Vi spieghiamo come, perché e dove si perdono o aumentano i posti di lavoro nella scuola.
Spending o meno, i posti di lavoro nel mondo della scuola aumentano o si perdono anche a secondo della popolazione residente. Ecco il quadro aggiornato della situazione come emerge dalle recentissime indagini
Dal 2007-2008 al 2012-2013 a fronte di una stazionarietà della popolazione della scuola statale( meno 13.000 alunni, pari allo 0,2% del totale) il personale docente è passato da 843.000 a 766.000( - 9%)
La differenza appare così distribuita:
Per grado di scuola:
scuola dell’infanzia +1%
scuola primaria -10%
scuola amerdia -10%
scuola superiore -11%
Per tipo di posto
posto comune - 12%
posto di sostegno + 13%
Per tipo di contratto
a tempo indeterminato -6 %
a tempo determinato -25 %
per area geografica ( sintesi)
Aumentano i posti nelle province di:
Prato + 6,7%
Firenze +3,9%
Rimini + 3,8 %
Pistoia + 3,7%
Eccetera
Diminuiscono i posti nelle province di:
Frosinone e Matera -13,4%
Avellino -13,6%
Catanzaro e Messina - 13,8%
Potenza e Nuoro - 14,4%
Reggio Calabria - 16,7%
Isernia -18 %
Prendiamo il caso della Calabria
La Calabria al censimento del 1991 aveva 2.070.203 abitanti. Al censimento del 2001 ne aveva solo 2.011.466 ( ne aveva perso 58737). Al censimento del 2011 ne aveva 1.959.050( ne aveva perso altri 52416).
In sostanza in 20 anni la Calabria ha perso 111.153 abitanti.
Perdita è diversamente distribuita nelle varie province
In provincia di Reggio Calabria dal 1991 al 2011 si sono persi 25.726 abitanti; in provincia di Catanzaro si sono persi 22.724 abitanti; in provincia di Cosenza si sono persi 36.866 abitanti; in provincia di Crotone si sono persi 9.606 abitanti; in provincia di Vibo Valentia si sono persi16.231 abitanti.
Era logico supporre una contrazione dei posti di lavoro nella scuola come sarebbe stato logico supporre una contrazione dei posti di lavoro in altri servizi pubblici.
Piuttosto occorre chiedersi perché nessuno parla di questa continua emigrazione di calabresi in Italia in Europa e nel mondo!