Ha risposto alle domande degli inquirenti Fabio Di Lauro, 40 anni, imprenditore ed ex calciatore di origini Amantea domiciliato da diversi anni a Bellaria in provincia di Rimini.
Di Lauro è indagato nell'ambito dell'inchiesta 'Dirty Soccer', condotta dalla Dda e dalla Squadra Mobile di Catanzaro, insieme allo Sco di Roma, tesa a far luce su una serie di frodi sportive nate negli ambienti della Lega Pro, serie D ed Eccellenza.
Secondo gli investigatori Di Lauro avrebbe preso parte a una serie di combine tra le quali quella tra Torres e Pro Patria, in calendario l'11 gennaio 2015 che segnerà la disfatta della Pro Patria per 4 a zero.
L'incontro per la combine si sarebbe tenuto a Milano, in un hotel di Milano Malpensa con Di Lauro e Alberto Scarnà, poliziotto cosentino in servizio a Ravenna, che si sarebbero proposti di fare da garanti per i finanziatori, ossia Uros Milosavljeviu e un misterioso israeliano.
A combinare la disfatta della Pro Patria ci sarebbero, poi, Mauro Ulizio, considerato direttore "di fatto" della squadra, Massimiliano Carluccio, Andrea Ulizio, figlio di Mauro, giocatore della Pro Patria e Marco Tosi, allenatore della squadra.
Su questa e altre vicende ieri Di Lauro ha risposto alle domande degli inquirenti
Di Lauro, ha offerto la sua versione dei fatti che gli vengono contestati.