Alla Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica si discute soltanto di decreti legge, di bilanci, di reddito di cittadinanza? No. Si parla anche di stipendi. Dei lavoratori italiani che si alzano la mattina alle 5 e ritornano a casa alle 5 di sera e percepiscono uno stipendio di circa 1400 euro al mese? No, si parla dello stipendio dell’On. Pietro Fassino, deputato del Pd ed ex Sindaco della città di Torino, che ha fatto molto scalpore e che ha fatto discutere: 4.700 euro al mese non è uno stipendio d’oro. Se non è d’oro quello dell’On. Fassino, quello dei docenti delle scuole italiane che è all’incirca di 1400 euro al mese cosa è? D’oro non di certo, neppure d’argento, neppure di rame. E’ di un metallo non certo prezioso che consente, però, alla categoria di vivere onestamente facendo enormi sacrifici per arrivare alla fine del mese. L’On. Fassino, mentre alla Camera si discute di bilancio, prende la parola e mostra il cedolino del suo stipendio mensile del mese di luglio di quest’anno dichiarando che la sua indennità mensile è di 4.718 euro. Caro Fassino, non dica fesserie. Ha mentito. Lo stipendio dei Deputati e Senatori supera abbondantemente 10 mila euro netti mensili. Il suo intervento criticato finanche dal suo segretario nazionale del partito ha scatenato un’ondata di polemiche. Lo sanno tutti che i Deputati e Senatori godono di privilegi immensi, sono una classe di privilegiati e percepiscono stipendi d’oro, con diarie e rimborsi vari, con viaggi gratis in treno ed in aereo. E alla buvette il prezzo del pranzo è ridicolo, quanto il prezzo di un panino con mortadella dei comuni mortali in una salumeria di provincia. Non ce la fa l’On. Fassino con questo stipendio da fame arrivare alla fine del mese? Come farà a mangiare? Come farà ad andare in ferie? Che vada alla Caritas, lì troverà senz’altro un piatto caldo. Aiutiamolo! Facciamogli una colletta. Io ci sto. Aiutare chi soffre, chi ha fame, chi ha bisogno, è sempre un nobile gesto. Grandissimo Fassino, Deputato in carica da diversi anni, ex Sindaco della città di Torino, Presidente di varie commissioni parlamentari. Lei ha avuto il coraggio di sventolare il cedolino del suo stipendio davanti alle telecamere e alle facce sbalordite dei parlamentari quando nello stesso giorno e nello stesso tempo oltre 250 mila italiani, davvero alla soglia della povertà, hanno perso con un SMS inviato dall’Inps il reddito di cittadinanza. Caro Onorevole, ha visto la busta paga di un operaio metalmeccanico che un tempo non troppo lontano votava per il Partito Comunista Italiano, il suo ex Partito, ed era iscritto al sindacato della CGIL? Per non parlare degli insegnanti, dei lavoratori agricoli, dei muratori, degli impiegati, dei giovani che quando lei va in questi giorni in vacanza le garantiscono un soggiorno tranquillo in hotel, nei bare nei ristoranti percependo 3 euro lordi l’ora? E poi quando l’estate sarà finita, settembre è alle porte, si troveranno senza lavoro, senza stipendio, senza nulla portare a casa per mangiare e bere. Mentre, Lei, On. Carissimo, continuerà a percepire il suo lauto stipendio da parlamentare anche se la Camera è chiusa per ferie. Che poi sia d’oro, di incenso o di mirra lo faccio decidere ai miei 15 lettori.