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Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota della minoranza del comune di Lago

“QUELLO CHE I CITTADINI DEVONO SAPERE

UN’ AMMINISTRAZIONE CHE IMMETTE NEI SERBATOI COMUNALI ACQUA DI DUBBIA PROVENIENZA E DI SCARSISSIMA QUALITA’ E SI VANTA DI AVERE RISOLTO IL PROBLEMA IDRICO A LAGO.

 

In data 31/agosto il Sindaco comunicava attraverso i social, di avere risolto definitivamente il problema dell’acqua a Lago, lavorando ,rischiando(a danno dei cittadini) investendo ed attraverso varie ricerche riuscito ad immettere nei serbatoi circa 9 litri di acqua al secondo, dimenticando oppure non informato in maniera adeguata che tale acqua ( sorgente in località Petraro) è stata oggetto di studio da tutte le Amministrazioni del passato e che tali studi hanno impedito loro di utilizzarla a causa della scarsa qualità .

Nella storia Amministrativa del comune di Lago non si è mai verificato un totale inquinamento della rete idrica comunale. Nell’ordinanza n.17 del 6/9/2019 il Sindaco vieta l’uso dell’acqua proveniente dai serbatoi di San Lorenzo, Paragieri e Cozzo Vutami che alimentano le localita’ di :

LAGO,PANTANO,PISCOPIE,GRECI,VASCI,PALOMANDRO,PIGNANESE,FONTANELLA, FELLITO,PADOSA E ANCHE LA FONTANA DELL’ACQUA MIRACOLOSA DEL COSI’ DETTO MULINO.

Cari concittadini se l’azienda sanitaria provinciale ASP, non avesse predisposto, autonomamente i prelievi e la verifica della potabilità delle predette sorgenti, chissà per quanto tempo ancora avremmo consumato acqua inquinata.

Non tralasciando il fatto che non si è a conoscenza da quanto tempo l’acqua inquinata è stata utilizzata a danno della salute pubblica.

Nonostante questo enorme danno,il sindaco non ha avvisato la cittadinanza in modo adeguato. Ha utilizzato facebook e un piccolo manifesto formato A4 che si confonde con i manifesti delle persone decedute.

Ad oggi non tutti i cittadini sono informati di questo danno ambientale, perchè non tutti utilizzano i social, e continuano a consumare acqua in modo particolare le persone anziane.

La cosa più strana ed assurda,è quella che il Sindaco, in data 31/agosto, pubblica i risultati raggiunti nell’erogazione del servizio idrico ed a distanza di una settimana, cioè il 6 settembre comunica l’inquinamento di tutta la rete idrica comunale.

Roba che non si verifica neanche nei paesi più sottosviluppati .

Concittadini, a giorni vi daremo ulteriori informazioni , sul tipo di inquinamento e da quando effettivamente in atto ,dai dati che emergeranno dalla documentazione da noi richiesta presso l’Ente

                                                           IL GRUPPO DI MINORANZA CONSILIARE

Pubblicato in Basso Tirreno

inquinataCOSENZA - "Come avevo preannunciato c'era il forte sospetto che la mancata risposta del Comune di Cosenza al mio accesso civico sulle date di eventuali anomalie accertate dall’Asp nelle analisi delle acque potabili potesse nascondere qualcosa di più grave che non una semplice 'dimenticanza' amministrativa." Così il deputato pentastellato cosentino Alessandro Melicchio alle notizie riportate ieri dal collega parlamentare del M5S Morra sui valori di inquinamento dell'acqua potabile di Cosenza che superano quelli consentiti dalla legge. "Ieri Nicola Morra ha svelato a tutta la città quello che temevamo: le analisi effettuate dall'Arpacal hanno rivelato che l’acqua di Cosenza è risultata contaminata da batteri fecali, ma ai cittadini queste informazioni sono state tenute nascoste." Il deputato 5 stelle si interroga poi sul ruolo dell'amministrazione nella tutela della salute dell'intera cittadinanza. "E' un fatto gravissimo, se confermato il Sindaco Occhiuto dovrebbe immediatamente spiegare come possa essere successo e subito dopo rassegnare le proprie dimissioni. Io aspetterò la documentazione ufficiale dal Comune, che ancora non mi è stata consegnata come da norma di legge, e poi valuterò se, come credo, ci siano gli estremi per una denuncia per omessa segnalazione. Ritengo inaccettabile - conclude Melicchio - che Occhiuto non abbia emesso un’ordinanza per informare la popolazione dei possibili rischi nonostante la precisa indicazione dell’Asp in tal senso".

 
Alessandro Melicchio
portavoce M5S alla Camera dei Deputati
 

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Pubblicato in Cosenza

Accesso al comune di Paola per acquisire documenti

Prosegue l'inchiesta sulla potabilità delle acque cittadine.

Spunta l’ipotesi di reato di corruzione nell’inchiesta sulla potabilità delle acque della cittadina tirrenica.

 

Mercoledì sono stati ascoltati alla Procura di Paola amministratori comunali e tecnici della società che gestiva l'acqua nel centro tirrenico.

Nella stanza del sostituto procuratore Grieco, titolare dell'inchiesta, anche l'ex sindaco Basilio Ferrari che è stato ascoltato per oltre un'ora.

Sulla vicenda ci sarebbero già altri 3 indagati

Oltre al sindaco, indagati anche Antonio Vigliotti - all’epoca dei fatti dirigente dell’ufficio comunale al Lavori pubblici -, Marcello Forte, titolare della Lao Pool – società che gestiva il ciclo delle acque paolane – e Giosafat Vigliotti dipendente della stessa società nonché figlio del dirigente comunale.

L’assunzione del giovane sarebbe appunto avvenuta dopo che la società che gestiva il ciclo delle acque di Paola avrebbe ottenuto il servizio.

Si tratta di fatti avvenuti nel periodo in cui la società poi estromessa dal Comune gestiva il ciclo integrato delle acque cittadine.

Un passaggio, stando alle indagine, che sarebbe avvenuto non con una gara di appalto - così come imponeva anche una delibera specifica della giunta comunale di Paola - ma con un’ordinanza.

Una coincidenza anomala che ha destato l’attenzione degli inquirenti e che per questo contestano, ad alcuni degli indagati, il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio oltre al concorso e soprattutto il commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate.

Gli accertamenti avrebbero dimostrato che per quattro giorni nelle abitazioni della cittadina sarebbe stata fornita acqua con un alto tasso di inquinamento da colibatteri senza che nessuno – in questo frangente – avesse impedito la distribuzione.

Eppure, stando alle analisi del laboratorio che stava monitorando le acque cittadine, ben 9 campioni su 16 dei prelievi effettuati a fine novembre del 2015 avrebbero presentato valori di contaminazione da coliformi totali superiore a 200 ml.

Un’indagine dunque molto delicata che potrebbe riservare nuovi colpi di scena.

Pubblicato in Paola

Non sappiamo se a Nocera Terinese sia la prima volta, quello che  è ben strano che l’acqua del locale acquedotto possa essersi “naturalmente” inquinata da carburante.

Eppure è successo. Ed attualmente il Sindaco di Nocera ha vietato l'uso dell'acqua potabile.

 

Gli abitanti di alcune frazioni hanno denunciato la presenza di diesel nella propria rete di distribuzione dell’acqua potabile.

 

La situazione è stata fatta presente già nella serata del 27 settembre 2016 da alcuni cittadini, i quali

hanno raccolto campioni di acqua che presentavano già all’esame olfattivo e visivo, una evidente presenza di sostanza oleosa e dal forte odore di carburante.

 

E’ probabile che il carburante, non trovandosi libero in natura, (ndr magari lo fosse) deve essere stato versato in uno dei serbatoi della cittadina Catanzarese.

 

Da qui l’opportuna ordinanza emanata stamattina dal sindaco Fernanda Gigliotti che ha vietato l’uso dell’acqua potabile a fini alimentari.

L’ordinanza è stata trasmessa al Comando Polizia Municipale, al Comando della Stazione dei Carabinieri ed alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, per opportuna conoscenza e per

quanto di rispettiva competenza.

Il fatto è di una gravità assoluta.

 

Basti pensare che l’articolo 439 codice penale “Avvelenamento di acque o di sostanze alimentari” stabilisce che “Chiunque avvelena acque destinate all’alimentazione, prima che siano attinte o distribuite per il consumo, è punito con la reclusione non inferiore a quindici anni.

Se, poi, dal fatto deriva la morte di alcuno, si applica l’ergastolo”

Viene così da chiedersi chi possa essere così pazzo da fare una cosa del genere.

Alla procura ed agli investigatori di indagare.

 

Pubblicato in Lamezia Terme

L’ordinanza del sindaco Basilio Ferrari ha dichiarato l’acqua non usabile per fini umani ed animali.

 

La ragione nei risultati del laboratorio Bioquality sas che hanno evidenziato parametri microbiologici non rientranti nei limiti del dlgs 31/2001.

In buona sostanza nell’acqua c’era presenza di coliformi.

 

Ora è notorio che la presenza di coliformi totali in un’acqua può avere diversa origine:

-contatto dell’acqua con l’ambiente esterno (es. contaminazione da terreni);
--contaminazione in atto da materiale fecale (umano o animale) proveniente da fognature, scarichi superficiali, pozzi perdenti);

- presenza di carbonio organico assimilabile che permette lo sviluppo dei coliformi nella rete di distribuzione “.

 

La situazione ha dato luogo ad una inutile ed improduttiva pressione politica preelettorale.

Ed allora ecco il miracolo: l’acqua ridiventa potabile.

 

Ovviamente San Francesco non c’entra niente.

Il miracolo lo hanno fatto il sindaco e la chimica.

Il sindaco ha trovato la soluzione più facile, ha fatto clorare l’acqua, il cloro ha ucciso i colibatteri e l’acqua è ridiventata potabile.

Le fonti di inquinamento? E’ una competenza della Sorical.

Pubblicato in Italia

Perviene e pubblichiamo la nota del I Circolo PD Cosenza2:

“Damiano Covelli, PD: Sull’acqua necessaria chiarezza e rapidità nel risolvere il problema.

Sulla vicenda della non potabilità dell’acqua nel Centro Storico e nelle Frazioni è necessario che il Comune intervenga in modo tempestivo per risolvere il problema.

Mi sembra evidente che sulla questione ci sia stato da una parte un grave difetto di comunicazione e dall’altra un serio ritardo nell’affrontare il problema, tant’è che ad oggi i cittadini, nonostante siano passati diversi giorni, non sanno se possono utilizzare l’acqua pubblica.

L’ordinanza è stata pubblicizzata sugli organi di stampa e con qualche manifesto affisso soltanto su poche fontane pubbliche.

Molti cittadini l’hanno appresa in ritardo e ciò ha alimentato preoccupazioni e anche allarmismi.

Inoltre, se l’acqua in queste realtà non è potabile o non lo è parzialmente, è bene che si proceda, nelle aree dove esiste il problema, a chiudere le fontane pubbliche che invece continuano ad essere utilizzate.

Ma è necessario fare anche di più: dire chiaramente cosa si sta facendo per risolvere l’emergenza e quando e come i cittadini potranno tornare a bere l’acqua dello Zumpo.

Questa sorgente è, infatti, storicamente, quella più pura e pulita tra quelle che servono la città di Cosenza.

Se si sono verificate infiltrazioni che hanno pregiudicato, in parte, questa purezza, vanno trovate e rimosse senza perdere tempo e, soprattutto, senza alimentare ingiustificati allarmi.

Il Comune attivi prontamente tutti gli strumenti in suo possesso e ricorra anche, se necessario, a misure di emergenza, per risolvere in tempi rapidi il problema.

Cosenza, li 2 settembre 2013 Damiano Covelli Segretario I Circolo PD Cosenza2”

Ndr. Ma davvero, come è possibile lasciare aperte le fontane pubbliche che erogano acqua inquinata anche a coloro che sono di passaggio e che non hanno avuto conoscenza della presenza di inquinamento? Siamo di fronte ad una situazione aberrante. Possibile che si pensi solo a feste e sagre e non alla salute della gente?

Pubblicato in Cosenza

La vicenda dell’acqua sporca della provincia di Vibo assume connotazioni sempre più “ sorprendenti”.

Oggi 6 febbraio perviene un avviso di garanzia per l’ipotesi di reato di “omissione di atti d’ufficio” a 20 sindaci del Vibonese.

Secondo il Michele Sirgiovanni i sindaci avrebbero dovuto richiedere all'Azienda sanitaria provinciale un controllo sull'acqua che fuoriesce dalle fontane pubbliche dei rispettivi Comuni.

Un assunto che discende dal decreto lgvo 31 del 2001

Certo che la Sorical doveva fornire acqua potabile.

Certo che l’Arpacal doveva eseguire gli accertamenti sulla potabilità dell’acqua al punto di immissione nella rete gestita dal comune

Ma era altrettanto certo che i sindaci dovevano far effettuare all’Asp( od anche ad aziende private idonee) accertamenti atti a verificare la potabilità dell’acqua stessa al punto di erogazione .

Addirittura secondo il Ministero della Sanità( parere reso il 10/06/2004) “qualora vi sia motivo di ritenere che nella fase di trasporto dal contatore all'utenza le caratteristiche dell'acqua possano essere alterate, l'Amministratore non solo è tenuto a fare le verifiche del caso, ma soprattutto è tenuto ad adottare i provvedimenti necessari a ristabilire i requisiti di potabilità”. Altroche!

Il problema discende proprio dall’ultime nota dell’Arpacal che parlava dell’eccesso di presenza di Cloriti , presenza che è figlia della disinfezione dell’acqua con biossido di cloro( se si ricorre all’ipoclorito si possono generale trialometani).

Insomma se la clorazione veniva fatta dalla Sorical non si riesce a vedere la responsabilità dei sindaci.

Se invece la clorazione avveniva( come normalmente avviene) nei serbatoi comunali, allo la responsabilità dei sindaci è totale e forse va anche oltre la semplice omissione di atti d’ufficio

Ed ecco l’elenco dei sindaci ai quali sono sati inviati avvisi di garanzia.

Pasquale Fera (sindaco di San Nicola da Crissa sino al maggio 2012);

Concetto Roda' (sindaco di Sant'Onofrio);

Francesco Bartone (sindaco di Soriano);

Giosuele Schinella (sindaco di Arena sino al settembre 2011);

Alfonsino Grillo (gia' sindaco di Gerocarne);

Paolo Crispo (ex sindaco di Gerocarne);

Sebastiano Catania (gia' sindaco di Gerocarne);

Antonino Mirenzi (sindaco di Vazzano sino al maggio 2012);

Francesco Andreacchi (sindaco di Simbario);

Rosamaria Rullo (gia' sindaco di Mongiana);

Abdon Servello (sindaco di Vallelonga);

Cosmo Tassone (sindaco di Brognaturo sino al maggio 2012);

Gabriele Corrado (sindaco di Dasa' sino al 2012);

Saverio Franze' sindaco di Stefanaconi sino al maggio 2012);

Antonio Minniti (sindaco di Fabrizia);

Giuseppe Barilaro (sindaco di Acquaro);

Sergio Cannatelli (sindaco di Sorianello);

Romano Loielo (sindaco di Nardodipace sino al dicembre 2011);

Raffaele Loiacono (gia' sindaco di Serra San Bruno);

Bruno Rosi (sindaco di Serra San Bruno).

 

Pubblicato in Vibo Valentia
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