Ci scrive Giovanni Liscotti:
“Pur non essendo un chimico o un medico del settore, in riferimento all’interpellanza inerente l’uso del “cloro” nell’acqua pubblica, (ma anche imbottigliata) vorrei dare un mio personale contributo, al fine di distogliere cattivi pensieri per l’utilizzo dell’acqua che scorre dai nostri rubinetti di casa.
A fuor di dubbio, l'acqua del rubinetto è controllata e sicura. Ovvio che, l’eccessivo uso di cloro potrebbe essere all’olfatto non gradevole e pertanto, essendo questi una sostanza c.d. “volatile”, sarà sufficiente lasciare l'acqua presa dal rubinetto “a riposo” per circa 10/15 minuti in modo tale che il cloro possa dissolversi e non sentire più eventuali odori non gradevoli. (anche se questi si avvertono qualora avviene un eccessivo uso della sostanza).
L'acqua potabile è certamente sicura, perché deve esaudire una serie di normative sanitarie. La garanzia della potabilità dell’acqua è certa e se questa scende dai nostri rubinetti è il risultato della sua potabilità. Caso contrario, se viene superato un solo parametro stabilito dalle Leggi vigenti, obbligano i Sindaci e chi per essi, ad emanare un'Ordinanza di non potabilità dell’acqua e quindi, da ciò si può evincere anche, da un certo punto di vista la garanzia per la salute dei cittadini.
L’acqua, compresa quella che deriva dalle sorgenti, in natura è sempre stata a rischio di contaminazioni batteriologiche e credo che in passato, tale motivo abbia contribuito al diffondersi di epidemie che oggi sono quasi del tutto scomparse. Gli impianti di trattamento di acqua e di acqua reflua usano il cloro per ridurre il livello nell'acqua dei microorganismi che possono trasmettere malattie agli esseri umani (disinfezione).
Quindi, e aggiungerei giustamente, il Cloro negli acquedotti moderni è utilizzato per sterilizzare l’acqua che ivi si deposita o transita. Tale tecnica di sterilizzazione (se pur da tenere sempre sotto controllo) ha garantito certamente la sicurezza a milioni di abitanti.
Sarebbe magari opportuno chiedere agli amministratori pro-tempore, un maggiore impegno ed attenzione alle risorse idriche, cercando il più possibile di salvaguardare le sorgenti e tutto ciò che ne consegue (acquedotti-pozzi- ecc) per migliorare la qualità delle acque che vengono utilizzate in ambito del proprio paese/città, senza escludere l’impegno fattivo e reale a mantenere in assoluta efficienza la rete idrica, non solo ai fini della salute ma anche per il fine di una minore dispersione e un maggior risparmio in denaro.
Cav. Giovanni LISCOTTI
NdR Cavaliere, se fosse così come dici dovremo informarci e denunciare tutti i sindaci che non clorano l’acqua perché la mancanza di cloro significa rischi per la potabilità dell’acqua e quindi per la salute.
In realtà il nostro articolo mira a sapere:
- Se è vero che l’acqua che beviamo è clorata.
- Perché
- Chi lo ha deciso
- Con quale ordinanza
- Se si tratta di una ordinanza eterna
- Se il costante uso del cloro crea problemi alla salute umana.
E’ facile clorare l’acqua come risposta a deficienze del sistema idrico. Molto facile, ma perché non si pone rimedio a queste deficienze?