
Ciclo staffetta itinerante 25 giugno 2017 – 19 luglio 2017
Dal prossimo 25 giugno e sino al 19 luglio 2017 si svolgerà la ciclo staffetta itinerante.
Una importante iniziativa nazionale promossa, nell’ambito del progetto “L’Agenda Ritrovata”,
dall’Associazione Culturale Orablù che vuole ricordare e testimoniare che esiste un Paese che non ha dimenticato quanto accaduto ai magistrati Falcone e Borsellino e ai tanti uomini dello Stato che hanno perso la vita a difesa dei principi di legalità e giustizia, pilastri di un sistema di convivenza civile e democratico.
Dichiarazione di Gianfranco Suriano
Segretario Regionale UNITA’ SINDACALE Falcri-Silcea - CALABRIA
<< Anche la nostra Organizzazione Sindacale ha voluto fortemente sostenere tale importante e significativa iniziativa di sensibilizzazione sui temi della legalità e della giustizia, traendo spunto da quanto accaduto ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
“L’Agenda Ritrovata” è un progetto che va sostenuto in quanto tiene sempre vivo il comune sentimento di chi ritiene che non possa esserci sviluppo sociale ed economico in una società che dimentica il sacrificio fatto da tantissimi uomini dello Stato a difesa del vivere civile e per il mantenimento di un “Sistema Paese” democratico, giusto e solidale.
La ciclo staffetta partirà il prossimo 25 giugno da Ivrea e terminerà il 19 luglio a Palermo e farà tappa anche in Calabria.
Precisamente il 12 luglio a Rossano Calabro (CS),
il 13 luglio a Fiumefreddo Bruzio (CS) e
il 14 luglio a Pizzo Calabro (VV).
Unità Sindacale, proprio in occasione dei 25 anni da tragici eventi che hanno interessato i due magistrati e gli uomini della loro scorta, vuole mostrare quanto più possibile sensibilità verso i temi della legalità e della giustizia e, pertanto, invita anche i cittadini calabresi, oltre alle proprie Iscritte e ai propri Iscritti, a partecipare agli eventi promossi sui territori percorsi dalla ciclo staffetta de “L’Agenda Ritrovata”. >>
Un elenco pratico e veloce da consultare per avere sottomano il patrimonio artistico di una Regione. I nomi dei direttori dei Musei
Il Polo Museale della Calabria, diretto da Angela Acordon,
con l’assegnazione di nuove Sedi è presente sull’intero territorio regionale con ancora maggiore incisività. Musei, monumenti e aree archeologiche di notevole interesse ne costituiscono un valore assoluto con enormi potenzialità capaci di assegnare alla Calabria un ruolo di primo piano nell’arte, nella cultura e nel turismo.
Ne evidenziamo alcune peculiarità.
Chiesa di San Francesco d’Assisi – Gerace (Reggio Calabria)
Già dei Frati Minori (fondazione 1252)
Direttore: Vincenzo Ammendolia
Galleria Nazionale di Cosenza (Cosenza)
Tanti i capolavori custoditi. La sezione Acquisizioni con le opere, fra gli altri, di Pietro Negroni, Marco Cardisco, Mattia Preti, Massimo Stanzione, Jusepe de Ribera, Luca Giordano; i dipinti della collezione di Banca Carime, avuta in comodato; la sezione Umberto Boccioni che espone una straordinaria raccolta grafica del maestro futurista, nonché la sezione, di recente istituzione, dedicata all’arte contemporanea.
Direttore: Domenico Belcastro
La Cattolica – Stilo (Reggio Calabria)
Costruita dai monaci orientali, che nei secoli X e XI vivevano in agglomerati di grotte naturali.
Direttore: Vincenzo Ammendolia
Le Castella – Isola Capo Rizzuto (Crotone)
La torre cilindrica, di chiara derivazione angioina, svetta centralmente all'interno della fortezza di Le Castella e ne testimonia l'impianto originario che dovrebbe risalire al XIV secolo.
Direttore: Vincenzo Ammendolia
Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi”di Vibo Valentia – (Vibo Valentia)
Di particolar pregio le terracotte (VI –V sec. a. C.), alcuni bronzi e la preziosa laminetta aurea, con testo orfico, rinvenuta in una vasta necropoli che interessa una vasta area della città moderna.
Direttore: Adele Bonofiglio
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Museo Archeologico Nazionale di Crotone (Crotone)
Propone un percorso espositivo, articolato su due piani, all’interno di ampie sale open-space.
Direttore: Gregorio Aversa
Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide – Cassano all’Ionio (Cosenza)
Raccoglie testimonianze materiali provenienti dal territorio della Sibaritide. Comprende cinque sale espositive, organizzate in aree tematiche.
Direttore: Adele Bonofiglio
Museo Archeologico e Parco Archeologico dell’antica Kaulon – Monasterace (Reggio Calabria)
Il Museo dell’antica Kaulon accoglie un considerevole numero di manufatti che illustrano la vita e la storia di questo straordinario lembo di Calabria.
Direttore: Rossella Agostino
Museo e Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna (Crotone)
Sul promontorio di Capo Colonna sorgeva uno dei principali santuari della Magna Grecia, dedicato alla grande dea Hera Lacinia, famoso nell’antichità.
Direttore: Gregorio Aversa
Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri - Locri (Reggio Calabria)
Permette di scoprire uno scorcio della vita pubblica, privata e religiosa del centro di Locri in età greca e romana.
Direttore: Rossella Agostino
Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium – Roccelletta di Borgia (Catanzaro)
Illustra i vari aspetti che vedono la città romana di Minervia Scolacium svilupparsi tra I secolo a.C. e VII secolo d.C..
Direttore: Gregorio Aversa
Museo Statale di Mileto – Mileto (Vibo Valentia)
Espone un cospicuo e rilevante patrimonio di opere d'arte che abbraccia un arco temporale compreso fra l’età tardo imperiale e l’Ottocento.
Direttore: Faustino Nigrelli
Museo Archeologico Nazionale di Amendolara – Amendolara (Cosenza)
Custodisce reperti connessi alla storia del territorio: dall’Età del Bronzo Finale e dell’Età del ferro (XII-VIII sec. a.C.).
Direttore: Adele Bonofiglio
Museo Archeologico Lametino – Lamezia Terme (Catanzaro)
Articolato in tre sezioni, Preistorica, Classica e Medievale, la selezione dei reperti esposti evidenzia il livello culturale delle prime comunità, tra le più antiche della Calabria.
Direttore: Gregorio Aversa
Museo Archeologico di Metauros – Gioia Tauro (Reggio Calabria)
Le sale museali attestano la continuità di vita nel territorio dall’età protostorica fino ad età medievale.
Direttore: Rossella Agostino
Museo e Parco Archeologico “Archeoderi” – Bova Marina (Reggio Calabria)
Dà conto di un ricco patrimonio storico-archeologico da aree di abitato, di necropoli e di siti fortificati a controllo del territorio, inquadrabile in un ampio arco cronologico compreso tra l’età neolitica ed il VI secolo d.C. e si caratterizza per la presenza di testimonianze ebraiche; ad oggi è l'unico Parco calabrese con resti riconducibili a tale civiltà.
Direttore: Rossella Agostino
Ndr. Ed Amantea?
Amantea, definita l’area archeologica calabrese più interessante degli ultimi anni, viene rubata anche della sua storia .
E pensare che, un tempo non lontano, gli amici Rossella Agostino( nella foto), Gregorio Aversa, Adele Bonofiglio erano spesso nella nostra città, nella quale mancano, ormai, da tempo.
Speriamo che la prossima scelta elettorale degli amanteani porti al governo del nostro paese Politici( lo scriviamo apposta con la P maiuscola) che riprendano il percorso di un tempo e mostrino Amantea ai calabresi ed al mondo!
Per verità, direbbe il poeta, conosciamo poco della nostra terra di Calabria ed ancor meno, aggiungo, del nostro paese, dove esistono nomi di località che lasciano spazio all’ immaginazione, evocano sogni, miti, suggestioni, invocano verità ignote e nuove certezze, pur se provocatorie.
Uno di questi è certamente il toponimo “Vetrioli” , in quel di Campora San Giovanni, a monte della Torre della Principessa( alla quale daremo attenzione appena possibile), a nord del Fiume Torbido, un toponimo che evoca uno sconosciuto passato che si confonde con il mito.
"Sono toponimi affascinanti forse perché simboleggiano i sogni e la meraviglia dell’ uomo di fronte all’ ignoto.
Sono rari e splendidi. Hanno la forza del vento, del mare, della terra e del fuoco".
Sono la prova di luoghi un tempo celebri, le cui tracce sono state cancellate dall’ incessante fluire del tempo.
Delle loro espressive storie resta, spesso, solo la memoria della parola.
Peraltro come dimenticare che siamo tra l’Oliva ed il Savuto, nella misteriosa terra di Temesa, svanita nel nulla e che invece appare quando la si cerca sul campo.
Parliamo degli insediamenti di Cozzo Piano Grande in Serra di Aiello, del tempio di Zancaglia (località alla quale daremo attenzione appena possibile), della villa romana scoperta là dove venne dedotta la colonia di cittadini romani nel 194 a. C.
Ci piace ricordare a tal proposito che Strabone afferma che Temesa era situata nelle immediate vicinanze di alcune miniere di rame, già alla sua epoca (I secolo a.C.) dismesse.
Peraltro appare probabile che Strabone sia stato orientato dai versi omerici, I, 182-184 dell’Odissea che sono stati diversamente tradotti.
Una traduzione dice “Or ora approdai, con nave e compagni andando sul mare schiumoso verso genti straniere, verso Temese per bronzo, e porto ferro lucente”
Un’altra, invece, dice “Coi miei nocchier le vele al vento io sciolsi, Per cammin lungo tragittando a gente Di strania lingua, e a Temesa, per cambio di fulvo rame, terso ferro io porto”.
Come dimenticare, peraltro, che siamo nei pressi dell’antico porto dell’area della Principessa.
Già! Ma perché il toponimo Vetrioli, peraltro due e non uno!
Cosa sono i vetrioli e quali sono?
I vetrioli sono composti del rame quali i solfati idrati già sopra citati.
Visivamente i due solfati si distinguono tra loro per il colore: il solfato di rame (idrato), CuSO4, è di colore azzurro intenso (vetriolo azzurro o di Cipro o di Venere o copparosa azzurra) mentre il solfato di ferro (idrato), FeSO4, è di colore verde azzurro (vetriolo verde o romano o marziale o copparosa verde).
Sia il vetriolo di rame che il vetriolo di ferro erano conosciuti ed utilizzati sin dal 2000 a.C., e poi dagli Egizi e dai Greci, anche se certamente non sotto questo nome.
La parola vetriolo, vetriolum, compare per la prima volta intorno al VII-VIII secolo d.C., e deriva dal latino classico vitreolus; forse il nome trova origine dall’aspetto vetroso assunto dai solfati di rame e di ferro cristallizzati.
Secondo un’altra logica interpretativa del toponimo, Vetrioli potrebbe derivare dalla riscontrata presenza nella zona di numerosissime schegge di ossidiana di Lipari ,segno dei rapporti tra le isole Eolie e la Calabria tirrenica fronteggiante Stromboli.
Ossidiana usate per costruire lance e frecce ed utensili di vario tipo.
Ognuno può scegliere la ipotesi alla quale si sente più vicino.
Noi ci permettiamo questa provocazione e l’invito a camminare i luoghi.
Ringraziamo l’amico Mario Mannarino per la indicazione del toponimo, l’amico Giuseppe Sconzatesta per la planimetria dell’IGM ed alle cui ricerche ed intuizioni assegniamo un estremo valore culturale per la conoscenza del nostro paese.
Restiamo in attesa di riflessioni da parte dei lettori.
Affidiamo queste ed altre informazioni-provocazioni ai politici di Campora san Giovanni perché, consapevoli come fu Michele Vadacchino della assoluta importanza turistica di questi elementi culturali , li facciano diventare tesori per tutti.
Magari bandendo concorsi annuali di ricerca.
Giuseppe Marchese