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Redazione TirrenoNews

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E’ noto che dal 10 al 14 ottobre 2018 si terrà in Calabria il meeting internazionale che ogni anno la DeutscherReiser Verband (Drv) tiene in una destinazione turistica considerata di grande interesse per lo sviluppo di nuovi mercati.

Ed allo scopo di entrare nel vivo dell’organizzazione, si è appena svolta in Calabria l’ispezione operativa dello staff dall’associazione degli operatori del turismo tedesco, accompagnato dallo staff della Regione Calabria.

Questa è la sessantottesima edizione un evento che non si è mai tenuto in Italia.

L’ente promotore è la Federazione del turismo tedesco, che rappresenta i massimi stakeholder del settore turistico tedesco: dai tour operator alle agenzie di viaggio, alle compagnie aeree.

Le città base dei questo meeting sono Reggio Calabria e Scilla.

E’prevista la partecipazione dai 800 ai 1000 operatori del turismo tedesco.

Inoltre saranno organizzati dei pre e post tour su tutto il territorio regionale attraverso i quali, a piccoli gruppi, gli operatori tedeschi potranno conoscere diverse località e diversi prodotti turistici.

Una occasione troppo ghiotta per non approfittarne, forse unica.

Non dimentichiamo, infatti, che le presenze turistiche nei primi 11 mesi del 2017 sono state 409,9 milioni, in crescita del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2016 e che le presenze di turisti stranieri, hanno raggiunto quota 206,1 milioni (in crescita del 6,3%), contro i 203,7 milioni di presenze dei turisti italiani, comunque in progresso del 5,2%.

La domanda dei turisti stranieri, cioè, ha superato nel 2017 quella interna, raggiungendo il 50,3%.

Non solo, ma sempre nei primi 11 mesi del 2017 i primi tre Paesi di origine per spesa sono stati :

-la Germania (5.776 milioni di euro, pari al 15,6% della spesa totale degli stranieri in Italia),

-gli Stati Uniti (4.477 milioni di euro, pari al 12,1%) e

-la Francia (3.790 milioni, pari al 10,2%).

Amantea ha allora l’obbligo di prepararsi per entrare nel circuito del turismo tedesco

Occorre abbellire la città( vedi foto), preparare depliants e materiale pubblicitario da distribuire a Reggio e Scilla, magari fruendo di giovani amanteani che conoscono il tedesco, aprire un sito web dedicato, abbellendo il territorio, rendendo fruibile i suoi valori paesaggistici, culturali, enogastronomici, eccetera( se vi servono idee chiamatemi!)

Ma la prima cosa da fare è creare un ufficio comunale che promuova il turismo integrativamente al sistema alberghiero.

Il tuo futuro si scrive con le scelte di oggi!

Auguri Amantea!                               Giuseppe Marchese

Palermo. L'ex ministro è stato l'ultimo imputato a prendere la parola per rendere dichiarazioni spontanee davanti alla corte d'Assise.

Poi, dopo cinque anni di dibattimento, più di duecento udienze e quasi trecento testimoni, i giudici guidati da Alfredo Montalto si sono ritirati per emettere la sentenza.

Per l’ex ministro,  i pm Roberto Tartaglia, Vittorio Teresi e i sostituti della Procura nazionale antimafia Nino Di Matteo e Francesco Del Bene, hanno chiesto una condanna pari a sei anni di carcere: è l’unico imputato accusato di falsa testimonianza.

Violenza o minaccia a un corpo politico dello Stato è invece il reato contestato ad altri sette imputati.

Quindici anni di reclusione la pena chiesta per il generale Mario Mori, dodici per il generale Antonio Subranni e il colonnello Giuseppe De Donno.

Dodici anni anche per l’ex senatore Marcello Dell’Utri.

La pena più alta – 16 anni – è stata chiesta per il boss Leoluca Bagarella, 12 anni per Antonino Cinà, non doversi procedere, invece, per il pentito Giovanni Brusca condanna a 5 anni.  

Per Massimo Ciancimino, principale teste del processo, i pm hanno chiesto cinque anni per l’accusa di calunnia e il non doversi procedere per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

“Questo processo – esordiva l’accusa nella sua requisitoria il 14 dicembre 2017 – ha avuto peculiarità rilevanti che lo hanno segnato fin dall’inizio.

La storia ha riguardato i rapporti indebiti che ci sono stati tra alcuni esponenti di vertice di Cosa nostra e alcuni esponenti istituzionali dello Stato italiano”

Francesco Gagliardi richiama la favoletta di Esopo del lupo e dell’agnello…

Ma ecco cosa scrive :

“Le ultime vicissitudini giudiziarie di Franco La Rupa e i due articoli apparsi su Tirreno News di Francesca Menichino e di Tommaso Signorelli che chiedono le dimissioni del Sindaco Pizzino, eletto democraticamente con una schiacciante maggioranza nella tornata elettorale dell’11 giugno dello scorso anno, mi hanno indotto a fare alcune considerazioni e riflessioni.

Ma come? dirà qualcuno. Cosa ci azzecchi tu che sei di San Pietro in Amantea!

Calma, ragazzi. Non vi agitate. Ho tutte le carte in regola per parlare di Amantea e interessarmi dei suoi problemi.

Mio padre era nato a Cannavina, quindi era un “Mantioto” come voi.

I miei nonni paterni abitavano a Cannavina e quando sono morti, sono stati seppelliti nel cimitero di Amantea.

Mio padre riposa in pace in un cimitero lontano dalla sua terra natia che amava tanto perché emigrò giovanissimo in America e lì morì e fu sepolto nel cimitero cattolico di Ebensburg, cittadina dello Stato della Pennsylvania.

Io sono nato in Amantea. Sì, in Amantea, perché nel lontano 1933 San Pietro in Amantea era una frazione di Amantea.

Quindi, per un diritto acquisito ( i giuristi lo chiamano Jus) sono un “Mantioto” pure io a tutti gli effetti ed allora marginalmente e occasionalmente potrò anche occuparmi dei problemi della mia cara e nobile città di Amantea che mi ha dato i natali oltre a quelli dei miei avi.

E se a qualcuno non piacerà, pazienza. Non legga lo scritto.

Detto ciò, a questo punto mi è venuta alla mente la bella favoletta di Esopo che voi tutti certamente conoscete e che forse avete studiato alla scuola media: Il lupo e l’agnello.

Il lupo vide l’agnello ad un ruscello che beveva e gli venne voglia di mangiarselo con qualche bel pretesto. Mi sporchi l’acqua!

Ma io sono sotto e tu sei sopra, rispose il povero agnellino.

Sei mesi fa hai parlato male di me. Ma che dici, sono ancora giovane e sei mesi fa non ero nato.

Tuo padre lo scorso anno parlò male di me. Quali colpe avrebbe potuto avere il povero agnellino se suo padre avesse davvero parlato male del lupo?.

Tuo padre mi è stato nemico e tu, per colpa sua, patirai la pena di ogni cosa.

Ma guarda un po’ che tipo di ragionamento che ha fatto il lupo. Per colpe non sue ora dovrebbe finire sbranato dal lupo famelico.

Infatti il lupo lo volle mangiare comunque.

C’è un antico proverbio che recita:- Se un uomo potente ti vuole nuocere, facilmente troverà causa Ma veniamo al nostro caso.

La Menichino e il Signorelli ( che io non conosco. Il Sindaco l’ho conosciuto solo una volta in occasione di una presentazione di un libro nella Sala Consiliare di Amantea ) hanno in mente di ottenere un vantaggio, quello di ottenere le dimissioni del Sindaco Pizzino, democraticamente eletto dai cittadini di Amantea e quindi si inventano pretesti, e non è possibile farli desistere.

Signorelli ha chiesto le dimissioni del Sindaco (vedi nota del 14 aprile) e le ha chieste per l’ennesima volta.

Lui ha scritto:- Per il bene di Amantea -. E quale pretesto ha avanzato? Il Sindaco Pizzino durante la campagna elettorale dello scorso anno si era vantato di avere un candidato esterno di nome La Rupa.

E chi sarebbe questo Franco La Rupa?

E’ un ex Sindaco di Amantea e un ex Consigliere Regionale della Calabria.

La Rupa, come tutti sanno, è stato arrestato alcuni giorni fa ma poi il giorno successivo è stato rimesso in libertà per oscure vicende che risalgono addirittura al 2005 quando venne eletto per la prima volta Consigliere Regionale, se non vado errato con la lista dell’On. Mastella l’Udeur.

Ma anche la Sig.ra Menechino, consigliere di minoranza e capolista della lista Movimento 5Stelle nelle ultime elezioni amministrative, ha subito chiesto le dimissioni del Sindaco Pizzino appena saputa la notizia che La Rupa era stato arrestato.

Subito così ha scritto:- …La Rupa, incandidabile per via delle note giudiziarie, è stato rimesso in gioco da Mario Pizzino ed altri. La lista che guida la città di Amantea ha apertamente rivendicato di ispirarsi all’amico Franco ed ora che Franco è finito in galera dovrebbe fare una sola cosa: andarsene a casa in fretta. Sindaco: Dimettiti subito-.

Ma quali colpe ha il Signor Sindaco di Amantea delle vicende giudiziarie di Franco La Rupa?

Se Franco ha sbagliato, è lui e soltanto lui il responsabile. Cosa ci azzecca, direbbe Di Pietro,il Sindaco e l’Amministrazione Comunale!

Un consiglio vorrei darvi. Fate opposizione vera, forte, continua in seno al Consiglio Comunale e poi, fra quattro anni, presentatevi alla cittadinanza e dite quello che avete fatto in Consiglio, quello che avreste voluto fare e quello che ha fatto o non ha fatto il Sindaco in carica.

I cittadini di Amantea che non sono fessi sapranno scegliere e valutare: Mandare a casa il Sindaco uscente o mandare al Comune uno di voi.

Al Comune si va con libere elezioni non con le dimissioni di un Sindaco, solo perché amico fraterno di un cittadino colpito dalla Giustizia.

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