giusto invece un intervento avente impatto visivo contenuto, riconoscendo le potenzialità di una Coreca tutelata in maniera consona e rispettosa delle attitudini turistiche del territorio amanteano, territorio che non può prescindere dalle molteplici dimensioni che ruotano intorno alla tutela del paesaggio. Imbrattare Coreca equivale a compromettere l’identità di Amantea.
A chiedere la revisione del progetto oggi c’è un’intera città. Il mondo associativo che noi rappresentiamo, e l’Amministrazione comunale, in coro chiediamo una tutela meno impattante che nel resto del paese è la normalità. Perdere Coreca è, per tutti noi, un prezzo che non possiamo pagare! Troppe volte ci siamo assoggettati a scelte calate dall’alto, scelte delle quali ogni giorno paghiamo il prezzo sotto forma di territorio che scompare o comunque compromesso.
Ve ne dico una: il fenomeno erosivo quale risultato della dissennata politica delle barriere emerse frangiflutto, che hanno creato erosione a sud di ogni singola barriera, innescando un sistema dove a barriera si è intervenuti con altra barriera e cosi via.
Periodicamente si deve intervenire proponendo una serie di ricariche di queste barriere con costi esorbitanti; vorrei chiedervi quanto ci costa una ricarica di questo tipo? Quante montagne dobbiamo sacrificare per ricavare la quantità di massi necessaria?
Probabilmente con quanto si spenderà per ricaricare queste barriere si poteva fare uno studio serio dell’intera costa tirrenica che andasse ad analizzare le correnti e quindi a proporre eventuali rimedi meno impattanti per contrastare l’erosione.
Da due giorni si è insediato il Presidente Oliverio, vogliamo incontrarlo, riteniamo necessario conoscere la sua posizione, che auspichiamo in discontinuità con il recente passato, possiamo dire di avere la sua disponibilità nel giro di qualche settimana perché ci siamo già adoperati per fissare tale incontro e siamo sicuri che non ci negherà l’appuntamento.
Valorizzare pienamente le risorse paesaggistiche può essere davvero la grande ricchezza di opportunità offerte ai calabresi, e nel caso di specie agli amanteani, e per far questo basta invertire registro, basta spendere il tempo di tutti noi nell’interesse della collettività e non dei singoli, pure se legittimamente portatori di interesse, ma interesse personale.
Integrare alle buone prassi il buon senso, relazionarsi con il territorio rispettandolo e non mortificarlo. Se questo venisse fatto –oggi- tutti noi che abbiamo contribuito ad arricchire quel valore aggiunto che è la crescita sociale di un territorio, avremmo tutelato la nostra costa – Coreca compresa –, il tutto nello stile del dialogo e della sobrietà, avremmo aperto la porta ad un modo nuovo di affrontare le problematiche caratterizzate da una coscienza etica che ispira comportamenti positivi e responsabili.
Da cittadino, prima che da ambientalista, continuo a chiedermi se davvero, TUTTI, ci siamo sforzati di valutare una soluzione alternativa al progetto di difesa di Coreca e dell’intero litorale. Già il fatto che si continuano a fare piccoli interventi senza una contestualizzazione in un piano integrato dell’intera costa tirrenica mi fa supporre che è mancato questo sforzo. Continuo ad essere sempre più convinto che si può fare di più, le risorse intellettuali ci sono – per quanto riguarda noi Associazioni continueremo a dire “NO” a questo intervento definito di tutela, tutela sicuramente teorica ma non certo effettiva.
Il nostro non sarà un assopito ruolo di cittadini passivi, convinti come siamo che la tutela ambientale non è un fine ma una opportunità quando si sa interpretare; opportunità di salvaguardare la nostra spiaggia d’eccellenza e, magari, l’immagine simbolo della nostra città.
Diana Bruni (The Convent Centre) rivolgendosi al progettista ha detto: al di là di quello che lei ritiene, dove risiede l’evidenza scientifica che il ripascimento con barriere sia l’unica modalità di protezione del litorale? In Olanda dove sono specialisti, e non da oggi, nella conquista di terra a discapito del mare - tiene, la sabbia rimane li. E rivolgendosi al Sindaco: l’essenza dell’essere amministratori, direi della nobiltà come arte della politica della mediazione sta nel coraggio di prendere delle decisioni, coraggio che pare proprio a lei non manchi.
Il progettista ha spiegato che le correnti olandesi sono completamente diverse da quelle del tirreno cosentino.
Franco Suriano (proprietario del MAREBLU’) a Coreca, ha spiegato con grande sicurezza e conoscenza, i venti e le correnti che interessano Coreca – io vivo da sempre il mare ha ribadito – quello che pensate di realizzare non mi porterà via solo l’albergo…… ma anche la casa – credo che non ci avete capito proprio niente!
Riguardo alla sabbia da prelevare nell’Oliva l’ing. Borsani ha spiegato che sarà caratterizzata prima e che, comunque, tale quantità di sabbia arriverebbe naturalmente a mare nel giro di due anni.
Falsetti ha ribadito che il sito del fiume Oliva è tutt’ora monitorato dagli Enti di controllo con piezometri fissi disseminati lungo l’asta fluviale e che la stessa Regione Calabria prima e l’ISPRA dopo hanno eseguito la caratterizzazione del sito e l’hanno definito altamente inquinato da metalli pesanti. L’ing. Pierluigi Mancuso dell’Ass.to Ambiente della Regione Calabria pur dando atto dell’impatto ambientale/visivo che l’intervento comporterebbe lo ritiene risolutivo e capace di ricreare spiaggia. Ha poi spiegato ai presenti le priorità del Master plan per la difesa della costa previsto dalla Regione Calabria. All’incontro era presente la dott.ssa Monica Albano della Regione Calabria.
In conclusione, l’ing. Iritano ha preso l’impegno con il Sindaco Sabatino e con i rappresentanti delle Associazioni che a breve convocherà un tavolo tecnico presso l’Assessorato regionale con il fine di una ulteriore valutazione, magari di più ben articolate proposte alternative da parte dell’Amministrazione; a tale tavolo sarà invitata anche una rappresentanza delle Associazioni Ambientaliste che potranno avanzare una proposta di soluzione da loro ritenuta appropriata.
L’auspicio di tutti e che tra qualche anno di Coreca non si dovrà parlare anteponendo l’avverbio di luogo/tempo……….. “C’era una volta..!!!!!!!!”
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Le dichiarazione di Magaro', fiero dei miei pochi voti
Lunedì, 15 Dicembre 2014 20:23 Pubblicato in CalabriaFateci caso: in questi giorni con lo scandalo di Mafia Capitale tutti parlano di ‘ndrangheta e, per dirla tutta, si parla anche di pacchetti di tessere acquistate (sottolineatura che consegno ai meno pigri, giusto per ricordare uno dei fattori che mi costrinse ad abbandonare il PSI).
Sul tema, però, fino a qualche settimana fa, si registrava un silenzio assordante. Eppure si era in campagna elettorale. I candidati alla carica di consigliere regionale della Calabria avrebbero potuto e dovuto pronunciarsi su questo tema che – come non si stanca di ripetere lo stesso Roberto Saviano – non rappresenta “un” problema, ma “il” problema del nostro Paese e vieppiù della nostra regione. Evidentemente si pensa che l’argomento non paghi in termini di voti e si continua a ritenere più conveniente la promessa elettorale vecchia maniera.
Ora, da candidato appena uscito – non eletto per poco – da questa campagna elettorale, sono felice di poter smentire questa convinzione. Tante sono le persone che mi hanno sostenuto benché non avessi niente da offrire in termini di favori, benché non avessi alle spalle gruppi di potere né personaggi influenti, avendo condotto una campagna elettorale sobria e con pochissime risorse, senza stampare manifesti, organizzare cenette, meeting e aperitivi.
Ho girato nei paesi della provincia di Cosenza, fra la gente, raccontando quello che ho fatto e quello che ancora si deve fare in termini di legalità, trasparenza delle pubbliche amministrazioni e lotta alla ‘ndrangheta. Ho discusso con le persone di come si possono utilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata, dell’urgenza di introdurre misure che garantiscano legalità e trasparenza negli appalti. Ho raccontato alla gente che esiste una legge regionale da me proposta che apre corsie preferenziali nei concorsi regionali ai testimoni di giustizia e alle vittime della criminalità organizzata.
Su questi e altri – che sono i temi urgenti e improrogabili per la nostra regione – ho raccolto partecipazione e adesione, ho constatato che i cittadini calabresi sono maturi e consapevoli del fatto che la lotta alla ‘ndrangheta non è solo una questione etica: il suo valore è misurabile anche in investimenti e posti di lavoro, cioè benessere per molti e non per i pochi che di volta in volta riescono ad entrare nel cerchio magico di chi gestisce un po’ di potere.
Per questo non mi stanco di indirizzarmi a chi è amato di buona volontà e ha voglia di approfondire di cosa stiamo parlando, a chi rifugge dalle semplificazioni, giornalistiche e moralistiche, e di rinviare a quasicento.blogspot.it. Un blog molto poco elettorale che racchiude il lavoro fatto nella recente consiliatura, quello solo impostato e che resta da fare, una traccia di ciò che sempre con maggiore urgenza occorre che vada in porto. Poco importa se con o senza il mio contributo. Per me è sufficiente la consapevolezza di aver ben seminato.
Salvatore Magarò
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Amantea: un tavolo tecnico per il futuro della scogliera di Corica.
Venerdì, 12 Dicembre 2014 20:48 Pubblicato in PoliticaUn confronto sereno e costruttivo che seppur nella diversità delle posizioni ha messo in luce l’obiettivo comune di fare tutto il possibile non solo per salvare la zona di Coreca, ma per restituirle la dignità che merita.
La riunione tra i progettisti che hanno ideato il piano di ripascimento costiero che prevede la costruzione di una barriera emersa lunga 107 metri e con un’altezza sulla cresta dell’acqua di due metri, le associazioni che propendono per la realizzazione di una scogliera soffolta come quella costruita a protezione della rupe di Tropea, e l’amministrazione comunale che cerca di determinare una soluzione che oltre a essere la più condivisa possibile garantisca anche il risultato ottimale, ha avuto inizio con qualche minuto di ritardo.
Il sindaco Monica Sabatino e gli ingegneri Alberto Borsani e Franco Lorello, referente dell’ufficio tecnico comunale, hanno effettuato prima dell’incontro l’ennesimo sopralluogo allo Scoglio Grande di Coreca per potersi rendere conto, ancora una volta, della realtà delle cose.
Le criticità non mancano di certo: nella zona a Sud il litorale che protegge il rilevato stradale ed alcuni fabbricati tende progressivamente a ridursi, mentre nella zona a Nord le fondamenta del muro che sorregge il rilevato stradale del vecchio tracciato della Ss 18 è oramai ben visibile. Segni evidenti che è necessario intervenire.
«Oltre a queste necessità – spiega il primo cittadino – incombe la problematica relativa alle diffide che i titolari di alcuni stabili hanno inoltrato all’ente municipale a salvaguardia delle rispettive proprietà, minacciate dal possibile avanzare dal mare. Siamo ben coscienti del valore che la Scogliera di Coreca ha assunto nell’immaginario collettivo e siamo consapevoli che dobbiamo fare qualcosa.
E le variabili non sono certo di poco conto: da un lato la possibilità che il finanziamento stanziato dalla Regione Calabria su disponibilità dell’Unione Europea possa tornare a Bruxelles è concreta, dall’altro il rischio che venga dato il via libera ad un’opera che potrebbe mutare l’aspetto originario di Coreca è quanto mai presente.
Ci troviamo dunque ad agire in questo scenario, ecco perché abbiamo chiesto agli esperti, che sono i nostri punti di riferimento, di confrontarsi tra loro e di sottoporci le proprie conclusioni in tempi strettissimi, consentendoci di non perdere il finanziamento già stanziato.
A breve verrà convocato un tavolo tecnico tra le parti per consentire di analizzare nel dettaglio l’intero iter e dare alla luce un piano unico condiviso da ambientalisti, progettisti e amministrazione. In fondo l’obiettivo comune è dare un futuro a Coreca ed è da questo che dobbiamo ripartire».
Ufficio stampa comune di Amantea
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