Qualcuno vuole assumersene la responsabilità?
A che punto stiamo con i lavori di ripristino e di messa in sicurezza dell’area archeologica di Sibari?
E’ la domanda, ironica, che ogni calabrese dovrebbe rivolgere al governo ed alla giunta regionale. E si, perché dopo l’alluvione che l’aveva letteralmente sommersa di fango, c’era stata una gara tra istituzioni competenti a sparare cifre e date a proposito dei lavori necessari per riportare il tutto ad una situazione di “normalità”.
La Regione, in particolare, aveva annunciato con enfasi un investimento di oltre venti milioni di euro ed il “completo ripristino” degli scavi entro marzo 2013.
Siamo a luglio, e la situazione che si presenta agli occhi dei visitatori è quella di un’area archeologica, tra le più importanti del Mediterraneo, ancora sfregiata da fango e danneggiamenti.
Non sono stati effettuati i lavori di “ripristino”, né sono stati rafforzati gli argini per prevenire altre sciagure in futuro.
Nel frattempo, però, di Sibari sono tornati ad occuparsene i media nazionali ed europei, per deplorare l’inettitudine del nostro paese nel preservare i suoi tesori d’arte e d’archeologia.
C’è qualcuno che vuole assumersene la responsabilità?
Venga, si faccia avanti.
Reggio Calabria, 05.07.2014
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