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Napolitano sceglie il “nuovo” anziché “l’usato sicuro”. Il Governo!

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Roma. Napolitano ha sfogliato la margherita : Nuovo od usato sicuro, nuovo od usato sicuro, nuovo od usato sicuro. E siccome le foglie erano dispari è uscito NUOVO. Peraltro all’usato sicuro, cioè a Giuliano Amato era favorevole il PDL e questa era una condizione negativa, per un PD, che già era stato soccombente con la figuraccia fatta con Prodi, e si imponeva, quindi, che fosse un uomo del partito. A tal punto restava in lizza solo Renzi e Letta, ma Renzi è stato l’agnello sacrificale del PDL che gli ha detto NO!

E così restava solo Letta e Letta è stato

E Letta già ha accettato con riserva ed ha detto “Il Governo non nascerà a tutti i costi”, volendo significare che ora leggerà le varie anime del PD, le varie esigenze del PDL, quelle di Monti e del suo insieme ed eventualmente scioglierà le riserve.

Ma deve essere chiaro a tutti quello che ha intendeva Napolitano quando ha detto che :” Non ci sono alternative” così che se non si forma un governo e subito si va ad elezioni..

Una forma di pressione verso i neo deputati che potrebbero perdere la loro carica.

Ma il pericolo è sempre dietro l’angolo: Prodi docet.

Ma chi è Enrico Letta?

Pupillo di Andreatta, il ministro più giovane della Repubblica. Merito di zio Gianni?

Classe 1966, a 46 anni Enrico Letta, in corsa per Palazzo Chigi con Giuliano Amato, è considerato un “ragazzo” del Pd, anche se la sua carriera è quella di un politico navigato, più che quella di un giovane emergente. Sopra ogni cosa, il grande mediatore del Pd si vanta di essere stato il ministro più giovane della Repubblica italiana, quando nel 1998, a 32 anni, fu chiamato guidare il dicastero delle Politiche comunitarie (solo Andreotti, prima di lui, aveva ricoperto questa carica a 35 anni).

L'influenza di zio Gianni

Il “folclore” vuole che Enrico sia stato iniziato all’amore per la cosa pubblica dall’influente zio paterno Gianni Letta, allora giornalista di orientamento in quota Dc, e che grandissima fosse stata la delusione del congiunto quando il nipote prediletto ha preso la strada “sbagliata”, virando insomma a sinistra mentre suo zio guardava a Berlusconi.
Con il caro zio Gianni, con cui i rapporti sono ottimi, se non di più, Enrico condivide il temperamento, i modi gentili e l’apprezzamento bipartisan: entrambi vengono descritti come cordiali, intelligenti, sobri, mentre sembra ormai chiaro a tutti che la dote di grande mediatore è un dono di famiglia.

Da Andreatta a Ciampi

Come ogni politico di razza, Enrico Letta ha avuto il suo mentore, che portava il nome di Beniamino Andreatta. Nato a Pisa da una famiglia borghese, l’allora studente muove i primi passi nella Dc, e Andreatta ne fa il suo pupillo portandolo, appena neolaureato, alla segreteria del ministero degli Esteri.
Nel 1991, a 25 anni, Letta viene eletto presidente dei Giovani democristiani europei, ricopre la carica per cinque anni, e la sua ascesa prosegue a passo svelto. Dal 1996 il premier Carlo Azeglio Ciampi gli conferisce la carica di segretario generale del Comitato Euro del Ministero del Tesoro, e da allora lui, forte anche della sua laurea alla Normale di Pisa in Diritto Internazionale, non smetterà più di occuparsi di euro e di questioni economiche.

Nel partito e nei governi

Procede anche la carriera all’interno del Partito Popolare Italiano, dove dal 1997 al 1998 è vicesegretario nazionale.
In quell’anno Massimo D’Alema lo vuole ministro delle Politiche comunitarie nel suo primo governo (1998/1999), e lo chiama nel 2000 a guidare quello dell'Industria. E’ l’anno in cui nasce la Margherita, e Ppi, Pu e Udeur si uniscono in un solo partito.
Letta resta esponente di spicco della nuova formazione politica, dove viene subito nominato responsabile nazionale per l'economia.

L'ultima volta con Prodi

Deputato per la prima volta nel 2001, poi parlamentare europeo nel 2004, di nuovo deputato nel 2006, torna al governo in quello stesso anno con Prodi, che lo vuole Segretario del Consiglio dei ministri del suo esecutivo. E’ l’ultima volta che sale in un palazzo del governo. Fino a oggi, giorno in cui potrebbe diventare presidente del Consiglio dei ministri di un governo di larghe intese.

L'amore, i figli, Vasco e il Milan

Letta junior non dispiace, infatti, nemmeno a Berlusconi, forse anche per la sua passione calcistica per il Milan, l'unica, forse, rimastagli in comune con suo zio Gianni. Contrariamente al più attempato zio, che ha gusti più classici, Enrico ama infatti Vasco Rossi e Zucchero, i fumetti di Dylan Dog, i romanzi di Marcello Fois e Gianrico Carofiglio. Passioni che trova il tempo di coltivare quando non è con i suoi due figli, o con sua moglie Gianna Fregonara, la giornalista del Corriere della Sera sposata in seconde nozze.

 

Redazione TirrenoNews

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