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Sparaballe carnevalesco.

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pallePer quanto si possa essere suggestionabili e sprovveduti, non è possibile che si creda a cose inverosimili, a cose straordinarie di cui evidentemente non c'è alcuna traccia nella realtà, ad informazioni non verificate che parlano di cose importanti o assurde. Il tutto si riduce nel credere nell'equivalente dell'asino che vola e si traduce spesso e volentieri in un affronto alla ragione.

 

E chi fa notare che si tratta di una bufala viene schernito e additato come disinformatore, iniziando ad essere pubblicamente detestato da tutti coloro che credono nella frottola.

È chiaro che le bufale che affollano le strade della città, internet, e non solo, siano letteralmente campate per aria, eppure ricevono molto seguito e sono in tantissimi a crederci e persino a difenderle.

 

Lo Sparaballe commentatore, soprattutto per le strade cittadine, su internet, su youtube o nei blog, sempre più spesso “critica” in malo modo le analisi puntuali di altre persone. In questi suoi, chiaramente dettati dall’alto, commenti negativi, ci sono tutta una serie di elaborati insulti che risultano palesemente stupidi e che di per sé presuppongono il fatto che si conosca bene la persona a cui sono indirizzati, ma non è così perché si parla di persona di cui si sa pochissimo se non del tutto nulla.

In realtà, si attiva in Sparaballe un meccanismo psicologico in cui si dice all'altro quello che si pensa criticamente su se stesso, cioè si insulta un quasi sconosciuto volendo però in realtà insultare se stesso! Così si assiste a scene dove dei creduloni ignoranti danno praticamente del credulone ignorante ad uno scettico un po’ più preparato! Ovviamente, molti dei commenti stupidi che si ascoltano e riportati su internet riflettono anche evidenti disturbi mentali di chi li concepisce, soprattutto quando chi scrive certe assurdità è davvero convinto di quello che dice ed insiste pure sulle sue assurdità.

 

In Sparaballe non c’è neanche l’ombra del dubbio. Dalle modalità con cui ci riferisce i suoi vissuti mentali, e questo avviene, spesso, in maniera drammatica: lui è talmente sicuro di essere nella verità (anche se indotta dai suoi padroni) che la vuole imporre agli altri e si esprime, appunto, con comportamenti drammatici. Naturalmente di fronte a personaggi di questo genere non c'è nulla da fare.

Il caso è disperato. Addirittura nei casi più gravi di squilibrio mentale, il soggetto interessato inizia a diffamare pubblicamente chi fa gli sbugiardamenti. Insomma, in persone con disturbi mentali c’è una certa difficoltà psicologica ad accettare semplicemente che una persona un tantino colta effettui di sua iniziativa, ed in modo indipendente, degli sbugiardamenti su cose false ed elaborate, secondo coscienza.

In alcuni casi, la modalità rigida di pensiero dell’establishment amministrativo, spinge Sparaballe e parte della collettività a non fidarsi di nessuno.

In particolare di qualche disturbatore della quiete pubblica, venuto dal freddo. I temi di base di questi pensieri sono orientati al controllo, all’arricchimento personale, alla diffidenza e alla sospettosità. Qualsiasi parola o azione espressa da “altri” viene interpretata come minacciosa.

Molto spesso si usa l’espressione colorita “E’ andato in paranoia“ intendendo riferirsi ad una condizione di confusione – più o meno accentuata, indotta dalle cause più disparate, alle quali seguono comportamenti incongrui rispetto alle comuni, quotidiane situazioni esistenziali. Sicuramente l’utilizzo improprio di questo termine, spesso disinvolto nella comunicazione, deriva da una conoscenza superficiale del termine.

 

La lente psicologica costringe questo tipo di potere amministrativo in un mondo egocentrico in cui tutti agiscono contro di esso, per questo si sente costantemente sotto attacco.

L’unica soluzione che momentaneamente riesce ad allentare l’ansia costante, ma in seguito diviene la gabbia in cui ci si chiude, è difendersi costantemente dalle critiche, ritenendole attacchi esterni che possono arrivare da un momento all’altro, quindi cerca incessantemente di tenere la situazione sotto controllo.

Vivendo in questo clima di sospetto e diffidenza arriva a dubitare delle azioni e intenzioni dei propri familiari, o della fedeltà delle persone care, o della lealtà di un amico, cosa che lo spinge ad effettuare un monitoraggio costante, per evitare di essere tradito.

Per capire come viene giudicato dagli altri tende a trascurare i contenuti delle conversazioni prestando però molta attenzione al linguaggio non verbale. La credenza, di questo tipo di amministrazione malata, sulla veridicità dei propri costrutti mentali è così radicata che percepisce gli altri o il mondo come sbagliati.

I problemi non provengono mai da sé stessa e dai suoi comportamenti a dir poco strafottenti. Quindi ha solitamente un’alta resistenza al cambiamento. La forma più grave si ha quando siffatta personalità arriva a credere di essere perseguitata o spiata, fino a vivere immersa in una realtà tutta sua in cui qualcuno la vuole avvelenare, o è vittima di un complotto per impedirle di portare a compimento il mandato “divino”, o si sente osservata, controllata, pedinata.

Mai criticata! Vedendosi costantemente sotto minaccia, l’unico modo per non essere attaccata è restare costantemente sulla difensiva. Quindi controlla scrupolosamente tutto e tutti. Mostrandosi agli altri con un comportamento chiuso, sospettoso, sempre sul chi va là, non fa altro che mettere chi gli sta intorno a disagio e sulla difensiva e quindi sarà guardato a sua volta con diffidenza.

 

Il potere amministrativo e non solo, dubitando sempre di tutto e tutti, e non potendosi fidare di nessuno tranne che di se stesso, vive costantemente nel dubbio. Da una parte le persone asservite, uno fra tanti Sparaballe, che guidate dal “buon senso” lo assecondano come anche una buona parte della collettività che, non sapendo capire la realtà, preferisce affidarsi a interpretazioni altrui essendo priva di spirito critico.

Una collettività incline ai facili entusiasmi, a credere subito in ciò che sembra essere positivo, non fa nessuno sforzo per stabilire se è realmente positivo. Sposa una causa senza scorgerne le contraddizioni, pensando che sia stupido l'atteggiamento di chi rifiuta a priori di credere in qualcosa che potrebbe esistere. Il vero problema è che se si crede senza capire o senza avere prove, si può credere a tutto. Dall’altra i pensieri che guidano l’Establishment al sospetto (se non mi capisci, trami contro di me).

Questa dualità tra “buonsenso e struttura rigida d’interpretazione del mondo” spinge i potenti a cercare costantemente
indicazioni che avvalorino i loro radicati costrutti mentali. Tutte le informazioni vengono interpretate in modo rigido, sempre in linea con la propria idea di minaccia. Da un punto di vista patologico, siffatto atteggiamento viene definito con un termine per nulla rassicurante: “paranoia” che è una vera e propria malattia mentale poco conosciuta perché poco diffusa nella sua forma pura.

Consiste in un’alterazione del funzionamento delle capacità intellettive umane. Ognuno di noi crea e usa degli schemi di ragionamento e cerca di non discostarsi troppo dagli schemi che le altre persone hanno creato a loro volta, altrimenti si entrerebbe in conflitto e non ci si capirebbe mai. Il sistema di potere che soffre di paranoia trova difficoltà a paragonare le sue certezze con quelle degli altri e dentro di sé, all’insaputa di tutti, attiva la convinzione che le idee che ha in testa le siano suggerite da un’entità del sacro, cioè soprannaturale.

Il paranoico è una persona che è talmente sicura di ciò che dice, persegue, pretende, da considerarsi quasi il messaggero di Eris una divinità particolarmente sanguinaria e crudele, talmente crudele, che Omero nelle sue opere la chiama “signora del dolore”. Ma tutto questo Sparaballe e il suo pubblico lo ignorano.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Gennaio 2016 12:41

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