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Coreca, sempre Coreca, disperatamente Coreca: parla Sergio Ruggiero

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Una lettera accorata in difesa di Coreca, quella di Sergio Ruggiero.

 

Una lettera con la quale esprime il suo pensiero che ci sembra sia anche il suo ”credo” e, nel mentre, esprime la sua amarezza su una vicenda che vede tante posizioni distinte e distanti su un fatto ordinario della nostra storia locale che sembra essere assurto a palestra di democrazia e di partecipazione, mentre, in realtà, è soltanto un esercizio di rappresentazione della propria visione del modello di mondo, od anche degli interessi avuti o rappresentati.

Una lettera, comunque, che contesta , in primis una amministrazione di “ponti e passerelle” , capace, cioè, di fare scelte che nessuno deve permettersi di contestare , ma che trova difficoltà quando la comunità osserva e contesta

Una lettera, infine, che contesta un popolo( se popolo è quello amanteano) che tenta di salvare( giustamente ) Coreca , ma si dimentica di parlare delle case sciollate, del castello, della torre di guardia, della passerella con ascensore che abbiamo avuto il coraggio di dichiarare inutile.

Ma ecco lo sforzo di Sergio Ruggiero:

“LA DIFESA DI CORICA

A distanza di due mesi da Consiglio Comunale del 18 settembre 2014, con lettera prot. 18590 del 21.11.2014 chiedevo lumi al Sindaco e agli Assessori all’Ambiente ed ai Lavori pubblici circa eventuali proposte alternative che l’Amministrazione avrebbe dovuto produrre/ricercare rispetto al

progetto approvato dalla Regione. La mia comunicazione così concludeva:

… Tanto premesso,

appare doveroso allo scrivente consigliere richiedere, e pertanto richiede, informazioni sullo stato di svolgimento della pratica, ed in particolare:

· Quali iniziative siano state intraprese da parte degli Uffici e dagli Assessorati comunali competenti;

· Quali autorità siano contattate;

· Quali organi tecnici e scientifici siano stati interpellati, e quali pareri siano stati espressi

Ad oggi nulla è sostanzialmente cambiato, neanche all’esito del recente incontro tecnico catanzarese. Quindi, l’unico progetto in campo è il solito, quello che avevamo chiesto di rivedere,

mentre incombe la data oltre la quale il finanziamento sarà sostanzialmente vanificato.

Non è lo scoglio di Corica che deve essere protetto, non ne ha bisogno, il suo rapporto con il mare dei Tirreni va avanti da sempre, con una spiaggia che ai suoi piedi periodicamente scompare e ricompare. Oggi la spiaggia non c’è per tutta una serie di ragioni ascrivibili, credo, alla compromissione da parte dell’uomo dei meccanismi naturali di formazione ripariale. Una complessa questione di sistema. Nel merito esiste una copiosa letteratura, e comunque ogni ragionamento che abbia un senso non può prescindere da importanti orizzonti temporali. Nel nostro caso incombe una data, e perciò rimaniamo sul pezzo.

Restano da proteggere le opere umane, pubbliche e private, abitazioni, alberghi, strada, servizi di

rete. Ma quale prezzo la comunità è disposta ad accettare in termini di “invasione dell’elemento naturale”? Da una parte ci sono coloro i quali vedono minacciati i propri interessi, e invocano

l’intervento, io dico legittimamente. Si tratta di poche persone, poche noci che non fanno molto rumore. Altri, invece, più numerosi, sono orientati a privilegiare l’aspetto ambientale, di particolare rilevanza per ciò che di bello Corica rappresenta, anche in questo caso legittimamente.

Se dobbiamo delegare al mare la decisione di risolvere il problema, è fatta. Egli va dove deve andare, e allora addio alberghi, addio strada, addio case. D’altra parte, se non fossero state realizzate le barriere, addio lungomare di Amantea, addio strade, addio case, addio pizzerie, gelaterie…. E’ una possibilità che qualcuno ha invocato, ovviamente qualcuno che non ha proprietà minacciate dal mare.

Posso presentarmi? Sono un ex socio fondatore del WWF di Amantea, uno che è cresciuto a pane ed ecologia, che l’ecologia l’ha masticata, l’ha digerita, ne ha fatto cemento per la costruzione della propria (modesta) muraglia culturale. E sono un consigliere comunale, che pertanto in questa storia deve dire la propria, possibilmente con chiarezza. Perché, sapete, ci sono quelli del ni, cioè quelli che si esprimono a seconda di chi si trovano davanti, e poi ci sono quelli che non parlano mai per guardarsi la mano. Dovessimo contrariare qualche potenziale elettore?!

E dovendo parlare con chiarezza, voglio dire che non accetto che si perda il finanziamento e che

non si faccia nulla, perché questo esporrebbe il litorale di Corica alla distruzione.

Non siamo ancora giunti al tempo del Giudizio Universale, all’indomani del quale l’evangelista

Giovanni, nell’Apocalisse, profetava che il mare si sarebbe trasformato in una lastra di cristallo e

non ci sarebbero state più tempeste e annegamenti. E invece le tempeste ci saranno, e possono fare molto male. Già oggi, ed il mare ultimamente sta scherzando, la situazione è peggiorata

rispetto a questa estate.

Io non sono un tecnico del settore, ma ricordo che all’università studiavamo la fenomenologia dell’erosione costiera sui testi del Vallega (Arturo Suriano se lo ricorderà). E ricordo d’aver letto che purtroppo l’efficacia delle barriere soffolte è molto limitata, e d’altra parte il suo impiego dati batimetrici e meteo marini di riferimento. Questioni complicate sulle quali io mi dichiaro ignorante. Stando alla letteratura, tuttavia, e stando a quello che dicono i tecnici della regione, la

soluzione più efficace è proprio quella che non ci piace, la barriera emersa a protezione di un ripascimento artificiale che allontani i marosi dalla riva. D’altra parte ricostituire l’arenile senza una

barriera non serve, ne abbiamo prova ad Acquicella dove in pochi anni non c’è rimasto nulla.

E adesso potrei parlare dell’incanto di Corica (che è incantevole davvero) fermo restando che a nord e a sud c’è il disastro, un orribile muro di cemento eroso e spaccato, in qualche modo protetto ai piedi da una barriera radente, addirittura un pozzo rotto di cui si vede la gola, un manufatto pèndulo e frantumi vari, insomma, scoglio a parte, uno sfasciume, soprattutto a sud.

E se pensassimo a questa circostanza come ad un’occasione per mettere un po’ d’ordine?

Mi piacerebbe che si ripulisse tutto, si rivestisse il muro di contenimento con frammenti della stessa pietra di colore verde (compatibile con lo scoglio) con cui si dovrebbe eseguire l’opera di difesa, che si mettessero a dimora essenze adeguate lungo il bordo della strada. Insomma, mi piacerebbe che si intervenisse con un sistema di opere atte alla riqualificazione coerente ed integrale della zona. Bisognerebbe valutare se nell’ambito del finanziamento previsto sia possibile far tutto: in fondo l’opera accessoria più impegnativa, il rivestimento del muro, andrebbe fatto con la stessa pietra che si può frantumare e murare. Ma senza protezione tutto questo è impossibile, e su questo lancio un invito ad allargare lo sguardo verso tutti i punti cardinali.

E se per farlo dobbiamo accettare il progetto presentato, che a quanto pare rimane l’unico che disponga di tutti i pareri necessari, accettiamolo. La spiaggia davanti allo scoglio non sarebbe una novità, ci sono quadri e foto che lo dimostrano, magari ribassando compatibilmente l’altezza della barriera. Se poi è possibile non perdere il finanziamento ricercando altre soluzioni, meglio!

Ma ripeto, non perdiamo il finanziamento.

Credo sia opportuno fare una considerazione circa il modo con cui questa Maggioranza affronta il problema, sottolineando che un Assessore è un Assessore e un Sindaco è un Sindaco, che hanno vinto le elezioni, hanno accettato di amministrare, sono pagati per farlo, e devono fornire soluzioni. E se non ci sono, devono spiegare cosa hanno fatto per cercarle, e francamente non mi pare che in questo la Giunta abbia brillato. E poiché trattiamo di una questione spinosa, la Maggioranza da subito ha scelto di coinvolgere tutti, a differenza del piano delle opere pubbliche sulle quali ha deciso di non ascoltare nessuno, per poi destinare ad altro uso i finanziamenti per il lungomare che versa in condizioni pietose, o non considerare degna di interesse la vergognosa questione delle case sciollate, o non discutere sull’attraversamento pedonale a Campora san Giovanni optando per una costosa passerella con ascensore che non userà mai nessuno.

Magnifico! Quest’amministrazione sarà ricordata soprattutto per ponti e passerelle.

Grande rispetto per le opinioni di tutti, ma occorre pensare anche alle ragioni delle noci. Non pretendo il consenso e non lo cerco, l’unico bisogno che ho è di fare quello che ritengo giusto. Ho sbagliato? Possibile, ma l’infallibilità non è di questo mondo.

Sergio Ruggiero

Ultima modifica il Lunedì, 26 Gennaio 2015 13:04
Redazione TirrenoNews

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