Donna partorisce una femmina, il marito si uccide e lei dopo pochi giorni muore di crepacuore. La nascita di un figlio di sesso femminile è ritenuta una disgrazia. Amici, oggi sono costretto a raccontarvi una triste storia realmente accaduta. Mi conforta un poco sapere che la storia non si è verificata in Italia ma nella lontana India, lontana non solo geograficamente ma anche culturalmente, moralmente, civilmente, politicamente. Ma anche in Italia in passato si sono verificate delle tristi avventure. Essere donna non sempre è una fortuna. Alcuni anni fa nel centro storico di Arco un marito quarantenne ha picchiato la moglie incinta di 4 mesi di un figlio di sesso femminile. L’ha ritenuta incapace di dargli un figlio maschio. Siamo venuti poi a sapere che il marito era originario dell’India e questo mi ha consolato un poco. In quel paese, purtroppo, ancora oggi nascere femmina è una vera disgrazia per sé e per la propria famiglia. Ma davvero è così nell’anno del Signore 2020? Purtroppo la risposta è sì. A Nuova Dehli una donna partorisce una femmina e il marito si uccide. La donna, dopo pochi giorni, muore dal dolore. Una storia al limite dell’assurdo. Si è poi saputo che la madre dell’uomo avrebbe insultato il proprio figlio, accusandolo di disonore, incapace di dare alla famiglia un figlio maschio. Ancora oggi in molti paesi dell’Estremo Oriente quando nasce una bambina non si fa festa. Scoppiano litigi tra i coniugi e tra i familiari, violenze fisiche e psicologiche. E la donna quando apprende di aspettare un figlio di sesso femminile per evitare guai non solo col marito ma specialmente con la suocera sceglie di abortire.