Ha confessato l’uomo di origine marocchina arrestato l’altro giorno per il delitto compiuto a Torino alcune settimane fa. Stefano Leo è stato sgozzato mentre passeggiava per le strade di Torino. Ecco cosa ha detto il killer:- Ho scelto un bianco per fare scalpore -. Ha scelto una persona giovane di carnagione bianca, di origine europea. Ha scelto un italiano, quello che gli ha dato ospitalità, che lo ha accolto ed ha cercato di integrarlo. Bella riconoscenza. E’ un razzista, è contro la razza bianca. Non siamo dunque noi i razzisti, quelli che veniamo accusati giornalmente dalle anime belle e dai politicamente corretti. Ha ucciso il primo che gli è capitato, perché secondo lui era felice, perché sorrideva. Ha ucciso un giovane senza mai averlo visto prima. Aveva voglia di uccidere e ha ucciso. Ha ucciso Stefano perché era un uomo felice, perché sorrideva. E si uccide un uomo per queste motivazioni? Moventi sconvolgenti, banali, assurdi, incomprensibili che fanno venire i brividi alla schiena. Agli agenti della Questura di Torino dove il killer si è presentato spontaneamente perché si sentiva braccato dalle forze dell’ordine ha spiegato i motivi sopra descritti del suo folle gesto. Stefano era un giovane felice e lo ha ucciso. Ha voluto uccidere la sua felicità. Una storia di cronaca nera davvero agghiacciante sono costretto oggi a raccontarvi e a commentare. Un giovane tranquillo che passeggiava tranquillo per le vie di Torino senza dare fastidio a nessuno viene affrontato da un uomo che mai aveva visto prima e viene barbaramente ucciso a coltellate. I familiari dello sfortunato giovane non si danno pace, sono rimasti allibiti e sono caduti nel totale sconforto nell’apprendere le motivazioni raccontate da questo vigliacco uomo immigrato. L’assassino agli inquirenti ha poi aggiunto altri particolari terribili al suo racconto.- L’ho visto, l’ho guardato e ho pensato che dovesse soffrire come sto facendo io -. Ora è in carcere, sarà processato. E i giudici cosa faranno? Non lo assolveranno, ma sicuramente non lo condanneranno all’ergastolo come si merita. Troveranno alcuni cavilli giuridici e la pena sarà molto ridotta. E’ un poveraccio, è un uomo di origine marocchina, ha sofferto molto, era sposato e la moglie lo ha lasciato, la moglie non gli lasciava vedere il figlio piccolo, aveva perso il lavoro di cuoco ed era finito in mezzo alla strada, la sua vita era uno schifo, bisogna comprenderlo e capire le vere motivazioni perché ha ucciso. Ma capire che cosa? Che la nostra cultura è diversa dalla loro? Ma lo stiamo dicendo da anni. Che fra noi e loro c’è incompatibilità? Speriamo che non sia fatto passare per matto, altrimenti fra pochi anni sarà già libero e pronto a mettere in atto le sue motivazioni: uccidere un uomo per puro divertimento. Ma forse la colpa non è di questo marocchino, è ancora una volta colpa di Salvini che sta fomentando l’odio di classe e che non vuole accogliere gli immigrati che sfuggono alla fame e alle guerre. La psicologa Vera Slepoj non crede a quello che ha detto il killer. A disturbarlo non era tanto la felicità dell’italiano, quanto la sua normalità che lui voleva annientare. Per invidia, per punire il mondo perché il mondo ha più di quello che lui ha, che lui non ha più. Ha voluto punire la società che non si accorge di lui. Lo sgozzamento è un rito, un sacrificio, una punizione in cui si ribadisce la sottomissione dell’altro che lui riteneva di dover punire.